15 NOVEMBRE 2011

Don’t say cat

E’ vero che la situazione è complicata, che è presto (ma anche tardi, allo stesso tempo), e che certe considerazioni sono molto parziali.
Però, intanto:
- l’incarico a Mario Monti non ha affatto tranquillizzato i mercati. Ci stanno ancora facendo un culo tanto. L’ottimismo iniziale era certamente eccessivo, ma le cose stanno andando peggio delle previsioni più pessimistiche. Se tutti, a partire dai media, dai partiti e dagli economisti, fomentano aspettative esagerate, poi è molto difficile rimangiarsele.
- ne deriva che, anche se le attendevamo da una vita, le dimissioni di B. non sono state il segnale che serviva e di cui si parlava fino a pochi giorni fa. O meglio: serviva, certo (ci mancherebbe), ma a quanto pare non basta, nemmeno lontanamente.
- il totoministri sta ammosciando molto del responsabile entusiasmo con cui gli italiani erano pronti a farsi benevolmente commissariare: sperando che certi nomi della Prima Repubblica che sono circolati siano pura fantasia, gli altri sono comunque tutti anziani bocconiani. E’ davvero l’unico bacino di energia e competenza disponibile in questo Paese? Se è così, siamo spacciati.
- le consultazioni ristagnano, e com’era prevedibile danno ragione a chi sollevava perplessità su un Governo, per quanto tecnico, che debba dipendere da questo Parlamento. Però Monti ci sta mettendo del suo: stamattina incontra “rappresentanti delle donne e dei giovani”. Ma che cazzo vuol dire?
- tutto questo ci porta alla madre di tutti gli errori: far dimettere B. senza un palese e ufficiale voto di sfiducia. Quando i suoi sgherri – legittimamente, purtroppo – rivendicano l’Opa sul nuovo Governo, col cinismo che a questo punto dovremmo ampiamente aver imparato a conoscere, è sacrosanto sottolinearne l’irresponsabilità. Ma è un potere di veto che gli abbiamo regalato noi, con folle leggerezza.
Se questo è il quadro, significa che Napolitano ha largamente sbagliato strategia, con conseguenze potenzialmente devastanti. Con tutto il rispetto.

  1. Condivido in Totò la tua analisi,aggiungo come avevo post in FB qualche giorno fa io non mi fido di tanta arrendevolezza x il bene dello stato, in fondo hanno detto apertamente che staccano la spina quando vogliono, gli altri purtroppo ridicoli e divisi come sempre

    Ezio conti
  2. ma cosa dici?  “sicuramente il governo Monti durerà fino al 2013 e farà una nuova legge elettorale”… eggià.

    Reds
  3. Paolo, spero che tu abbia torto. Ma di ora in ora mi pare si vada in questa direzione.

  4. Come ha twittato Alessandro Gilioli (http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/) “ll giochino del giorno dei black bloc uscenti è mettere veti e condizioni a #Monti, poi sghignazzare se Borsa e spread vanno a rotoli.” I berluscones sono quelli che stanno causando problemi e poi dicono che lo spread torna a salire? che strano, eh?!?!

    Marco
  5. Sì, tutto vero, per carità. Ma non penso che la teoria, per quanto fondata, basti a spiegare tutto. Non credo che i mercati stiano ulteriormente punendo il paese perché ieri sera hanno visto Gasparri da Vespa – anche se certo non era un bello spettacolo. Penso invece che i problemi siano più complessi, e che la soluzione che stiamo discutendo sia piena di fattori di rischio: si può anche obiettare che non c’è alternativa, e forse è vero, ma se quei rischi si realizzano quelle debolezze da potenziali diventano letali.

  6. … mi vien da ridere … non c’è storia!

    Fausto Fabiano

    fausto fabiano
  7. Posto che un minimo di teoria complottista per cui i mercati stanno allegramente giocando con noi in barba a tutto è vera (anche i paranoici hanno dei nemici!) il problema di base rimane: nessuno, che il governo Monti sia sostenibile o no, ha ancora visto uno straccio di programma su come fare per portare i nostri 2000 miliardi di debito a misure più ragionevoli.

    Fino ad allora è assolutamente inutile parlare. E se poi si parlerà solo di patrimoniale o di misure per sostenere il debito e non per ridurlo il governo Monti farà la stessa povera figura del governo B., con le conseguenze dovute.

    Sul supporto al governo credo dipenda anche quello dal programma, francamente che le dimissioni di B. siano state dovute oppure no ad un palese voto di sfiducia credo cambi poco, ma forse sono io che non ci arrivo.

    Massimo Gentilini
  8. i mercati non sono tranquilli, o meglio speculano allegramente, per la semplice ragione che, per ora non è cambiato nulla,

    l’economia di carta muove capitali equivalenti a circa 16 volte l’intero pil mondiale

    l’unico dato certo è che questo stress test non ha lo spazio per essere a carico di riduzioni dei tassi da parte di Bce come è stato nel 2008

    A.