Non importa quali saranno gli altri candidati, non importa cosa dicono i sondaggi: le primarie del centrosinistra sono già decise ancor prima di iniziare, e il vincitore è certo. Quel vincitore è Pierluigi Bersani, che ha accettato di misurarsi solo perché in possesso di un’arma segreta.
L’idea gli è venuta un anno fa, dopo le primarie per la scelta del candidato sindaco di Napoli che, come qualcuno ricorderà, furono poi annullate per brogli. In particolare, avevano destato sospetto le lunghe file di votanti di nazionalità cinese in coda ai banchetti. Da qui l’idea: minimizzare l’incidente di Napoli, trasformarlo in modello nazionale e aprire le primarie del centrosinistra italiano a tutti i potenziali elettori cinesi, che tra l’altro sono su posizioni politiche particolarmente affini a quelle della piattaforma economica di Stefano Fassina.
Maurizio Migliavacca, presidente della commissione statuto del Pd, da mesi lavora in gran segreto a questa ipotesi, e ha approntato un regolamento ad hoc: a metà ottobre, quando si apriranno i seggi delle primarie, saranno accessibili a tutti purché elettori del centrosinistra o cittadini con gli occhi a mandorla in possesso di regolare tessera del Partito Comunista cinese.
Nella grande riservatezza che ha circondato questa complessa operazione c’è stata anche qualche falla, e un’inevitabile fuga di notizie: il primo a venirne a conoscenza è stato Nichi Vendola, che ha subito registrato un videomessaggio rivolto al popolo cinese. Caduto però nel vuoto, dopo il suicidio per disperazione dell’interprete incaricato di tradurlo. Eugenio Scalfari, saputa la cosa, ha immediatamente accantonato l’idea di far guidare la sua lista civica da Roberto Saviano, e ha quindi avviato una trattativa con gli Houston Rockets per acquistare il cartellino di Yao Ming: ma il prezzo risulta proibitivo anche per le finanze di Carlo De Benedetti, che sta provando ad avere il giocatore scambiandolo con Concita De Gregorio e Michele Serra. Anche Matteo Renzi è corso ai ripari, e ha subito mobilitato Giorgio Gori nel reclutamento del grande bacino di immigrati cinesi alle porte di Firenze, e cioè a Prato.
Ma Bersani non è preoccupato: mentre a Prato di cinesi se ne contano circa 25mila, ben altri sono i numeri a cui punta, e che lo metterebbero al riparo da qualsiasi tentativo di ribaltare un risultato già scritto. Il segretario ha infatti affidato il cammellaggio di elettori cinesi a Nico Stumpo, che cinese lo è da parte di bisnonna, parla un fluente mandarino e il cui nome significa “colui che estingue i panda”.
In mesi e mesi di spola continua tra Roma e le campagne del Sichuan, guidando il pulmino della bocciofila, Stumpo ha introdotto nel nostro Paese più di 40 milioni di cinesi. Bersani li tirerà fuori al momento opportuno, per ora sono stati tutti iscritti al circolo “Bruce Lee”, e sono ospitati nei sotterranei del Nazareno, gigantesche catacombe di epoca paleocristiana che Lusi aveva scoperto cercando il posto adatto in cui piazzare il caveau della Margherita.
Con l’arrivo dell’estate, i nuovi democratici cinesi inizieranno a mischiarsi al resto del popolo del Pd, e non a caso proprio in queste settimane migliaia e migliaia di volontari delle feste de L’Unità si sottopongono a corsi intensivi di frittura degli involtini primavera, destinati a soppiantare del tutto le tradizionali salamelle.
Poi, il giorno del voto, i gazebo delle primarie si troveranno a gestire code di votanti molto più lunghe del previsto, e il piano di Bersani sarà finalmente compiuto.
E nulla potrà contrastare la sua vittoria, a meno che non si materializzi il peggiore incubo del Segretario: la discesa in campo di Romano Prodi. Il Professore, che come è noto è di gran lunga il politico italiano più apprezzato e popolare in Cina, potrebbe decidere all’ultimo momento di spendersi a favore di un candidato concorrente, e facilmente si potrebbe far spedire a Bologna una cinquantina di milioni di cinesi, probabilmente via Dhl.
In quel caso, il risultato di queste primarie tornerebbe a essere in bilico.
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Non male il pezzo, soprattutto se si considera che introdurre note comiche nella politica è sempre più difficile: la realtà supera la più stupefacente fantasia
aspetta che il Parlamento salvi anche Lusi e il Pd non lo voterà più neanche l’esercito di terracotta
http://www.polisblog.it/post/14909/ore-12-ecco-il-partito-di-veltroni-benedetto-da-scalfari-con-lok-di-bersani-dalema
E voi invece a che gioco giocate?
Voi chi?
Ma, mi chiedo, chi è giovane, almeno chi è giovane, come fa a stare ancora dentro ‘sta roba, il pd? veramente si crede possibile “cambiare il sistema dall’interno”. Si fa della satira, dell’ironia e si continua a stare lì dentro ‘sto posto pieno di decadenza che tutto è tranne che un partito di sinistra. che tutto è tranne che un partito in cui riconoscersi. Non ci sono prospettive, solo giochi di potere. Non c’è coraggio nelle scelte, solo interessi di parte. Non si butta mai il cuore oltre l’ostacolo. Non si rischia nulla, non si trova il coraggio di dire che le oligarchie finanziarie stanno svendendo un paese al maggior offerente, impoverendo tutti, negando i principi più elementari, con il beneplacito del pd, che dovrebbe difendere i diritti di tutti, ma in particolare di chi ha meno, mi pare. Io non lo so, veramente, cosa ci si trova ancora a stare lì ad aspettare l’inevitabile ascesa di Bersani e riderci su. Se si è giovani, è un’aggravante, è come esser nati vecchi, se giovani non si è, è una resa, comunque. C’è bisogno di politica? A qualcuno piace la politica? rifondatela, vi prego, così è tutto inutile… Le oligarchie europee ci mangeranno in un boccone. Tra qualche anno avremo contratti di lavoro da continente asiatico, tutti i servizi pubblici privatizzati, un sacco di tasse… aiuto.
Pingback: La sindrome cinese | [ciwati]
Se vinciamo noi è “società civile”.
Se vincono loro sono “truppe cammellate di cinesi”.
Capito tutto, grazie.
Ne dubito.