29 LUGLIO 2013

Il partito degli azionisti

E’ davvero tutto un dibattito un po’ deprimente, vuoto. Non è diverso da quello sul governo: sul serio, ora che ce lo stiamo sucando da un po’ di mesi, era poi così importante e rivelatorio discutere della sua definizione? “Di pacificazione”, anzi no “delle riforme”, ma anche “di legislatura”, e ovviamente “del fare”. Fare che? Non si sa, appunto, e quindi siamo al retromarketing, ci sbattiamo sui nomi delle cose e perdiamo completamente di vista che effettivamente corrispondano alla realtà.

Stessa cosa per il Pd: davvero, dopo tutto questo tempo, vogliamo discutere di partito “aperto” o “chiuso”? Di partito “degli iscritti”, “dei militanti” o “degli elettori”?
Il Pd di Veltroni, ad esempio, era davvero “aperto” come veniva raccontato, o forse così veniva raccontato perché a monte, a reggere tutto, c’era uno di quelli accordoni all in, di quelli che le primarie le fai per sport ma il risultato l’hai già scritto prima, mettendo attorno a un tavolo tutto e il contrario di tutto?
E il Pd di Bersani, che a differenza di Veltroni ha avuto i suoi bei quattro anni regolamentari per realizzare quel partito “solido” che auspicava quando si è candidato a guidarlo, l’ha poi realizzato? Era davvero, il suo, il partito “degli iscritti”? Perché insomma, non pare: il dato del tesseramento è peggiorato ogni anno, inesorabilmente (ma vedrete come si alzerà a breve, quando i capibastone avranno l’improvvisa necessità di cammellare i congressi), ma soprattutto non si è affatto chiarito per quale diavolo di motivo ci si dovrebbe tesserare, oggi, a un partito come il Pd.

Lungi dall’essere una cosa “fica” da fare – intendo tesserarsi, perché al momento non è “fica” per niente – ma poi a cosa darebbe accesso, di grazia? Quali sarebbero i diritti esercitabili, partecipando al grande consesso democratico? In che modo abbiamo coinvolto gli elettori delle primarie, quelli a cui chiediamo due euro una volta e poi non sentiamo mai, quelli che mai abbiamo provato a interpellare in modo che potessero trovare interessante l’idea di impegnarsi di più, di partecipare con più frequenza? E quali sarebbero, invece, gli strumenti attraverso i quali l’opinione di un tesserato conta, anzi, in che modo oggi il Pd gli permette di esprimerla, un’opinione, se non semplicemente prendendo la parola al circolo (cosa che, senza offesa, si può fare anche a casa propria, in famiglia, e spesso senza nemmeno dover alzare la mano)?

Possibile che, con tutte le montagne di soldi che il Pd ha incassato in questi in anni fra tesseramento, donazioni, emolumenti da parte degli eletti e soprattutto finanziamento pubblico, il più grande e radicato partito del Paese non sia mai e poi mai riuscito a mettere in piedi uno strumento per il quale i suoi associati potessero contare qualcosa, esprimersi sulle questioni? Possibile che su queste faccende si sia fatto bagnare il naso dal primo Beppe Grillo che passava? Possibile che i circoli, sui quali chi ha guidato il Pd in questi anni diceva di contare così tanto, siano così impoveriti, privi di mezzi economici, di supporto, di sedi fisiche e ideali, dove potersi manifestare? A cosa si attacca, un segretario di circolo che oggi ricevesse il mandato dai suoi iscritti di rappresentare una posizione? Al documento da far leggere in assemblea provinciale? E sticazzi.

Quindi, per cortesia, basta chiacchiere. Interessa zero, oggi, sentir parlare di partito della mortadella, vogliamo sapere chi la fornisce, chi la paga, se ce ne spetta una fetta, e quando. Basta coi pronunciamenti di principio, ne abbiamo sentiti fin troppi. Frega assai che si discuta di profilo in termini generici, o che ci si impicchi sulla distinzione tra segretario e candidato premier: frega molto, ma moltissimo di più che chi vince trovi comunque il tempo per occuparsi di questo benedetto partito, e che finalmente lo realizzi per ciò che doveva essere. Che eserciti una sua leadership, come è normale, ma che si impegni a discutere la linea politica con chi lo ha eletto, che gli metta a disposizione gli strumenti per farlo, e soprattutto (soprattutto) che poi si senta in dovere di tenerne conto: cosa che, fin qui, non è mai capitata, non solo, ma non è nemmeno possibile chiedere conto dei pessimi errori a cui abbiamo assistito. Perché ciò che scoccia, al momento, tra molti delusi dal Pd, non ha solo a che fare con le primarie, ha a che fare col fatto che hanno l’impressione di votare gente che poi si sente libera di fare un po’ come cavolo gli pare senza rendere conto a nessuno.

Infatti, con tutto quello che è successo, questo è ciò di cui davvero si dovrebbe discutere nel prossimo congresso, e questo il prossimo segretario si dovrà impegnare a realizzare, altrimenti semplicemente non abbiamo un futuro, punto: perché il partito è un mezzo e il Paese è un fine, certo, ma quando poi ti proponi di governarlo, il Pese, il partito serve, servirebbe eccome. Se voglio un congresso aperto, con le primarie? Certo, l’ho sempre voluto: ma voglio anche che non finisca lì, che poi succeda qualcosa, che questa gente benedetta che ancora viene a votare nei gazebo poi possa dire la sua se – hai visto mai, per assurdo – ci capita di finire al Governo con Berlusconi (per dire). Che magari sia invogliata a partecipare alla vita del partito e a usare strumenti messi a disposizione, e persino a tesserarsi, perché trova nel Pd un luogo in cui è possibile esprimersi e contribuire attivamente al cambiamento delle cose. In cui sia possibile agire, anzi: che sia come una società per azioni. Perché agisce, e perché chi lo sostiene e chi ci si impegna sia come un azionista; in cui non governano patti di sindacato preoccupati solo di bloccare eventuali scalate esterne, ma manager a tempo che poi devono rendere conto dei loro risultati, a tutti; che non faccia scappare i piccoli azionisti, ma anzi, che li attiri e li valorizzi, perché in essi è la sua ricchezza. Questo dev’essere, il resto sono chiacchiere.

Ps: senza offesa per nessuno, davvero, ma c’è un solo candidato che da anni si occupa di queste cose e che garantisce di voler costruire un partito come quello che ho descritto, ed è Pippo Civati. Gli altri sono tutti ottimi, ma consiglierei loro di superare la discussione tra modelli bla bla bla, non è ciò di cui abbiamo bisogno, a questo punto ci servirebbe una proposta un filo più concreta. Perché altrimenti il partito finirà che se lo devono fare da soli, e sarebbe un peccato.

  1. Sulla stessa linea più o meno (ma se rompo le palle con link cancellalo pure): http://coccaglio.blogspot.it/2013/07/congresso-pd-bresciano-pagare-il.html

  2. Eh, sì, hai ragione da vendere…

  3. Pingback: Azionismo e azionariato diffuso | [ciwati]

  4. si fino a un certo punto,ci si sta dividendo tra Civati Cuperlo Renzi e chi più ne ha più ne metta.Il succo della questione è,iscriversi nn perchè fa figo (cit.) ma per discuture e ATTUARE SUBITO in modo efficace le idee e le proposte,epurando il partito dai 101, dagli incerti o gente di compromesso,un partito quindi per il bene del paese della gente,gente da abbracciare ascoltare e contentare,tutto qui.Se un leader ci sarà,come spero, deve essere una persona onesta,per la legalità e la gente quella meno ricca,la gente di tutti i giorni,i bimbi,i giovani,i vecchi,senza arrivismi,ma per il bene comune nel vero senso del termine.

  5. Hai ragione dall’inizio alla fine.

  6. Epurando, che brutto verbo, che cattivo inizio, Laura…

  7. bè tesoro e poi chiudo,purtroppo i 101 hanno fatto un danno ENORME e perciò epurare si,epurare eccome,la responsabilità di una democrazia malata ce l’hanno anche loro,che hanno ferito e tradito il padre (cit.) per chi può comprendere la citazione ovviamente.

  8. Condivido in pieno!

    Alessio Ponzecchi
  9. Pingback: Azionismo e azionariato diffuso | Pavia Per Civati

  10. Perché altrimenti il partito finirà che se lo devono fare da soli, e sarebbe un peccato.

    Ecco mi sembra la prima e più importante considerazione ragionevole degli ultimi tempi.

    Perchè a tutti quelli a cui rompo le scatole per votare Civati e sono molti quelli che lo farebbero si fermano difronte a questo Pd che sembra più una cloaca ai più.

    marcol
  11. dopo 5 anni da segretario di un circolo comunale, sottoscrivo tutto, in particolare la parte sui circoli e il rapporto con gli iscritti.

  12. Sul farsi bagnare il naso dal primo Grillo che passa a proposito di uno “strumento per il quale i suoi associati potessero contare qualcosa”, magari si potrebbe anche chiedere conto a chi nei 4 anni della segreteria Bersani ha guidato il Forum nuove tecnologie, sulla cui produttività e sui cui esiti per altro non è stato dato sapere, e che comunque non ha di sicuro avanzato nessuna seria proposta in tal senso. E chi lo guidava quel forum, da queste parti si bene, vero?

    Giuliano
  13. Era il forum nuovi linguaggi, per dire di come sei bene informato nelle tue miserabili allusioni. E ha prodotto libri, documentari, convegni, e proposte implementabili che il Partito non ha mai voluto diffondere o accogliere, nemmeno discutere. A budget quasi inesistente. Prima di parlare, la prossima volta, meglio informarsi.

  14. Filippo ma parli sul serio? Per fare una riunione di iscritti nella sede provinciale del PD bisogna pagare?

    Giuseppe Volta
  15. Sostanzialmente sì. Siamo in affitto (prossime puntate la disanima) e la sala in questione non è “flat” ma ha un tetto (bassissimo) di riunioni gratuite. Così mi hanno raccontato, io ho contribuito con i miei 2 euro pro capite quando è servito.

  16. Chapeau

    Andrea01
  17. Condivido ogni riga. Sono un misero segretario di circolo. Il tesseramento 2013 ancora non lo inizio, quasi per vergogna. Lo scorso anno (quindi prima del governo PD-PDL) alcuni tesserati storici mi hanno chiuso il telefono in faccia quando li “perseguitavo” per fargli rinnovare la tessera, figuriamoci ora!!! Nella mia piccola città (30000 abitanti) ci sono 5 circoli. Fino a qualche anno fa vi erano anche 5 sedi fisiche, oggi ne sono rimaste 3 perchè nonostante ingegnosi sistemi di autofinanziamento non riusciamo a pagare affitti e utenze (siamo arrivati a chiedere contributi, oltre che agli eletti, anche ai semplici componenti dell’ unione comunale e della segreteria!!!). Siamo una roccaforte del centrosinistra, in cui dal dopoguerra la DC prima e FI e PDL poi, non hanno mai governato. Alle politiche del 2006 la lista dell’ ulivo alla camera prese il 37%, nel 2008 il PD arrivò al 40%. Alle amministrative del 2009, dove per il centrosinistra fu una disfatta, il PD prese il 31% (e vi erano diverse liste civiche di appoggio al sindaco in coalizione, che in totale arrivò al 63%).

    L’anno prossimo rischiamo di perdere!!!  I nostri tesserati si sono stufati di riunirsi, fare critica e autocritica, analisi, documenti e mozioni, per poi trovarsi a votare paracadutati da Roma (che vengono a fare la loro campagna elettorale e poi spariscono), dato che il nostro è un “colleggio sicuro”. Sono stufi di trovarsi a discutere di decisioni di cui sono a conoscenza dagli organi di stampa perchè i nostri dirigenti probabilmente non hanno il coraggio di andare per i territori ad ascoltare e parlare con la “base”. Sono stufi di difendere posizioni indifendibili, cosa che abbiamo sempre fatto, perchè in “fin dei conti è il NOSTRO partito, quindi dobbiamo farci vedere uniti, tocca difenderlo anche se non siamo d’accordo”. Sono stufi…e inizio a stufarmi anch’io!!!

    Scusate lo sfogo, quasi patetico, dato che non mi costringe nessuno…forse sono affetto dalla sindrome di Stoccolma, ma a questo aprtito ci sono affezionato!!!

    Mauro
  18. Paolo, alle 19:50 di oggi parlava alla Zanzara Cofferati. Pareva di sentire Pippo. Mi sembra un gran bel segnale. Non so se metteranno il podcast sul sito: al momento sono fermi alla penultima puntata con Cruciani e Parenzo, il 25 luglio.

    Narno
  19. pure Pittella pare Pippo, e pure Cuperlo.

    Mi sa che da qui in avanti saranno parecchi a parlare come Pippo…

    perchè tutti hanno capito che è solo parlando così che si vince ;-)

     

    silbi
  20. “Gli altri sono tutti ottimi” se la poteva risparmiare. Sono tutti da portare allo sfasciacarrozze semmai.

    plutocivati