Mi sono giunti alcuni messaggi – l’ultimo da Kalu - in cui mi si chiede come mai non ho scritto niente sulle assenze dell’opposizione, e del Pd in particolare, durante il voto allo scudo fiscale. In linea di massima, trovo poco utile aggiungere la mia opinione su un argomento di cui già stanno discutendo tutti, specialmente in casi come questi, in cui il parossismo cresce velocemente e diventa rumore di fondo.
Personalmente ho smesso di farmi venire la fregola da “lancio di monetine all’Hotel Raphael“: mi incazzo pure io, come capita a tutti, ma diffido delle folle inferocite perché credo sia più facile mischiarsi in esse che non cercare di capire le cose in modo un po’ meno semplicistico.
Ovvero. E’ grave che vi fossero assenti in Parlamento su un voto così importante? Certamente. Se fossero stati tutti presenti il decreto sarebbe stato bocciato? Teoricamente sì, anche se, probabilmente, nel verificare le presenze dell’opposizione, i capigruppo della maggioranza avrebbero fatto arrivare molti degli assenti, in fretta e furia: non dimentichiamoci i rapporti di forza di questa legislatura, e lo svantaggio schiacciante.
E se gli assenti della maggioranza non fossero arrivati, sarebbe caduto il Governo? Di nuovo, teoricamente sì, nel senso che trattandosi di un voto su cui era stata posta la fiducia probabilmente Berlusconi sarebbe stato convocato da Napolitano. Il quale avrebbe chiesto al Premier se in Parlamento sussisteva una maggioranza numerica. Il giorno dopo si sarebbe rivotata la fiducia, e sarebbe finita lì. L’opposizione avrebbe goduto nell’aver creato un breve inciampo, i media ne avrebbero parlato per qualche giorno, io stesso ne sarei stato vagamente compiaciuto. Detto questo, fine degli effetti pratici. Questo significa che fare un’opposizione puntuale è inutile? Certamente no, ma i limiti sono questi, ed è meglio conoscerli.
Riassumendo. La sciatteria, oltre un certo livello – e quel livello si è superato da un pezzo – è sicuramente un problema politico. L’idea che a spiegare il meccanismo – la giustificazione – che ho raccontato in queste righe, si scelga di mandare Massimo D’Alema, con la sua spocchia, è un ulteriore segno di poca comprensione dello stato delle cose. Dirò di più: che a rampognare i compagni di partito sia questa classe dirigente, che in quel giorno malaugurato era presente per un puro fatto di culo, quando sicuramente ognuno di essi è stato assente mille altre volte, è come minimo ipocrita. Nelle cose che ho scritto in questi mesi penso si capisca chiaramente che personalmente non ho nessuna fiducia in chi guida questo Pd, gli stessi che guidano altre sigle da due decenni almeno, non ne ho come forza di governo e neppure come opposizione. Quindi non mi faccio un problema di come è andato un singolo voto, preferisco lavorare all’idea di cambiare queste persone. Tutte, o quasi.
Però, e vengo al punto, non sono il tipo da unirmi alla folla bramosa di sangue, perché non so chi vi fa parte, sento puzza di strumentalizzazione – magari da parte degli organi d’informazione in cerca di un bel linciaggio buono per un titolo ad effetto – e so che anche le istanze più sacrosante vengono distorte quando si diluiscono nel qualunquismo.
Mi lamento di come va il mio partito quasi tutti i giorni, e lo faccio nel modo che conosco, su cose che cerco di capire, cercando di fare in modo che non mi creino, domani o tra dieci anni, rimorsi di coscienza. Se per protestare contro un’assenza bisogna arrivare al punto di aggredire una donna disabile, prendere a calci la sua carrozzina e minacciarla – pur comprendendo fin troppo bene che superato un certo limite di tolleranza la gente si incazza e diventa una forza cieca e inarrestabile – a me non interessa, fate pure senza di me.
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Sono d’accordo. Troppa gente vive con leggerezza il proprio status di cittadino, salvo poi andar dietro un’indignazione magari giusta ma un po’ troppo facile e incontrollata, pensando così di pulirsi la coscienza.
ES
La faccenda della Argentin mi era sfuggita. In effetti così non va bene.
Ok, tutto giusto. Però allora come si deve reagire? Perché girano le balle, questo mi sembra pacifico…
Un conto è reagire, altro è infilarsi in una folla, sotto l’occhio delle telecamere, e cercare di menare una donna disabile.
i miei best blogger a confronto!
saluti umbo