Tutti i partiti dovrebbero avere la legalità tra i propri valori fondanti, tutti senza eccezioni, ed è vero che alcuni ne sono particolarmente carenti, ma al contrario non basta dichiararsi espressamente vocati alla legalità per mettersi al riparo dai guai, a dire il vero non c’è nessuna garanzia, sono solo parole. In politica i concetti tendono a essere stiracchiati, e questo è il motivo per cui ci sono ambientalisti o presunti tali a favore del nucleare, e difensori della famiglia tradizionale divorziati e puttanieri. La differenza sta nel fatto che mentre è in fondo normale che alcuni partiti siano privi di sensibilità verso l’ambiente, o particolarmente aperti in fatto di costumi, un partito dichiaratamente dei disonesti non si è ancora visto, e malgrado tutto credo non si vedrà.
Per dire che il rischio ipocrisia è concreto, e dopotutto ogni consesso è a rischio di una certa quota di malintenzionati, specie quando ci sono in mezzo soldi e potere.
Ciò nonostante, per via di una situazione generale certamente molto degradata dal punto di vista di una minima moralità pubblica, da vent’anni si presenta alle nostre elezioni il partito degli onesti, e non ci sarebbe nulla di male se non fosse per i predicozzi con cui pretende di elevarsi su tutti gli altri. Pretende, perché poi il partito degli onesti – per quella faccenda che ha a che fare con soldi, potere, e cose che si fanno complicate da gestire – finisce col suo leader intento a spiegare che sua moglie non è sua moglie, e tutto il castello teorico diventa concettualmente molto fragile, per tacere di quelli che ci avevano creduto e che quindi si incazzano proprio, e di brutto. L’incidente suggerirebbe, almeno per un po’, la fine della pretesa superiorità morale, e soprattutto dei predicozzi, che onestamente non se ne può più e, a conti fatti, da che pulpito. Non si tratta di accettare il malaffare come normale, quello mai, piuttosto bisognerebbe candidarsi a risolvere i problemi, secondo idee proprie, e permettere che siano poi i cittadini, sulla base dei risultati, a giudicare la rettitudine dei suoi eletti. Bisognerebbe impegnarsi a difendere la legalità come standard per tutta la società, più che come preteso patrimonio personale ed esclusivo. Anche da chi la legalità la usa come miele per gonzi e come mero strumento per prendere un po’ di voti. Perché è uno spettacolo indecente, e alla lunga è sempre una truffa, come si è visto.
Invece niente, basta cambiare portavoce, restando in fondo gli stessi di sempre, e si può ripartire coi predicozzi, come se nulla fosse: loro i pochi, i bravi, e tutti gli altri farabutti.
Tanto, un quattro per cento disposto a crederci, da qualche parte, si trova sempre. Tanto, se proprio tutto va male, se ce la facciamo a durar tanto, tra altri vent’anni passati ballando sulla capocchia di spillo di un’opposizione dura e pura, possiamo sempre ritrovarci tutti in studio da Santoro, a indignarci.
Lui ce la fa sicuro, lui.
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Sinceramente che iocisto.com sia stato registrato dall’IDV non mi pare così rilevante. Non mi pare sia un segreto che Ingroia abbia avuto l’IDV con sé fin dall’inizio, e mi pare abbastanza naturale che queste cose le faccia chi se ne può occupare con più facilità. (Il dominio rivoluzionecivile.it incidentalmente è stato registrato a nome di Ingroia, non a quello dell’IDV.)
Credo che se la moglie di Di Pietro non fosse stata la moglie di Di Pietro (cit.) le cose sarebbero andate un po’ diversamente, e quindi sì, per me è rilevante eccome.
quello che apprezzavo di Prossima Italia era la propositività e il contare sulle proprie qualità prima che puntare il dito verso magagne altrui vere o presunte. Mi sembra il solito gioco del compromesso al ribasso che ha bisogno del “peggio” per giustificare la propria mediocrità e le tante contraddizioni(Pd). Io voglio un partito onesto dal Piemonte alla Sicilia, non un partito e suoi rappresentati che devono interrogare l’archivio del Nic per dimostrarmi di essere meno disonesto degli altri. Peccato, con un’offerta politica così bassa temo si risolverà tutto con una guerra di posizione sterile e non una sana soncorrenza che migliora noi e gli altri. Scusate lo sfogo. Michele
Michele, non c’è problema. Solo, questo è il mio blog, e qui ci scrivo le mie personali opinioni, a modo mio, da quando è aperto. Non sono necessariamente quelle di nessun altro, né pretendono di esserle. E io, personalmente, come cittadino, ho simpatie e antipatie. Anche forti, a volte. Credo sia legittimo, è un Paese libero.
Sinceramente, è rilevante. Perchè rivoluzione civile oggi viene presentata agli elettori come una lista civica composta da cittadini di specchiata moralità lontani dalla politica, e invece credo sia interessante per gli elettori sapere che è uno strano agglomerato inventato da Di Pietro formato dall’ Italia dei Valori, più rifondazione Comunista, più i Verdi, più quella manciata di candidati “di specchiata moralità lontani dalla politica” , comprese le inevitabili guest star, che avranno (chi più, chi molto meno) TUTTI i partiti che si presenteranno alle prossime elezioni.
Popolino forever
E’ un tema a latere, ma ci sono ambientalisti a favore del nucleare. Obama, per esempio.
La punch line sugli ambientalisti filonucleare è, parlando con licenza, una cazzata. Gli ambientalisti si dividono in tre: a) quelli a favore, spesso inconsapevolmente, della pietra focaia; b) quelli a favore degli idrocarburi fossili; c) quelli a favore del nucleare. Se trovi un’alternativa praticabile diversa da «d) ti tocchi» ti pago pizza e birra.
Credo che il tema per me (che sono militante, non mi nascondo) non sia tanto di essere i più puri e i più puliti di tutti, che come giustamente dici è impossibile e non ha nessun senso, quanto piuttosto di battersi per proposte di legge che siano chiaramente improntate a prendere posizione in merito alla faccenda “purezza”.
Io posso anche non essere bianco che più bianco non si può, ma poi se quando voto (esempi a caso) sulla riduzione dei privilegi dei parlamentari sono da solo, idem quando raccolgo le firme e faccio battaglia di opinione contro il lodo alfano, idem quando … (non tediamo il popol(in)o facendo all’elenco, ma il pd e idv di punti di distanza ne hanno avuti parecchi negli scorsi anni) è evidente che c’è un tema sostanziale, e non fuffologico, su cui si fonda la differenza. Che non è tanto che i miei sono bianchi che più bianchi non si può, quanto piuttosto come vota il tuo gruppo, e come vota il mio, in merito alle leggi che sono amiche del bianco e molto nemiche del nero. Btw nel mio gruppo è compreso anche il voto di un £&%$&$”£$ come Scillipoti, almeno finché ne ha fatto parte. Lui è la persona che è, ma in quanto gruppo ha votato diverse cose di un certo valore.
Tu stesso su tanti elementi nel PD sei stato in minoranza. Se a me elettore su determinati temi (per lo più legati alla legalità, ma non solo) non va bene accettare il compromesso ed essere in minoranza, mi sembra anche normale che io cerchi riferimenti politici diversi. Perché deve essere illegittimo, o una pretesa di “essere più bianco”? Al massimo di “volere più bianco”. Lo vogliono tutti? Sicuro? Deve essere per questo che hanno depenalizzato il falso in bilancio, o garantito a Silvio in aula che non avrebbero toccato le sue tv (perché il tema riguarda un accordo politico, come noto, mica è un problema di trust o di conflitto di interessi).
Tu sei bravissimo, e ti stimo (oltre a seguirti con passione da anni ), ma il tuo ragionamento in questo caso non mi sembra corretto. Non è che magari cambi il simbolo e ritrovi gli elettori perché a uno zoccolo duro (più o meno grande a seconda delle fasi storiche) le posizioni che prende il PD, fra cui quella di segare idv per fare l’accordo con casini, proprio non piacciono? Perché, fidati, se il PD rispondesse alle mie esigenze io preferirei tutta la vita militare e sbattermi per un partito grosso.
Sono stronzo io perché non mi sta bene un Crisafulli in lista? Almeno Scillipoti non sapevo, Crisafulli so prima, e devo ingoiare il rospo?
Insomma ci sono n temi molto concreti che vanno ben oltre il fustino di dash per due di detersivo qualunque.
Buona continuazione (btw come idivvini stiamo già pagando un dazio di sangue inaudito, non basta per avere un po’ di pietà? )
P.S. Quando tonino dice “mia moglie non è mia moglie” intende, alla sua ben nota e colorita maniera, che sua moglie non è una pisquana con due spicci in tasca a cui è capitato di sposare di pietro, bensì un avvocato abbastanza famoso e ricco di famiglia con un sacco di soldi. Diverse delle case “incriminate” infatti erano della moglie. E’ un po’ in malafede, attaccarsi a quello. Ma del resto in malafede lo è stata l’intera trasmissione…
non sono mai stato un elettore di di pietro. non voterò ingroia al prossimo giro (per qualche mese non ho i 25 anni che servono, e non posso votare al senato ma solo alla camera); sono tentato ma mi piacciono i nomi che ha messo in lista vendola, e voterò vendola. però sulla famosa vicenda delle mille case di di pietro, si è scoperto alla fine, che non erano mille e che di penalmente rilevante, dietro, non c’era niente. e che la cosiddetta “inchiesta” di report, in realtà era una minestra riscaldata, messa sul fuoco per la prima volta qualche anno prima da libero e dal giornale. il pd candida a questo giro crisafulli e genovese, olivero e del basso de caro; candida josefa idem che non si capisce esattamente quale contributo potrà dare in parlamento. e ora ce la prendiamo con ingroia. ingroia ha chiesto un accordo; poi ha detto “almeno parliamoci”; bersani non lo ha minimamente considerato; si vuole alleare con monti, che ha fini e casini e albertini e mario mauro e riccardi e da poco anche ichino; è alleato con tabacci; è alleato coi socialisti di nencini. ma con ingroia no. e però gli chiede la desistenza. gli dice chiaro e tondo che con lui non ha niente da spartire, ma gli chiede di non presentarsi in alcune regioni; e poi gli dice che se non lo fa è un irresponsabile. ma io dico, se davvero con ingroia “non c’è niente da spartire” ma gli si chiede la desistenza, allora perchè non chiederla anche a casa pound? a grillo? a tutti gli altri? è un atteggiamento incomprensibile; un gruppo dirigente livoroso con ingroia, che da un lato lo snobba e dall’altro gli chiede i voti. ha ragione lui: se la gente non vi vuole dare il voto, chiedetevi quali colpe avete, invece di prendervela con gli altri; e cercate di capire che un voto dato a voi non è per niente più “utile” di uno dato a ingroia…