3 OTTOBRE 2012

Comportarsi bene, fare le cose giuste

Francesco Costa è un giornalista del Post che stimo decisamente, perché mi piace il suo modo di spiegare le cose anche quando non condivido le sue opinioni. Per questo, mi permetto di fargli notare che la sua analisi del pasticcio sulle regole delle primarie è ben argomentata, ma sfortunatamente manca di un pezzo importante, fondamentale almeno per me.
L’analisi di Francesco, un’analisi oggettiva malgrado si intravveda una certa tendenza Matteo, sottolinea giustamente il bizantinismo dei cambiamenti nello svolgimento delle primarie di cui si sta parlando, beh, un po’ dappertutto. E’ vero che regole complicate rischiano di limitare la partecipazione, ed è vero che sembrano fatte apposta per premiare l’apparato e penalizzare chi, come Renzi, sembra pescare più da fuori. Avendo avuto a che farci, confermo anche la pessima impressione sul responsabile organizzazione, Nico Stumpo, ed è vero che le sue risposte non sono risposte, e che traspare una certa arroganza fastidiosa.
Infine, è vero che l’allarmismo sull’inquinamento del voto risulta ampiamente smentito dai precedenti (anche se non vorrei che alla voce “primarie” su Wikipedia, dopo il 2 dicembre, qualcuno debba poi aggiungere “fin qui”).
Tutto giusto, quindi, ma manca una parte di responsabilità che Renzi può attribuire solo a se stesso. Ha a che fare col fatto, confermato dagli interessati, che un uomo di Bersani e un uomo di Renzi, da più di un mese, si sentono privatamente per discutere di queste famose regole, per conto dei loro mandatari.
Una discussione privata, di cui sui giornali sono usciti stralci, poi smentiti, poi aggiustati, che non ha nessuna giustificazione in un partito, foss’anche democratico come dopotutto sarebbe il nostro. Renzi stesso ha sempre snobbato le sedi ufficiali di discussione, e con buoni motivi: sono pletoriche, spesso telecomandate, e l’assemblea di luglio ha dimostrato, per via dei famosi odg preclusi, che non sono nemmeno democratiche, appunto. Io ci sono sempre andato, ci sono andato ugualmente pur sapendo che le cose stanno effettivamente così, e l’ho fatto perché comunque mi interessava stabilire un principio, che credevo giusto, anche contro i trucchi altrui. Renzi al contrario le ha sempre snobbate (non verrà nemmeno sabato, pare, e a luglio fece solo una breve apparizione), sostenendo che quel che conta è il parere degli elettori, mica di queste occasioni farlocche. Che nel suo caso è sicuramente vero.
Ma allora non avrebbe dovuto permettere che Reggi e Migliavacca discutessero al cellulare di questioni che interessano a tutto il centrosinistra. Molto semplice, davvero: con che diritto l’hanno fatto? E’ questo, invece che in assemblea o altrove, il modo migliore di procedere? Io stesso andrò in assemblea, sabato, e non so cosa sarà messo ai voti, da chi proviene la proposta, e come è nata. Renzi, autorizzando che parte di quella discussione si svolgesse dietro le quinte, implicitamente ha approvato che le cose andassero così, e non solo non è decoroso che si lamenti per il fallimento di una molto discutibile trattativa sottobanco a cui era meglio sottrarsi, ma conoscendoli non poteva davvero aspettarsi niente di meglio.
Avrebbe dovuto chiedere una discussione aperta e pubblica, caro Francesco, come abbiamo fatto noi, mentre invece disse, testuale, “aspetterò, mi fido di Bersani” (ricordate?). Avrebbe dovuto pretendere che, se Stumpo vuole registrare i votanti, prendesse la parola davanti a tutti per sostenerlo. Senza cercare di contrattare una soluzione migliore via rete telefonica.
Avrebbe avuto tutto lo spazio per farlo, anche mediatico (ben più di noi, di sicuro): anche se l’Assemblea in realtà è una messa in scena, anzi, a maggior ragione. E questo non avrebbe affatto compromesso i suoi giri col camper né tenuto lontane le folle che assistono alle sue adunate. Avrebbe dovuto battersi perché le regole contino e valgano per tutti, non perché prevalga quello che riesce ad aggirarle con più forza di tutti, per quello sì sarebbe un partito in cui vale la pena stare, almeno per me. Non lo ha fatto, e si è affidato, senza offesa, a un metodo decisamente da rottamare, anche se ora ha indubbiamente più agio a strillare dai giornali che vogliono fregarlo, con il coro dei sostenitori a ritwittare instancabili.
Quel che succederà ora, anche se a quanto pare l’opinione pubblica preferisce concentrarsi sulla patetica incapacità della dirigenza Pd, a dirla tutta è anche colpa sua. Non che gli importi, probabilmente, ormai il suo è uno schema win-win: se le regole sono queste, allora sono folli, e lui può tranquillamente fare un partito del 20 per cento, domattina. Forse a questo punto gli conviene pure, lo dico laicamente e contro il mio interesse di militante. Idem se in qualche modo gli impediscono di candidarsi. E il Pd è morto, per la cronaca: morto. Se non passano, avrà avuto ragione, e potrà candidarsi come gli pare, e i votanti votare in libertà. Potrà vincere le primarie, se continua così, se questa è la furbizia degli avversari.
Ciò malgrado, mentre le folle sbraitano che non bisogna perdere tempo in simili quisquilie, che qui c’è il cambiamento da fare, se a qualcuno interessa ancora faccio umilmente notare che per me il cambiamento possibile è sempre e solo stato uno, per quanto probabilmente un po’ più complicato, o forse ingenuo, di quello in atto: comportarsi bene, fare le cose giuste, avere come ambizione non l’esibizione della propria vanità ma la soddisfazione della propria vanità attraverso il cambiamento del mondo.
Sono parole, le avrai riconosciute, del tuo peraltro direttore Luca Sofri, caro Francesco.

  1. Non sono d’accordo con Sofri e trovo molto “pesante” che un direttore di un giornale, nel firmare un articolo in cui critica un suo giornalista, gli ricordi che è il suo direttore. E’ una minaccia.

  2. Fabrizio, sei fuori? Il post è mio, il blog è mio, “firmato Luca Sofri” si riferisce alla citazione in corsivo, mica è la firma del post intero…
  3. la frase “, il tuo peraltro direttore, caro Francesco.” l’hai scritta tu?

  4. Fabrizio, ma certo. C’è la citazione, “firmato Luca Sofri”. Guarda che si capisce, senza offesa.

  5. Senza offesa ma è ancora peggio. Che ne sai tu dei rapporti tra Sofri e Costa? Una caduta di stile ma è una mia idea personale…entrando nel merito, caro Paolo, ti dirò: non è con un intervento “tendenza civati” che si risolve la questione del cambio di regole. Io almeno la penso cosi.

  6. 1. Chiedo (sinceramente): ma siamo sicuri che Renzi sia membro dell’Assemblea Democratica? A voi la risposta.

    2. Considerazione: averne di più, nel PD, che si mettono in uno schema win-win. Ci guadagneremmo tutti. Di solito si riesce a mettersi in uno schema lose-lose (a volte lose-loose)

  7. Fabrizio, però non farmi girare i coglioni. Ho chiuso il post con una citazione, peraltro famosa, di Luca Sofri, che è il direttore del Post, e quindi di Francesco. Che tu non l’abbia capito è un problema tuo, se non dell’orario o di quel che hai mangiato per cena. “Comportarsi bene, fare le cose giuste” è esattamente quello che manca, in questo momento, da tutte le parti. E questa non è una tendenza, è un fatto.

  8. Premesso che non è da te usare turpiloquio (forse era la tua cena ad essere pesante, non la mia ) io ti faccio notare che , a mio modesto e personale avviso, far notare ad un giornalista che il suo direttore la pensa diversamente è, come dire, un poco antipatico visto i tempi che corrono. E comunque questo è un dettaglio, il merito della questione è un altro, mi sa che lo hai intuito …

  9. E, Filippo: il punto non è se Matteo sia o no membro dell’assemblea, il punto è che queste cose non le discutono Reggi e Migliavacca per telefono, salvo poi lamentarsi dell’esito. Dai, anche tu.

  10. Il suo direttore non la pensa diversamente, benedetto Iddio, è solo una citazione, fatta saranno ormai dieci anni fa, che secondo me si sposava bene con quanto intendevo. E il turpiloquio è proprio da me, si vede che non mi conosci bene.

  11. Il punto il punto… ma che cazzo ci deve venire a fare Renzi in un organismo in cui (mi dite, a questo punto) che non è membro? Ha già abbastanza da fare, mi pare.

  12. Io dico che poteva chiedere, anzi pretendere, una discussione pubblica, invece di autorizzare telefonatine. Filippo, ma fai sul serio?

  13. Lo chiedo a te, se fai sul serio.
    Invece la storia di Sofri è una tempesta in un bicchier d’acqua, un divertissement, anche perché una citazione fuori contesto è, appunto, una citazione fuori contesot.

  14. vabbè Paolo Cosseddu mi sembra che francamente vuoi non capire. Ma , ripeto per la quarta volta: ha ragione Filippini, la storia di Sofri è una piccolezza. Andiamo al nocciolo: come mai secondo te non dovevano esserci contatti tra i due candidati o meglio tra il loro entourage?

  15. Filippo, te la dico così: se io ricevessi una telefonata da Migliavacca in cui mi chiede di contrattare le regole per le primarie del centrosinistra, gli risponderei che quella discussione non la possiamo fare io e lui al telefono. Primo, perché è Migliavacca, e so bene che non ne verrà fuori niente di buono. Secondo, perché è giusto, caro mio, perché è giusto, nel caso la cosa ti interessi.

  16. Cioè, ma tu sei Matteo Renzi? E ora dirigi un giornale con le parolacce? E citi Cosseddu? Boh, non capisco.

    Fav1
  17. Renzi è Renzi, Cosseddu è Cosseddu.

  18. Su questo non c’è un cazzo di dubbio.

  19. E tutti i salmi finiscono in gloria. Io scendo qui.

  20. Comportarsi bene e fare le cose giuste.
    Caro Paolo non puoi scrivere ” mentre le folle sbraitano”.
    Pensaci…ciao Grazia

    Grazia
  21. Quando c’erano contatti sotto banco fra pd e pdl parlavamo tutti nessuno escluso di inciucio o no? È la stessa cosa.

  22. caro Pop, hai tutte le ragioni del mondo… ma, benedetto ragazzo, dopo vent’anni di Berlusconi ancora non l’hai capito che il rispetto delle regole è “un inutile formalismo”?

    Ti lamenti degli accordi sottobanco sull regole; ma non è forse stato ancora più scorretto, da parte di Renzi, partire con la propria campagna elettorale prima ancora che un qualsiasi organo dl partito le avesse annunciate ufficialmente, le primarie; nascondendosi dietro il “mi fido di Bersani”, come se Bersani fosse il padrone del pd e non un segretario che può anche essere sfiduciato?

    E non è un’ipocrisia che Renzi continui a ripetere che rottamerà D’Alema, quando sta correndo non per il ruolo di segretario ma per quello di premier – perciò, se proprio gli va bene, al massimo rottamerà Polillo?

    La verità è che a loro va bene così. A Gori va benissimo che il suo avatar abbia il pretesto per fare la vittima e, nel caso, farsi il suo partito del 20%; a Bersani va benissimo tenersi le leve dl comando del partito. Tanto lo sanno già tutti che Matrix ha deciso per il Monti bis e tutta questa roba è solo uno spettacolino per tener buoni i pupi…

    silbi
  23. Stracondivido. E temo anchì’io che a Renzi tutto sommato faccia più comodo far saltare il banco (sfruttando le contraddizioni della dirigenza), tirandosi fuori dal Pd e facendosi la sua lista personale. Tanto ormai i fan li ha…

  24. “discutere di qs famose regole, per conto dei loro mandatari” scusate la pedantezza ma mandatari è sbagliato (lessicalmente intendo). chi “manda” è il mandante, chi “è mandato” è il mandatario, quindi renzi e bersani non possono essere i mandatari (anche se chiamarli mandanti non è carino)

    cham
  25. sono d’accordo con popolino.

    faccio la mia previsione: il certificato elettorale non ci sarà, e il doppio turno riservato a chi ha votato al primo neppure. il compromesso consisterà in un doppio turno aperto a tutti e in un albo degli elettori raccolto contestualmente alle operazioni di voto, ed eventualmente reso pubblico dopo la fine delle primarie.

     

    Carlo M
  26. non mi sembra così secondario il fatto che renzi non faccia parte dell’assemblea. In fin dei conti mica siamo una bocciofila (anche se sempre più spesso sembrerebbe di sì).

    se poi il problema è la sua autoreferenzialità, che dire: è vero, il problema esiste … però chi come te, come civati e altri (tra cui il sottoscritto nel suo piccolo del suo circolino pd novatese) continuano a provare la strada del confronto / scontro interno mi pare che grandi risultati non ne abbiano portati a casa!

    PS: per quanto riguardala presunta contrattazione telefonica delle regole, può darsi che ci sia veramente stata (io ho solo fonti giornalistiche che, soprattutto alcune, proprio neutre non sono rispetto a queste primarie); a giudicare dai presunti risultati forse no, se penso non tanto al doppio turno quanto alla preregistrazione e allo sbarramento al secondo turno per i non votanti al primo

  27. Ottimo post, Paolo, per quanto possa contare lo condivido in pieno. Poi la citazione di Sofri non è una piccolezza o una caduta di stile o un messaggio subliminale a Costa, ma un intelligente espediente retorico. Che mostra anche una verità: che Costa ed altri predicano bene ma razzolano un po’ meno bene.

    Giorgio
  28. un  inciso: secondo me francesco costa la penserà sempre come il suo direttore, chiunque sarà il suo direttore, per qualunque testata si troverà a scrivere (io lo chiamo stile ‘piero ottone’ o se preferite ‘gianni letta’). trovo insomma inverosimile che il pensiero di francesco costa possa in qualche modo differire da quello del suo direttore di turno.

    nella dialettica costa-sofri poi, c’è questo elemento che li accomuna come due gemelli omozigoti: l’ostentare una neutralità terzista che in nessun modo hanno.

  29. Credo che la critica a Renzi sia appropriata, anche se non di gravità capitale: qualsiasi cosa si dicano (e non è strano che un candidato si interessi di ciò che lo riguarda), comunque alla fine vi deve essere una sanzione pubblica vincolante e libera da parte degli organismi deputati (oddio, le assemblee del PD non pare siano proprio “libere”, e anche questo entra nel conto).

    La citazione di Sofri invece, secondo me, non c’entra: far la cosa giusta secondo me a questo punto è sostenere Renzi, ingoiando la propria vanità (il pensiero corre a Civati, che non si candida, ce lo ha ripetuto fino allo sfinimento, ma risponde all’Espresso come se lo fosse).

    Poi, sì, sono sicuro anche io che Costa sia in questo momento pallido e tremante perché il suo peraltro direttore, aizzato da Cosseddu, è fuori dalla grazia di Dio.

    Vabbè…

    PS: Ma Renzi fa parte o no di ‘sta assemblea?

    uqbal
  30. Una volta scrivesti “se stai leggendo questo post sei troppo vicino”, e ogni volta che ti leggo resto folgorato da quella tua intuizione geniale. Questo il mio commento scritto sul blog di Pippo qualche giorno fa:

    “…Il problema è che ancora non si sa se saranno primarie di coalizione . E se Di Pietro volesse candidarsi cosa gli si dice “No perchè non sei nella coalizione”? E se cambiassero la legge elettorale in modo proporzionale eliminando di fatto  le coalizioni?  Pippo Civati ha sacrificato (ma non è ancora detto) le sue ambizioni pur di avere un campo sgombro da queste enormi contraddizioni che rischiano di ripercuotersi su tutti gli attori in campo, e soprattutto sui cittadini-elettori, Matteo Renzi invece, che non può sacrificare le sue ambizioni perchè dovrebbe sacrificare se stesso (pare sia fatto per il 90% di ambizione), ha preferito entrare in gioco senza regole, riuscendo (ma non è ancora detto) nel colpo di diventare “regola” di fatto.

    La responsabilità per me, comunque si voglia analizzare il problema, è di un classe dirigente del PD che non ha alcun controllo di se stessa, nessuna idea politica e nessuna strategia minimamente condivise, e che soprattutto teme da morire le idee chiarissime che hanno i suoi potenziali elettori, come dimostrato in maniere esemplare in occasione dei referendum + voto amministrativo a Milano e Napoli.”

    Continuiamo a sperare in una  Prossima Italia.”  finchè ci sarà gente come Pippo e Paolo! Un abbraccio

    fabbrizz
  31. Caro Paolo, non fatico a credere che Reggi e Migliavacca si siano sentiti e abbiano discusso di regole delle primarie, anche se a giudicare dal risultato fin qui concluderei che si sia trattato di telefonate piuttosto inconcludenti, come minimo. Aspettiamo di avere qualcosa di ufficiale, ma se le regole finali dovessero somigliare a quelle di cui parliamo oggi avremo la certezza che non sono frutto di nessuna “trattativa sotto banco”, perché nessuna “trattativa” tra Renzi e Bersani avrebbe mai potuto produrre regole del genere. Poi le regole dovevano farsi prima, sì. Ma la sfida Bersani-Renzi-Vendola è una sfida tutta politica, tra idee diverse della politica e del futuro del paese, ed esiste ormai da più di un anno. È nelle cose, nelle posizioni sul governo Monti, su quasi tutto. Penso che “fare le cose bene” in questo caso dovesse significare fare le regole delle primarie per tempo, ovviamente, ma non pensare che soltanto l’approvazione di queste avrebbe dovuto determinare l’inizio della sfida politica (anche perché non avrebbe potuto). Grazie per le cose belle, in bocca al lupo. Francesco

  32. Agli amici della mozione Amedeo Nazzari no… Renzi non fa parte dell’Assemblea Nazionale.
    Guardatevi il mio blog “Le lamette di Occam”

  33. Filippo, a volte sei un po’ duro di comprendonio. Lo so da me che Renzi non è delegato (è invitato di diritto, comunque). Io dico una cosa diversa, dico che doveva chiedere le regole e una discussione pubblica, aperta, invece di permettere che i suoi si telefonassero con quegli altri. Perché è così che è giusto fare, ecco, altrimenti, dopo, c’è poco di cui lamentarsi. Al prossimo commento ti faccio un disegno.

  34. Uqbal lo ha chiesto, ho precisato. Rispondevo a lui. Quello che dici l’ho capito, è una posizione a me incomprensibile ma non certamente vietata.

    La contestazione che si fa a Renzi della sua visita ad Arcore è l’inopportunità della sede (anche se l’incontro non doveva essere pubblico). Mi sembra che andare pubblicamente in ginocchio sui ceci, in sede impropria, qualcosa che gli è stato concesso solennemente (“garantisco io”) da Bersani sia altrettanto inopportuno.

  35. Manca “a pietire” prima di “in ginocchio sui ceci”.

  36. Un Renzi premier potrebbe essere la definitiva e tanto a lungo agognata spallata al sistema così come lo conosciamo, altro che Grillo. Governerebbe così male, da produrre effetti realmente rivoluzionari sul macrosistema politico. Nulla sarebbe più come prima. Il famoso ‘tanto peggio, tanto meglio’, insomma. Dalle risultanti macerie nascerebbero poi (forse) i fior.

  37. Renzi ha gestito questa fase di “riservata discussione” sulle regole secondo il suo stile e metodo abituale, niente di più, niente di meno. Ha così potuto fino a ieri gridare all’attentato politico contro la sua persona, alla gerontocrazia da rottamare una volta di più, stare ancora di più sulle prima pagine, etc etc.

    Adesso se sarà trovato un accordo (come penso e spero) sosterrà che, grazie a lui, è stato sventato un pericolo e se ne attribuirà il merito.

    Se invece domani saltasse tutto, tipo mancanza del numero legale o cmq dei voti favorevoli necessari alla modifica dello statuto, sarà stato vittima dei dinosauri politici e procederà come da ipotesi di Cosseddu.

     

    FaustoB
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