31 AGOSTO 2012

Prepararsi all’impatto

Io la vedo così: in un modo o nell’altro, è quasi finita. Siamo alle battute finali di un processo che è stato molto lungo, e di un sistema che non regge più. In quel quasi, però, c’è la parte più dura, perché quasi non è adesso, e il peggio deve ancora arrivare, la situazione peggiorerà ancora, e di brutto, prima di migliorare.
Lo dico perché se guardo allo schema generale, per prima cosa mi viene da dire che non è uno schema, è solo un gigantesco, pericoloso casino. In un Paese sull’orlo della bancarotta, se non riesci a capire cosa succederà tra sei mesi, chi ti governerà, per fare cosa, significa che sei nelle mani di una classe dirigente incapace.
Non è indifferente che il prossimo Governo sia in continuità o in discontinuità con la cosiddetta agenda Monti. Non è indifferente che il prossimo sia un Governo di centrosinistra o di larghe intese, che esprima il suo progetto prima delle elezioni o che lo chiarisca – compresi i suoi interpreti – solo dopo. Non è indifferente sapersi raccontare e spiegare al popolo, in un momento in cui il popolo è così incazzato. Se sapessimo tutte queste cose, potrebbe piacerci o no, ma sapremmo che almeno c’è un progetto chiaro, o meglio che c’è qualcuno che è in grado di esprimerlo. Invece, al momento, queste contraddizioni restano irrisolte, e ogni giorno esponenti di quello che dopotutto è il mio partito sono sui giornali a dichiarare che bisogna fare come Monti e che bisogna fare diversamente. Ogni giorno, e però si fa finta che sia normale.
E questo non è un problema di comunicazione, questo significa che queste contraddizioni rimarranno irrisolte e saranno ancora tutte lì a elezioni fatte e a governo in carica. Quel che succederà dopo è per me abbastanza chiaro: che il prossimo Governo non salverà l’Italia, men che mai riuscirà a cambiare questo Paese, che poi è ciò che servirebbe. Il prossimo Governo farà un disastro: come con Prodi – che se fosse durato cinque anni forse oggi sarebbero diverse molte cose, ma che è crollato soprattutto dall’interno – come sempre negli ultimi vent’anni ha fatto il centrosinistra, che fosse in carica o all’opposizione, anche perché i protagonisti sostanziali saranno più o meno gli stessi. Come al solito, quindi, ma in una situazione di gran lunga peggiore. E questo sarà il momento più basso della nostra storia recente. E con nostra intendo proprio nostra, visto che dall’altra parte pare che il suicidio si sia già consumato, o comunque siano arrivati alle ultime battute.
Poi, però, sarà finita. Si tratta solo di arrivare vivi a vedere cosa verrà dopo, e non è detto. Ma è così: Pierluigi Bersani è l’ultimo esemplare utilizzabile – non buono, utilizzabile – di una lunghissima, infinita genìa che qualcuno, e lei stessa, crede eterna. Ma non è così, siamo al vicolo cieco evolutivo, l’ultimo cacatua blu, centenario, ma privo di compagne con cui accoppiarsi. E’ lui a tenere insieme tutto questo contorto scherzo della natura, D’Alema e Veltroni non ce la farebbero più, e di certo non ci riuscirebbero Bindi, Letta, Franceschini o le altre mezze figure che, in mancanza di alternative migliori, sono riuscite ad avere un qualche ruolo passato ma che per il futuro non potranno chieder di più alla fortuna, se non ripetere se stessi per l’ultima volta.
Fuori da quel giro, di classe dirigente vera e pronta all’uso, c’è il deserto. Il gruppo parlamentare del Pd è pieno di zeppo di Carneadi di cui nulla sappiamo e nulla sapremo mai, e non c’è un sindaco o un presidente di regione a cui questa classe dirigente sul viale del tramonto possa serenamente lasciare l’attività di famiglia (posto che ovviamente non citerebbero mai Matteo Renzi nel loro testamento) sperando che non la faccia fallire in sei mesi. Non ce n’è uno – tra i loro, giacché quelli che non sono loro non sembrano suscitare il loro interesse - che abbia le qualità, il carisma per fare nei prossimi anni il salto dalla dimensione locale a quella nazionale, a meno che non si voglia pensare che Enrico Rossi possa essere una fresca novità dopo aver passato vent’anni a governare la Toscana. No, la verità è che una volta l’amministrazione dei territori era il vivaio da cui pescare per il governo del Paese, ora al limite il partito fa l’esatto contrario, rimandando gli ex big o quasi big al paesello quando ormai sono così spremuti che sarebbe impossibile far fare loro qualsiasi altra cosa.
Quanto all’idea di dare un po’ di spazio ad eredi designati e pazientemente allevati, gli Orfini, i Fassina, siamo seri. L’albero del centrosinistra e del mio partito in particolare ha potato i rami del talento e coltivato la mediocrità, quando non il servilismo e l’opportunismo. A ogni raccolto i suoi frutti sono diventati sempre più pallidi e rinsecchiti. Piaceranno all’ortolano che se li è amorevolmente coltivati, ma è roba che nessuno ha davvero più intenzione di ingoiare convincendosi che è buona solo perché, beh, lo ha detto il partito. Quanto ai raccolti delle scorse stagioni, pure quelli non erano granché, ma comunque son marciti.
Questa è la classe dirigente attuale erede di una lunga tradizione, tutta tranne Bersani, che per varie ragioni è riuscito a restare l’ultima mela appesa al ramo. L’ultimo che, certo, viene contestato e anche molto perculato, ma che almeno ha un po’ di popolo dietro, un po’ di amore sincero, un po’ di stima da spendere. Perché è stato un buon ministro, argomento che resiste come disperato tentativo di aggrapparsi a un ricordo positivo per quanto remoto, e perché come segretario è riuscito a far passare l’idea che le sue intenzioni siano buone, ma che son quegli altri nel partito a esser matti. Che poi non è vero niente, ma per qualche ragione c’è gente che ci crede per davvero.
E quindi eccolo lì, il più probabile prossimo presidente del Consiglio, quello che al momento è l’uomo più forte di tutto il centrosinistra italiano. La domanda quindi è: quanto durerà, questo momento? Fatalmente, fino alle elezioni e cinque minuti dopo, o giù di lì. Non è per fare i catastrofisti, è l’esperienza empirica che ce lo ha dimostrato in questi anni: che non basta essere fichi medi in mezzo a un mare di fichi molli, perché comunque non è il fico la materia prima adatta per gettare basi solide su cui ricostruire un Paese. E capisco benissimo che altri credano o vogliano credere che andrà diversamente, anche solo per speranza nel bene comune, ma per me è un finale inevitabile, già scritto, persino logico. Il matematico risultato di una somma di errori che è lunghissima, errori che risalgono a così tanto tempo fa che oggi è impossibile correggerli perché, semplicemente, non ci sono più i numeri. E sarebbe certo meglio evitarsi l’ennesimo giro di giostra che si sa già finirà in tamponamento, ma purtroppo ci tocca, anche se perlomeno non ce ne saranno altri.
Come ho raccontato già tante volte qui su Popolino, mi sono iscritto al Pd tre anni fa, e ho iniziato a contestare i vertici e chiedere il rinnovamento quando ancora l’inchiostro sulla mia tessera era fresco, anzi, a dire il vero mi sono iscritto espressamente per dar loro addosso, perché il futuro del partito che voto mi pareva più importante del futuro delle poltrone di chi lo guida. Il tema della rottamazione era di là da venire, ma i suoi termini fondamentali erano già chiarissimi, o almeno lo erano per me. All’epoca mi si contestava che avrei dovuto dedicare le mie energie a combattere l’avversario, e non il partito, perché in quel momento c’era Berlusconi, come forse ricorderete. Io rispondevo sempre allo stesso modo: che un giorno Berlusconi non ci sarebbe stato più, e che se nel frattempo non cambiavamo il Pd poi ci saremmo trovati nelle mani di una classe dirigente vecchia e disastrosa. Lo pensavo, è successo, e succederà: è più di un processo storico, è fisica, e nessuno potrà impedirlo. Nessuno ci fermerà a un millimetro dallo strapiombo, come nei film, non ci sarà un lieto fine: e quindi meglio prepararsi al peggio.
Ma tre anni fa mi ero ripromesso di resistere abbastanza a lungo da ritrovarmi ancora vivo un minuto dopo che loro, finalmente, non ci saranno più.
Non ho cambiato idea.

  1. Quindi Orfini e Fassina sarebbero “mediocri, servili e opportunisti”?

  2. Sì, secondo me sì.

  3. rispondo io. Quando serve le prime 2,ergo la terza.

  4. Diobono Paolo, la tua lucidità delle volte è accecante..

  5. Era x farla breve.. Che ce ne sarebbe da dire..

  6. daccordissimo

    ciro troise
  7. eh già, siamo ancora quà……….e ci saremo anche quando sarai invecchiato…fattene una ragione, sai popolino la mia generazione non è come la tua , oltre ad essere più numerosa perchè i nostri genitori contrariamente ai vostri erano prolifici, una botta na tacca (sai non c’era la TV) abbiamo anche vissuto l a nostra adolescenza con una colonna sonora spaziale, che andava dai Rolling ai Beatles, dagli Who ai Doors dal Van der Graf ai Pink Flyd, da Jimi a Janis, dai Canned ai Credence, da Bob Dylan ai Velvet di Lou…..la colonna sonora della tua generazione quale era? quella di Heidi e di alabarda spaziale? Capisci perchè noi ce ne andremo solo quando l a terra ci sarà lieve? Dopo di noi io vedo bene i ventenni attuali, voi siete una generazione perduta che non ha saputo dare nulla a questo nostro paese nè dipositivo nè di negativo (come la vostra colonna sonora)……..insomma ci dovrete sopportare a lungo……

  8. Mi sa che non hai capito quel che hai letto. Sono gli ultimi botti, è finita. Lascerete solo macerie, ma poi almeno sarà possibile dimenticarvi, perché non ce la fate più, non tenete più. Goditi questi ultimi mesi.

  9. sai Cosseddu è una vita che me lo sento dire da gente simile a te, che ascolto queste Fatwe………ma io sono ancora quà e ci resterò…….quelli che me lo dicevano sono spariti, andati, soffiati….guarda che la troppa lucidità acceca prima di tutto te stesso……

  10. Quando la sicurezza delle proprie convinzioni viene meno, arriva il catastrofismo… Ha ragione Puro, sono decenni che si dicono cose simili, e quelli che le dicevano sono spariti molto prima di quelli di cui pronosticavano la sparizione. Forse farest meglio a fare un bel respiro, e cercare di capire le ragioni per cui fare politica. Ragioni diverse, ovviamente, dall’astio per Bersani, che mi sembra povera cosa, obiettivamente

  11. saiqual’è l acosa surreale? Che in tutto il mondo si discute delruolo delcapitalismo finanzairio nello bloccare il futuro, si analizzano gli esiti perversi del neo liberismi, sociologi ed economisti concordano nel dire che la finanziarizzazione ha creato la società dell’adesso e dei guadagni a breve sminuzzando i legamisociali. sociologi e filosofi si interroganosui motivi che hanno portato alla crisi morale attuale, si interrogano sulla crisi globale della democrazia E TU RIDUCI TUTTO AL FATTO CHE SE ALPOSTO DI BERSANI E FASSINA CI FOSSEROSTATI CIVATI E COSSEDDU TUTTO SAREBBE A POSTO. Non hai il senso del limite. Fai tenerezza.

  12. Il vero rischio, e qui ha ragione Cosseddu, è non riuscire a creare una coalizione sufficientemente coesa per governare dignitosamente il Paese nei prossimi anni. Su questo punto si deve ancora lavorare duro. Ma perché non darci una chance?

  13. Una chance? Anania, a me il bilancio di questi vent’anni sembra oggettivamente molto negativo, e non capisco cosa ci sarebbe di diverso questa volta, l’ennesima, anche se temo sia inevitabile, e infine sono dell’idea che poi però, almeno, non ce ne saranno più, perché francamente è un sistema che non regge oltre. Però, e lo dico anche a Enzo, io non ce l’ho con te né con lui, visto che senza offesa ma non siete voi “la classe dirigente del partito”. Ce l’ho con chi ha responsabilità in questa situazione, al limite non capisco chi come voi li sostiene lo stesso, ma per l’amor di Dio, ognuno è libero e rende conto di quel che fa, no?

  14. uuhh, addirittura le macerie. pensa che visione strana della politica, se mi iscrivo ad un partito non perchè mi piace, diciamo così, e quindi posso addirittura dargli dei soldi per la tessera; ma per contestarlo. Boh. Comunque ‘quando durerà’, a me sembra che sarebbe meglio scriverlo con la T di topo, per dire. Chiedo scusa per l’intrusione.

  15. Beh, grazie della segnalazione. Ho corretto.

  16. Io non la penso allo stesso modo: il primo governo Prodi è stato eccellente, il secondo aveva buone idee, ma si è infranto sulla frammentazione politica. In politica sono rarissimi i “cambiamenti totali”, è inevitabileuna certa continuità nel cambiamento, soprattutto se si ha l’ambizione di fare un partito non personale, e che duri al di là di una o due legislature. Certo, spesso la sinistra ha dimostrato di pensare più allo 0 virgola che al bene del Paese, ma questo non può essere imputato solo al Pd, anzi molto poco al Pd. La classi dirigente del partito, forse è questo che sfugge a Cosseddu, è tale eprché ha consenso ed è stata votata, non è piovuta dal cielo. E ha consenso perché media varie sensibilità, e offre anche un senso di continuità con esperienze positive del passato. Ovviamente il prossimo governo sarà una prova dura, ma non puoi dare per scontato che non sarà superata.

  17. nonostante la durezza dell’analisi che forse e` troppo forte, io credo che dobbiamo farci un esame di coscienza e dirci che forse la classe dirigente della sinistra italiana degli ultimi 20 anni non e`, salvo rare eccezioni, all’altezza del momento. forse non hanno saputo leggere l’evoluzione del mondo globalizzato, rimanendo legati a vecchi schemi che funzionavano un tempo ma oggi no. forse hanno commesso altri errori. ma non si puo` dire che le cose vadano bene, che i dirigenti oggi del pd (ma prima di pci-pds-ds o dc-popolari-margherita) non abbiano almeno una parte della colpa: per lo meno, hanno la colpa di non aver saputo proporre al paese un modello di governo alternativo al berlusconismo, o di non essere stati in grado di farlo recepire al paese.

    forse e` il momento di fare come quelle squadre di calcio in cui alle vecchie glorie (con le loro storie passate fatte di vittorie, sconfitte, momenti bui e momenti gloriosi,eccc…) si fa capire che e` il momento di farsi da parte, di dare spazio ai giovani, di assumere un altro tipo di ruolo, piu` defilato, di mettere la loro esperienza al servizio degli altri. non e` ingratitudine, e` realismo, ed e` l’unico modo per avere una squadra vincente. senno` se si aspetta che se ne vadano da soli, non lo faranno mai, e non solo: bruceranno anche generazioni a venire…

  18. Mi chiedo invece se una delle debolezze dei “nuovisti” sia proprio mettere al primo posto di ogni richiesta il “rinnovamento totale” della classe dirigente. In primo luogo perché così si fa di tutta l’erba un fascio, e poi perché, alla fin fine, è una parola d’ordine vuota. Cosa farebbe la “nuova” classe dirigente? Un partito moderato sulla scia dell’agenda Monti, come vorrebbe Renzi, o leftist e attento ai diritti civili, come vorrebbe Civati? Alla fine è la vosta che sembra un po’ una polemica interna al gruppo dirigente, mentre Bersani, di tanto in tanto, parla di fabbriche, di reddito, di tasse, di lavoro…

  19. io sono ateo per cui non devo rendere conto neanche a Dio…….com eti ho scirtto prima ciò che manca nel tuoragionamento è il contesto……tu descrivi solo guerre tra elite mentre il bilancio degli ultimi 30 anni è un bilancio che deve tenere conto di tante cose, del modo in cui l’economia e la società sono cambiate al fine di rafforzare il potere vero, quello che conta (tipo ad esempio quel fondo di investimento americano che da solo ha un patrimonio finanziario grande quanto il PIL Italiano oppure tipo i fondi che posseggono derivati tossici il cui valore assomma a 10 volte l’intero PIL mondiale)…..e vincerà vedi non il più giovane o il più vecchi ma quelli che collettivamente (bella aprola da rispolverare) troveranno il giusto modo di sconfiggere questo potere….leggo le vostre proposte, quelle di prossima Italia, beh siamo alla scuola elementare, ragazzini intelligentini ma qui serve l’Università……scendi dal piedistallo popolino. Guarda che in giro c’è anche gente molto più intelligente di te e Civati messa insieme.

  20. caspita, Paolo: complimenti.
    in assenza di un patto leale con gl’italiani -unica persona che avrebbe potuto farlo era Prodi- la salute mentale dell’Italia (individualismo, nepotismo l’incallita tendenza alla “furbizia”) è IL nemico. giudizio positivo o negativo che si abbia su Bersani, problema sarà l’ingovernabilità morale.

  21. Ed è vero quello che dice Anania….il prossimo governo diretto da Bersani dovrà affrontare prove dure, la crisi non è una favoletta che si racconta ai bambini, ha cause strutturali, la demografia non ci aiuta, è da folli accettare di andare a governare…..ma in questa follia sta la nostra salvezza……

  22. ma io mi chiedo, a nessuno viene in mente che non dico tutto, ma almeno parte del problema sta nel fatto che abbiamo la classe dirigente piu` vecchia d’europa (non solo nella politica, eh)?

  23. sono tornato dalla Spagna (paese che ha una situazione peggiore della nostra) e l’impressione è che da noi ci sia il vuoto, il disinteresse, l’abulia. invece che con le bombe sui treni gli eversori ce l’hanno fatta con i TG ridotti a varieté e proponendo il bunga bunga a normalità.

  24. Enzo Puro in quanto uno degli “ultimi” giapponesi rimasti a difendere l’isola di Iwo Jima mi sta molto simpatico…letters from Iwo Jima.

  25. Qui nessuno nega la gravità e la complessità della crisi. Io discuto delle responsabilità dei singoli, e dico che non saranno in grado di far bene – anzi, faranno danni – sulla base del fatto che è già successo, e che sono gli stessi. Liberissimi di insistere che stavolta sarà diverso, ma visto che dopotutto i dati di partenza sono abbastanza oggettivi, non è chiaro su che basi, se non quelle della convinzione personale. Su quel fronte, però, come dicevo, ognuno ha le sue.

  26. Per la cronaca, appartengo alla generazione dei ventenni e anch’io ascolto i Beatles, i Pink Floyd (con la o), gli Who, i Creedence e via dicendo. E con questo? Se quelli prima di me sono cresciuti con alabarda spaziale, è “colpa” loro? Tra l’altro, ad essere rigorosi, i gruppi sopracitati hanno fatto la colonna sonora dell’adolescenza e della gioventù anche di chi ci ha regalato il capitalismo finanziario, il neoliberismo e tutto il resto. Tanti di loro avranno partecipato a Woodstock o al maggio francese, quelli venuti subito dopo (o anche gli stessi) avranno fatto gli autonomi o i gruppettari negli anni settanta, avranno occupato qualche facoltà e gambizzato qualche professore, oggi magari hanno un attico nella Roma bene e un paio di colonne di quotidiano a disposizione da riempire con le loro cazzate, pontificando sulle nuove generazioni che fanno schifo. O, nella peggiore delle ipotesi, hanno una vita mediocre in periferia e strillano contro le banche e il turbocapitalismo dopo aver passato gli anni ottanta a indebitarsi e a vivere al di sopra delle proprie possibilità.
    Devo continuare? Vi prego, raccontateci ancora di quanto è vincente la vostra generazione.

  27. La cosa che mi rasserena è sapere di essere più giovane dei gggiovani. Sarò ben felice di resistere un minuto in più di C&C.

  28. perchè è cambiata la fase caro Cosseddu.. Io ho un aconvinzione profonda e cioè che gli errori commessi negli ultimi 20 anni (insieme alle tante cose fatte bene) sono il frutto di una subalternità al pensiero neoliberista sulla scia del balirismo dominante……..ecco uno dei motivi per cui sono fiducioso è che abbiamo abbandonato (non tutti naturalmente, penso a Renzi e a quelli dell’Agenda MOnti) questa subalternità e stiamo tentando di costruire unprofilo autonomo di sinistra contemporanea……..se voi invece di fare ad ogni piè sospinto i grilli parlanti vi metteste al servizio di una grande operazione politico-culturale (non alservizio di questo o di quello) forse anche la politica di rinnovamento che predicate avrebbe più chance di successo caro popolino…..noi non spariremo dicerto e voi non andrete da nessuna parte……invecchierete maledicendo il fatto diaver sbagliato le mosse e di essere stati troppo impulsivi…………

  29. Secondo me nella tua analisi sottovaluti anche tre fattori determinanti; il primo è che, a differenza delle precedenti esperienze, non andremo alle elezioni con una serie di micropartitini di cui il più grande prende il 15% (quindi meno della metà dei voti della coalizione) ma con una coalizione di due partiti (al momento) di cui il maggiore sta sul 25% e l’altro sull’8-10%. Il secondo aspetto è che il segretario del partito di maggioranza potrebbe essere anche premier. Il terzo è che, mentre i precedenti candidati del centro-sinistra erano king piuttosto deboli con king maker molto forti, in questo caso Bersani sarebbe king maker di se stesso. Il “combinato disposto” di queste caratteristiche mi fa pensare che la storia non si ripeterà e che Bersani non è l’ultimo dei vecchi ma il primo dei “giovani”
    P.S.come mai hai nominato Rossi e non Zingaretti?

  30. Carlo Alberto io non ho detto che è una generazione vincente, ho detto che è migliore ed anche nei drammi e nelle tragedie lo è…….gli identikit che fai sono perfetti ma questi personaggi che descrivi così bene sono proprio quelli che mi dicevano tanti anni fa che io sarei stato sepolto dalle macerie (altri dicevano che sarei stato seppellito da una risata) ma come vedi sono e siamo ancora quà……..

  31. porca miseria paolo, per chi come me è un indeciso della cabina elettorale leggerti non mi avvicina certo al pd!!

  32. Ma essere ancora qua, come dici tu Enzo, non è mica un punto di merito, io ad esempio non ho nessuna intenzione di essere “ancora qua” tra vent’anni, perché considero la politica una cosa che si deve fare per un po’ di tempo, non per sempre. E quindi vedi, la differenza tra me e voi è che io sono molto sereno sul vostro avvenire politico, non capisco perché quindi vi preoccupi tanto il mio.

  33. Rudi, tieni conto che Paolo è quello che tifava contro il suo stesso partito: quando il PD stravinse le amministrative, Cosseddu notò che ciò aveva rafforzato la leadership di Bersani, rendendolo pertanto più difficile da battere ad eventuali primarie, e commentò il tutto con “sono cazzi”. Il PD, al momento, è un avversario, perché “governato” da una persona che non appartiene all’area (alla corrente) di riferimento di Paolo. E’ tutto qui, Rudi.

  34. Mi chiedo se Enzo sia ancora in quella municipalizzata generazionale o ne sia finalmente uscito. Con tutto il tempo che ha per commentare…

    Giorgione
  35. Sinceramente uno può fare politica in molti modi, insegnando per esempio, oppure scrivendo, oppure tenendo aperto un circolo. Ci sono tanti modi. Sono d’accordo che farla nelle istituzioni è bene farla per un po’ o per lo meno avere delle alternative serie, che a nessuno venga il dubbio che stai lì perché non sai far altro. Poi c’è il tema del consenso e della contendibilità, se le due cose ci sono puoi fare il deputato a vita per quel che mi riguarda. People choice. Se è il sovrano a scegliere, va bene così. Infine, non direi che non c’è speranza nel futuro del PD. Non me la sento. Certo ci sono delle torsioni identitarie che non condivido, una linguaggio che non mi suona e che trovo deleterio, ma se c’è confronto c’è vita, e d

  36. Civati non sara’ il prossimo segretario del partito. Mettiti il cuore in pace.

  37. Io sono sereno come un monaco tibetano.

  38. Espressione “municipalizzata generazionale” è espressione micidiale e da tenere a mente. Vera. Crudelmente vera. Si fanno sistemare. Ci fottono il futuro. Ci prendono per il culo. Si credono superiori. Dicono che siamo degli sfigati. La generazione 68: tossica, fino alla morte. Proiettano sulla generazione dei figli le proprie sconfitte, i propri tradimenti e la propria inadeguatezza. Hanno fatto fuori i padri (grosso modo, del resto erano quelli della Guerra, non era poi così difficile…), e hanno divorato il futuro dei figli. Per forza si credono migliori della generazione dei figli (i trentenni di oggi). È l’unico modo per dimenticare le loro sconfitte. È l’unico modo per nascondere la verità. Unico modo per autoassolversi. Per il resto concordo con Carlo, un ventenne che dà senso al mio (e nostro) impegno politico e passione civica. E questo senso è più forte, più solido della miseria di tutto lo schifo e tutta la merda che ci lascia in eredità la “generazione delle cavallette”: dei dalema e dei veltroni, delle bindi e dei fioroni, dei berlusconi e dei casini. Ha ragione paolo, vi dimenticheremo e forse un giorno persino perdoneremo, ma il perdono, oggi, non è all’ordine del giorno. Sì, quando non ci sarete più non vi rimpiangeremo come voi rimpiangevate (e rimpiangete), i de gasperi e i berlinguer, i bachlet e i pertini. E quando avverrà, e avverrà, saremo un paese migliore.

    (potrei intitolarlo: “discorso alle CLASSE DIRIGENTI della generazione 68″)

    Fabian
  39. grazie massimo dell’attenzione, tuttavia la biografia del pd non è propriamente brillante. Appoggiai volentieri il buon vecchio Prodi, e ci ho sperato, nonostante il mio pormi un po’ più a sinistra, poi le cose son andate come son andate. Ora l’atrettanto buon vecchio Bersani, già ex ministro dell’Industria in un paese dove la politica industriale non ha mai brillato, insomma deve fare molto di più per essere convincente, Renzi a capo del governo non me lo vedo, Civati nemmeno, altri leader o papabili? Non lo so, davvero non saprei se il pd si merito il mio umile voto! Come mi piacerebbe un personaggio in gamba, pulito, serio e convincente…

  40. E’ sempre difficile fare previsioni, speciamente così puntuali: raramente si verificano. Apprezzo però il tuo tentativo, Paolo, e trovo l’intervento molto stimolante, soprattutto perché ne condivido la frustrazione. Per questo, quasi quasi, mi auguro che dalle urne non esca uno schieramento in grado di governare da solo, che costringa la maggioranza attuale a sostenere un Monti Bis.

    Credo però che a questo punto il destino del nostro paese (e del governo che uscirà dalle urne) dipenderà molto meno dalle sue stesse scelte, quanto dalle decisioni prese a Bruxelles e a Francoforte. Spesso noi italiani non ci rendiamo conto di vivere in una realtà periferica, che è molto più importante quello che succede all’esterno. Tendo quindi ad essere un po’ più ottimista di te.

    Hermann
  41. Vorrei dire un’altra cosa ad Andrea, che è una persona intelligente, mio compagno di partito qui dove sto io, sostenitore di Bersani ed estimatore di Fassina. Vorrei dirgli, sperando di non svelare nessun segreto, che la grandissima parte delle cose che ho scritto in questo post, Andrea, io te le ho sentite dire all’ultima assemblea provinciale del Pd, saranno un paio di mesi fa. Che era presente il segretario regionale, Morgando, che prima di te ero intervenuto io, e che entrambi, anche rivolgendoci a lui, abbiamo manifestato un disagio profondo, e allarmata preoccupazione. Che gli altri presenti erano decisamente stupiti, perché da me si aspettavano che io fossi duro, ma non si aspettavano che tu lo fossi altrettanto dal fronte teoricamente opposto, e soprattutto che avremmo detto cose tanto simili. Che la riga del mio post sull’inadeguatezza dei nostri gruppi parlamentari, caro Andrea, lo confesso, l’ho rubata proprio da quel tuo discorso, perché mi aveva colpito, e il tuo giudizio severo sul partito simile lo era davvero, al mio, malgrado tu avessi chiuso chiarendo che comunque avresti sostenuto Bersani (e questa resta, evidentemente, la differenza sostanziale tra noi: che pensiamo le stesse cose, ma ci schieriamo diversamente, ognuno giudichi con che criterio), e malgrado le opinioni su Civati e su Fassina che evidentemente sono opposte. Ma che, francamente, in quel disastro che quella sera entrambi abbiamo descritto, mi sembrano il meno.

  42. Non condivido il tono determinista del post (anche se mi piacerebbe discuterne per ore, e siatemi grati che non lo faccio) che è comunque un buono spunto.

    Ma assisto estasiato al brain washing che han fatto a Puro ed alle nuove parole d’ordine (il barilismo come typo poi sarebbe stato perfetto, pensando al prezzo del Brent).

  43. Caro Paolo,

    c’è un buco enorme nel tuo ragionamento:

    la voragine la apri dicendo che non c’è più nulla da fare; e ti conforti con un’interpretazione delle cose dette da Renzi sul riequilibrio.(vedi in proposito, il mio commento su ciwati);

    poi giustifichi la voragine sostenendo di voler resistere fino ad un minuto dopo il big bang per vedere inghiottiti ” tutti loro che finalmente non ci saranno più ”

    Ora ci devi spiegare cosa farai da quel minuto in avanti; cosa fai ora per prepararti a quel momento; e last, but no least, se la tua metafora non significa l’attesa della morte (politica) per vecchiaia fisica. La gerontocrazia imperante è lì a dimostrare che ciò è possibilissimo. Il paese sarebbe completamente distrutto. E tu non potresti fare più niente.

    Ciò che mi meraviglia, è questa visione catastrofista, che dà ragione a tutti i commentatori critici del tuo post sui “bersanoidi” del web. Perchè criticare da politico e in politica,vale solo se si preparara l’alternativa. Criticare solo, significa raccogliersi attorno a chi è capace di amalgamare la protesta per spazzare via tutto. Compreso il bambino. Compresi coloro che coltivano ancora qualche speranza, perchè qualcuno è ancora capace di proporre strumenti per quella speranza coltivare e realizzarla. Mi riferisco, come puoi ben intendere a Prossimaitalia e a molti dei suoi aderenti sparsi in tutta Italia. Non sono d’accordo su l’impatto finale da te immaginato, a conclusione di un’analisi per’altro assai corretta. Se invece hai altre notizie che portano alla tua conclusione, hai il dovere di raccontarle.

    Sul ” riequilibrio ” citato da Renzi, mi pare che la tua affermazione contiene il vuoto del non racconto della realtà: Matteo Renzi farà la sua presentazione come candidato in tutta Italia, presenterà il suo programma. Tutti potranno misurare il consenso che Leopolda sarà capace di mietere tra i cittadini, con i cittadini. Questo consenso darà la consistenza reale della sfida alle primarie. Se Matteo dovesse perdere le primarie per la premiership, sono sicuro che il riequilibrio avverrà con le primarie per i parlamentari. Non per nomina, non per cooptazione. Se questo percorso è il percorso dichiarato da Prossimaitalia, le tue parole non hanno senso. Naturalmente, personalmente aspetto fiducioso il programma promesso di Prossimaitalia e le candidature alle primarie. O no?

    Anche perchè …http://wp.me/p2oV1d-lT

     

     

  44. Preciso, definitivo e possono dire tutto quello che vogliono ma se siamo nel baratro (perchè già ci siamo) se abbiamo avuto vent’anni di psiconano, credo che qualche responsabilità questo gruppo “digerente” (non è un errore) che si sfracellerà dopo le elezioni, ce l’ha.

    Marco De

    P.S.: A Puro: guarda che non avete mica l’esclusiva su pinkfoyd & c. !

    Marco De
  45. Non mi interessa difendere il  Sig.Paolo, infatti trovo ingeneroso e un luogo comune attaccare il governo Prodi (anche il secondo). Ma a tutti quelli che sostengono lo status quo e che sono in trincea a difendere la linea, per me completamente vuota del segretario e della classe dirigente, ricordo, che a confutare qualsiasi loro argomentazione ci sono i numeri. Mi pare che il PD sia un partito del 25% (speriamo) su una base di elettori che si assottiglia sempre piu’, era al 33% e quando è stato al 28% non ha preso un solo voto in piu’, nonostante lo schieramento a destra fosse indigesto.La colpa piu’ grave e’ non aver creato un’alternativa seria e spendibile subito che sostituisse all’istante l’ ignobile precedente governo .Praticamente Napolitano è stato costretto a trovare altro visto che non c’era nulla di pronto in giro.Per cui cari difensori della linea governativa e allergici a qualsiasi novità cosa difendete: che cosa e chi difendete.Inoltre ricordatevi che le vittorie in Lombardia viste da qua sono frutto anche del lavoro del Sig.Civati per cui un po’ di umiltà anzi molta umiltà non guasta;  sono convinto che se fosse l’egregio Pippo a condurre le danze discuteremmo anche noi “del ruolo delcapitalismo finanzairio nello bloccare il futuro, si analizzano gli esiti perversi del neo liberismi, sociologi ed economisti concordano nel dire che la finanziarizzazione ha creato  ………….” mentre ora discutiamo se sono meglio i5Stelle o quelli del PDL (con che coraggio esponenti del PD hanno affermato questo e chi li ha autorizzati).

     

    Davide Segalina
  46. Se permettete, commento più i commenti che il post, che denota (comunque) a mio parere un’amarezza di base, che è comune a molti di noi, di noi iscritti. La mia prima tessera di partito risale al 2010 ed è del PD. Non provengo da niente e da nessuno, provengo da me, innanzitutto. E ho 42 anni e sono madre di due bambine e non me ne frega niente con che musica siete cresciuti, mio padre mi faceva sentire il Bolero di Ravel, se può interessarvi, ma come non frega a me se ascoltavate i Pink Floyd o i Duran immagino sia lo stesso per i miei gusti musicali. Ho preso la tessera perché in questo gruppo di persone (perché un partito è un gruppo di persone, lo ricordo a tutti, caso mai sfuggisse) ci credevo e ci credo. Ho avuto fiducia in alcuni esponenti del mio territorio e loro hanno avuto fiducia in me, sostenendo iniziative anche slegate dal contesto in cui vivo che, temerariamente, ho proposto e che sono andate bene. Quelle sono le persone del mio partito, persone non note e persone più note, e quelle sono quelle in cui credo e che, se si candideranno, sosterrò, perché hanno avuto il coraggio di rischiare su cose “non tradizionali” e di contenuti.
    No, io non ci sto alla generazione “perduta” e non ripongo tutta la mia cieca fiducia nei ventenni, così come non la ripongo ciecamente nè nei miei coetanei nè in quelli più anziani. La fiducia si guadagna e non vale l’età anagrafica, valgono l’impegno e i risultati.
    Ho 42 anni, ne ho viste di cotte e di crude nei miei anni, soprattutto relativamente al fatto di essere madre e di essere madre di una persona con handicap e vedere i problemi di chi ha handicap mi ha portata all’impegno politico nell’unico partito che ritenevo nelle mie corde.
    La politica? si fa per un breve tempo, il resto è La Vita e non si può dedicare ad un hobby, per quanto importante quasi quanto il lavoro, troppo tempo, alla fine annoia e non si fa più con passione. Ed invece proprio la passione e l’entusiasmo sono i motori dell’attività politica, secondo me, non senza l’intelligenza di saper cogliere le opportunità e il momento di lasciare.
    Bersani? non è il miglior statista di tutti i tempi, ma è quello che oggi forse offre le migliori chances e di vittoria e di buon governo, almeno per il momento. Paolo sa che le istanze di Civati non mi dispiacciono, anzi, ma, vi dirò, in questo momento l’attivismo di Renzi mi affascina, pur non condividendone i contenuti. Mi sembra l’unico che, forse affannosamente, si sta muovendo, mentre tutti gli altri, noi internettiani compresi, ci perdiamo sulla Rete in beghe (e scusate se uso un termine che poco piace) che sono vuoti esercizi di stile.
    Non guardo al passato, i venti anni alle spalle sono stati un orribile periodo di nebbia e nella politica e soprattutto nella società, visto che cosa sono riusciti a creare, grazie anche al potere mediatico di chi ci ha governati ed ad un popolo bue che non ha saputo discernere, preferendo vivere in un mondo di false illusioni.
    Ma guardo al presente e soprattutto al futuro, visto che il futuro appartiene alle mie figlie e auspico un ricambio democratico nella politica come nel resto della società, perché è inutile pensare che nella politica escano i “vecchi”, quando altri “vecchi” sono nelle Università o negli Ospedali, ad es.
    Scusate l’intromissione.

  47. Non basta andarci vicino, bisogna centrare l’obiettivo ;-) Il post e’ ben costruito, ma e’ solo un’apparenza. Io voglio rinnovare per cambiare politica e quindi politiche, diciamo per semplicita’ verso sinistra. Il rinnovamento per il rinnovamento non mi interessa. Anche per questo, pur critico verso il gruppo dirigente uscente e soprattutto verso i gruppi parlamentari, do un giudizio complessivo diverso. E poi non e’ detto che noi “giovani” saremo meglio…

  48. Sì, penso che hai fotografato la situazione

  49. Angelo, le mie proposte sull’alternativa e le cose da fare stanno nella mia attività in Prossima Italia, che tu citi e quindi conosci, comprese le primarie per i parlamentari che sono tipicamente una nostra battaglia, di cui invece Renzi non parla mai, e che comunque erano l’argomento del post precedente. Lascia in ogni caso che ti tranquillizzi confermandoti che andremo avanti sulle cose annunciate, a modo nostro, con i nostri mezzi, come del resto abbiamo sempre fatto.

  50. Il post è molto catastrofista ma, purtroppo, è anche probabile. Ma la cosa che mi preoccupa di più è che da tutte le parti si dà per scontato che il PD vincerà le elezioni. Nel ’92 ero piccolino ma ricordo bene che c’era la stessa certezza e anche allora si diceva “Ora tocca a noi”. Mah, io la smetterei di autogufarci e penserei ad una seria campagna elettorale per il Partito (ovviamente prima vanno fatte le primarie).

    Per il resto, lo scontro generazionale di cui si è discusso nei commenti è un’assurdità pazzesca. In ogni generazioni ci sono geni ed imbecilli, il compito della politica (e, soprattutto, dei partiti politici) è quello di selezionare il meglio per scegliere i futuri dirigenti. Pensate che quando ero bambino andavano tantissimo i Be Hive ma non credo che abbiano rovinato una generazione…

    E il problema è proprio lì, non si pensa mai al futuro. Persino al programma elettorale non ci si può ancora pensare perchè mancano ancora sei mesi alle elezioni…

    Filippo Casini
  51. Francamente Orfini e Fassina mi sembrano fenomeni rispetto ai Civati o ai Gozi o alle Serracchiani, per non parlare dei Vassallo… e Paolo dimentica di citare , tra i portatori di carisma uno come Zingaretti. Dimentica pure che a volte qualche dinosauro si presenta, guarda il giovine che ha davanti, poi esordisce con un “Prometto di non approfittare della sua inesperienza” e ci ritroviamo con un Reagan che vince 2 volte…

    anche Bruna Dini, di cui Civati ha dato notizia sul suo blog, ha fatto un bellissimo intervento in assemblea nazionale… magari ci sono, nel PD, gemme da scoprire ….

    vico
  52. Che dire, son gusti. Contento tu.

  53. Paolo,

    ho letto e riletto attentamente il post; riporto qui alcune tue affermazioni:

    “Invece, al momento, queste contraddizioni restano irrisolte, e ogni giorno esponenti di quello che dopotutto è il mio partito sono sui giornali a dichiarare che bisogna fare come Monti e che bisogna fare diversamente. Ogni giorno, e però si fa finta che sia normale.E questo non è un problema di comunicazione, questo significa che queste contraddizioni rimarranno irrisolte e saranno ancora tutte lì a elezioni fatte e a governo in carica. Quel che succederà dopo è per me abbastanza chiaro: che il prossimo Governo non salverà l’Italia, men che mai riuscirà a cambiare questo Paese, che poi è ciò che servirebbe. Il prossimo Governo farà un disastro”

    Tu dai per scontato un prossimo governo che non salverà l’Italia. Rien ne va plus!

    Invece io e tanti altri, pensiamo che ci siano ancora molti dadi da gettare sul tavolo.

    Non ho dubbi sull’impegno di Prossimaitalia, tuo e di numerosi altri; ma se l’esito, come l’hai descritto è già scontato, significa che abbiamo fallito senza neanche provarci. Mi scuso, ma il tuo è un problema di comunicazione.

    Su Renzi: probabilmente non ha mai parlato di primarie per parlamentari; ma da lì ad ipotizzare spartizioni in pacchetti di deputati, mi pare azzardato e alimenta un avvelenamento del clima, del quale non si sente il bisogno.

    Naturalmente con  :))

  54. Giacchè son molto più pessimista, o fatalista, di Paolo non aggiungerò nulla oltre ad una nota di affettuosa solidarietà ispiratami da Puro!
    che si rivela, a mio avviso, tragica, consapevole, inesorabile vittima di se stesso.
    Puro qui impersona una versione de noantri del ragazzo che amava Beatles e Rolling Stones e mena vanto delle contemporaneitá, manco avesse passeggiato sulle rive Californiane nel ’66, messo sul piatto del giradischi una copia del Sergent Pepper’s durante un acid test coi Grateful Dead, o fosse stato frequentatore abituale del Wisky a GoGo,
    credo anche sia questa malintesa confusione, questo parallelo improprio a fottere il suo discorso, sopratutto quello politico, e farmelo, paradossalmente, apprezzare.
    È un destino tragico ed eroico essere un “looser” a margine degli eventi e non accorgersene, non poter far altro che usare la logica del reduce e trovarla sensata,
    così Puro che, per motivi cronologici, immagino abbia tuonato quarant’anni fa contro le multinazionali oggi si ritrova a fare la stessa cosa un po’ più vecchio, incazzato, spero altrettanto entusiasta e si perita di far le pulci alle nuove generazioni cresciute a colpi di cartonianimatigiapponesi,
    nel frattempo Reagan e compagnia successiva cantando, totalmente incuranti dei suoi strali, hanno negli anni promosso una deregulation ed un iperliberismo cocainizzato che hanno vagamente reso inutili le sue degnissime prese di posizione,
    In compenso in patria i successi politici non sono mancati ed il suo partito si è sorbito vent’anni di pesci in faccia da parte di un personaggio equivalente al brianzolo ganassa da bar (per non far menzione della Dc, ma allora c’era aria di compromesso storico anche se pure oggi…)

    Ma lui è ancora qua, orgogliosamente, e a me va benissimo
    e mi va benissimo perchè la prossima volta che dirò ad un ragazzino che non capisce un cazzo perchè io ascoltavo i Clash quando lui rimbalzava da una parte all’altra nei testicoli di suo padre e che gli One Direction sono una merda assurda
    saprò che sono solo uno dei tanti vecchi pirla che si aggrappano a poche traballanti certezze per non dare testate al muro
    dunque ben venga Puro e le sue rampogne
    e la prima volta che scriverá “hasta siempre” applaudiró entusiasta

    Ps
    ( a parte gli sfondoni a tema economico che Puro infila, i titoli tossici sono quelli che arrivano da cartolarizzazione di debiti che si rivelano praticamente inesigibili i derivati non c’entrano una fava, la storia della leva di dieci volte il pil mondiale è un’altra e comunque è 50)

    Un abbraccio forte

    A.
  55. paolo ti quoto fino alla fine pero’ e’atroce quello che scrivi

  56. C’è un passaggio molto bello dell’introduzione che Arnold Schonberg scrisse al suo manuale di armonia (forse l’opera di teoria musical più importante del ’900). In quelle poche righe, Schonberg se la prende con quei suoi allievi che – con l’intenzione di portare il loro lavoro alla sua attenzione – si adagiano su forme di composizione da lui esplorate in precedenza, e poi superate. Usa una parola inglese “comfort” che per un tedesco è una forzatura intellettuale bella e buona. L’OT è per dire che una “generazione” politica seduta come quella che esprime (e sostiene) I Bersani è la dimostrazione dell’impossibilità di cambiamento di questo Paese. L’attitudine retriva a considerare il cambiamento delle proprie abitudini come il male peggiore è solidamente ancorata in queste persone. La cosa peggiore è che questa attitudine si esprima a tutti i livelli. Anche tra quelli che non contano un beato ca**o, per capirci. E in più, a legare le caviglie di questa gente (e di tutti noi con loro, mannaggia) al blocco di cemento che trascina tutto a fondo, c’è il gioco delle parti: “tu non credere a questo, perché animato dal livore di non essere nelle grazie di quell’altro”.. Ecco penso che queste persone dovrebbero scansarsi e lasciare fare, oppure nascondersi la faccia nel culo. Ah, senza essere offensivo, naturalmente :)

  57. Ma ci sono novità sui referendum interni? Sono la nostra unica speranza..

    Antonio
  58. Il livore con cui ti attaccano parla da sè. Hai colto nel segno tutto quello che in questi anni ci ha portato sul lastrico e che ci porterà nel baratro se le cose non cambieranno. É vero, magari è sbagliato attaccare il proprio partito, magari a volte abbiamo la presunzione di essere migliori e forse anche questo è sbagliato.

    Ma, come te, non posso tollerare quello che tu scrivi qui: “L’albero del centrosinistra e del mio partito in particolare ha potato i rami del talento e coltivato la mediocrità, quando non il servilismo e l’opportunismo. A ogni raccolto i suoi frutti sono diventati sempre più pallidi e rinsecchiti. Piaceranno all’ortolano che se li è amorevolmente coltivati, ma è roba che nessuno ha davvero più intenzione di ingoiare convincendosi che è buona solo perché, beh, lo ha detto il partito. Quanto ai raccolti delle scorse stagioni, pure quelli non erano granché, ma comunque son marciti.” L’ho vissuto sulla mia pelle e penso che se sono qui a scrivere e a “lottare” sia proprio perchè è ciò che mi ha più deluso del PD.

    Tra poco partirò per la Spagna in Erasmus. Starò via un anno e proprio in questo anno si giocherà il futuro dell’Italia. Ma spero di ritornare e vedere che un po’ di quello che in questo periodo ho seminato e che tenterò di continuare a coltivare è cresciuto e pronto ad essere il miglior raccolto degli ultimi anni.

    Mara
  59. a già, il cambiamento… Giù la testa:

    “Quelli che leggono i libri vanno da quelli che non leggono i libri, i poveracci, e gli dicono: Qui ci vuole un cambiamento! e la povera gente fa il cambiamento. E poi i più furbi di quelli che leggono i libri si siedono dietro un tavolo e parlano, parlano e mangiano, parlano e mangiano; e intanto che fine ha fatto la povera gente? Tutti morti! Ecco la tua rivoluzione! Per favore, non parlarmi più di rivoluzioni! E poi non cambia nulla…” Juan

    o  Aurelio Mancuso, lapidario, sulla Leopolda :“Non si può voler uccidere i padri e avere idee più arretrate dei nonni”

    Non basta scrivere “oppure nascondersi la faccia nel culo”   il culo bisogna farselo, e le idee bisogna averle… e chiare.

    vico
  60. Tutto vero, Paolo, purtroppo…

    Francesco Cerisoli
  61. Trovo, caro Pop, che il tuo catastrofismo sia troppo ottimista.

    Scrivi: ” (…) ritrovarmi ancora vivo un minuto dopo che loro, finalmente, non ci saranno più”

    Ma loro ci saranno sempre; perchè, come hanno giustamente detto Tonino&Grillo, sono zombies: morti viventi, che sopravvivono a sè stessi, loro malgrado. Fingono di offendersi quando qualcuno glielo dice (come sarebbe bello, tra parentesi, se i nostri dirigenti avessero almeno un minimo di autoironia e organizzassero una bella festa del pd per Halloween, con la Bindi in costume da strega)… ma in realtà se la ridono sotto i baffi all’idea che loro, insieme al principe Nosferatu (Berlusconi), ci saranno sempre, nei secoli dei secoli

    silbi
  62. E invece non è per niente vero che “loro” ci saranno sempre. Anche Andreotti sembrava eterno, e invece come vedi… che poi, era ben altra stoffa, nel bene e soprattutto nel male. Ma è finita, altro che per sempre.

  63. Come vedi? Andreotti l’hanno dovuto processare per mafia perche’ si facesse UN PO’ da parte. Purtroppo per lui durante quel periodo gli e’sparita sotto il culo la DC, ma questo non gli ha impedito di restare Senatore a vita fino agli attuali 93 anni e di essere, pochi anni fa, uno di quelli che ha affossato i DICO. La catastrofe che dovrebbe spazzare via i vetusti dirigenti del PD sara’ una incriminazione per mafia? Non penso proprio. Quella che ti immagini tu e’ una (ennesima) dimostrazione di incapacita’una volta tornati al governo. Concordo che in questo particolare momento tale occasione sancira’ il ritorno trionfale dell’Italia nel Terzo mondo, e quindi vai a sape’ se poi il Bokassa di turno non li trovera’tutto sommato gustosi (sebbene un po’stopposi). ESSI invece confidano che, pur fcendo il peggio di cui son capaci, lo “zoccolo duro” gli rinnovera’sempre e poi sempre la fiducia. Un po’lo temo anch’io: questi baby boomers sono veramente tanti, longevi e imperturbabili….

    Francesco Cerisoli
  64. mah, a me (generazione TQ) non sembra di essere cresciuto con Alabarda spaziale e Heidi. Ogni generazione ha la sua colonna sonora. Io apprezzo quella della generazione di Enzo Puro, molti artisti della quale però sono ancora in giro a fare album e concerti mediocri. La apprezzo contenstualizzandola. Sono belle le cose fatte trenta-quaranta anni fa. Ho sempre notato invece che i cinquanta-sessantenni di oggi vanno ancora in visibilio per i concerti di queste cariatidi del rock. Il concetto è traslabile pari pari: noi siamo quelli che….., voi non siete un cazzo. Più o meno suona così, e suona sempre peggio.

    Cristiano
  65. MA poi via non pigliateci per il culo, voi ascoltavate Bobby Solo, Gianni Morandi, Ricky Gianco e Shell Shapiro a nastro perche’ “quelli-che-cantano-in-inglese-non-si-capiscono”. Se i Pink Floyd non ve li facevamo ascoltare noi sapevate assai… ;-)

    Francesco Cerisoli
  66. Pingback: Ecco i dinosauri del parlamento italiano: una grande coalizione bipartisan | Antonio Maria Ricci

  67. Pingback: L’inerzia nel basket e nelle primarie | Popolino | Il blog di Paolo Cosseddu