15 NOVEMBRE 2012

Queste sono le basi, poi fate voi

  1. Ecco. Un’ottima risposta a chi mi chiede perchè non credo sia il caso di farne un martire. So anch’io che in fatto di rapporti tra banchieri, finanza e centrisinistra ci sono stati altri capitoli in passato. Ma nno è che basti sostituire un banchiere con uno speculatore per risolvere. No?

  2. mah, questo Serra è andato alla Leopolda a farsi uno spottone pallosissimo; dà l’idea che non gli hanno neanche chiesto cosa aveva in mente di dire… i contenuti mi sembrano un tantino raffazzonati (e l’intervento di Timperi sui padri separati avrà fatto inorridire tutte le gerarchie ecclesiastiche)

    silbi
  3. Va detto che lui sostiene di abitare a Londra, almeno così disse nell’intervista dall’Annunziata, quindi semmai dovrebbe pagarle in Inghilterra le tasse.

    Ritengo comunque valido il principio generale.

     

    DanieleVi
  4. Vai a dirlo a tutti gli Italians sparsi per il mondo (tra cui mia sorella) che devono pagare le tasse in Italia.

  5. Tu, Cosseddu, devi essere tanto innamorato di te stesso. Ma come fai a scrivere una cosa così luogocomunista dopo quell’intervento. Pensare che ti ritenevo brillante.

    Giuseppe
  6. Paga le tasse dove risiede.

    Braveheart
  7. Io risiedo a Londra e, da iscritto AIRE pago le tasse esclusivamente qui a Londra. Se lavorassi per una società italiana che opera a Londra allora dovrei pagare le tasse sia qui che in Italia. Altrimenti non devo nulla al fisco italiano

    Andrea
  8. il problema è mal posto.

    io sono d’accordo con andrea: chi risiede regolarmente a londra e lavora per un’azienda britannica è giusto che paghi le tasse in gran bretagna.

    però caro andrea, forse allora farebbe meglio a interessarsi di questioni e affari britannici, senza pretendere di avere un ruolo attivo nella vita politica del nostro paese. non trovi?

    Carlo M
  9. No tax without representation, but
    NO REPRESENTATION WITHOUT TAXES.
    Ha ragione Carlo M.

    Claudio Cavallieri
  10. Che populismo da 4 soldi. Lui paga le tasse in Inghilterra perchè vive lì. E dà lavoro in Italia ad imprese che senza i finanziamenti del suo fondo non sarebbero nemmeno nate.

    Ma si sa che in Italia il lavoro lo si difende solo a parole.

    Poi nei fatti se c’è qualcuno che lo crea, e che quindi ci guadagna, gli si dà addosso.

    Perderete sempre così. Anche quando vincerete le elezioni, perderete la sfida con la realtà

    Riccardo
  11. Non mi pare che questi commenti cambino il succo della vicenda. La beneficenza di un benestante non è per me un requisito sufficiente, n’è dovrebbe esserlo per chiunque sia di sinistra. Lo è, appunto, pagare le tasse e garantire servizi sufficienti, e indipendenti dal buon cuore dei più ricchi. Il motivo per cui questo signore abbia tenuto a raccontarci della sua beneficenza, ancora mi sfugge.

  12. Per far capire che fare soldi e guadagnare non è per forza un reato, se sono frutto di preparazione e lavoro.

    Mi sembra un bel messaggio in un’Italia dove l’odio sociale cresce e pare sempre che per diventare ricchi si debba conoscere qualcuno o essere ladri

    Riccardo
  13. Tralasciando il fatto che questo Serra abita a Londra non credo per anglofilia, ma probabilmente per non pagare le tasse italiane (ma quelle inglesi): se risiede in Inghilterra e lì paga le tasse, perché allora deve mettere il naso nella politica italiana? Perché deve spingere (con i propri soldi e le proprie lobby) un candidato alla guida di un partito (progressista?) italiano? Tra Renzi e D’Alema io non vedo nessuna differenza, a parte che D’Alema è più intelligente. Per il resto i loro rapporti con i figuri della finanza di cui si circondano e si sono circondati e si circonderanno, sono molto simili, quasi speculari. Bene che ci si dimentichi di entrambi (l’oblio farà il resto) se tutto andasse come dovrebbe andare.

  14. Mi pare un commento pretestuoso (e confuso). Da Cosseddu mi sarei onestamente aspettato di più.

    hermann