Sono d’accordo con Bersani quando sfida il M5S a prendersi delle responsabilità, lo strozzerei quando per spiegare cosa vuole fare usa formule incomprensibili.
Voglio bene al mio partito quando permette la partecipazione di milioni di cittadini, lo odio quando discute di presidenze delle Camere come se non si rendesse conto di quel che succede. Lo odio perché in effetti non se ne rende conto.
Sono più renziano dei renziani quando si tratta di rinnovamento della classe dirigente, ma trovo un po’ stupido che per sostenerlo si usino argomenti strumentali e si mettano insieme tanto la Bindi quanto il vecchietto che gira le salamelle alle feste.
Credo in una politica più sobria, ma penso che i parlamentari debbano essere pagati bene, e per bene intendo bene.
Mi sta benissimo affrontare la questione del finanziamento alla politica, purché i politici che la cavalcano mi dicano dove li prendono loro, i soldi.
Sono precario da sempre, ho a cuore i precari, ma non credo che un metalmeccanico assunto a tempo indeterminato sia un privilegiato, e penso che la sfida sia dare tutele a chi non ne ha, non toglierle a chi le ha, senza far combattere dai poveracci le guerra tra padroni e sindacati.
Non capisco perché dovrei per forza scegliere tra un’agenda liberal e una socialdemocratica, quando è chiaro anche a un bambino che tra grigio statalismo e strapotere della finanza entrambi fanno disastri.
Sono contrario al finanziamento pubblico ai giornali, specie a quelli di partito di cui non sono certo di cogliere l’utilità, ma mi fa orrore che si mettano alla gogna dipendenti che percepiscono stipendi in linea col mercato.
Sono assolutamente persuaso che gli insegnanti, per fare un esempio, dovrebbero essere pagati meglio, ma credo in una società in cui chi lavora e ha successo sul mercato (ebbene sì, il mercato) possa guadagnare bene e fare i soldi (bum), se trova qualcuno disposto a darglieli. Sì, anche al netto di quelli che non se lo meritano, perché l’alternativa è il maoismo, e personalmente non sono interessato, chi lo fosse dovrebbe restituire in fretta il televisore a 50 pollici che sta pagando a rate, per coerenza.
Capisco benissimo il sentimento di rabbia dei tanti che hanno votato il M5S, mi risulta inaccettabile la furia di chi non fa distinzioni e fa di tutta un’erba un fascio.
Ho sempre pensato fosse perdente usare i processi a Berlusconi come strumento di lotta politica, ma con questo di certo non vorrei per lui l’impunità, proprio perché a decidere dev’essere la magistratura e non la politica.
Meglio un colpevole fuori che un innocente dentro, è la base della giurisprudenza e non ci sarà mai nessuna situazione contingente che mi farà cambiare idea su questo punto. Anche perché a fare il contrario si finisce immancabilmente peggio di come si stava prima.
Sono per una morale pubblica più alta, ma diffido dei moralizzatori, perché la storia insegna che finiscono sempre per fare cose peggiori di quelli che volevano moralizzare.
Apprezzo chi prova a ragionare, lo sostengo malgrado costi più fatica che andare in piazza a fischiare, e coltivo da sempre un retropensiero tutt’altro che positivo su chi si fa vanto di non sottilizzare.
“Mi sedetti dalla parte del torto perché tutti gli altri posti erano occupati”, diceva Brecht. Ma magari.
In un mondo perfetto, posizioni come queste sarebbero apprezzate, diffuse, trasversali, e popolari.
Nel mondo reale, stai sul cazzo a tutti.
Mi piace.
beh tu fai di tutto eh….
Clap clap clap, davvero.
mi siedo.
io la sedia me la porto da casa.
bella coss
il triste destino di prendere le bastonate da destra e da sinistra, da renziodi e bersanoidi. E’ questa la “terza via”?
Si chiamano elvismaniaci, Luigi, non renzoidi.
ah sorry, non sono addentro alle tassonomie delle nuove tribù del Peloponneso.
Tutto condivisibile, unica cosa non capisco il discorso, ripetuto da te più volte, che i metalmeccanici siano dei “raccomandati”. Chi l’ha sostenuta questa tesi? Piuttosto, vogliamo andare a parlare senza retorica del mercato del lavoro e cercare di facilitare l’ingresso anche ad inoccupati, neolaurati e via dicendo? Non c’è flessibilità senza un serio sistema di welfare alle spalle
Privilegiati, non raccomandati. C’è chi fomenta una guerra fra poveri, per cui ci si schiera a favore dei precari contro i metalmeccanici, appunto, tutelati dai sindacati. Che certo io non sono un fan dei sindacati, ma a me pare folle.
>Chi l’ha sostenuta questa tesi?
Un Elvis a caso?
Pardon “privilegiati”
In tanti.
I-chino.
Tra l’altro, penso siano numerosi i casi di famiglie in cui convivono padre operaio e figlio precario, senza che si guardino in cagnesco, per dire.
Io capisco che la discussione sul mercato del lavoro sia più complessa di un commento Facebook, ma la distinzione tra lavoratori preparati e competitivi (che starebbero perfettamente in un modello di flexicurity) e lavoratori meno competitivi (es. i metalmeccanici) non mi pare una distinzione idiota! Basta partire da un presupposto imprescindibile: per fare la flessicurezza ci vogliono CAMIONATE di soldi da investire in ammortizzatori sociali (le politiche attive e di formazione costano).
Sarei del tutto d’accordo con te. Quasi. Non condivido questo inno al mercato, lo stipendio alto basta che qualcuno sia disposto a darte
Alessio, il livello della discussione è sindacati versus antisindacati, e non l’ho fissato io di certo.
ma il mercato esiste eh.
è anche quello che consnete di pagare lo stipendio ai metalmeccanici.
poi se vogliamo fare l’ennnesima metafora greca, andiamo nell’iperuranio.
purtroppo piuttosto che risolvere i problemi, ad esempio con una legge seria sul lavoro, tirando contestualmente fuori i soldi per la famosa “flessicurezza”, è più facile spiegare che la colpa, se sei precario, è colpa del metalmeccanico.
dartelo. Quale mercato? Quello delle banche dove molti sono disposti a darsi uno stipendio e benefit in linea con ” il mercato”? È le retribuzioni pubbliche, quelle scandalose degli insegnanti (in basso) e quelle scandalose dei manager pubblici o delle società partecipate, sono decise dal mercato? Rinunciamo a qualunque criterio di giudizio sul valore del lavoro. Allora è bene che i ricercatori prendano mille euro al mese, e i calciatori e le soubrettes miliardi.
comunque, dicevamo del sedersi?
Retribuire il lavoro in base al valore che gli si dà (attività tutto meno che oggettiva) è maoismo però dai.
Claudio, senza offesa ma non ce la faccio, se tiri in mezzo lo stipendio dei calciatori. I calciatori sono il perno di un sistema che genera miliardi di euro. E sono pagati di conseguenza. Da privati, che fanno un po’ come gli pare. Sarà sbagliato, ma è la conseguenza di un modello che ci permette di andare in bagno invece di cagare in cortile, e se per avere questo lusso devo sopportare Balotelli, lo sopporterò. Cerchiamo di elevarci dal livello medio del bar all’angolo, però.
e niente, questi posti a sedere restano vuoti.
il bello è che se calmierassimo gfli stipendi dei calciatori a 5000 euro al mese, qui giocherebbero solo le scartine della terza categoria.
per dire come funzionerebbe il maoismo.
certo che finire a discutere dello stipendio di Balotelli mi sembra davvero la chiosa migliore a questo post…
E’ sempre così, Luigi.
che poi se vendono balotelli capaci che s’incazzano pure.
Bravo.
Io mica me la prendo con i calciatori che vengono pagati troppo, è il mercato. Me la prendo con chi il mercato lo falsa, per poi non intervenire per sopperire ai suoi fallimenti quando invece è necessario!
E non è quello che sto dicendo io??? Ebbasta, moratoria sui calciatori, dai.
Al solito, hai ragione, ma forse il calcio in Italia non lo si dovrebbe drogare con gli spalmedebiti…
E i partiti non dovrebbero prendere soldi da chi non li vota…
e comunque non era rigore
BASTA col calcio, dico sul serio. Sembriamo un branco di deficienti.
era per dire che alla fine, finche’ son soldi solo privati, va bene il mercato, anche con le sue distorsioni e i suoi paradossi (fino a un certo punto, magari ). Quando ci entrano i soldi pubblici, almeno per quella parte, se ne puo’ invece ragionare.
per quanto anche il ciclismo, non è messo bene. Ne vogliamo parlare?
Vi odio. Come se io avessi scritto che i calciatori devono essere pagati dai soldi pubblici. Ma io mi chiedo.
ecco, vedo che Paolo Cosseddu evita di rispondere sul ciclismo. Mi sembra evidente che è un endorsement per il doping.
E’ chiaro, chiarissimo. Tutti sanno che Cosseddu va in bici.
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Chiaro, preciso e semplice.
Vai al posto di Bersani?
Bravo. Sul lavoro ci sono molti fraintendimenti gravi, però.
Nel senso?
Non da parte tua. Ma sulla proposta Ichino, ho sentito dire soprattutto scempiaggini dovute a ignoranza, nel senso di ignoranza delle norme. Ma c’ho rinunciato, a spiegare.
Non mi definisco -no di nessuno ma Renzi ed il suo entourage lo conosco abbastanza bene e:
non ho mai sentito nessuno dire che un metalmeccanico è un privilegiato;
non ho mai sentito qualcuno prendersela con chi gira le salamelle e soprattutto il tema del rinnovamento non è esclusivo di Renzi e dei suoi sostenitori;
una agenda socialdemocratica non è grigio statalismo ed un’agenda liberal non è strapotere della finanza;
la dirigente di Youdem non è una dipendente in senso classico, tanto è vero che probabilmente ora che è parlamentare non sarà più pagata: se questo è normale, parliamone;
Io lo conosco meglio, comunque.
Se ti fa piacere pensarlo chi sono io per toglierti questo piacere?
Nessuno.
Tu pensi che ti stia alzando le schiacciate. E’ vero.
BAM
Guardando i commenti:
il calcio non è un modello di business profittevole. Semmai lo è la F1 oppure la NBA, e si son date entrambe dei salary cap.
Certamente Youdem non è un modello di business profittevole, anzi, è autolesionista credo.
Se vogliamo parlare di Youdem non accostiamola al mercato.
Se mi assumi mi paghi, che l’azienda sia o no profittevole è un altro discorso.
Ma ti accorgi o no di contraddirti? Citi il giro di denaro che muove il calcio per giustificare stipendi a 7 zeri e poi quando ti si obietta che è un business non profittevole…
Le dicotomie, il manicheismo, sono robaccia di 2 millenni fa
A parte che son due ore che chiedo di non usare l’esempio del calcio, che non l’ho tirato fuori io e non a caso. Tipo.
Bon, ti risponderò più tardi, con pacatezza, sul mio blog. Ciao da Ulisse.
Non vedo l’ora.
Son le 16.44
“Certamente Youdem non è un modello di business profittevole, anzi, è autolesionista credo”. Secondo quali parametri non e’profittevole?
uscendo dall’esempio calcio e tornando al tuo post, ti dico che hai rappresentato benissimo il mio pensiero e le mie dicotomie. mi sembra tutto così facile e di buon senso che provo rabbia o forse frustrazione a dover sempre spiegare e radicalizzare a seconda dell’interlocutore e soprattutto vorrei che fosse la dirigenza a tenere saldi, presenti e a viverli questi principi
Un buon parametro è il rapporto euro spesi/giaguari smacchiati
Sicuro che un giaguaro smacchiato equivalga a profitto? E che il mancato profitto nel caso sia imputabile esclusivamente alla cattiva gestione di Youdem?
Francesco, la mia era una battuta, anzi la cancello va…
Se proprio se ne vuol discutere, si dovrebbero poter fare dei confronti con altre TV tematiche politiche on-line “profittevoli” e vedere se il direttore guadagna piu’o meno della Geloni… o no?
Ma, non so, discutine direttamente con Popolino. Io la mia idea, convinta, ce l’ho.
http://www.popolino.org/2012/10/02/linquadratura-fissa-sulla-bara-di-padre-pio/
E infatti sono cose diverse, come sai benissimo. Da un lato l’utilità discutibilissima dello strumento, COME HO SCRITTO, dall’altra lo sciacallaggio sugli stipendi.
Ma non eravamo tutti (io e te compresi) per la trasparenza assoluta negli stipendi? Mi sfugge questa necessità di proteggere Chiara Geloni ed i suoi 110K euro l’anno, mi sfugge davvero. La risposta comunque era per Cerisoli che mi sembrava pronto ad una Crociata in Terrasanta…
il miglior post che hai scritto fino ad ora! (o piu’ precisamente: di quelli che ho letto questo e’ quello che mi e’ piaciuto di piu’)
A volte non si sa dove sedersi
Riprendo ogni punto del post
Sono d’accordo con Bersani quando sfida il M5S a prendersi delle responsabilità, lo strozzerei quando per spiegare cosa vuole fare usa formule incomprensibili.
Sono d’accordo con Bersani ma anche no… a me sembra che le sue formule (proposte )siano più chiare del solito, ultimamente (ma forse ti riferisci ai campieri…)
Voglio bene al mio partito quando permette la partecipazione di milioni di cittadini, lo odio quando discute di presidenze delle Camere come se non si rendesse conto di quel che succede.
Dai finalmente i parlamentare PD e M5S sembrano comunicare sulla presidenza delle Camere… ognuno a proprio modo … leggendo la Stampa … pare
Sono più renziano dei renziani quando si tratta di rinnovamento della classe dirigente, ma trovo un po’ stupido che per sostenerlo si usino argomenti strumentali e si mettano insieme tanto la Bindi quanto il vecchietto che gira le salamelle alle feste.
Sono renziano ma anche no… ma chi è che sostiene Renzi ultimamente… a parte Renzi stesso? E quelli del “se ci fosse stato Renzi”?
Credo in una politica più sobria, ma penso che i parlamentari debbano essere pagati bene, e per bene intendo bene.
“per bene intendo bene” … Il giusto per vivere come la maggior parte di noi cittadini, considerando tutte le spesenon non basta?
Mi sta benissimo affrontare la questione del finanziamento alla politica, purché i politici che la cavalcano mi dicano dove li prendono loro, i soldi.
Qui finalmente ci si siede ma a cavallo di quale questione? Contro o a favore? Perché ci sono due cavalcate diverse. Immagino chi vuole togliere il finanziamento … ma il finanziamento non c’è… c’è il rimborso o sbaglio.
Sono precario da sempre, ho a cuore i precari, ma non credo che un metalmeccanico assunto a tempo indeterminato sia un privilegiato, e penso che la sfida sia dare tutele a chi non ne ha, non toglierle a chi le ha.
La sfida è dare lavoro a chi non ne ha, senza togliere tutele a chi già ce l’ha. La sfida è fare in modo che chi ha perso il lavoro e fa lavoretti in nero per guadagnarsi la pagnotta abbia delle regole che agevolino l’entrata in un sistema virtuoso.
Non capisco perché dovrei per forza scegliere tra un’agenda liberal e una socialdemocratica, quando è chiaro anche a un bambino che tra grigio statalismo e strapotere della finanza entrambi fanno disastri.
Qui, dal punto di vista dell’ordine degli elementi nella frase sarebbe da invertire gli esempi come in una proporzione o no? E poi perché statalismo è sempre legato al colore grigio? E la finanza sempre legata alla parola strapotere? Io preferirei strapotere dello statalismo (inaccettabile ma esistito…) e grigia finanza.
Sono contrario al finanziamento pubblico ai giornali, specie a quelli di partito di cui non sono certo di cogliere l’utilità, ma mi fa orrore che si mettano alla gogna dipendenti che percepiscono stipendi in linea col mercato.
Ci sono giornalisti indecenti pagati da noi! Alla gogna nessuno ma un po’ di indignazione non fa orrore
Sono assolutamente persuaso che gli insegnanti, per fare un esempio, dovrebbero essere pagati meglio, ma credo in una società in cui chi lavora e ha successo sul mercato (ebbene sì, il mercato) possa guadagnare bene e fare i soldi (bum), se trova qualcuno disposto a darglieli. Sì, anche al netto di quelli che non se lo meritano, perché l’alternativa è il maoismo, e personalmente non sono interessato, chi lo fosse dovrebbe restituire in fretta il televisore a 50 pollici che sta pagando a rate, per coerenza.
Il linguaggio è sostanza: “Fare i soldi” è un’espressione che mi fa impressione.
Capisco benissimo il sentimento di rabbia dei tanti che hanno votato il M5S, mi risulta inaccettabile la furia di chi non fa distinzioni e fa di tutta un’erba un fascio.
La rabbia è un sentimento che non può che falcidiare tutte le erbe senza star lì a guardare se in mezzo ci sono fiori di campo (ci sono sempre).
Ho sempre pensato fosse perdente usare i processi a Berlusconi come strumento di lotta politica, ma con questo di certo non vorrei per lui l’impunità, proprio perché a decidere dev’essere la magistratura e non la politica.
I processi usati come lotta politica sono stati usati soprattutto da Berlusconi!
Meglio un colpevole fuori che un innocente dentro, è la base della giurisprudenza e non ci sarà mai nessuna situazione contingente che mi farà cambiare idea su questo punto. Anche perché a fare il contrario si finisce immancabilmente peggio di come si stava prima.
La prima affermazione mi pare giusta ma “A fare il contrario…” non sarebbe equivalente a “meglio un colpevole dentro che un innocente fuori”? Oibò.
Sono per una morale pubblica più alta, ma diffido dei moralizzatori, perché la storia insegna che finiscono sempre per fare cose peggiori di quelli che volevano moralizzare.
A me non risulta che Berlinguer, moralizzatore per eccellenza abbia mai fatto cose peggiori di D’Alema per dire.
Apprezzo chi prova a ragionare, lo sostengo malgrado costi più fatica che andare in piazza a fischiare, e coltivo da sempre un retropensiero tutt’altro che positivo su chi si fa vanto di non sottilizzare.
Costa fatica anche andare in piazza. Ci metti la faccia e sottintende un ragionamento. Ragionare con chi va in piazza io lo apprezzo di più.
“Mi sedetti dalla parte del torto perché tutti gli altri posti erano occupati”, diceva Brecht. Ma magari.
In un mondo perfetto, posizioni come queste sarebbero apprezzate, diffuse, trasversali, e popolari.
Nel mondo reale, stai sul cazzo a tutti.
Io aspiro ad un mondo perfetto: dove non ci siano parti che hanno ragione, ma che discutano e trovino soluzioni condivise che siano più vicine possibili alla realizzazione dei desideri di ognuno. Questo succede in ogni mondo reale che funzioni! O no?
Alessandra De Chirico
Complimenti Alessandra, ci voleva una bella forza per prendere questo post e girarlo tutto al contrario. Spero che la soddisfazione ti ripaghi della fatica fatta.
Nuntio vobis gaudium magnum: Popolino I ha scoperto la Terza Via.
A me può solo far piacere, ovvio, però hai la stessa tempestività che ha la Chiesa di Roma circa il sesso al di fuori del matrimonio. Sono quasi 20 anni che c’è la Terza Via: io che faccio il metalmeccanico e non la giovane promessa della politica mi ci sono incamminato da allora (in Italia si chiamava Ulivo…).
Quanto ai vecchietti della salamella ed ai metalmeccanici da Art. 18 mi sento chiamato in causa. Non rinnego nulla, semplicemente chiediti perchè dall’analisi dei flussi elettorali risulta che gli operai votano nell’ordine M5S, PDL(!!!) e poi PD.
Gli operai votano Movimento Cinque Stelle
Ieri è venuto un ragazzo ad aggiustare la caldaia. Mi ha sentita parlare al telefono di una lista civica cittadina per le prossime comunali. Quando ha finito il lavoro, con grande gentilezza e disponibilitá mi ha accompagnata alla fermata della corriera, benchè diretto da un’altra parte.In macchina, sul cruscotto, aveva il cappellino bianco dei grillini. ” Io sono diplomato, faccio l’operaio, lo farò per tutta la vita, spero che mio figlio che ora ha due anni possa avere di meglio. Grazie a Beppe Grillo ho letto tanti libri e ho ragionato su tante cose che mi hanno fatto capire una gran quantitá di questioni. Molti miei amici che vanno in fabbrica sono nel movimento, insieme alle maestre del mio paese. Bersani non conosce neanche un operaio e ascolta Fassina e per la scuola ha una signora delle nostre parti che per la scuola non ha mai fatto niente”.
La signora in questione è Francesca Puglisi, senatrice da listino.
Gran parte del dipartimento PD scuola non è altro che un sindacato docenti.
I sindacati sono una gran bella cosa ma un partito politico dovrebbe pensare ai problemi in termini complessivi, non di parte. Italia Bene Comune, ci chiamiamo, no?
Tutto sommato preferisco non rispondere, i concetti escono comunque e non mi va di indirizzarli. Mi piace emerga lo spirito dicotomico ed estremizzato del post iniziale.
Testi di questo tipo sono ottimi per dare avvio ad una discussione, salvo poi che l’autore scenda da quel livello “provocatorio” (nel senso buono) ed accetti il confronto “fuzzy”, si confronti così con la realtà che è sfumata.
Qui Popolino non l’ha fatto, probabilmente l’antipatia reciproca che ci lega (per quanto mi riguarda non personale, ma legata ai temi e soprattutto agli obiettivi) impedisce che i confronti si svolgano profittevolmente. A volte sono io che uso la sua tattica di oggi, stavolta mi sembra, sinceramente, di essermi comportato bene.
Siamo probabilmente sull’orlo di una nuova stagione di primarie, campagna elettorale ed elezioni, credo che tutti vogliamo il bene del PD e della nazione, personalmente io anche quello di Civati, interroghiamoci sul come licitare un modello nuovo di discussione.
Come non essere d’accordo. Però, se togliamo di mezzo Renzi e riprendiamo tutti i dubbi del tuo post e ci chiediamo verso quale dei due lati ci siamo sbilanciati durante questa segreteria e con questa dirigenza, onestà intellettuale vorrebbe che si dicesse chiaramente che ci siamo presentati alle primarie e alle elezioni su una linea socialdemocratica e camussiana (anzi c’era anche Cremaschi nostro alleato con Vendola). Quindi c’è da recuperare, e parecchio da un lato. Chi lo può fare? Io dico che lo può fare solo una nuova generazione di dirigenti che già ci sono ma che non possono non trovare in Renzi la loro sintesi non fosse altro per il fatto che la politica la si fa anche con altri strumenti di consenso che Renzi ha e che nessuno altro ha in questo momento nel partito (tranne Civati che però sotto Roma non conosce nessuno).
Sulla Geloni e gli stipendi lasciamo stare. Io la caccerei solo per i voti che ci fa perdere ogni volta che apre bocca (come il mio amico Fassina). Sono anche d’accordo che un parlamentare deve guadagnare bene ma deve dichiarare tutto sempre. Lasciamo perdere i dossier veri o presunti, bastava dire abbiamo speso 6,5 mln in campagna e ci apprestiamo a prenderne 48, 41,5 ve li ridiamo.
Sui calciatori, io dico solo che se ci mettiamo a discutere il mercato e come questo alloca le risorse, allora diciamolo subito così mi metto l’anima in pace e non mi faccio più il sangue amaro. Così come dovremmo avere il coraggio di dire che se voigliamo avere un welfare che funzioni e che aiuti i più deboli – i precari, i metalmeccanici, le mamme lavoratrici, ecc. – va fatta un’operazione sulla spesa pubblica seria di ribilanciamento e di riduzione che faccia scendere le tasse sui redditi da lavoro. Sono di destra??? Allora andate a parlare con un socialdemocratico scandinavo o tedesco e lasciamo perdere la Francia che Hollande non sta facendo nulla di quello che dovrebbe fare. Invece noi abbiamo candidato Galli (che conosco e vi posso assicurare che ha idee in materia ben precise) e Tronti che insieme a Gallino è rimasto l’unico a difendere idee in tema di labour economics che non si applicano più nemmeno in Cina.
La domanda a cui dobbiamo rispondere è: come faccio ad aumentare l’occupazione e i salari reali che in Italia sono da terzo mondo senza aumentare la spesa pubblica? Chi risponde in maniera convincente a questa domanda vince le elezioni per i prossimi 40 anni. Noi non lo abbiamo fatto per l’ennesima volta.
provo a parlare un po’ dell’ultimo commento, per dire la mia. io credo che queste elezioni abbiano fatto emergere, e molto forte, un disagio sociale mai così acuto. un disagio, per essere precisi, di certi ceti, i ceti meno abbienti, meno considerati, più indifesi. operai, precari, li metto tutti insieme perchè sono tutti insieme, anche se qualcuno cerca di separarli, e di dire che se i precari stanno male la colpa è degli operai “garantiti” (ma in che paese vivete?). grillo ha preso tanti voti dappertutto, ma è significativo il boom che ha fatto a taranto e a termini imerese, a marghera (storica roccaforte della sinistra in un veneto pendente come sappiamo tutti da tutt’altra parte) e a mirafiori e in sulcis (altra area da sempre “rossa”). voti che bersani poteva e doveva convincere e conquistare. ma non l’ha fatto, non ce l’ha fatta. perchè credere che uno come renzi, con le sue idee confusamente liberiste, il suo evitare come la peste certi temi, il suo non conoscere certe realtà, di cui continua ad avere una lettura preconcetta e totalmente sbagliata, le sue compagnie (gori, serra), i suoi maitres-a-penser (il fu ichino) riuscirebbe nell’impresa? oggi su repubblica il nostro viene fuori che “la priorità è il lavoro”, e che sta elaborando un “job act” (questo solito inglese maccheronico del cavolo! che tristezza, che pena!!!) assieme a “imprenditori, neo parlamentari, docenti, manager” (in un paese in cui abbiamo i manager più strapagati del mondo in modo totalmente slegato dalla loro efficienza, che è sotto gli occhi di tutti! un’ideona, non c’è che dire!). insomma, l’ho già scritto su un altro blog (di cristiana alicata), il fatto che bersani abbia dimostrato di non essere un leader all’altezza, tantomeno per una formazione di centrosinistra, non implica in nessun caso che renzi, all’altezza, lo sia. per il resto, niente da dire sul post di paolo, sono d’accordo quasi su tutto, l’unicacosa che magari si può non condividere totalmente è l’equazione “socialdemocrazia” = “grigio statalismo”, in un paese in cui il partito più statalista di tutti è sempre stato la dc (da cui proviene anche il vecchio renzi, peraltro)…
Jacopo, visto che mi chiami in causa
Io sono partito dicendo che condividevo il post. Io ho detto che le cose vanno ribilanciate. Ho detto che Renzi ha gli strumenti per vincere. Se continuiamo a dire che Renzi è di destra, allora lasciamo stare. Se Ichino è liberista perché propugna idee inventate in paesi socialdemocratici per davvero, allora denotiamo (scusa se mi permetto) scarsa conoscenza economica. Se poi tiriamo in ballo ancora Serra, diventiamo qualunquisti. Devo risponderti con Consorte, Mussari, Vigni, la Fondazione MPS, gli ultimi 5 sindaci di Siena, “abbiamo una banca”, etc. oppure la smettiamo una volta per tutte e cominciamo a parlare di cose serie? Grillo vince a Porto Marghera e nel Sulcis e dice di voler abolire il sindacato. Tu che ne pensi? Che quelli lì stiano ricercando risposte alla Fassina?
Due cose finali, non ho detto che socialdemocrazia è uguale al grigio, sono le piattaforme socialdemocratiche di 30 anni fa che sono inutili e pericolose in quanto illusorie. In Germania si chiamano socialdemocratici, vai a vedere cosa a ha fatto Schroder qualche anno fa in quella che si chiamava Agenda 2010. Guarda la Danimarca, la Svezia, l’Olanda. Ma di cosa parlate? Ma documentatevi prima e uscite da queste gabbie ideologiche.
Un’ultima cosa, giustamente ti burli di un’espressione coem Job Act che serve a definire non una singola legge ma un approccio allargato a un tema. Abbiamo fatto una campagna in cui la nostra proposta era che avremmo smacchiato il giaguaro. Magari avessimo parlato di job act…
Lasciamo perdere
@ l’ottimista
ti ho “chiamato in causa” solo perchè il tuo commento era l’ultimo prima del mio e quindi quello un po’ più attuale. quanto a mussari, vigni, la banca, eccetera, sfondi una porta aperta, è inutile dirlo. di bersani non mi piacciono un mare di cose e questi nomi, questi metodi, questo modo di intendere la politica, vi rientra a pieno titolo. quanto a ichino e alle idee che “sono diventate realtà in molti paesi socialdemocratici”; no, non è così. chi conosce un minimo l’argomento (e io ho avuto la botta di culo di scegliere proprio queste cose nei miei studi) sa bene che la discussione sulla famigerata “flex-security” ichiniana è attiva e in continuo fermento (con apprezzabili contributi anche dalla dottrina italiana; non di ichino, che ormai non scrive più nulla di davvero giuridico, ma solo articoli/pamphlet polemici e “ad effetto”, ma nulla di più), e anche, per esempio, in olanda e in danimarca, il modello è continuamente (ri)messo in discussione dalla politica e dai governi locali. in italia, oltre al fatto che, come al solito, si arriva sempre un dieci quindici anni dopo (perchè le prime elaborazioni risalgono a metà anni ‘novanta; periodo di crescita: dal che nasce una prima critica che molti fanno, cioè che un modello di questo tipo non è efficiente in una situazione di crisi, ma solo se c’è crescita e conseguente offerta di lavoro, ove cioè il lavoratore è nelle condizioni di scegliere il posto migliore, e non di elemosinare un posto purchessia), viene accolta una versione di flex-security molto semplice: libertà per l’imprenditore di licenziare praticamente ad libitum (questo è il succo del “nuovo codice del lavoro tradotto in inglese” che ichino ha messo sul suo sito; si è guardato bene, invece, dal proporlo su riviste specializzate), più alcune proposte molto fumose e nei fatti impossibili da realizzare sulla “formazione” (parola accattivante, che come sempre serve a mascherare un autentico vuoto concettuale). in germania, semplicemente, esiste il metodo della cogestione (che non dico qui per non sovraccaricare il post ma probabilmente infliggerò il supplizio a te e agli altri lettori in un eventuale post successivo). le risposte “alla fassina”, in sintesi, mi paiono semplici e condivisibili: puntare sulla crescita, non su una costante diminuzione dei diritti (perchè non è certo a causa dei diritti accordati ai lavoratori che il mercato del lavoro soffre; ma per molte altre cose). gli operai hanno votato grillo, perchè grillo, pur con tutte le cagate che dice (ne dice tante), è andato da loro, è andato a parlargli, anche a prendersi qualche parola (in sulcis era stato contestato; poi ha fatto il pieno dei voti). renzi, con le sue proposte (se così si possono chiamare), con la sua retorica, col suo “sto con marchionne senza se e senza ma” (poi rettificato “marchionne ci ha tradito” ma chi? tu?), coi personaggi di cui si circonda (compreso a pieno titolo serra, e non è demagogia; uno che fa i soldi con la finanza e paga le tasse all’estero non può diventare un ispiratore di una formazione di sinistra; allo stesso modo in cui non possono esserlo mussari e penati e pronzato eccetera). io sono figlio di operai; cugino, nipote, amico, conoscente. gli operai, da quel che ne so, cercano considerazione, ascolto, diritti, quei diritti che sono stati loro tolte; e cercano il lavoro che non hanno, o che hanno a singhiozzo. renzi, e molti dei suoi, fino a ieri hanno detto che la colpa della crisi italiana, in pratica, era del loro “conservatorismo”. bersani non ha detto nulla, ma ha fatto sapere che la via era allearsi con monti. e loro, a questo punto giustamente, hanno scelto grillo…
@ Jacopo
Anche io ho avuto una botta di culo simile alla tua visto che ho studiato economia politica per una vita fino al dottorato. Metteranno n discussione quello che vuoi ma gli impianti sono quelli. Quindi possiamo magari fracassarci i coglioni in separata sede sulle varie ricette. Io continuo a pensare che la migliore proposta fosse quella di Boeri/Garibaldi ( una volta era popolare pure in Prossima) sul contratto unico a tutele progressive. La fornero è stata un aborto pericolosissimo ma va corretta bene e non tornando indietro. Fassina nn promette più crescita, promette più spesa pubblica. Mi deve ancora spiegare come vuole cresce se io gli metto un vincolo sulla spesa. Sorvoliamo poi sui titoli e le pubblicazioni di Fassina che è meglio. sappiao tutti della sua fologorante carriera da economista pieno di pubblicazioni e titoli accademici. almeno per Ichino si può invocare l’etá. Se pensiamo di crescere perché apriamoi cantieri e ripartno le costruzioi, stiamo apposto.
Serra paga le tasse all’estero perché lavora all’estero e non vedo cosa ci sia d male. Mi piacerebbe che quel lavoro lo facesse in italia e le pagasse in italia. Chissá perchë nn è cosí.
Più in generale, sai qual è il problema? Che quelli come me hanno fatto campagna alle primarie, hanno perso, somo rimasti demtro, hanno fatto campagna elettorale e hanno votato Bersani e PD perché si fa cosí ( e Renzi ha dato una bella lezione a tutti voi). Se si faranno tra qualche mese le primarie e se saranno aperte, renzi le vincerá a spasso. Il problema è che quelli come te non lo voteranno alle politiche e sfasceranno il partito. Scommettiamo?
Sì la soddisfazione nel cercare di comprendere come sono scritti i testi e che cosa dicono è tanta. E i tuoi testi si prestano. Questo lo trovavo un po’ meno ben scritto del solito e contraddittorio.
guarda ottimista, lo ripeto in tutti i blog dove scrivo. io alle primarie NON ho votato bersani (neanche al ballottaggio; unica scheda bianca nel mio seggio!) così come non ho votato nè puppato (che pure era una buona candidata), nè tabacci (che pure è mantovano come me e per di più della bassa come me) e ovviamente neppure renzi (con il quale sento di non aver niente in comune; non sono un boy-scout, non sono mai andato al family day in vita mia, non sono figlio di un notabile dc ma di un capocantiere che al massimo è stato iscritto al pci, finchè c’era il pci. e soprattutto sono di sinistra). alle politiche ho votato sel sia alla camera (al senato non posso, compio gli anni in agosto), che in regione; se avesse vinto renzi, io non avrei votato sel se fosse rimasta in coalizione (a quel punto mi sarei buttato, credo, su ingroia). e quindi direi che non è a me che si può dire che “avrei sfasciato il partito” (e tantomeno che renzi mi “abbia dato una lezione”! de che?); lasciami solo notare che questo modo di considerare i voti delle persone ”di proprietà” del partito, tanto che chi si permette di votare per qualcun altro si rende responsabile dello “sfascio” del pd (come se votare pd fosse un obbligo) è un modo di intendere la politica tipicamente e puramente d’alemiano. da prossimo laureato in giurisprudenza (il 26, il 27 o al più tardi il 28 di questo mese, dipende quando mi metteranno; siamo iscritti in 120 alla sessione) ti posso dire come la vedo: le proposte di ichino, mirano a dare una lettura deviata della flex-security, in base a cui cioè l’importante è consentire all’impresa di fare quel che vuole (e si è vista infatti la linea che il nostro ha seguito nella vicenda fiat); la flex-security è anche questo, ma non solo; e inoltre, come già detto analisi dottrinali nonchè studi condotti da commissioni incaricate anche da istituzioni comunitarie come il parlamento europeo, da anni rimettono in discussione questo tipo di modello (avendo ad occhio soprattutto il caso olandese), segnalandone criticità e svantaggi. e le scelte politiche tengono conto di queste indicazioni e rivedono le normative. in italia invece prendiamo, dogmaticamente, semplificando, e con quindici anni di ritardo, una piccola parte di quell’elaborazione; quella in base alla quale si licenzia quando si vuole, che questa è la via per uscire dalla crisi (!!!). non mi interessa fare l’avvocatino dilettante a difesa di fassina (povero me…), segnalo solamente che le sue prese di posizione mi paiono un po’ più aderenti alla realtà di quelle di altri; che questa overdose di austerità non abbia creato grandi vantaggi mi sembra incontestabile. e non mi pare che nelle proposte di fassina si possa rinvenire un’inno alla spesa pubblica. il contratto unico di boeri garibaldi a tutele crescenti, a me pare niente di più che una forma mascherata di precariato: se le tutele sono crescenti e le acquisisci col tempo, è chiaro che al datore basterà licenziare prima che esse vengano acquisite, e siamo daccapo; oppure basterà non licenziare quelli fra i suoi dipendenti che gli si oppongono di meno, che rinunciano a far valere i loro diritti, eccetera, trasformando quindi quelli che dovrebbero essere, appunto, dei diritti, in una sorta di “premio fedeltà”; e si potrebbe continuare. infine, continuo a pensare che figure come quella di davide serra non siano esattamente ciò di cui una sinistra, che soprattutto in un momento come questo ha vitale necessità di stare al fianco di determinati ceti e determinate fasce, ha bisogno. credo anzi che sull’argomento non si dovrebbe nemmeno discutere, e solo a causa di un alieno come renzi purtroppo siamo costretti a parlare anche di davide serra.
p.s. reduce dal consueto giovedì santoriano, credo che un bel candidato premier del pd potrebbe essere michele emiliano. dovrebbe essere, anzi…
@ Jacopo
E’ evidente che siamo lontani anni luce, non è un peccato. Alle primarie avevamo firmato tutti un patto a cui io mi sentivo vincolato. Se avesse vinto Vendola, avrei votato lui alle politiche pur essendo quanto di più lontano e di vetusto io possa immaginare nello spazio della sinistra. quelli che hanno votato Hillary Clinton e hanno perso, hanno poi votato Obama.
Parliamo di Vendola ed Emiliano: il primo sta facendo il rimpasto con i Montiani, il secondo se non erro era quello che telefonava al costruttore amico ringraziandolo dicendo di avere la vasca da bagno piena di pesce…ma segretario ddde che???
E ancora fate la morale a Renzi…
PS: non tiriamo fuori l’albro genealogico, sono figlio di due professori di scuole medie e superiori che votano a sinistra da sempre e sono nipote di un partigiano. Basta come pedigree? E voto Renzi, si
ciao, sono uno dei vecchietti che girano le salamelle. Ti ho sentito ieri sera alla iniziativa del Circolo8 PD. Bravo mi sei piaciuto. Così come condivido molto di quello che scrivi. Ieri sera volevo farti una domanda ma mi sono trattenuto. Sai ero forse l’unico con i capelli bianchi… e ho preferito ascoltare.
Te lo chiedo ora perchè vedo che proponi l’abolizione del finanziamento dei giornali di partito. Io sono dello stesso parere e credo la questione dovrebbe rientrare nella totale revisione del finanziamento ai partiti ed alle fondazioni ad essi connessi (a proposito prepariamoci a finanziare anche quella di Fini che, seppur non eletto dice che l’ha già pronta). Per quanti ci riguarda vorrei il tu parere non solo su YouDem ma sul complesso quadro delle nostre pubblicazioni. Abbiamo EUROPA organo ufficiale, abbiamo L’UNITA’ organo vicino abbiamo YOUDEM e tanto altro che viene prodotto a tutti i livelli della nostra organizzazione.
L’Unità e Europa insieme non vendono più di 60/70.000 copie,YouDem ha ascolti da TV parrocchiale. Strumenti di comunicazione vecchi come il pane del Cucco che costano come i grandi. Per sua ammissione la Direttrice di Y.D. percepisce “salario sindacale” di €6.000,00 netti al mese. Quanto quelli dei Direttori di Europa e Unità? e i costi di redazione? Il responsabile dell’organizzazione della festa nazionale guadagna € 8.000,00 netti. Risultato? zero su zero. A quando la smobilitazione di un sistema preistorico e si investe quel bel gruzzolo su strumenti innovativi ed efficaci? I giornali e la TV devono o no essere strumenti EFFICACI di comunicazione oppure essere i soliti cimiteri per gli elefanti?
ciao ti leggerò sempre d’ora in poi
Bruno
Jacopo offre un chiaro quadro della sconfitta morale ed ideologica del PD.
Se il M5S ha fatto il boom a Termini Imerese e in altre zone da sempre rosse e comunque a fortissima presenza operaia, e soprattutto se là Bersani ha perso, forse ripresentarsi alle prossime elezioni con lo stesso programma sconfitto non è proprio indice di intelligenza politica. Potrà ben essere che Renzi non è la risposta, ma dire che Renzi non è la risposta non vuol dire che lo sia il già sconfitto Bersani. Oh, io sono convintissimo che la mia squadra stravincerebbe con me punta fissa. Però non mi vogliono: hanno torto, hanno ragione? Sta di fatto che quella via è preclusa. Punto e fine.
La risposta a L’ottimista sulla produttività è rivelatrice: L’ottimista si è limitato a dire che bisogna aumentare la produttività, e credo che questo non urti il Credo economico di nessuno. Di qui Jacopo è partito con un’intemerata sulla difesa dei lavoratori a t.i. Ma questa cosa non è per nulla consequenziale: nessuno ha parlato di intaccarne i diritti, qui. Se si pensa che aumentare la produttività significa intaccare i contratti di lavoro in senso ichiniano, allora si dà per accettato il punto fondamentale: per aumentare la produttività bisogna cambiare il mercato del lavoro. Altrimenti Jacopo si limiterebbe a dire: “Sì aumentiamo la produttività, così le attuali forme contrattuali a t.i. risulteranno meno costose per unità di lavoro e Ichino la smetterà di rompere l’anima.
Però chi sa che le riforme sono necessarie e pure le ostacola, non ha una vita politica lunga e florida davanti a sé, ma solo una linea di retroguardia.
Se poi si pensa che l’unico errore di Bersani sia stato appoggiare Monti, e che senza parlare di Monti si sarebbe vinto in carrozza, io inizierei a chiedermi come mai Bersani, che la socialdemocrazia la conosce bene, che aveva accanto Fassina per farsi spiegare quanto è malvagia la tecnocrazia montiana e che ha un filo diretto con il sindacato, si sia ostinato tanto a cercarlo…solo per la sua percentuale di voti? O perché sa che in quelle politiche c’è qualcosa che va tenuto?
è vero, uqbal, nel commento a questo post nessuno ha parlato di intaccare i diritti di nessuno. peccato, però, che il programma economico (si fa per dire) di renzi partisse proprio da questo (renzi, nelle varie leopolde e appuntamenti assortiti, quelli a cui andavano i fedelissimi, ha battuto sempre su questo punto, spalleggiato dall’ex compagno d’arme ichino. quando invece parlava a un pubblico più ampio, su questo tema ha sempre, sapientemente, taciuto). e quello io ho detto. facendo notare che, se la risposta alla sconfitta è renzi solo perchè “è nuovo, è diverso”, allora come risposta mi sembra insufficiente (ci sono tanti modi di essere nuovi e diversi; e il riferimento all’albero genealogico era solo per ricordare che renzi giovane ma già scafato marpione della politica, non è poi neppure così nuovo); continuo, decisamente sì, a ritenere migliori vendola e emiliano (che non mi risulta, fra l’altro, che siano mai stati condannati in sede penale per nulla; qui si tratta allora di dare un giudizio politico, e il mio giudizio politico nei confronti di entrambi è ottimo, per quel che dicono, per quel che hanno fatto). perchè poi, allora, bersani ha corteggiato tutto questo tempo monti (uscendo dalla competizione elettorale con le ossa rotte)? i casi, come dici tu, sono due: o perchè crede che del buono in quelle politiche ci fosse (mentre pare chiaro che del buono non c’è mai stato in quelle politiche), e in tal caso avrebbe dovuto dirlo chiaramente, cosa che non ha mai fatto; la seconda risposta, credo più plausibile, è proprio quella aritmetica. bersani cioè era alla ricerca sfrenata di quel pugno di voti che gli avrebbe dato una maggioranza parlamentare netta per governare. non avendo le qualità e il coraggio per conquistarsela “sul campo”, ha fatto appunto tutti questi abboccamenti a monti per ottenere quella che è nè più e nè meno di una “somma” fra i rispettivi elettorati. peccato, però, che gli elettori non siano pecore; e quindi, perchè un elettore di sinistra dovrebbe votare una coalizione che promette (minaccia, sarebbe meglio dire) che, in qualsiasi modo finiranno le elezioni, lui comunque si alleerà poi con monti? l’elettore, torno a ripetere, non è un oggetto di proprietà del partito, nè ad esso è legato da un giuramento di fedeltà; se il partito lo convince, o almeno non lo schifa totalmente, lo vota; altrimenti, cerca altrove, un’altra proposta che ritiene (magari sbagliando) più potabile. al netto di tutti i discorsi sui “patti firmati dai leader” e sui rischi di “sfasciare il partito”. se io non voglio votare la coalizione, non voto la coalizione; e se poi il partito principale di essa si sfascia, questi sono cavoli del partito, e non miei. se avesse vinto renzi, non vedo perchè io avrei dovuto votare italiabenecomune, anche se sono andato a votare alle primarie. perchè devo votare un candidato nelle cui idee (e anche nel cui stile) non mi ritrovo assolutamente? e non vaole neanche rispondere, come fa l’ottimista, con un discorso del tipo “sì, ma se tutti facessero come te, che voti solo se vince il candidato che ti piace…”; se l’ottimista ha votato pd-sel anche se il candidato non gli piaceva più di tanto, evidentemente riteneva che in giro non ci fosse nulla di meglio; oppure, può essere come par di capire dalle sue parole, che lo abbia fatto animato da quella che si può chiamare “fedeltà al partito”: un concetto, quello sì, molto vecchio pci e in particolare molto d’alemiano; che a me non appartiene assolutamente…
Io sono assolutamente uno disciplinato e ho votato PD perché quando Bersani generosamente ha aperto le primarie pur essendo il candidato premier per statuto, ho pensato che meritasse fiducia anche se, e mi sono scornato con Popolino su quetso blog, penso abbia prevalso molta burocrazia stumpiana nel fisssare le regole.
Come fai e chi sei per dire frasi del tipo programma economico (si fa per dire)? Tu sai chi sta lavorando ora al tanto deriso job act? ti garantisco gente molto migliore di te e di me?
Finisco con Vendola, ha governato talmenyte bene in Puglia (ripeto ora sta facendo il rimpasto con i centristi) che in quella regione abbiamo vinto a spasso alle politiche. si è fatto sentire bene l’effetto Vendola. Emiliano è il solito magistrato sceso in politica molto populista che va dove tira il vento e che ha fatto cose non perseguibili penalmente ma che non gli danno più credibilità politica. Sel è un partito che non esiste e se Renzi è di destra, Emiliano è un naziskin. e D’Alema è amico loro non mio (basta vedere chi comanda in Puglia).
Mi devi ancora dire come pensi di poter generare crescita in questo paese con un vincolo di bilancio se non aumenti la crescita potenziale del paese. Lo puoi fare solo agendo dal lato dell’offerta (riforme di mercato del lavoro, servizi, ecc.) e dal lato della domanda solo abbassando le tasse su redditi da lavoro e impresa. ma per fare ciò devi intervenire sulla spesa pubblica riducendola e riqualificandola. E’ di destra chi abbassa le tasse su rendite e redditi alti, è di sinistra chi lo fa su lavoro dipendente e su piccole imprese e su redditi bassi che hanno più alta propensione al consumo. la premessa è che la spesa deve scendere. chi dice il contrario (Fassina) è un affabulatore che pensa di stare negli anni 80 e che ignora che nel frattempo a Bruxelles e Francoforte è successo qualcosa (se noi stiamo ancora qui a discutere e a farci belli e non stiamo come la Grecia un anno fa è perché Draghi ci ha salvato il fondoschiena un anno fa).
per il resto, le chiacchiere stanno a zero. Io sono un elettore del PD, tu no. Io sono preoccupato che il PD possa seriamente fare una brutta fine visto come sta gestendo questa fase. Le chiacchiere stanno a zero
beh, se l’equazione è “buon governo = tanti voti”, allora nella mia lombardia il centrodestra non dovrebbe più esistere dai tempi dei dinosauri; invece hanno appena rivinto, non con le maggioranze bulgare che avevano prima, ma neanche sul filo di lana. quindi non capisco il discorso su vendola, che governa una regione che è sempre stata piuttosto tendente a destra, e che vota a sinistra per le regionali, quando il candidato è lui; senza contare che i d’alemiani in puglia sono stati fra i più accesi oppositori di vendola (tanto da imporgli personaggi come tedesco e frisullo, targati d’alema, e da mandare il povero boccia allo sbaraglio nelle tragicomiche primarie prima delle ultime regionali) così come non capisco lo stop a prescindere sui “soliti magistrati” che entrano in politica; essendo il pd un partito che ha avuto (e continua ad avere) fra le sue fila anche personaggi che qualche problemino con la giustizia lo hanno avuto (niente di paragonabile col duo pdl lega, per carità), mi permetto di notare che forse non sono i magistrati il problema. quanto poi a “se renzi è di destra, emiliano è un naziskin”, vabbè, insomma, come dici tu le chiacchiere stanno a zero. il punto vero, riguarda quello che tu chiami “aumentare l’offerta”, che significa anche “riforma del lavoro”. per “aumentare l’offerta”, ritenete che la via migliore sia il licenziamento libero (perchè questo era il succo della proposta ichino-renzi)? io credo di no, e credo anche che questa sia una risposta di puro buon senso. i vincoli di bilancio, c’è chi sostiene che è possibile ridiscuterli. così come non mi pare che, nelle proposte di fassina, sia rinvenibile un invito a un aumento indistinto e indiscriminato di spesa pubblica; mi pere, invece, che contengano (per quel che ne posso capire io di economia, cioè non molto, onestamente) una critica all’attuale politica merkel-montiana dell’austerità a tutti i costi (con annessi aumenti di tasse sui cetri già più deboli e colpiti da esse), che mi sembra (sempre per quel poco che capisco) qualcosa di ben diverso dal dire “lo stato deve spendere di più”; questo è qualcosa che non ho mai sentito dire da fassina (anche se va detto che non dedico la maggior parte dell mio tempo ad ascoltare il verbo di fassina). sono proprio curioso, davvero, di vdere cosa ci sarà scritto nel famoso job-act e anche di sapere i nomi i quelli che lo stanno partorendo (se è gente del calibro di ichino, allora forse è il caso di preoccuparsi). il vecchio programma di renzi, io me lo sono letto per filo e per segno ed era vaghissimo, genericissimo, retoricissimo (come anche la carta di intenti di bersani e vendola, del resto); per cui sì, era un programma “si fa per dire”. elaborato da soggetti che in un paese normale starebbero a destra, e non a sinistra (infatti ichino se ne è poi andato con monti). fuffa, insomma, accompagnata da tanta immagine e scenografie berlusconiane (made in gori). mah…
Jacopo
Di nuovo, e Renzi di qua e Renzi di là. Eppure sono un convinto renziano, mi ci divertirei pure a ripartire con l’ennesima discussione sul mercato del lavoro e con un discorso articolato per vedere quanto sono realistici i discorsi che fai (per dire: tu dici che non si è mai parlato di aumento della spesa pubblica, ma Bersani ha promesso cambiali in cambio dei pagamenti alle aziende, il che vuol dire debito e interessi…come si possa coprire tutto questo senza tasse non è chiaro).
Il punto non è questo. La domanda sul piatto è: “Bersani ha clamorosamente fallito. Il suo programma di governo è stato bocciato dalle urne. La sinistra ha fatto risultati disastrosi anche nella sua regione (che non lo aveva mai lasciato 10-punti-10 sotto la destra), Rivoluzione Civile non se l’è filata nessuno”. Tengo a ricordare che Bersani ha avuto 5 anni per preparare questa campagna elettorale, e ci è arrivato come si è visto. Tutto bene madama la marchesa?
Ora che si fa? Ci vogliamo raccontare che serve più Bersani, che il popolo bue prima o poi dovrà ingoiarla ‘sta amara medicina?
non “più bersani”, uqbal! ma “più sinistra”, che è cosa ben diversa. bersani ha fatto una non-campagna priva di contenuti, di idee (“un po’ di lavoro”, “un po’ di investimenti”, eccetera; l’abbiamo sentito tutti), di speranza. il messaggio che ha comunicato è stato quello di una sostanziale continuità con l’esperienza montiana, come testimoniato dai tanti “un po’” che ha detto, oltre che ovviamente dall’immortale “governerò come se avessi il 49% anche se gli italiani mi daranno il 51%”; e gli italiani, infatti, gli hanno evitato il dilemma. ora, il programma di renzi, era così in controtendenza rispetto all’agenda monti, che è uscita sonoramente (e giustamente) bocciata dal voto, assieme a quelli (bersani) che ad essa non si sono mai opposti con la dovuta fermezza? io direi decisamente di no. sulle riforme (si fa sempre per dire) del lavoro e delle pensioni (una cosa assurda), che poi sono gli unici due provvedimenti presi dal governo monti (sfido tutti a trovarne altri; ah già, la cura profumo per la scuola e l’abbuono dell’imu agli enti ecclesiastici targato riccardi), renzi non ha trovato nulla da ridire: “sono necessari”, ha detto, e qualcuno dei suoi si è anche spinto più in là dicendo che monti e la fornero avrebbero dovuto andar giù più pesanti. poi già oggi si iniziano a vedere gli effetti nefasti (o inconcludenti, quando va bene, come per le finte partite iva che avrebbero dovuto essere debellate e invece sono sempre vive e lottano insieme a noi) delle tanto decantate “riforme”. insomma, l’”agenda renzi” non ha niente di diverso dall’”agenda monti”; e l’”agenda monti” è la vera sconfitta di questo voto. come si fa allora a sostenere che è renzi quel che ci vuole? l’unico argomento che si può usare è l’abilità comunicativa di renzi, il tratto che lo distingue da tutti (o quasi tutti) gli altri politici di oggi. ma mi sembra, davvero troppo poco, perchè la storia recente ci insegna che non è assolutamente detto che un bravo comunicatore sia poi anche un bravo governante (anzi, tenderei a propendere per la tesi opposta).
p.s. neanche sull’aspetto comunicativo renzi è poi così nuovo. riguardatevi, se potete, il bel film “the queen”, e concentratevi, invece che sull’immensa helen mirren, sulla (molto ben ricostruita) figura di tony blair. eravamo nel 1997…
Le Leopolde descritte come “quelle a cui andavano i fedelissimi”… più che Ottimista mi sembri Candide.
C’è una differenza tra Geloni ed il responsabile nazionale feste: questi tira su soldi, l’altra li spreca
Jacopo
Quel che non mi sembra che si capisca è che Bersani ERA ED E’ la sinistra del partito. Fassina, il suo responsabile economico, tirava bordate contro la tecnocrazia europea e sosteneva la rinazionalizzazione di un sacco di aziende. Fassina era quello che le fondazioni bancarie vanno bene così (cosa detta in mezzo allo scandalo MPS). L’ala bersaniana è quella che se potesse rivedrebbe la riforma delle pensioni esattamente volete fare tu e Vendola.
E così via.
Quindi questa maggiore pendenza a sinistra non capisco su cosa si dovrebbe poggiare, poi, alla fine. Cos’è? Dov’è?
Filippini, forse hai fatto confusione
@uqbal
“l’ala bersaniana” e bersani, questa la mia impressione, non coincidono più di tanto quanto a esternazioni. fassina, orfini, e gli altri, effettivamente hanno parlato di rivedere la riforma delle pensioni: cosa giusta, non può esistere che chi ha iniziato a lavorare a 17 anni venga mandato in pensione dopo i 60. un’azienda come la fiat, tanto per restare a fassina, non dico che andrebbe nazionalizzata (anche perchè non credo che lo stato se lo potrebbe permettere), ma di certo neanche investita da peana adoranti verso marchionne, come capita di sentire da parte renziana. sulla “tecnocrazia europea”, che è tutt’altra cosa rispetto al termina “europa” (le istituzioni POLITICHE europee oggi contano come il due di coppe con briscola denari) la penso, di nuovo, esattamente come la famosa “ala sinistra”. bersani avrebbe dovuto dire qualcosa in più di sinistra, durante la campagna (il famoso “profumo di sinistra”, che vendola si è sforzato di sentire; io no, sarò raffreddato), stare in mezzo alla gente, alla nostra gente (e non lo ha fatto, mai; grillo invece sì che l’ha fatto; torniamo al discorso di prima), non incuiciare con monti, dare un segnale di cambiamento e non di grigia continuità.
fare insomma quel che ha avuto il coraggio di fare ieri (consigliato, pare, proprio dall’ala sinistra e da vendola). risultato, un ottimo (speriamo, le premesse ci sono) presidente del senato, e una splendida presidente della camera; le facce cadaveriche nel pdl; i montiani ridotti a comparse; i grilloni in confusione, tra liti ( fra di loro) e minacce di epurazione (direttamente dal padrone del marchio, poco dopo aver detto che “è merito nostro se il pd ha cambiato i candidati”: linea chiara, non c’è che dire).
p.s. una volta to, do ragione all’ottimista. a dire che “alle leopolde varie sono andati i fedelissimi di renzi” non è stato lui (uno dei suddetti fedelissimi), ma io. e continuo a pensarlo; se non vogliamo chiamarli fedelissimi, usiamo un altro nome: attivisti, sostenitori, che ne so. ma ci siamo capiti.
Jacopo
Non è che se scrivi post prolissi diventano più veri. I bersaniani si chiamano così perché erano nella segreteria di Bersani. Abituati all’idea che il legame c’è. Se chiudi un occhio, strizzi l’altro, ti giri a sinistra, inclini la testa le cose le vedi diversamente, e con un po’ di pazienza come le vuoi tu, ma non è che le cose cambiano per questo. Bersani fa e dice le stesse cose che diceva prima, vediamo un po’ se gli Italiani son contenti.
Per il resto, non sto a ripetermi.
Mi scuso con l’ottimista e, Jacopo, tu non hai idea di cosa siano le Leopolde.
no, vecchio uqbal, è qui che non siamo d’accordo. il bersani di questi ultimissimi giorni, finalmente risoluto (tocchiamo ferro), è lontano anni luce dal bersani tremebondo e tatticista di poco tempo fa; quel bersani, quello pre-elettorale, non dice le cose che dice adesso, per la semplice ragione che, in realtà non ha detto niente. nulla. zero assoluto. e lo scarto si nota, si nota parecchio. il bersani di adesso, non è assolutamente in continuità col bersani della (non) campagna elettorale. e quindi non sono d’accordo quando affermi che bersani “ha sempre detto” le cose che dicono i cosiddetti turchi. ripeto, a costo di essere ripetitivo e prolisso, che le uniche cose sicure che si sono capite da bersani in campagna elettorale, erano le seguenti: 1), continuità rispetto all’opera del governo monti (“c’è qualcosa da correggere ma non possiamo stravolgere” diceva), e quindi 2) “anche se avrò il 51% penserò come se avessi il 49%”, per unire “tutte le forze europeiste e non populista” (cioè casini, mario mauro, gabriele albertini e poi la rota vender, la borletti buitoni, fini e bocchino, senza dimenticare lo stesso monti, così sensibile al fascino della cadrega). che poi la sveglia sia arrivata a causa di un pessimo risultato elettorale, a sua volta figlio di una condotta suicida in campagna elettorale, è elemento che ci può far sperare che bersani abbia capito cosa si deve fare e cosa è meglio evitare. ma dire che non ha cambiato nulla, mi sembra un po’ strano…