E’ una strana sensazione, e nessuno sarebbe disposto ad ammetterla, nemmeno con se stesso. Eppure, da qualche parte laggiù nel profondo, si agita una specie di inquietudine, un pensiero assurdo che è impossibile riconoscere come proprio, tanto da farci chiedere chi l’abbia messo lì: noi no di certo, giusto? Giusto? No, impossibile, non noi. Ma allora chi altri?
Guardo giù nell’abisso, urlando la mia domanda, e l’abisso mi risponde: se n’è andato solo ieri, e già ci manca.
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Ci manca perché adesso non abbiamo più scuse e tocca trovare delle soluzioni e far capire alla gente le riforme impopolari che toccherà fare oppure non farle e andare ancora più giù nel baratro.
ps: qualcuno avvisi Bersani che non può più dire “Dimissioni!”
Non avevo mai visto foto dei suoi “anni migliori”…assomiglia troppo a qualche trentenne del PD che si spaccia come rivoluzionario…. ciò mi preoccupa… eh se Lombroso avesse ragione ??!!!!
Co
No, Paolo, non ci manca. Non ci è mancato nemmeno un istante da quando ha lasciato, non ci mancherà nemmeno un istante negli anni e nei sacrifici che verranno. Per favore, non indugiamo in questa facile battuta, perché la verità è che questa farsa è stata talmente lunga da essere diventata tragedia. Chi come me ha vissuto il ventennio centrale della sua vita nel berlusconismo e ha visto l’Italia involgarirsi e immobilizzarsi, rimpiange solo che non sia finita prima, molto prima di ieri. Dire che Berlusconi ci manca è non rendersi conto dell’immane devastazione sottocutanea che ha causato nel tessuto culturale e sociale della nazione, che potrà rimaginarsi – e io lo spero – ma forse non ritornare a com’era prima della malattia. No, Paolo, Berlusconi non ci manca, e non dovremo permettere a nessuno di dirlo, nemmeno per scherzo. Proprio come, fatte le debite proporzioni, non abbiamo mai permesso ai nostri nonni di borbottare a tavola quel “ci vorrebbe Mussolini” che tanto ci imbarazzava. Uscire da Berlusconi sarà anche smettere di scherzarci su, almeno per un po’, e non buttarla sempre e solo in battuta.
SP
p.s. Detto tutto questo, i tuoi twit vincono a mani basse come i migliori della giornata dei twit, con particolare apprezzamento per quello in cui lega Napolitano e chiede un elicottero e banconote non segnate.
SP, guarda che non era una battuta. Semmai, era una riflessione sulla dimensione del personaggio, che ha molto a che fare con l’inconscio di un Paese e dei suoi abitanti. Con la sua capacità di toccare certe corde – “la pancia”, abbiamo detto per anni – che per me in quanto Paolo sono inaccettabili, ma fanno parte della natura umana, o meglio dell’essere umano di questo scorcio di Storia, quanto i concetti stessi di bene e di male: e che come tali riguardano tutti, diffidare sempre da chi dice il contrario. La fascinazione del male, e i modi a volte imprevedibili e spiazzanti attraverso cui si manifesta, è da sempre un grandissimo tema letterario, che rimane nel tempo e resiste a qualsiasi tentativo di civilizzazione e di razionalizzazione: è il motivo per cui Dracula è più intrigante delle sue vittime, è il motivo per cui hanno fatto tre film su Hannibal Lecter e nessuno sulla virginea ma noiosa agente Starling. Ed è un cannibale: ma tanto affascinante, no? Certo, qui stiamo parlando di una fascinazione diversa, grottesca, quella del giullare, del pagliaccio: ma non lo trovo poi tanto strano, non è forse vero che spesso i bambini hanno paura dei clown e che su quell’ambiguità Stephen King ci ha costruito uno dei suoi romanzi più riusciti?
Ecco, io credo che abbia ragione la filosofia più scontata, quella secondo cui in ognuno di noi c’è il bene, e c’è il male. Sta a ognuno di noi e alla nostra forza, alla capacità di capire la differenza, scegliere il bene e rifiutare il male: e sta a fattori anche casuali, come l’educazione, i valori che ci sono stati trasmessi, e in ultima analisi anche una buona dose di culo, della serie “ringraziando Dio non sono berlusconiano”. Ma bisogna stare sempre all’erta, perché chissà, in momenti diversi e a condizioni diverse, domani, l’esito può cambiare in modi altrettanto banali e casuali, e magari gradualmente, senza che ce ne rendiamo conto, anzi, come spesso capita, con le migliori intenzioni. Insomma, aver scelto il bene non significa che il male sia fuori di noi: è comunque parte del nostro essere, semplicemente siamo riusciti a cacciarlo un po’ più in fondo, a una distanza di sicurezza, e però profonda e oscura. E ogni tanto lancia un ululato, come nei romanzi di Jack London: in tutti questi anni, mentre molti altri si abbandonavano ai più bassi istinti e alla simpatia per il diavolo, molti fra noi l’hanno rifiutata, l’hanno legata e chiusa in cantina. E da laggiù ci chiama, e ci dice “liberami, hai bisogno di me, siamo la stessa cosa, accettami e sarà bellissimo”.
Tutto qui, più o meno.
Vorrei sapere a cosa è servito
vivere, amare, soffrire
spendere tutti i tuoi giorni passati
se così presto hai dovuto partire…
Siamo come cani davanti ai quali è stata tolta la rete di colpo? Spero che siamo più evoluti di così. A me non manca neppure un istante, anzi mi viene da pianeger a pensare ai giorni passati, non mi capacito: è stata dura, dura, dura vivere sotto il potere della cultura televisiva per tutti questi anni. E’ stata dura vedere un circo (di quelli pessimi, volgari) farsi governo, è stata dura vedere gli iteressi di parte farsi padroni di tutto, rendersi consapevoli dell’attentato culturale fatto alle menti più deboli, trasformarsi in circonvezione di incapaci, perchè non abbiamo tutti gli stessi mezzi per difenderci dall’abisso di ignoranza in cui, in completa malafede, molti dei pochi che contano hanno voluto farci precipitare. Sarà dura, ancora di più, risalire, risvegliarci, riprenderci. Molti di noi – non io purtroppo o per fortuna – sono cresciuti in questa atmosfera da reality, non è facile uscirne… Ma io sono felice, veramente ho la sensazione che la notte sia finita. Anche se il risveglio sarà doloroso, sarà comunque sempre infinitamente meglio. E non parliamo più di B. se non per ricordarci che è stata colpa sua, sua e di chi glielo ho lasciato fare e di chi lo ha votato. Ricordiamocelo sempre, per favore, finchè i libri di storia, gli storici troveranno le parole giuste per definire quello che è stato e tutto ci apparirà più chiaro nella sua semplicità.