15 MAGGIO 2012

Il grande cocomero

Più o meno esattamente un anno fa, dopo le amministrative, dopo la vittoria di De Magistris a Napoli, ma soprattutto dopo quella di Pisapia a Milano, avrei voluto scrivere un post in cui avrei più o meno detto: che i 12 mesi seguenti sarebbero stati molto importanti; che c’era una grande aspettativa, non solo milanese, e che non andava tradita, o ci sarebbe andato di mezzo un sogno di cambiamento molto più grande dei confini della città; che sarebbe stato necessario dimostrare un atteggiamento molto diverso e sin da subito su alcune questioni molto spinose che avevano caratterizzato la gestione Moratti, a partire dall’urbanistica; che bisognava comunque tenere sicure le strade, e non dar la possibilità ai leghisti di dire che con Pisapia era aumentata la criminalità; che nel mix tra salotti buoni e movimenti dal basso che l’avevano fatto vincere, il nuovo sindaco doveva ricordarsi dei primi ma soprattutto dei secondi.

Poi non l’ho scritto, perché non volevo sembrare il solito menagramo. Ma un anno dopo, l’impressione che le cose non stiano andando esattamente come dovrebbero è forte. Certo, ora c’è l’Area C, il trasporto pubblico è più utilizzato e l’inquinamento è sceso. E forse i milanesi inizieranno a differenziare anche l’umido, addirittura. Non è poco, intendiamoci: ma molte nomine importanti sono sembrate discutibili, e la differenza dai predecessori sulle questioni più importanti di governo del territorio non sembrano così significative. La faccenda Expo, quella, chi la capisce è bravo. E tra ieri e oggi il sindaco ha balbettato e tardivamente ribaltato la sua posizione sull’occupazione della Torre Galfa di Ligresti, sgomberata in tempi molto più veloci di quanto avrebbe fatto l’amministrazione precedente, che pure i voti dei centri sociali non li aveva presi. Come se non bastasse, da qualche giorno si vocifera di un Pisapia pronto a lanciare un movimento arancione su scala nazionale, a far da lista civica in appoggio al Pd nelle politiche del 2013. Ipotesi che immagino farà incazzare i milanesi, e che li porterà a riconsegnare la città a quelli che c’erano prima. Comprensibilmente.

Verrebbe quindi da pensare, amaramente, che la primavera arancione sia già finita. O che forse si è trattato di un nostro problema di percezione: che non era proprio arancione, era più sullo zucca, come tonalità.
Come il Grande Cocomero di Linus: tutte le notti ad aspettarlo, ma non arriva mai.

  1. E invece Pisapia, nel giorno stesso in cui una struttura privata viene illegalmente occupata, annuncia la concessione di uno spazio pubblico per le stesse finalità per le quali la torre Galfa era stata occupata.

    Se l’Italia diverrà un paese normale, sarà anche colpa di Pisapia.

  2. Vero, e me ne compiaccio. Penso comunque che l’uscita di ieri fosse preoccupante, e che il dietro front di oggi sia dovuto anche dalle critiche che gli sono piovute addosso via web. Gli altri dubbi che elenco nel post, però, permangono, e sono anche un po’ più sostanziali.

  3. Non cede all’illegalità, ascolta le lamentele, rimedia *molto* rapidamente alle situazioni critiche: come messia sarà una delusione, ma come amministratore mi sembra un comportamento apprezzabile.
    Poi, sai, mica si può credere che abbia vinto le elezioni senza accordi sottobanco — e se io stupissi il mondo ogni giorno con una camicia diversa, l’accordo sottobanco per offrire i voti di CL e CdO in cambio di 1) togliere la Moratti di torno, 2) mettersi d’accordo sugli appalti expo, l’avrei fatto al volo.
    In ogni caso, attraversare il centro di Milano in bus da quando è stata introdotta l’area C vale da solo tutta l’impresa :-)

  4. Non sono così convinto, e credo che il sentimento si stia oggettivamente diffondendo. Nel caso, è un problema (e anche un peccato).

  5. Pingback: Macao e l’usucapione civico | [ciwati]

  6. Non sono d’accordo, il titolo e le conclusioni soprattutto mi sembrano particolarmente ingenerose. La maggior parte delle critiche possono essere tutto sommato condivisibili, non quella su macao, vicenda sulla quale, secondo me, Pisapia ha saputo mantenere un’equilibrio apprezzabile tra i due estremi. Gli sgomberi non dipendono dall’Amminastrazione Comunale, almeno per quanto riguarda stabili o aree di proprietà privata. Non capisco questo continuo incolpare il sindaco per un’intervento la cui insolita celerità ha a che fare più presumibilmente con il “potere” di Ligresti nelle istituzioni piuttosto che con i desiderata di Pisapia

    Tuttavia non si possono negare delle criticità. Per la mia sensibiiltà, in materia di inquinamento e mobilità, nonostante area c, vivo con particolare sofferenza i mancati interventi di questo inverno (blocco totale, targhe alterne, ecc…), credo che Pisapia abbia mancato di coraggio. Su expo, in effetti, non ci si capisce niente, sulla vicenda di Sea la magistratura sta indagando e vediamo cosa verrà fuori…ma quando si elencano le colpe, occorre anche prendere in considerazione le attenuanti: i soldi che mancano, soprattutto.

    Nondimeno sono convinto che il lavoro di Pisapia andrà giudicato fra quattro anni, la primavera arancione è stata suggestiva ma nessuno può davvero aver creduto che Milano sarebbe diventata Stoccolma o Berlino nel giro di qualche mese. E altrettanto convintamente sostengo che non potrà essere il solo lavoro di Pisapia ad essere giudicato, bensì quello di tutta la giunta e della maggioranza, convincendosi una volta per tutte che non esistono personalità che “ci salveranno”, ma semmai un lavoro, faticoso, lungo e meticoloso, di tanti che – forse - piano piano, ci solleveranno dalle paludi.

    Certo, se Pisapia abboccherà all’amo lanciatogli da Tabacci, facendosi ispiratore e punto di riferiemento di un ipotetico “movimento arancione” nazionale, così allontanandosi dai compiti per cui è stato votato, ecco sì, in questo caso sarebbe davvero una grandissima delusione, per migliaia di milanesi e non. Sperem…

     

    Luca Narciso