L’altra sera si era a Parma, la città di Bevilacqua, Guareschi, Luca Goldoni, Zavattini e Attilio Bertolucci, e pure di Carlo Lucarelli e Paolo Nori, la città dei gnocchi fritti e di Gene Gnocchi, ora di Pizzarotti e, per associazione, di Beppe Grillo. Dicevamo, si era lì con Pippo Civati, e altri ospiti a parlare di politica in una bella sala attenta e partecipe, e a un certo punto ha preso la parola Roberto Balzani, che è sindaco di Forlì ed è pure lui scrittore – suo il notevole Cinque anni di solitudine.
Balzani salta su e fa un intervento dei suoi, colorito, ché Balzani è uno di quei tipi brillanti e mai banali, e dice che forse, se vogliamo davvero cambiare le cose, dovremmo candidarci firmandoci con un nome collettivo, come i Wu Ming o i fu Luther Blissett. Senza saperlo, cita una vecchia battuta di Civati stesso, il quale una volta disse che in politica le idee andrebbero messe, anonime, in buste chiuse, in modo che sia possibile giudicarle in sé, a prescindere dall’autore.
Poi, oggi, Pippo scrive sul suo blog un post in cui cita la battuta di Balzani, l’idea della firma collettiva e la cosa dei Wu Ming.
Wu Ming 1 (che, se non sbaglio, è quello che suona la batteria, o forse no) lo legge, e invece di commentare come ci si aspetterebbe da un qualsiasi altro intellettuale di grido (nel senso di urlo, nel senso di Allen Ginsberg, una cosa tipo “ho visto le migliori menti della mia generazione / accostate a quei puzzoni del Piddì”), sbrocca peggio di un tassinaro romanista in un film di Carlo Vanzina: “Ecco un altro politico – stavolta del PD – che ci tira in ballo a cazzo di cane”, scrive, “è la fiera delle strumentalizzazioni”. Poi prosegue sostenendo che “Civati non sblocca i commenti” (falso), e che i rottamatori “si erano definiti “TQ”, prendendo il nome di un altro movimento di scrittori” (falso, di nuovo, quelli erano altri), ma soprattutto ipotizzando che davvero fonderemo una mozione e la chiameremo Wu Ming, che è una cantonata da Campiello, Strega e Bancarella fusi insieme in un indistinguibile palla di bronzo, ma presa in fronte, fortissima.
La morale di questa storia è doppia. In primo luogo, ci dice che il Pd fa schifo al cazzo, fa talmente schifo che chi ne viene associato – anche solo in una metafora – è colto da una disperazione più cieca di quella di Raskolnikov quando per sbaglio ammazza la sorella. Ma questo lo sapevamo già da soli, in un certo senso è un genere letterario che abbiamo inventato noi, e i Wu Ming dovrebbero saperlo bene, visto che proprio l’altra sera lo stavo spiegando a mio cugino, Wu Ming 26 (ciao, Wu). Forse, semplicemente, i Wu Ming dovrebbero chiedere al loro editor – un Wu editor, suppongo – di correggere gli strafalcioni dai loro scritti militanti, così come probabilmente già fa per i loro romanzi in bozza. Non ci sarebbe niente di male, lo faceva anche Carver.
Secondo, a noi per primi piace, la roba dei Wu Ming (tranne l’ultimo, Altai, che era un po’ un fermaporta), ma tanto son bravi a scrivere così dovrebbero lavorarci un po’, su questa cosa della lettura. Come in quella battuta di Bisio in cui spiega che ha imparato a scrivere molto prima di imparare a leggere. Difatti scriveva e si chiedeva: ma che cavolo ho scritto?
Ecco, forse potrebbero chiedere a Baricco se gli apre una scuola di lettura, magari intitolata al professor Antolini de Il giovane Holden, tanto per restare – ops – in metafora.
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Non ho letto lo sbrocco di Wu Ming 1, ma non mi stupisce, tutti loro (e luii soprattutto) sono molto intransigenti rispetto a qualsivoglia apparentamento politico. Quindi non mi stupisce la reazione, specie per loro, che da bolognesi hanno a che fare col peggio PD.. Forse scrivere loro e parlarsi potrebbe essere un’idea. Anche perché se Luther Blisset può essere un nome collettivo, Wu Ming è prima di tutto una identità di un collettivo, immagino tu veda chiara la differenza. Un caro saluto, lbb
Capisco tutto, ovviamente. Ma non credo che Paul e Ringo si sarebbero incazzati se Balzani avesse detto che ci taglieremo la zazzera come i Beatles. Invece, reagendo così, parlarci diventa un po’ complicato. Peccato, ma è una loro scelta, evidentemente.
Peraltro, quando ci si relaziona con qualsiasi consesso umano, è il caso di saper distinguere: nel Pd c’è gente sveglia e per bene, e altra meno, come ovunque, persino nei Wu Ming.
Bellissimo post. Come sempre. Ma inutile. Mica si deve per forza rispondere ad ogni coglione, o ad ogni persona anche intelligente a cui capita di dire una chiara stupidaggine. Bisogna lasciare perdere ed andare per la propria strada, sereni. Via. Alle feste del PD a parlare con la gente, come fa Pippo venerdì. Dubito gli chiederanno conto della diatriba Wu Ming.
Ho letto i vari storify e devo dire che le risposte e le argomentazioni fornite dai Wu Ming e da altri commentatori risultano piuttosto chiare e lineari (basta verificare ) Se non c’era volontà di strumentalizzare sicuramente è stato uno scivolone bello e buono da parte dei ciwati boys . Questa difesa d’ufficio a difesa “ dell’amico Pippo ” suona un po’ troppo indispettita e pretestuosa ( buona solo per gli affezionati lettori del blogger biellese tanto per intenderci) per poter essere presa sul serio e poi, dai raga… è solo un’operazione riuscita male mica la fine del mondo! In fondo se Veltroni trovava cool attingere alla cultura pop ( remember figurine panini ?) è comprensibile il vezzo dei ciwati boys a darsi una mano di (contro)cultura contemporanea. Poi se lo fanno a muzzo , le pernacchie fanno parte del rischio…
PS dimenticavo: Prrrrrr
Firmato peppino ‘o cucuzzaro, e ho detto tutto.
peppino o’ cucuzzaro è un multiple name…se volete, voi ciwati boys ma anche no, potete usarlo per presentarci una mozione. Il nostro progetto prevede la totale assenza dei neuroni in politica.
Oh! il mio è un suggerimento poi fate un po’ come vi pare. saluti ebbaci.
PS pero’ visto che viene citato nel post…che ne dite di una bella mozione Baricco? Vi suona? No? Epperchè? Forse perchè scrive romanzi de mierda?
Mamma mia, quanto astio e quanta cattiveria per una metafora. Senza neanche prendersi la briga di approfondire la cosa. Da un gruppo di intellettuali questa reazione scomposta proprio non me la aspettavo. Avevo stima di questo gruppo. E’ evaporata completamente dopo questa pesantissima caduta di stile…
A questo punto mi aspetto le lamentele di tutti i signor 吴 (Wu) della Cina. Se siamo a questo livello da asilo, continuiamo.
io a Parma c’ero e l’intervento del sindaco Balzani ha in effetti mescolato Luther Blisseth e Wu Ming.
Ma sinceramente non capisco il fondamento di questa polemica, basata sul nulla se non sull’ego di 5 (per me) sconosciuti che “schifano il PD” (sapessero quanto lo schifo io certo PD),
I punti sono due.
Il primo, ma qualcuno l’ha già scritto, è che siamo in un paese libero e ognuno ha il diritto di fare i paragoni che vuole, Wu Ming se ne faccia una ragione.
Ma il secondo è che il paragone era ed è perfetto.
Perchè, se per sapere chi sono anagraficamente i 5 Wu Ming bisogna andare su wikipedia, allo stesso modo nell’esempio di Balzani (un sindaco che per averlo mi bacerei i gomiti, anzi il culo che non è mica un insulto) non è che i dirigenti dell’ipotetico WU PD sarebbero ignoti, basterebbe andare sul sito del WU PD per sapere chi sono o no?
Che poi il modello Wu Ming è già stato usato (ma i fantastici 5 mica se ne sono accorti) da un certo Grillo Giuseppe, e soprattutto da Casaleggio Gianroberto, che hanno diffuso un marchio “Beppe Grillo”, come identificativo di un certo modo di fare politica, mandando poi nei consigli regionali e comunali (per ora) esimi sconosciuti.
Quindi tirando le somme, ho capito che:
non so chi siano i 5 Wu Ming e mi rifiuto di andare su wikipedia per saperlo;
i 5 Wu Ming hanno un ego sconfinato e schifano il PD, si mettano in fila dietro Grillo, Di Pietro e Berlusconi;
il sindaco Balzani è un grandissimo, ce ne fossero;
Pippo è un signore, come sempre.
nota a margine: sempre a Parma Giulio Santagata nel suo intervento, ironizzando sugli Indignados ha parlato degli Indivanados.
Poltrone e Sofà e Chateaux D’Ax si son già fatti sentire?
Ma sì, è la solita discussione che nasce più o meno in questo modo: arrivi per caso (perché qualcuno ti ha detto che sei nominato lì) su un blog. Leggi quanto scritto e ti incazzi, senza sapere nulla del prima e del dopo di quel blog, di quella persona, di chi la segue. Perché se i Wu Ming avessero conosciuto la storia personale di Civati, di quel blog, avrebbero dato a quelle parole il senso che che quelle parole hanno (e chi legge con frequenza Civati, ha mai davvero pensato che sarebbe nata una corrente chiama Wu Ming?). Non gliene faccio una colpa, sia chiaro. Ma riconduciamo la questione a quello che è, una diatriba durata mezza giornata su una frase interpretata correttamente da tutti i lettori di Civati, e male da tutti i lettori di Wu Ming.
Ciao a tutti,
Ho letto i post e tutti i commenti, sono andato pure a guardare gli interventi dei vostri rappresentanti di partito su youtube, ma ancora non ho capito il senso di richiamarsi all’esperienza letteraria dei Wu Ming. Potete spiegarmelo?
Non è una domanda retorica né fatta per mettere in difficoltà.
ciao dimitri, provo io che c’ero.
nessuno si è richiamato all’esperienza LETTERARIA di wu ming.
è stata solo configurata un’ipotesi paradossale, partendo dal dato oggettivo che chiunque si presenti con il PD paghi l’ostilità (oltre che di wu ming) anche di parte dell’elettorato.
si è detto che bisognerebbe magari arrivare alle elezioni con un candidato non specificato, ignoto, nel senso delle generalità, con un nome collettivo, per cercare di risolvere questo problema.
“tipo wu ming”.
ovviamente il paradosso è che non è possibile presentarsi alle elezioni senza declinare nome e cognome e quindi l’ipotesi del sindaco di Forlì rientra nel cazzeggio, nella battuta, oltre che nell’autocritica (al PD).
poteva dire, che so, come wikipedia, il senso sarebbe stato uguale identico.
caro popolino,
non credi di dover trarre un prezioso insegnamento da questo episodio?
ovverosia: fare politica per quelli come te (e civati etc) è impossibile. perchè voi intrerpretate la politica come mettersi al servizio della collettività, ma la collettività è composta da:
1) ignoranti che vi odiano/ignorano
2) persone non ignoranti epperò drammaticamente piene di sè (wu ming docet) che vi odiano/ignorano
3) una minoranza che non rientra nelle categorie di cui sopra (e non vi ignora, e non vi odia)
ora, è evidente che non è possibile mettersi al servizio di una collettività che ti odia/ti ignora. tuttavia, dato il modo in cui tu, civati etc intendete il sistema politico (ossia in senso democratico, e in cui le decisione si prendono a maggioranza) non vi è neppure possibile (nè praticamente, nè concettualmente) mettervi al servizio di una minoranza/èlite.
temo di non esser stato chiarissimo, me per riassumere e semplificare: non è possibile aiutare chi non vuol farsi aiutare. e, almeno in italia, essi sono la maggioranza.
Grazie per la pacatezza e la sincerità della risposta, Giampi.
Le mie difficoltà di comprensione però rimangono e per qualche verso si ampliano. I Wu Ming non sono “ignoti” e non tanto perché i loro nomi appaiono su Wikipedia, quanto perché hanno tenuto centinaia di incontri, dibattiti, lezioni, performance ecc. Attraverso il loro “dire” e il loro “fare”, i Wu Ming si sono fatti portatori di un’ideologia e di una prassi politica. Quando sostieni che richiamarsi a Wikipedia o al menzionato collettivo letterario sia “uguale identico” stai appunto rimuovendo il contesto politico-ideologico all’interno del quale si definiscono i due esempi.
Un identico atto di rimozione è alla base della formula “mozione Wu Ming”: si prende una parte (il brand) e si lascia tutto il resto (la sostanza discorsiva). E’ qui che, secondo me, si concentra il plesso problematico della questione: la rimozione della differenza ideologica è a sua volta un’ideologia. Per essere più precisi, si tratta della forma di ideologia contro la quale i Wu Ming si battono di più. Da questo punto di vista, la loro reazione non appare poi tanto scomposta.
Questo non significa che i Wu Ming sono “cool” e i militanti del PD “loser”, ma che dove tutto è identico non vi è spazio per l’autocritica da te invocata (che ha come presupposto l’uscita da sé).
scusa dimitri, ma vorrei che anche tu prendessi atto di un dato oggettivo.
a parma venerdì sera eravamo circa 120/130 persone e nessuno ha contestato l’affermazione del sindaco Balzani, anzi, tutti hanno capito l’intervento nel senso che ti ho riferito.
il che significa forse che nessuno sa le cose che ora hai scritto e che forse civati sarà uno di nicchia, ma l’ideologia e la prassi politica di wu ming lo sono ancora di più, almeno nel contesto di venerdì sera.
che le parole sono calibrate ai contesti e immagino che se il paragone l’avesse fatto qualcuno ad una assise del PDL un La Russa avrebbe esclamato con la sua nota inflessione “ma che minghia sono i wu mimg” e tutti avrebbero riso.
lì non ha riso nessuno però si è capito il messaggio, e ti assicuro che nessuno ha associato wu ming al PD (e ci mancherebbe), o ha pensato “toh, anche i wu ming nel PD?”
se tutto questo va “contro” l’ideologia wu ming, più che reagire scompostamente basterbbe spiegarsi, perchè nessuno venerdì ha attaccato wu ming o li ha associati a qualcosa.
è stato fatto un esempio appunto sul brand, ed è lecito, serviva a far capire un concetto e le persone hanno capito il concetto.
se wu ming non ha invece capito, allora mi preoccupo davvero.
Giampi, poco me ne cale se i Wu Ming hanno capito. Vorrei soprattutto capire io.
Prima ancora però capiamoci tra di noi. Il problema non è lo scontro politico-ideologico di due posizioni, ma la rimozione del medesimo.
Trovo poi sintomatico che tu scelga di legittimare il discorso di Civati attraverso lo spettro di La Russa. Insomma, come dire che va comunque bene perché “loro” avrebbero fatto peggio.
L’autocritica che invochi sembra quindi non scalfire, e anzi declinata in questi termini appare piuttosto consolatoria.
Ultimo, ma non meno importante: non è un delitto limitarsi al brand, ma è una roba da pubblicitari della Barilla (per restare a Parma). E’ questo il regime retorico che intendete adottare?
vedo che siamo passati al “voi”.
vabbè.
non so più come dirtelo, ma i wu ming sono stati citati come esempio per far capire un concetto, operazione riuscita, chiusa lì, senza altri fini reconditi.
come se, scendo terra terra, volessi descriverti una ragazza con le tette grosse e ti dicessi tipo la ferilli, anzi no che poi sembro maschilista, diciamo uno con un bell’arnese e ti dicessi tipo rocco siffredi, uno che canta con la voce roca e dicessi tipo ligabue.
il riferimento a la russa non era un dire che altri fanno peggio, ma dire che in quel contesto manco sanno cosa sia wu ming.
nel contesto di venerdì c’era un minimo di consapevolezza (certo, non su tutta l’ideologia politica ahimè) che bastava a farsi capire.
ecco, parlare, come è stato fatto da wu ming non so se 1, 2 o 3 , di strumentalizzazione significa proprio non capire non solo il contesto, ma proprio l’italiano.
e porta a pensare male, a pensare che wu ming sia l’ennesima espressione di quella sinistra che è così di sinistra e così elitaria che vede solo il suo progetto e non vede più il mondo intorno a sè, che si basta da sola e alla fine chissà se è ancora a sinistra che ha perso l’orientamento.
venerdì a parma c’era una sinistra (si, era una sinistra, niente a che fare con l’UDC) che invece il mondo lo ascolta e ci parla e si sporca le mani e discute e si mette in discussione, anche con wu ming se serve.
Caro Giampi,
sono passato al voi nel momento in cui ti sei fatto garante dei pensieri e delle reazioni di 120-130 persone (“eravamo” “tutti hanno capito” ecc). A chi parla al “noi” è buona creanza rispondere con il “voi”.
Le tue risposte sono chiare, anzi di più: eccedono i limiti delle domande. Quando sommi cliché sessuali (la dimensione degli organi genitali) a cliché politici (gli intellettuali elitari) esponi senza nascondimenti un frame ideologico. Ed è la collocazione politica di questo frame che ritengo problematica. L’invito a non fare troppe distinzioni e a non stare a pensare troppo puzza di populismo criptofascista.
Per concludere, scrivi “il riferimento a la russa non era un dire che altri fanno peggio, ma dire che in quel contesto manco sanno cosa sia wu ming”.
Ovvero: loro non sanno chi sono i Wu Ming, noi invece si (anche se non abbiamo idea di che cazzo pensano, scrivono o dicono). Quindi noi siamo più attenti ai fenomeni culturali contemporanei, ergo siamo meglio.
Forse, ma di poco.
beh, meglio di poco che niente.
ma vedo che mi hai già catalogato, e che l’italiano è un optional.
io, senza farmi garante di un bel niente, ho solo riferito un fatto e cioè che quelle persone (che non conosco, non eravamo un collettivo di scrittori che se la cantano e se la suonano, ma semplici partecipanti ad una serata politica, un convegno, sconosciuti fra noi) hanno capito cosa voleva dire l’oratore.
tu, pare, ancora no.
ma il mio noi è estemporaneo, è cronaca, è il “noi” di una sera, il tuo è identitario, sei tu quello che cataloga me per gli esempi ( te ne posso fare altri, anche qualche disegno se vuoi, se non ti piace il porno o il rock posso spaziare, ti piace il calcio? uno lento come di bartolomei è abbastanza politically correct per te? o devo passare a sara tommasi?).
addirittura populismo criptofascista e questa me l’aspettavo, perchè, passo decisamente al voi, quelli come te, la gauche caviar che ha fatto il 68 o si mangia i coglioni perchè non era nata per farlo, quando hanno finito gli insulti ti danno del fascista.
magari cripto perchè fa trendy, come il “frame ideologico”.
regolare, un classico, un evergreen.
e se la russa non sa chi cazzo sia wu ming e io lo sappia a malapena, è un grosso problema di wu ming, mica mio.
ma noterai spero la contraddizione, e l’aspetto (ettelodevo dì, caro mio) patetico di questa discussione.
wu ming sarebbe strumentalizzato da chi manco sa cosa sia, giusto?
eh….
Dolce Giampi,
hai parlato con ognuno dei presenti chiedendo loro se avessero colto il riferimento a Wu Ming? Perché se non lo hai fatto, ti stai dando del noi.
La gauche caviar che ha fatto il 68?!
Fantastico. Ma chi te le scrive? Brunetta?
Per quanto riguarda la conoscenza della lingua italiana e l’autocritica. Attento alla costruzione del periodo: è piuttosto traballante.
Stammi sano.
d
anche tu dimitri, stammi bene.
anche da parte di brunetta.
il problema a quanto ho capito non è tanto quello che si è detto a Parma, ma la frase del posti di Civati:
“E i Wu Ming saranno in assemblea nazionale a dar battaglia e poi ad Albinea a ‘ripassare’ le cose da fare.”
questa frase, essendo scritta (scripta manent), può essere letta da chiunque, citata da sola e creare equivoci. Ergo, credo sarebbe meglio scusarsi con i Wu Ming ed andare oltre.
La strategia Wu Ming poi, in sè, non mi pare una grande idea. La “firma collettiva” è fonte di ambiguità. Può sembrare un modo per non compromettersi, per non “bruciarsi”. Meglio continuare con il nome collettivo di “Prossima Italia” (perchè hanno anche ragione i WM quando dicono che continuare a cambiare nome non aiuta a farsi identificare) ma al più presto chiarire chi si candiderà a ottobre (semprecchè) a rappresentarlo e chi sono i “soci” (perchè non contano solo le buone idee, ma anche chi le sostiene)
la conversazione tra giampi e dimitri mi consente di riformulare la domanda di cui sopra. come può restar voglia di fare politica quando questa è fatta a beneficio di persone che ti danno del criptofascista?
“Come può restar voglia di fare politica quando questa è fatta a beneficio di persone che ti danno del criptofascista?”
Infatti, potresti evitare di beneficiarmi?
no, non posso evitarlo perchè, come ho scritto in un commento precedente di cui l’ultimo era un’espressa riformulazione, interpreto la politica come servizio alla collettività. E della collettività fai parte anche tu.
Ciò detto domando a chi politica la fa veramente (ossia civati, cosseddu etc) come possa restar loro voglia di far politica quando da una parte di quella collettività si sentono dare del criptofascista etc.
Ganzo!
Civati è un politico, ma la politica è un servizio alla collettività e poiché io sono membro della collettività Civati beneficia anche me.
Ora provo da solo, così vediamo se ho capito.
Dio è amore, ma l’amore è cieco e poiché Steve Wonder è cieco, Steve Wonder è Dio.
Ciò detto, potreste andare a beneficiare qualcun altro?
no, temo tu non abbia capito, perchè la domanda non era rivolta a te e quindi il tuo ulteriore commento era superfluo.
in ogni caso ti auguro di trovare soddisfazioni più grandi nella vita che andare a sfogarti su un blog.
p.s. : mi scuso con popolino per aver abusato nei commenti e seguendo il mio stesso consiglio mi impongo il silenzio e vado altrove
Ragazzi, ogni volta che qualcuno vi fa notare le vostre incongruenze rispondete con frasi truci.
Vi conviene sciogliere i muscoli dialettici, sennò non tenete botta.
Tutto questo astio per una battuta e una metafora? La metafora di Balzani era chiarissima, come era chiarissima la battuta a fine post ci Civati.
Gli unici a non averla capita pare siano proprio i Wu Ming.
Polemica ridicola
silbi ma stai scherzando?
credi davvero che la frase di pippo, “E i Wu Ming saranno in assemblea nazionale a dar battaglia e poi ad Albinea a ‘ripassare’ le cose da fare.” possa dare adito a confusione, in quel contesto del post?
scusarsi con wu ming e con le loro groupies impazzite?
ma che rifacciano elementari, medie e superiori, imparino l’italiano e l’ironia.
Il sugo di questa storia sta proprio nel fatto che i piddini buoni (i cattivi sono tutti quelli che non stanno con civati) hanno usato una metafora che non capivano ma che gli suonava faiga , purtroppo per loro hanno usato quella che , se avesse avuto le gambe, li avrebbe presi a calci in culo da tanto li schifa tutti quanti (sempre metaforicamente parlando)
e poi…ma dai…uno ci mette una vita a costruirsi una reputazione, una credibilità, un’autorevolezza basata sul lavoro, la coerenza, la militanza e poi arriva un manipolo di post-rottamatori del PD e si prende tutto : nome e reputazione. Ma manco i grillini o i cosacchi si sarebbero comportati così! Saro’ un cucuzzaro ma un consiglio agli “amicidelpdchevoglionocambiareilPDmadallinterno” voglio darlo lo stesso: costruitevela da soli la reputazione e la credibilità se poi il marchio PD è come la mosca in una pietanza prelibata o togliete la mosca o allontanate il piatto e state digiuni ma non fregate il piatto del vicino. In fondo il partito dei carini è li che aspetta solo voi
PS Il ciwati boy che parla dei wu ming senza sapere chi sono e, sopratutto, fiero di non saperlo fa quasi tenerezza , è la tipologia di utente che potresti trovare paro paro sul blog di grillo o di radiopadanialibera o di scientology
“uno ci mette una vita a costruirsi una reputazione, una credibilità, un’autorevolezza basata sul lavoro, la coerenza, la militanza e poi arriva un manipolo di post-rottamatori del PD e si prende tutto : nome e reputazione.”
cucuzzaro, ma hai mai pensato al cabaret? soldi facili per te.
si soldi facili , bel lavoro : in braghette e canotta azzurra traforata sotto l’ombrellone a bordo strada, vendo angurie a 40 cent. al chilo . Constato che te guadagni a cottimo invece mentre pensavo che le cazzate te le pagassero un tanto al kilo .. Se passi da me ti offro una bella fetta gratis , ti aspetto giampi
ma hai anche il wireless vedo.
o lo smartphone?
Minghia Giampi come sei abrasivo, ma sei il ghostwriter di cosseddu? Comunque basta !mi arrendo alla tua dialettica mordace .
bye
Chissà come saranno arrabbiate le statue dell’isola di Pasqua utilizzate come metafora qualche post precedente dopo “una vita a costruirsi una reputazione, una credibilità, un’autorevolezza basata” sullo stare immobili
Gesù (sperando non s’incazzi pure Lui per l’accostamento indebito ad un blog di chiara matrice politica), ma io che non sapevo chi cazzo fossero stì Wu Ming, posso continuare a leggere Cosseddu e Civati ?
Don’t feed trolls et dona ferentes.
Secondo me Wu Ming ha voluto strumentalizzare il post di Civati.
Fausto