10 NOVEMBRE 2011

Ditelo anche voi, diciamolo tutti

Mi sembra opportuno riportare anche qui il tweet che ho inviato due minuti fa:

  1. Sono con te. Spalla a spalla, sulla tazza.

  2. Beh, proprio tutti no: a me per es aiuta molto l’ipotesi di elezioni anticipate. Gli intestini, per fortuna, non sono tutti uguali.

  3. Giuseppe, siccome parli di ipotesi, giustamente, avrò il tuo stesso ottimismo sulle elezioni anticipate, quando ci saranno le elezioni anticipate. Finché non vedo, non credo. Anche perché, visti i pregressi, non ho molte ragioni per crederci, o no?

  4. Però anche andare a votare on questa legge elettorale non è una grande idea. A me il governo tecnico va bene se fa la legge elettorale, magari la patrimoniale, e poi si leva dai coglioni e io posso poi votare persone vere e programmi veri.

    piero
  5. Per l’amor di Dio, che ci scampi e liberi dall’idea che quelli si mettano a discutere di legge elettorale: un procedimento che di norma prende un anno e mezzo, nelle mani di gente nominata che si disegnerà la prossima legge elettorale solo con lo scopo di farsi rieleggere, posto che almeno su quello trovino un accordo, cosa per nulla scontata. Si vuole un’altra legge elettorale? C’è la proposta del referendum, e ha l’assenso di un milione e mezzo di firmatari: sempre meglio di questo Parlamento. Comunque, al Porcellum si risponde con le primarie di collegio, che il Pd può e deve iniziare a organizzare da subito, domani.
    Ma per piacere leviamoci dalla testa che il governo di transizione possa fare altro che non le riforme salva-Stato più urgenti (e già su quelle ho tutta una serie di dubbi, peraltro): altrimenti non è una transizione, è proprio un’altra legislatura, e per la cronaca non l’ha eletta un cazzo di nessuno.

  6. Un governo tecnico è l’unica soluzione credibile a livello internazionale per continuare a giustificare il contrasto all’accanimento finanziario contro l’Italia, azione i cui costi sono sostenuti da tutta l’Europa. Le aspettative sui mercati sono di vedere attuate riforme strutturali attese da 15 anni e che nessun governo politico è stato o sarà in grado di approvare. Il Presidente della Repubblica ha agito nella consapevolezza che né un governo nato da un ribaltone, nè quello che sarebbe potuto formarsi dopo elezioni anticipate tenute a breve, avrebbe potuto salvare l’Italia dal default. 

    Se è vero che non tutti gli intestini sono uguali,  è altrettanto vero che dovremo comunque stringere le chiappe nell’attesa di vedere quali  e quanti sacrifici tutti noi dovremo sostenere direttamente e indirettamente nei prossimi  mesi per riportare l’Italia in condizioni economiche, e forse anche politiche, credibili e sostenibili.

    Alessio

    Alessio
  7. Alessio, la contraddizione a quel che dici sta esattamente in quel che dici: “le aspettative sui mercati sono di vedere attuate riforme strutturali attese da 15 anni”: e, aggiungo io, che aspettative possono essere se sono affidate esattamente allo stesso Parlamento di pagliacci da circo e criminali che ci ha portati fin qui? Da chi se li fa votare i provvedimenti il premier Monti, dal parlamento svizzero? O da Scilipoti? E poi, non sarebbe ora di dire anche basta a questa prassi di un’Italia che ogni tot anni ha bisogno di sospendersi dalla democrazia per riparare i danni fatti nelle legislature precedenti? Ecco, l’ho già scritto e lo ripeto: non in mio nome. Proprio no.

  8. semplicemente il migliore.

  9. Concordo che sia assurdo (siamo in Italia) vedere ciclicamente sospesa la democrazia  parlamentare, ma giacché nessun predente governo è stato in grado di fare le riforme, anche per  gli attuali partiti funziona ”non in mio nome”. Quanto ai parlamentari in carica, a parte il suicidio di Lega e IDV, potranno fregiarsi di  aver contribuito al salvataggio dell’Italia indipendentemente dal partito che li ricandiderà alle prossime elezioni.

    Alessio
  10. Alessio, sembra che tu stia parlando di John Adams e Thomas Jefferson. “Potranno fregiarsi”, ma sei serio? Davvero credi che questi facciano adesso quello che da 15, anzi da 150 anni nessuno è stato in grado di fare? Senza mandato elettorale, senza consenso popolare, senza linea politica, senza alcun vantaggio personale? Ma come fai a credere a una roba del genere?

    E poi, onestamente, IO NON VOGLIO un governo che agisca su mandato della Bce. Io voglio un governo politico, che sia in grado di scegliere cosa è bene per l’Italia sulla base del bene degli italiani, che non necessariamente coincide col bene degli speculatori (manco un po’, a dire il vero), non mi sembra che i mercati e le istituzioni internazionali – economiche e politiche – siano così esenti da responsabilità. Anzi.

  11. E io che sognavo tutti gli esponenti del PD che con un Mantra liberatorio ci vendicavano il fegato, avvelenato da anni di dichiarazioni  imparate a memoria da questa Banda Bassotti oggi  al potere, e ripetute identiche, martellanti, arroganti, autocompiaciute e in risposta a qualsiasi domanda durante i due governi Prodi, ci vendicavano utilizzando la loro stessa arma,  ripetendo  in faccia a qualsiasi interlocutore  ”QUESTO GOVERNO DEVE ANDARE A CASA PERCHE’ NON HA PIU’ LA FIDUCIA DEGLI ITALIANI”,  ”BISOGNA RIDARE AL POPOLO LA LIBERTA’ DI SCEGLIERE UN NUOVO GOVERNO”,  ”LA GENTE MI FERMA PER STRADA E MI CHIEDE DI ANDARE A VOTARE PER MANDARLI A CASA”  !

    E invece farò la fila al bagno!

    (Mi piace che usi twitter per curare la tua logorrea, e poi ti scateni nei commenti ai twit!!)

     

     

    fabbrizz
  12. Vedi Paolo, se non venisse fatto ciò di cui stiamo parlando la soluzione per l’Italia sarebbe un default stile Argentina, dato che la soluzione adottata per la Grecia è tecnicamente impossibile per l’Italia. La tutela di UE, BCE e FMI ce la siamo guadagnata con l’attuale classe politica e i cugini europei (o meglio, tedeschi), consapevoli di essere trascinati nel baratro in caso di nostro default, prima di mettere altri euro sul piatto vogliono essere sicuri di come verranno  spesi.

    Si tornerà a parlare di governo politico con una nuova Italia, indipendentemente dal default di quella vecchia: noi prepariamoci con le primarie  di collegio.

    Alessio
  13. Paolo, hai un blog credo anche molto seguito. Non puoi permetterti di scrivere “parlamento di pagliacci da circo e criminali”. Siamo a livello M5S. Ce ne saranno anche, ma la frase lascia sottintendere che lo siano tutti.
    La mia posizione:

    http://coccaglio.blogspot.com/2011/11/pd-for-dummies-la-situazione-ed-un.html

  14. Caro Paolo,

    Ogni tanto mi capita anche di essere in disaccordo con te… ma solo parzialmente.

    Purtroppo un governo tecnico ora ci è necessario, sul lato economico, non per fare le “riforme strutturali” come dice Alessio, bensì per gli urgenti ( e impopolari ) interventi per la riduzione del debito ( cfr. patrimoniale pesante, tipo, spero, proposta Modiano a Il Nostro tempo ) che saranno sicuramente impopolari e che nessun governo ( sigh) sarebbe stato in grado di fare senza compromettere fortemente il successivo risultato elettorale ; che è poi il motivo per cui i più populisti lega/idv si sono già tirati indietro…

    Riguardo la legge elettorale poi, potrebbe essere sufficiente l’accoglimento della nostra proposta referendaria, per eliminare da subito il porcellum, e per lasciare poi al prossimo parlamento non nominato, l’incombenza di trovarne un’altra che metta d’accordo tutti.

    Poi sono invece d’accordo sul fatto che debba essere un governo a tempo determinato, già incluso nell’accordo iniziale, cioè che abbia fatto o meno quello che deve fare, a Giugno massimo si deve votare.

  15. La cosa che in assoluto mi infastidisce di più – e assicuro che non ce l’ho con nessun commentatore in particolare, nemmeno con Gabriele che mi precede – è che in queste situazioni gli italiani diventano tutti statisti. Tutti Cavour (fatto salvo che quella temporaneità di cui parlavamo solo poche ore fa è già stata mandata a fanculo dal diretto interessato, altro che soluzione di scopo). Ripetiamo in coro “dobbiamo”, “si deve”, “non c’è altra scelta” senza – così la vedo io – sapere assolutamente cosa stiamo dicendo, ma semplicemente ripetendo a pappagallo quello che ci dicono tutti i giornali, nei confronti dei quali improvvisamente perdiamo qualsiasi senso critico. Smettiamo di farci domande, e in particolare non ci chiediamo mai, mai perché quello che noi troviamo tanto normale, tanto “dovuto” non è in uso in NESSUNA democrazia moderna degna di tale nome. Iniziamo a dire cose del tipo “Monti è una brava persona” “è preparato”, “è di fiducia”, quando nessuno di noi sa assolutamente un cazzo di niente su di lui, se non quello che raccontano i media – saltando molto altro, ovviamente – e soprattutto senza porci gli interrogativi che normalmente ci si pone di fronte a qualsiasi elezione: quali sono le sue intenzioni? Ci possiamo fidare? Chi lo sostiene? E per quali motivi? In particolare a sinistra, dove è rimasto il complesso dell’0andare a Governo a tutti i costi, e dove c’è un Pd che in materia economica ha un programma molto diverso da quello che Monti attuerà. E’ un programma che io considero superato, timido, e nella migliore delle ipotesi vago, che io come tanti altri personalmente lotto per modificare, prendendomi non di rado del rompicoglioni dallelettore medio del Pd. Salvo poi, per lo stesso elettore medio, andare in brodo di giuggiole per un governo che non ha votato ma che “si deve” assolutamente sostenere, anche se i propone di fare esattamente il contrario di quanto il partito proponeva.

    Dopodiché, ragazzi, è da tutta la vita che B. vince le elezioni e noi governiamo in base a situazioni di palazzo. E in prospettiva questo ha sempre giovato molto più a lui che a noi. Come sia possibile sfuggire a questo dato ricorsivo mi è incomprensibile, però chi mi chiede di pensare al futuro del Paese dovrebbe fare la cortesia di essere lui per primo, a guardare oltre questa legislatura. Chiedendosi da dove mai gli possa derivare, la sicurezza che la fase che si auspica non porti a un’altro ventennio di populismo. Di cui non so voi ma io proprio farei a meno.

  16. Ah caro Paolo quanto è maledetto il “senso comune”…maledettissimo, con questo spirito si riescono ad accettare le peggiori nefandezze solo che questo giro la nefandezza non ha un nome preciso, non si chiama Monti o Draghi, è la fine della democrazia come ci eravamo immaginati che fosse, che alla fine con Berlusconi ha sensibilmente vacillato sotto i suoi continui e ripetuti attacchi ma che oggi assume le vesti del “commissariamento tecnico” della tecnoburocrazia e che diventa governo degli oligarchi.

    Male tempora currunt ma per fortuna che c’è il senso comune che almeno la notte ci fa dormire sereni…

    rp
  17. Mi devo scusare con Filippo, il suo commento era finito nel filtro di Worpress e me ne sono accorto solo ora, ovviamente sbloccandolo subito. Per venire a quel che scrive, io non credo di avere in comune molto col M5S, penso neppure in questo caso. Sbaglierò, ma ritengo che la mia posizione sia un po’ più articolata di così. Ma resta tale, comunque, né sento particolari doveri di policy dei contenuti: se questo blog è seguito, lo è anche per le cose che penso, e per come le scrivo.

  18. Sottoscrivo ogni parola. Anche Ivan Scalfarotto oggi su  Il Post fornisce il suo lucidissimo contributo: http://www.ilpost.it/ivanscalfarotto/2011/11/10/faccia-un-po-lei  .

    Sinceramente ricordo il Nanni Moretti di Piazza Navona, duemila anni fa, che gridava “-Con questa classe dirigente  non vinceremo mai!” riferendosi a Rutelli, Fassino e D’Alema e mi viene il dubbio che forse questi proprio non VOGLIANO vincere, oppure che stiano giocando a un gioco che stanno stravincendo in cui semplicemente  interpretano il ruolo di quelli che perdono.

    Ma la mia domanda per Paolo (e per Pippo Civati, Debora Serracchiani, Ivan Scalfarotti e per tutte le menti brillanti e appassionate di questo partito) è questa: dobbiamo fare qualcosa? Cioè, voi state facendo moltissimo, non so neanche dove troviate le energie, e io come moltissimi altri partecipiamo con entusiasmo al cammino lungo la strada che tracciate, ma in questa fase dobbiamo continuare il lavoro dall’interno, dobbiamo continuare ad occupare il PD per occuparci del PD e aspettare, sopportare e incazzarci su Twitter o bisogna progettare un’altra strategia?

    Grazie, Fabbrizz

    (Fabrizio Aria – Roma)

    fabbrizz
  19. Caro Paolo,

    Non ti preoccupare, anche se ti fossi riferito solo a me ( la tua sembra troppo una “excusatio non petita” ), non me la sarei presa…io faccio l’imprenditore mica il politico ;-)

    Probabilmente sono anch’io uno statista da 4 soldi (e lo sono diventato ancora di più da quando sono padre… pensando di più alla prossima generazione…), ma la situazione attuale economica è molto più critica di quanto raccontino i giornali, ed io fortunatamente le informazioni non le raccolgo soltanto da lì, ma ce l’ho ( per il mestiere che faccio, e per i miei studi )  di prima mano…. In qualsiasi altra situazione avresti avuto ragione al 100% ( e dal punto di vista teorico ce l’hai sicuramente ), il problema sostanziale è che se l’attacco speculativo contro di noi dovesse durare ancora un paio di settimane il VERO punto di non ritorno, verso il default, sarebbe superato e non potremmo più tornare indietro…

    E il problema vero è, secondo me, che nei nostri politici, e più in generale nella collettività, non c’è la percezione esatta di cosa voglia dire esattamente in termini pratici.

    Tu ce l’hai ?

    Io sinceramente mi sento completamente a posto con la mia coscienza ad accettare ( temporaneamente ) un governo di “tecnocrati” a patto che faccio quello che un governo di politici non riuscirebbe mai a fare, per salvarci il didietro ed evitare un default che sarebbe, quello sì, davvero, completamente destabilizzante da un punto di vista sociale ( non economico, sociale).

    Con la solita stima

    PS: evito di ripostare, ma questa è anche una risposta al tuo post successivo :-)