30 AGOSTO 2012

Cominciamo male

C’era un che di non detto, in queste prime settimane di dibattito sulle primarie del centrosinistra, un non detto che riguarda il senso ultimo di questa competizione: servono a scegliere il candidato premier del centrosinistra, o servono per contarsi, e in base a quel conteggio permettere a candidati e capibastone di nominare i prossimi parlamentari? Perché insomma, sono due cose piuttosto diverse. Lo chiarisce oggi l’ultimo da cui era lecito aspettarselo, Matteo Renzi, con un’intervista su Repubblica.

“Se perdo, non mi accomoderò in Parlamento. Resterò a fare il sindaco. Ma non rinuncerò a un riequilibrio interno”. Tradotto, comunque vada, il Pd sarà travolto da un gruppo di under 40 che ha deciso di giocarsi la partita. E che vuole entrare in Parlamento scardinando le vecchie regole.

E purtroppo questo è un problema grande come una casa.
Il più catastrofico danno tra quelli fatti di recente alla nostra democrazia è quello di avere in carica un Parlamento di nominati, gente che non è stata eletta e che risponde a malapena al capobastone che li ha scelti. Non per meriti, come sappiamo, ma troppo spesso per mera fedeltà. Si è visto cosa ha prodotto questa follia.
E il problema non è chi li nomina. Non cambia che a nominarli siano Bersani, D’Alema o Veltroni, o che sia Matteo Renzi. Con tutto il rispetto.
E’ poi molto discutibile che primarie per scegliere il candidato premier siano viste come uno strumento di “riequilibrio interno”. Per quello ci sono i congressi, e questo non lo è. Nei congressi ci sono candidati nazionali, candidati regionali, candidati localissimi: è campale, ma è anche corale. In questo caso c’è solo Bersani contro Renzi, non sono direttamente chiamati a misurarsi con gli elettori quelli che appoggiano l’uno o l’altro.
Qui si sostiene da anni la battaglia per far scegliere i parlamentari con le primarie, per via di una legge elettorale tra le peggiori al mondo e perché lo si ritiene giusto. Renzi non si è mai pronunciato in merito, e da un candidato che propone il rinnovamento ci si aspetterebbe che la cooptazione di questa classe dirigente la combattesse – almeno a parole, poiché non essendo in Parlamento non si pretende altro se non il dovere civico di tenere il punto politico – non che pensi di sostituirla con la sua. Poteva però trattarsi di una dimenticanza, si poteva concedergli il beneficio del dubbio. Ora invece fa intendere che a tot punti percentuali che prenderà corrisponderanno tot parlamentari, tot parlamentari (alla faccia del suo non voler diventare un capocorrente) scelti da lui – e se non da lui, non si capisce da chi – e non dai cittadini. Giovani, nuovi, come vi pare. Ma non è poi questo gran cambiamento, se son pur sempre nominati.
E non vorrei sembrare naif, né essere accusato di spaccare il capello, ma queste sono cose su cui non ci si può limitare a far spallucce. Posto che – e anche questo, mi si permetta, è realismo – non darei così per scontato che il cosiddetto patto di sindacato sia disposto a concedere la stessa interpretazione di questa competizione – nel senso che, appunto, non trattandosi di un congresso saranno ben poco inclini a concedergli quel tipo di spazio, e di certo non così direttamente proporzionale – mi spiace ma non solo non è affatto vero che quindi “vanno tutti a casa”, ma così non va bene, non va bene per niente, e onestamente spero si corregga al più presto.

  1. Stavolta sì, stai spaccando il capello. Evocare il fatto che ci saranno in parlamento un po’ di innovatori, diciamo così, che daranno battaglia interna, non è affatto sbagliato: un Civati, un Gozi, un Vassallo (un Cosseddu?), e tanti altri, quando entreranno in parlamento, ci entreranno con le proprie forze, non per merito di Renzi. E potranno effettivamente operare per rinnovare il partito e la politica. Per cui, in questo senso, le primarie, anche se non sono congressi, serviranno per dare visibilità a una minoranza interna (a meno che non riesca a diventare maggioranza: a oggi ne dubito, ma la battaglia va fatta), e quindi a contare di più anche negli equlibri interni del PD. Davvero non capisco dove stia il problema…

    Il fatto poi che Renzi dica che non andrà in parlamento ma resterà a fare il sindaco è una garanzia in più che non potrà fare il capocorrente, mi pare (e del resto, con gli elementi citati, non ci riuscirebbe, no?).

    Stefano Allievi
  2. Perdonami, ma io davvero non riesco a immaginare come con questo schema si possa entrare in Parlamento “con le proprie forze”.

  3. mi comincio a preoccupare……secondo post su cui sono d’accordo……è da stamattina che glielo dico sulla sua bacheka…..

  4. ma va? Lo scopriamo adesso che le primarie sono solo uno strumento per una lotta di potere interna al PD?

  5. Poi anche questo attacco alla cooperazione… perchè, mi vorreste far credere che Renzi non abbia dietro una buona parte delle cooperative bianche? Ma per piacere…

  6. Non saprei, non credo che Renzi sia abbastanza innovatore – parliamo di prassi politica – da “nominare” un Civati o un Cosseddu in parlamento. Non senza cooptazioni antiche. Capisco i dubbi di Paolo.
    Non di meno, se lo facesse, demolirebbe magnificamente l’attuale sistema. E ammetto che è una prospettiva affascinante.

  7. La cooperazione è una delle poche realtà che sta provando a resistere alla crisi, e questo le attacca. Vi dice tutto sulle elaborate teorie economiche che possiede.

  8. cooperazione?
    ma chi ha parlato di cooperazione?
    cooptazione.
    ah, Pavlov…

  9. Credo che Renzi debba rispondere solo del virgolettato. Il resto è farina del giornalista, può aver capito bene, può aver capito male.

    Sempre nel campo delle interpretazioni, a me pare che Renzi sia utile alla causa, anche di Prossima Italia, che lo si sostenga o no.

  10. Giusto, Filippo. Però diciamo che prima o poi a me piacerebbe sentirla, da un candidato alle primarie come lui, una parola su questa faccenda dei nominati. Che la si stia aspettando ammetterai che non è il massimo.

  11. Secondo me, conviene volare basso: Renzi è *** I D E N T I C O *** ai dinosauri che attacca frontalmente, come loro, all’età di Renzi, attaccarono frontalmente la classe politica “c’aveva fatto à guera”.

    Se i dinosauri vincono, età media 60 anni, il paese se li tiene altri 20/30 (i politici professionisti campano più a lungo dei cristiani normali, perchè non lavorano altrettanto ed hanno un sacco di soldi per pagarsi un’alimentazione sana e buone cure).

    Se vince Renzi, età media 35 anni, il paese se lo tiene altri 50/60  (i politici professionisti campano più a lungo dei cristiani normali, perchè non lavorano altrettanto ed hanno un sacco di soldi per pagarsi un’alimentazione sana e buone cure).

    Non so voi, ma io non credo di durare altri 50/60, quindi se voglio togliermi lo sfizio di vedere come va a finire mi tocca stare coi dinosauri.

    ciaooo

    Alessandro
  12. Bella provocazione, Alessandro, ma non è così. Non è  auspicabile che sia così.

    Paolo, l’intervista è fresca, gli si faccia la domanda. Io non sono malizioso e non leggo nelle parole di Renzi l’intenzione. Aggiungo: messa giù così (eterogenesi dei fini) è doppiamente funzionale: che i cooptandi credano pure di essere cooptati (e smazzino), basta che poi non lo siano.

    Chi vuole glielo chieda. Non io.

    Cinicamente passo e chiudo.

  13. Anch’io credo, come Allevi, che si stia spaccando il capello in 4. Però di una cosa sono convinto: chiunque sia per un rinnovamento del partito può benissimo non essere un sostenitore di Renzi, ma dovrebbe preferire fare opposizione ad un segretario Renzi che al solito blob di vecchie cariatidi. Avrebbe meno problemi da risolvere e meno bile da versare.

    uqbal
  14. ma le primarie non erano la soluzione di ogni problema politico? ora ci si accorge che non è così, e che non presentano solo vantaggi.

    anche se non si intende utilizzare le primarie come “strumento di riequilibrio interno”, ma ci si vuole in buona fede limitare a usarle per scegliere il candidato, è inevitabile che per la loro stessa natura esse siano una conta, e che quindi ridefiniscano comunque gli equilibri interni. io prendo 10.000 voti? tu ne prendi 20.000? gli iscritti e i simpatizzanti sanno che tu hai un seguito che è il doppio del mio. e nessuno se lo dimenticherà.

    se poi, tanto per fare un esempio, si cala tutto questo in una zona o in una regione dove il voto di scambio è diffuso o è la prassi, la frittata è fatta, con condizionamenti, ricatti, brogli, alleanze nascoste, contaminazioni di vario genere, eccetera eccetera.

    io non so dire come si possa uscire da questo loop, ma la scoperta, oggi, del “lato oscuro delle primarie” mi fa un po’ sorridere.

    Carlo M
  15. Carlo, mi spiego meglio: un conto è che ci si pesi io e te, altro è che ci si pesi io e te, e poi come conseguenza tu mandi in Parlamento tua sorella e io mio cugino. Questo non mi piaceva prima, senza primarie, e non mi piace adesso, con.

  16. Ma tante volte Puro non sta inziando a convertirsi?

  17. ma questo per la verità renzi non l’ha detto. mi sembra che lui abbia parlato di “riequilibrio nel partito”, e quindi potrebbe solo riferirsi a un riequilibrio in termini di peso decisionale e incarichi interni. ma magari sono io a essere un po’ ingenuo…

    Carlo M
  18. Carlo, non farmi dire :)

  19. Renzi da Letta ha detto che Letta si salva perché non ha ancora fatto 15 anni in Parlamento. Ma non erano tre mandati?  Quando presenterà il libro con Veltroni cosa dirà? Per favore, Popolino, se ti schieri con Renzi ti vengo a prendere a casa.

    Giorgione
  20. @Giorgione

    Se non sbaglio, la chicca dei 15 anni al posto del numero dei mandati e’ un gentile omaggio della Direzione, approvato nella scorsa Assemblea nazionale.

    Lorenzo M.
  21. Certo però un rottamatore non dovrebbe fare queste sottili differenze, non ti pare? Perché nella stessa posizione c’è anche Franceschini… quindi, ne ha già recuperati due, di quelli che doveva mandare via…..

    Giorgione
  22. udite udite cari Bersanoidi, ogni tanto esistono persone obiettive che usano il senno e il giudizio non solo per la propria parte…

    margherita
  23. Se per “riequilibrio interno” si intendesse la spartizione delle poltrone in un futuro Parlamento avrebbe ragione Paolo Cosseddu. Se si intendesse la modifica dei rapporti di forza nei cardini del partito fra le varie “correnti”, Matteo Renzi avrebbe detto una cosa corretta.

    Dipende dalla interpretazione che date alle parole. E’ il bello e il brutto dell’italiano.

    Filippo Casini
  24. No Filippo, vale in entrambi i casi, per riequilibrare gli equilibri nel partito ci sono i congressi, le primarie in discussione sono per guidare una coalizione di governo e sono aperte a tutta la cittadinanza.

    Ale
  25. Bersani l’ha detto chiaro: “per ribaltare un partito c’è il congresso”. Nell’autunno 2013: dopo le elezioni, in attesa della prossima legislatura (2018?)… campa cavallo.

    D’altra parte Bersani ha ragione. E se i “rottamatori” hanno preferito chiedere le primarie di coalizione anzichè il congresso anticipato, avranno avuto i loro buoni motivi (evitare la sconfitta, farsi notare per farsi cooptare?)

    Sono sempre più convinta che ‘ste primarie per la premiership saranno un boomerang enorme. Per tutto il csx, purtroppo

     

    silbi
  26. Pensa, sono d’accordo con te.

  27. Coriani ha attaccato la cooperazione……..

  28. Paolo, le cose che dici per me sono giuste. A sua difesa, però, andrebbe detto che, se Renzi dovesse percorrere la strada che sembri suggerire tu, gli elementi da mettere nella sequenza corretta inizierebbero ad essere forse un po’ troppi. Il suo progetto è già difficile così com’è, aggiungi altri ostacoli e lo trasformi in pura utopia.

    Peraltro, dati i vincoli esistenti (certamente non imposti da Renzi), non mi sembra del tutto sbagliato che le primarie diventino per ottenere una voce maggiore in Parlamento. Forse le primarie sono una scorciatoia, ma il riferimento al congresso, a questo proposito, mi pare la parte più debole del tuo ragionamento. I congressi sono sempre esistiti: grande momento di aggregazione, confronto eccetera eccetera, ma non mi sembra che abbiano influito, nel bene o nel male, sulla qualità media dei parlamentari.

    Permettimi un’ultima osservazione. Renzi dalla sua ha un notevole carisma, che lo porta naturalmente alla personalizzazione del confronto (spesso viene criticato per questo, io personalmente non sono sicuro che sia un difetto): cercare di estrarre il maggior valore possibile dalla sua performance individuale (primarie), rispetto che affidarsi ad un processo complesso, basato sulla performance locale di molti individui diversi (primarie per selezionare i candidati), mi sembra una scelta logica e naturale.

    Hermann
  29. Deo gratias Paolo,meglio tardi che mai ,tutti i nodi vengono al pettine,sono tre anni che scrivevo quello che stava succedendo,usando un principio corretto e virtuoso coem quello delle primarie in realtà oggi è uno strumento nelel stesse mani di coloro che hanno ingessato non solo la tua generazione ma anche la mia,parlo di blocco sociale s’intende non quello delle carriere perchè su quello ci sarebbe da scrivere un trattato tanto è pazzesca la gestione della scelta delle avanguardie dei dirigenti,quello che Paolo ho sempre cercato di dirti ,inascoltata,è che il manuale cencelli parlava prorpio di quello,un gruppetto di pochi si alleano ,si scontrano,decidono quote e in base a quelle cooptano i loro successori,inizialmnete si sceglevano tra chi era più presente,attivo,dinamico,studioso,mano mano la situazione è degenerata e ha prodotto la teoria di Renzi,fatta ed applicata dietro copertura della votazione per primarie,che serve solo a mimetizzare la realtà dei fatti,il premio di fedeltà totale al nuovo capo o guru che decide di  scendere in campo o in camper

    maria cascella
  30. Fa bene a preoccuparsi Cosseddu. La scuola Gori/Mediaset ,anche in caso di sconfitta alle primarie , prevede una “nomina” ad opera del sultanino Renzi e il gruppo dei uebbari non e’ compreso.Lo sa pure Cosseddu che con Renzi non si discute .Diciamo che ci si accoda..