29 MAGGIO 2013

L’uomo nero

Sono sempre scettico verso chi legge nella complessità delle cose un disegno, un piano, o addirittura un complotto. Ma l’altra sera un amico mi ha fatto riflettere sulla ricomparsa tra i temi caldi di una figura che mancava da un po’ di tempo: quella dell’uomo nero, dello straniero cattivo che ruba, che delinque, che uccide, che stupra le nostre donne.
Abbiamo conosciuto campagne furibonde, in questi anni, ne ricordo un paio molto intense negli anni Novanta e una giusto cinque anni fa, proprio in concomitanza delle amministrative romane di cui si parla anche oggi, e che all’epoca fu tra i fattori (non l’unico, ma uno dei) che portarono alla vittoria di Alemanno. La questione stranieri, declinata prima nei termini di problema per la sicurezza, e poi giù giù fino all’assegnazione delle case popolari, parte sempre come argomento volgare e squalificato, strumentalizzato da mezzi d’informazione molto di parte – Libero, Il Giornale – poi passa per canali più familiari – Tg5, Tg1 – e prima che sia possibile rendersi conto di quanto sta montando, senza che per forza vi sia all’origine un disegno diabolico, di fatto l’hype straborda dappertutto, e diventa emergenza.
Così è successo nelle ultime settimane, per via di stupri e fatti di sangue oggettivamente clamorosi ed efferati, ciò detto colpisce che la lente d’ingrandimento dell’opinione pubblica si punti sugli immigrati quando in questo paese, ogni giorno, si verificano decine e decine di casi di violenza sulle donne – da parte di uomini che sono cittadini italiani a tutti gli effetti – che molto spesso sfociano nell’omicidio.
Ma colpisce soprattutto che questo breve ritorno di fiamma per la paura dell’uomo nero sia avvenuto proprio in concomitanza dell’unica proposta davvero di sinistra buttata sul tappeto in queste prime settimane di governo di larghe intese: lo ius soli, la cittadinanza agli stranieri nati in Italia. In tutto questo parlare di Imu e di altre faccende quasi tutte velleitarie, o nella migliore delle ipotesi confuse, c’è un ministro come Cécile Kyenge che è costantemente sotto la pressione degli attacchi razzisti (per i quali riceve vaste solidarietà, e meno male), ma la sua proposta, l’unica davvero di sinistra e davvero importante di questo primo mese di governissimo, è stata sottoposta al metodo “sbatti il mostro in prima pagina” e poi è sparita dal dibattito senza che nessuno o quasi facesse una piega.
Questo (impressione mia) dice molto sul livello generale del grado di civiltà di questo Paese, su come funzionano certi meccanismi nell’opinione pubblica, e su quanto sarà possibile ricavare di autenticamente nostro da questo governo.
Poi, certo, anche certe proposte del Pdl – come ad esempio quella sul dimezzamento della pena per il concorso esterno in associazione mafiosa – nascono e muoiono in un pomeriggio per il fuoco di fila delle proteste amplificate dai media, in una specie di bilanciamento bipartisan che permette alle parti di impallinarsi a vicenda le proposte giudicate troppo divisive. Ma, malgrado questo nuovo clima di pacificazione tra destra e sinistra unite insieme al governo, continuo a pensare che dopotutto non sia la stessa cosa, per niente.

  1. Sono molto d’accordo con te e con il tuo amico ;)

  2. Il mio amico mascherato  :)

  3. Tutto giusto. In realtà lo Ius soli non mi sembra nemmeno un tema così di sinistra. Spostare il focus dell’identità personale dall’origine familiare all’appartenenza a un territorio dovrebbe essere un tema,  per principio, anche di destra. E forse andrebbe detto più spesso.

    Marco V.
  4. marco, bisognerebbe anche mettersi d’accordo su che cosa, nel terzo millennio, è di sinistra e che cosa è di destra, perché ho il dubbio che molti siano rimasti a criteri novecenteschi (nella migliore delle ipotesi, altrimenti ottocenteschi).

    io dico che oggi, in un paese dove gli immigrati sono una fetta di un certo rilievo della società, permettere ai figli di persone straniere che risiedono e lavorano stabilmente in italia di essere italiani a tutti gli effetti, come tutti noi, sia una cosa molto di sinistra.

    anche perché, se ci pensi bene, lo “ius sanguinis” non è altro che uno “ius soli” applicato un po’ più indietro nel tempo… (a meno che noi “italiani di sangue” non siamo certi di discendere tutti dagli etruschi). ma chissà com’è questa considerazione semplice e logica nessuno la fa mai.

    Carlo M
  5. Tutto molto condivisibile.

    FaustoB