24 LUGLIO 2013

Aspettando il Pd Baby

Siccome dicono che il congresso del Pd serve per scegliere un segretario, non un candidato premier, e che soprattutto non deve mettere in discussione il governo – vorrebbero una clausola apposita, in tal senso – domenica pomeriggio ha iniziato a circolare voce di una candidatura di Enrico Letta. Geniale: quale metodo migliore, per tenere il tema del governo fuori dal congresso, di quello di candidare direttamente il presidente del consiglio? I lettiani sono andati in giro un paio di giorni nella nota condizione “hai una pistola in tasca o sei contento di vedermi”, per dire che l’idea li esaltava, e poi Bersani l’ha detto esplicitamente in un’intervista.
E, come dice il proverbio, se cammina come una papera, starnazza come una papera, sembra una papera e Bersani dice che è una papera, probabilmente è una stronzata. Ma intanto siamo qui a parlarne – domani spunterà un’ipotesi Alfano segretario. Intendo del Pd. Vedrete. – e il livello di delirio e di contraddizione è tale che inizia a somigliare a un nuovo tipo di letteratura di genere: c’è chi scrive fantascienza, e chi congressi del Pd. E’ un genere molto intricato, tipo il fantasy: senza i nomi astrusi e le parentele, ma con le correnti.
Ma, intendiamoci: il governo c’entra fino a un certo punto. C’entra, perché è ovvio che un congresso in cui uno o più candidati si presentassero col fiero intento di mandarlo a casa lo metterebbe  in difficoltà. Ma lo metterebbe in difficoltà – e questo è il vero motivo per cui è in atto la peripatetica procrastinazione – soprattutto perché chi invece il governo lo sostiene non è in grado di esprimere un candidato in grado di vincerlo, il congresso. Se pensassero di poter vincere, il congresso sarebbe già in corso: dopotutto, nel 2012 Bersani accettò la sfida di Renzi perché era convinto di poterlo battere. Se adesso temporeggiano, è perché stanno nella merda.
Quello schema non c’è più, puff, sparito. Il correntone non ha un candidato nemmeno lontanamente in grado di prendere il 50 più uno: perché non c’è più richiamo alla linea che tenga, questa classe dirigente è diventata invotabile, anche per i compagni di più solida fede (o forse proprio per loro, a maggior ragione). A dirla tutta, anzi, forse il problema di fondo del Pd è che nessuno – nessuno dei candidati di cui si parla – al momento è certo di poter vincere. Il Pd è un partito tecnicamente ingovernabile anche per chi vince col 75 per cento dei consensi, figuriamoci per chi è preoccupato di poter arrivare al 50. Ma questa è un’altra storia.
Il principale sfidante ha preso tempo, ma soprattutto hanno preso tempo i detentori, che sono messi molto peggio. E non è questione di regole: anche, certo, ma il fatto è che oggi non c’è uno straccio di candidato del correntone in grado di vincere, nemmeno se le regole stabilissero che possono votare solo i corvi albini.
Cuperlo è un intellettuale, una persona per bene, di sinistra, ma sta facendo un giro esplorativo in cui raccoglie consensi non esattamente oceanici, i compagni si preoccupano e chiamano Roma per segnalare che così non va; Fassina ha passato due anni a parlare di rilancio della socialdemocrazia e ora fa il vice di Saccomanni, se si candida capace che qualcuno lo corca con una testata; Epifani è quello che i sondaggi ancora non resi pubblici danno come il più alto di tutti quelli provenienti da quell’area. E ciò nonostante è circa 35 punti più in giù dell’ultimissimo Bersani. E se questi sono i nomi di punta – ecco il motivo per cui persino Letta, per un pomeriggio, è in grado di scaldare gli animi – beh, figuriamoci gli altri.
Se così stanno le cose – e le cose stanno così – altro che rinvio, non mi stupirei se il congresso non venisse convocato affatto. Almeno finché non sia a disposizione un candidato abbastanza forte da salvare il culo degli interessati. Potrebbe farsi lunga, perché forse deve ancora nascere: poi crescere, farsi la scuola alle Frattocchie, militare nei Gd, spararsi dieci o vent’anni come portaborse di D’Alema… Insomma, dopo l’attesa per il Royal Baby ci tocca quella per il Pd Baby, segretario per diritto di nascita, e nel frattempo, come gli inglesi confidano nella tempra della Regina, questa classe dirigente si attacca alle gonne di Re Giorgio, sperando duri.

  1. interessante…insomma niente congresso quindi? no eh?? succede un casino e lo faremo!

  2. hai centrato il tarlo che mi sta corrodendo, cosseddu.
    scrivi: “Il Pd è un partito tecnicamente ingovernabile anche per chi vince col 75 per cento dei consensi, figuriamoci per chi è preoccupato di poter arrivare al 50″.
    ed è maledettamente vero.
    se bersani, forte di due primarie vinte alla grande e di un innegabile carisma presso la base, ha fatto la fine che ha fatto, di cosa stiamo parlando se non del più grande Partito Anarchico del mondo?
    e allora perché vogliamo così tanto questo congresso?
    perché vogliamo la segreteria di un partito comunque per sua natura ingovernabile?
    veramente pensiamo che possa cambiare qualcosa lì dentro?
    e se avesse ragione Paolo Nori quando dice: ma perché non venite via da lì?
    già, perché?

     

    mauro
  3. Popolino

    Bell’analisi.

    Se il Palazzo d’Inverno è così debole, si deve creare nel partito un movimento capace di riempire quel voto di potere. Uno solo è nella posizione per farlo. C’è un altro invece che non lo è affatto, ma può diventare per il PD quel che Bertinotti è stato per il csx in generale.

    Fatevi due conti.

    uqbal
  4. M basta con ‘sta caricatura, basta. Che due palle.

  5. Senza entrare nella polemica Renzi si, Renzi no, questa è un’analisi lucidissima e purtroppo tremendamente centrata. Renzi o non Renzi finché non si spazza via quel correntone (di cui Franceschini e Bersani sono in questo momento le due facce più becere) nn andiamo da nessuna parte o forse si, a braccetto col nano per manifesta inferioritá

    L'ottimista
  6. Se provano ad annullare il Congresso, vado a prenderli col forcone, questa vola.

    teto