16 MARZO 2013

I peggioristi

C’è un’opinione pubblica di recentissimo conio e molto trasversale, nel Paese, che va dagli editorialisti dei grandi giornali ai conduttori di talkshow antisistema, dai professori bocconiani scesi (ripeto, scesi) in politica ai movimentisti duri e puri, e purtroppo, anche nel Pd, da quelli che vorrebbero andare avanti come se nulla fosse a quelli che hanno una gran fretta di subentrare al loro posto, già ci si vedono: sono i peggioristi.
Ieri si scandalizzavano, spernacchiavano, e in fondo tifavano segretamente perché il centrosinistra facesse il suo solito peggio, si scalmanavano perché dal complicato ingorgo degli accordi al ribasso uscisse il compromesso più criticabile possibile, Nosferatu al Senato e Barbagianni alla Camera, o viceversa. Per poi poter dire che l’avevano detto, sostenitori del grande inciucio e volonterosi esecutori della soluzione finale, divisi sulle cose da fare ma uniti nel proposito di volerle fare loro. Quali, non si sa: ma tutte per il bene supremo del Paese, chiaro.
E invece no, è andata diversamente, e quindi chissà cosa scriveranno domani, cosa si inventeranno. Forse diranno che siccome Grasso doveva andare alla Giustizia, questa è una chiara accelerazione verso il voto. Diranno che eleggere due persone brave e preparate è un disastro, perché la loro imposizione chiude la porta al dialogo: e pazienza se invece la apre agli italiani che bussano incazzatissimi. O diranno che è merito loro, con quali argomenti non riesco a immaginarlo, ma sono bravi a trovarne sempre e comunque, anche a dispetto dei fatti e della logica.
Certo, so bene che quanto guadagnato oggi sarà facilmente messo in pericolo domani, quando inizieremo a discutere di D’Alema presidente della Repubblica, o quando avremo bisogno della fiducia su un governo che resta molto difficile da realizzare. Ma è questa la sfida, è questo lo scenario. Conquistarsi il voto ogni giorno come chi non ha più niente da perdere, e quindi non ha più paura di niente: come in uno stallo alla messicana, e chi ha visto il film lo sa, che dei tre è meglio essere il Buono. Puntando non su soluzioni di compromesso, ma su soluzioni presentabili: presentabili al Paese, non al Palazzo. E poi lasciare che il Palazzo voti come vuole, presunti esegeti delle istituzioni e gruppettari scatenati, senza distinzioni: con la preoccupazione di fare le cose giuste messa molto davanti a quella di esser spediti a casa, ma soprattutto messa davanti a tutti coloro che avranno la responsabilità di approvarle o bocciarle, favorire l’interesse comune o il proprio. Buttare la palla dall’altra parte del campo, una buona volta, e vedere che succede. Se non funziona, avere la coscienza a posto, che già sarebbe una bella novità. Ma in Italia hanno funzionato cose molto più improbabili di questa – di certo più invedibili – quindi tanto vale provare, già che ci siamo, e chi gufa si scelga un ramo comodo su cui appollaiarsi, hai visto mai che ci debba passare più tempo del previsto. Alla fine, comunque, gli italiani giudicheranno.
Ci accusano sempre di non capire che il clima è cambiato, ora per una volta lo diciamo noi a loro: i vecchi schemi non funzionano più, e state affilando spade nel bel mezzo di una sparatoria. Siamo in una casa di vetro, gli italiani ci guardano, e di fronte ai loro occhi meglio andare a casa difendendo una proposta ineccepibile che restare a galla votando schifezze concordate.

  1. clap, clap, clap….. ;-)

    MassimoM
  2. Ci sono giorni in cui si è fieri. Oggi è uno di questi.
    Fiero di essere del Partito Democratico

    Moreno
  3. “go haed…make my day…” ;)

  4. io mi accontenterei anche di essere il Brutto… che alla fine ci tira comunque fuori le gambe. Anche perche’ questa volta c’e’ davvero la possibilita’ di fare fuori il Cattivo una volta per tutte!

  5. non potevi dirla meglio, stima

  6. Mi chiedo quanto dev’essere stato difficile per te in questi anni mantenere la tua posizione di critica costruttiva verso il PD pur rimanendone dentro, con le domanda pressante di chi (e mi ci metto pure io) ti chiedeva perché non te ne andavi. Giornate come oggi sono la risposta: se persone come te, Civati e altri se ne fossero andate, oggi non avremmo avuto questo risultato perché le cose si possono cambiare solo standone dentro, non fuggendo.

  7. Ed anch’io mi sento un po’ orgogliosa del mio voto, di esserci tornata proprio quando era più facile andarsene. Per ora godiamocela, poi si vedrà.

  8. Non potevo leggere commento più bello (ed è per cose come questa, che vale la pena insistere). Grazie, Silvia.

  9. E’ così, azioni limpide ed in discontinuità col passato. E poi vedremo come il paese giudicherà. E poi è proprio liberatorio uscire dalla dinamica del calcolo, del compromesso, del “too little too late”. Oltre ad essere sommamente zen.

  10. Condivido, sottoscrivo e non avrei trovato parole migliori.

    avanti e avanti, cambiare e realizzare il partito che vogliamo essere si può fare. grazie a questi parlamentari, alla nostra base attiva e anche a un segretario che ancora una volta ha dimostrato che il suo pregio più grande è l’ascolto

    @luheteo
  11. Pingback: Dare il meglio di sé | The River of Constant Change

  12. Fare la cosa giusta, al momento giusto. Non capita spesso nella vita, e in politica e’ anche più raro. Quello do oggi e’ uno di quelle rare occasioni. La coscienza e’ a posto, e se son rose fioriranno. ISCRITTO AL PD, A TESTA ALTA.

    Stefano
  13. Giornata memorabile e che ti rimette in pace con tante cose. Se come leggo, Civati è dietro alle nomine di Boldrini e Grasso, questo dimostra due cose. 1) c’ê una nuova generazione che non ha bisogno di tutori e padri nobili, quindi prego accomodarsi. 2) quando si spariglia, si gioca all’attacco, si punta su volti nuovi e credibili e non si sta a leccare il culo a nessuno (grillo e monti compresi), il PD dá il meglio e diventa quello che tutti noi vogliamo che sia. Non so se siamo in tempo per governare e/o eleggere un bel presidente della repubblica ma non abbiamo scelta. Si gioca come se avessimo perso all’andata 3 a 0 e dobbiamo recuperare. Tutti all’attacco

    L'ottimista
  14. Oggi è una grande giornata. La precarietà non si sceglie, si subisce (lo sappiamo bene) ed oggi un parlamento precario ha fatto il suo lavoro, ascoltando le idee intelligenti ed avendo il coraggio di praticarle. Rimango molto guardingo circa le possibilità di formare un governo ma se Bersani non torna a fare melina e si dimostra coraggioso almeno vale la pena di tentare.
    Ultima cosa: l’ottima mossa di Civati fatta propria del PD e dalla sua coalizione avrebbe avuto mezzo effetto in meno senza il “corri e vota” dei montiani. Anche questo ha contribuito a mettere il M5S e Crimi nell’angolo. Non c’è dubbio che i 14 (?) voti in più sono tutti del M5S.

  15. Oggi sono fiero del mio partito e felice di poter leggere questo bel post. Questa è la via:per il presidente della repubblica, per il governo e per le proposte di legge.

    samuele
  16. Pingback: Due rondini non fanno primavera | [ciwati]

  17. sì. Sto cercando di non essere peggiorista (c’avrei una tendenza). Forse, per parlare anche ai potenziali peggioristi, una goccia di “misericordia” in più non guasterebbe.
    ps. le virgolette sono per la citazione papale

  18. Eh, anch’io mi iscrivo fra i tendenziali peggioristi… anche se spero (spero davvero!) che il sassolino lanciato ieri dal PD possa diventare una vera frana e si avveri quello che scrive Cosseddu: una nuova classe dirigente per una nuova politica. Ma vorrei sommessamente dire a chi pensa che il PD è cambiato per merito di chi ha lavorato all’interno (e io sono una che non ce l’ha fatta a reggere) che, senza negargli una parte di merito, il PD non sarebbe cambiato senza la sfida di Renzi – per metà interna e per metà esterna – e senza l’affermazione elettorale di Grillo… per merito del quale, forse, il sassolino diventerà valanga.

  19. Io sono un ex elettore del PD che non ha creduto alla possibilità di cambiare dal di dentro. Stando all’analisi del voto non sono stato il solo, dunque se non avessimo fatta questa scelta e rimasti con il PD avremmo avuto un esito diverso: il PD avrebbe vinto probabilmente anche al senato. Chi avrebbe parlato di cambiamento? Io penso che oggi staremmo commentando l’elezione di Franceschini e la Finocchiaro. Il cambiamento si fa quando c’è una spinta in tal senso: è la storia che lo dice.

  20. hanno vinto i buoni, sì. almeno la prima ripresa. ha vinto quella parte di partito, anzi siamo onesti, quella parte di coalizione, che si è resa conto che è al paese che bisogna dare risposte e segnali, non a monti o peggio ancora a napolitano o peggio peggio ancora ancora a berlusconi. si legge che dietro l’idea c’è stato civati, c’è stato vendola, ci sono stati i turchi (e il malloppo di parlamentari che sono riusciti a portarsi dietro). che franceschini ha incapito che non era il caso di impuntarsi ed è stato lui a comunicare che il nuovo presidente della camera doveva essere laura boldrini; che perfino una veterana del parlamento come la finocchiaro, che pure c’è rimasta un po’ male, ha accettato signorilmente. basta fare una cosa giusta, non eroica, giusta, diciamo normalmente giusta; ed ecco il risultato. basta avere un po’ di coraggio (sì, un po’, come direbbe bersani), non essere dei kamikaze. perchè non lo si è avuto prima, questo coraggio, perchè non lo si è avuto quando eravamo ancora in tempo per evitare di infilarci in una situazione così. questo ho pensato ieri. ma poi ho smesso. ci siamo tuffati in un mare di merda, e la colpa è stata anche nostra (o anzi, diciamolo chiaro, dei vertici del pd), e ora, forse, ne stiamo riemergendo; o almeno, stiamo provando a dimostrare che con un po’ di volontà si può riemergere, così bisogna fare, in questo modo dobbiamo continuare. con la coscienza pulita, come dice il post. cosa succederà poi? cosa faranno i grilloni? obbediranno al proprietario del marchio e al sosia di patti smith? cazzi loro, a questo punto. se il centrosinistra continua così, allora farà quello che in tanti, ma in tanti davvero, si aspettano da anni. e se andrà male comunque, allora elezioni. con la coscienza pulita. e io, che a venticinque anni da quando voto ho sempre votato (da buon elettore di sinistra) con pochissima convinzione (tranne che ai referendum), questa volta sarò contento della mia scelta…

    Jacopo
  21. Su Renzi, se è consentito: il fatto che la sfida di Renzi sia considerata mezza interna e mezza esterna è legato al fatto che il PD ha perso la sua proiezione all’esterno che è stata la connotazione su cui è nato. Non esiste “esterno del PD”, il PD è un tetto senza pareti, anche dove non arriva con la copertura comunque non ha una cesura verticale escludente.
    E’ un gazebo espandibile.