Forse non ci siamo capiti. Non importa cosa dice Grillo. Non importa che si contraddica, e non importa nemmeno che ci siano fascisti tra gli eletti del M5S: al limite, è una cosa che gli porterà voti, come sempre – sempre – succede in questi casi. C’è poco da pestare i piedi. Non siamo nelle condizioni di dire o fare alcunché di buono, non siamo nella posizione di criticare nessuno, anzi: per come siamo messi, siamo dannosi per noi e per gli altri. Meglio farsene una ragione, in fretta.
Il coraggio di accettare le cose che non si possono cambiare
Quella partita, la partita del Governo, o di eventuali nuove elezioni, non importa, non è nelle nostre mani: non sappiamo come andrà a finire, non siamo noi a stabilirne le regole, a dettare l’agenda (quello poi, non l’abbiamo fatto mai) e per questo dobbiamo accettare, con grande serenità, che possa finire anche nel peggiore dei modi. La serenità di chi è con le spalle al muro, di chi ha finito le opzioni. Di chi capisce di esserlo, soprattutto, e non si illude di potere ancora continuare come prima, come se niente fosse. L’illusione di poter ancora recuperare, di far finta che non sia successo nulla, di pretendere di poter trattare, di promettere che domani andrà meglio, pretendendo che qualcuno ci creda. E’ finita. Non succederà, e non siamo nemmeno lontanamente in grado.
La forza di cambiare le cose che si possono cambiare
Sperando che non sia troppo tardi, questa volta o mai più, dobbiamo decidere chi vogliamo essere. Mollare le vecchie compagnie, e le vecchie abitudini. Avere sulle cose opinioni che non siano più intercambiabili.
Risolvere il conflitto di interessi, per noi, è una priorità, o possiamo tranquillamente fare un governissimo col Pdl e metterla da parte? E la legge sulla corruzione? La riforma della politica, con la cancellazione dei privilegi? Siamo ancora dalla parte della Tav? E il consumo di suolo, lo difendiamo o andiamo avanti a far costruire le Coop per sanare i bilanci dei comuni con gli oneri di urbanizzazione? Difendiamo gli inceneritori, perché mettere in efficienza la differenziata tocca troppi interessi, o puntiamo sulle soluzioni a rifiuti zero? Andiamo avanti a difendere un finanziamento pubblico indiscriminato ai partiti e ai giornali che non necessita di alcun rendiconto, sventolando l’alibi della democrazia e della libertà di stampa, o diamo un taglio alle clientele che hanno proliferato per decenni? Iniziamo a toccarle, le rendite di posizione, o continuiamo a infilare tasse su tasse negli stipendi della gente che lavora? Le togliamo, le mani dalle nomine, o appena si dovesse insediare un governo tecnico ci mettiamo in coda per avere la nostra quota di spartizioni?
Perché insomma, sin qui non siamo mica stati così chiari, non sempre. A volte a parole e non nei fatti, altre volte nemmeno a parole. E abbiamo passato più tempo a giustificarci per le nostre posizioni, che ad andarne orgogliosi. Sarà banale dirlo, di fronte alle complesse alchimie dei soloni della strategia, ma tra dire le cose e non dirle, o dirne di altre, passa la differenza tra prendere voti e perderne. Per capirci.
E la saggezza per capire la differenza
Questo è quanto. Non c’è altro. Il Governo, il Paese, tutto il resto? Non dipende da noi: qualsiasi riflesso non dico ad agire, ma anche solo ad aprire bocca, a prescindere dalle motivazioni, che sia genuino senso dello Stato o istinto di sopravvivenza, è assolutamente inutile. Capirlo è fondamentale, per non insistere nell’errore, per non peggiorare la situazione. L’unica nostra opzione è guardarci dentro, curarci, guarire. Poi vedremo: se cambiamo noi, se miglioriamo, chissà, forse poi miglioreranno anche i nostri risultati, un giorno o l’altro. Se sapremo sopravvivere alla cura, che è un grosso se. E forse, se dimostreremo di esser cambiati, cambiati sul serio, forse saremo persino in grado di essere di nuovo meritevoli di fiducia, forse potremo dare un contributo finalmente importante, utile, e migliorare le cose per tutti.
E’ poco, è tanto? Non importa: è l’unica opzione, ed è comunque più di quanto abbiamo ora.
paolo ti unisci a chiedere a gran voce la ricostruzione immediata di città della scienza?
Molto volentieri.
La realtà è che il tanto invocato azzeramento dei dirigenti del partito NON BASTA, se non si accompagna a un’abiura convinta e convincente del centrismo montista e dei suoi disastri, perché il motivo della sconfitta sta nell’appoggio al governo Monti, e nell’aver votato senza colpo ferire leggi che nel caso migliore erano pannicelli caldi, nel caso peggiore delle vere porcate (vedi la legge Severino che oggi salva gli amici di Penati).
E’ chiaro o no? E lo chiedo soprattutto ai tanti bersaniani oggi fulminati sulla via di Firenze.
dai facci un post
stemerde
Complimenti, ottimo post!
Ragionamento perfetto. Peccato l’introduzione…. non serve, come non serve parlar male degli altri per giustificare un po’ se stessi. Comunque un’analisi seria, il PD ha prodotto una nuova e valida generazione, ma l’ha messa sotto naftalina, in attesa che si riconosca in quella vecchia. Ribellatevi!
Certo che leggere post come quello di Spagnolo fanno davvero cadere le braccia. L’appoggio al governo Monti lo ha dato anche il nano che se la campagna durava una settimana in più a quest’ora avrebbe avuto la maggioranza assoluta. L’appoggio ha pesato ma mentre appooggiavamo il governo Monti i sondaggi (farlocchi per carità) ci davano al 35%. Poi è cominciata la campgna elettorale dove ci siamo distinti per non aver detto assoplutamente nulla, anzi. A Formigli che chiedeva di dire qualcosa sulle tasse, Bersani rispondeva: mai più un condono. Ora dico io, cosa cazzo c’entra? Tranne la TAV alcune di quelle cose che menziona Popolino nel post, Renzi a Firenze le sta mettendo in pratica (vogliamo parlare di consumo di suolo e addizionale irpef più bassa)?
Ora, si può fare come Popolino che coerentemente continua a non menzionare Renzi perché gli sta sul culo ma che comunque invoca il cambiamento drastico oppure dotarsi di un sano pragmatismo (anche perché tempo 8 mesi-un anno e si vota) e ammettere che un candidato potenzialmente (non ricomincio con il se ….) vincente noi ce l’abbiamo già. Già a dicembre quando polemizzavo ferocemente con il nostro blogger preferito dicevo che a me non fa impazzire ma, scusate l’eufemismo, io mi sono rotto il cazzo di questa diriegnza e mi sono rotto il cazzo di “non vincere” le elezioni. quindi, vedemo che se pò fa!!!!
dacci la pazienza perché se ci dai la forza qui si fa una strage
Io non menziono, come giustamente dice Ottimista, perché se anche ho un opinione, non solo non so più se sia corretta, ma non sono nemmeno più certo che abbia senso dirla. Come ho scritto altrove, quando succederà (non aggiungo un “se” perché potrebbe sembrare malizioso), farò la mia parte, come l’ho fatta sin qui.
Però scusa, non capisco. Non c’è contraddizione tra il dire “non importa cosa il M5S sia, dobbiamo guardare a noi” e il fatto che tu per primo, forse per amor di battuta, sei pronto a spendere tante, molte parole sulle loro ingenuità e contraddizioni ?
Non c’è contraddizione, è la differenza tra cazzeggio e cose serie.
speriamo che lo capiscano tutti, quello che scrivi; a cominciare da Renzi.
Ho il sospetto che nel Pd possa prevalere l’interpretazione auto-assolutoria: “hanno sbagliato gli elettori delle primarie; ma ora facciamo la cosa giusta, candidiamo il “nostro” Renzi e andrà tutto a posto”.
Spero che lo stesso Renzi capisca che una sua candidatura a premier non è sufficiente.
Inutile che vada a parlare con Monti o a farsi intervistare da Floris: se vuole davvero cambiare le cose, stavolta deve passare dal Congresso. Insieme ai compagni di strada che si sceglierà (e speriamo che stavolta ci pensi meglio)
Beh, Silbi potrei anche dirti che sui compagni di strada la cosa ha funzionato da entrambe le parti. Durante le primarie la cosa più gentile che gli avete detto era che è di destra e che aveva un conto cifrato alle Cayman, salvo poi incensarlo quando ha fatto quello che aveva detto 750 volte. Secondo me siete rimasti stupiti perché abituati a Letta e D’Alema che sostengono qualcuno di facciata per poi pugnalarlo alle spalle (e qui ci metto anche il buon Pigi dopo la “disfatta” da 34% di Uolter che cominciò la sua campagna per il congresso a urne praticamente ancora aperte).
Non è piaggeria, perché mi piace farlo incazzare, ma se ci fossero più Renzi e Popolino nel partito (questo è un se sul quale mi sento di potermi sbilanciare) non straremmo qui a pendere dal blog di Grillo che ci sta coglionando ormai da una settimana
fatto è che Renzi la sua scelta l’ha fatta già nel 2010, lasciando Prossima Italia.
E alle primarie si è scelto come compagni quei genii che stavano per sputtanare tutto con la polemica sulle iscrizioni dopo il primo turno.
E ora, spero di sbagliarmi, ma mi pare proprio che si stia alzando dalla riva del fiume.
Non è di questo che abbiamo bisogno. Non di candidare un (presunto) vincente e coltivare “l’lillusione di poter ancora recuperare, di far finta che non sia successo nulla, di pretendere di poter trattare, di promettere che domani andrà meglio, pretendendo che qualcuno ci creda. E’ finita. Non succederà, e non siamo nemmeno lontanamente in grado.”
Dobbiamo ricomnciare tutto daccapo, come dice Paolo: “l’unica nostra opzione è guardarci dentro, curarci, guarire. Poi vedremo: se cambiamo noi, se miglioriamo, chissà, forse poi miglioreranno anche i nostri risultati, un giorno o l’altro. Se sapremo sopravvivere alla cura, che è un grosso se. E forse, se dimostreremo di esser cambiati, cambiati sul serio, forse saremo persino in grado di essere di nuovo meritevoli di fiducia, forse potremo dare un contributo finalmente importante, utile, e migliorare le cose per tutti”.
Nel frattempo, viene giù tutto. Ripeto, lascia stare il paragone tra i compagni di viaggio che i bersanoidi li stai vedendo ora come abbandonano la nave e come vagheggiano governissimi. E fammi qualche esempio che supporta la tua lettura del cinese che si alza alla riva. Perché stasera è a Ballarò o perché domani va in Direzione? (però lo criticavate quando non ci andava e cosa è la Direzione te lo spiega benissimo Popolino qui sotto). Poi, il fatto di essere andato via da Prossima lo reputo anche io un errore ma non è che Prossima ha l’esclusiva sulle cose giuste da fare nel partito. Non voglio toccare nervi ancora scoperti ma appoggiare Bersani dopo le critiche degli ultimi due anni non è che abbia fatto molto bene alla credibilitá di Prossima imho. Ma lasciamo stare perché è una discussione stucchevole. La discussione vera è se uno vuole il partito del Lingotto o il partito socialdemocratico che hanno in testa Bersani, Fassina e Orfini. Il pds il 25% lo prende sempre ma nn si schioda da lí. Scusa Silbi ma io sono un sempliciotto e penso che in democrazia i simboli hanno una potenza enorme. Quindi, prima di intraprendere una qualsiasi discussione, a me piacerebbe una direzione dove, uso una metafora, si offra al popolino la testa di tutti i dirigenti attuali e si dice: signori siamo dei falliti, perdonateci. Ora tocca a voi. Scommettiamo che una mossa del genere ti porta il 3% anche se a guidare il partito chiamiamo Nano orso capo? ( geniale satira di corrado guzzanti che imitava uolter).
Se poi vuoi continuare a fare l’analisi, fai pure. Come direbbe Venditti (quello vero) qui abbiamo giá indossato l’elmetto e prima che colpi di cannone sta piovendo qualche ltra cosa…
la diosucssione vera è se il partito si vuole finalmente cambiarlo, per davvero, o no.
se Renzi non si fosse sganciato, se si fosse chiesto il congresso anticipato un anno fa, si poteva davvero provare a rivoltare il Pd come un calzino. E poi correre alla premiership, perfettamente legittimati, con un partito nuovo e forte dietro di sè.
Quella cosa, che non si è fatta allora, bisogna farla adesso – per forza, direi.Mi pare che è quanto sta chiedendo anche Paolo (se sbaglio, correggimi, Pop).
Ma il mio timore è che Renzi, alzatosi dalla riva del fiume dopo aver visto passare il cadavere di Bersani, dica semplicemente “ora tocca a me”. E che i vertici del partito, pur di non mettersi in discussione, decidano di accelerare verso le elezioni e di candidarlo.
Ecco, questa sarebbe un’altra occasione sprecata- e, decisamente, l’ultima
Tornate utili per chiarire una cosa che cercò di spiegare da mesi: lo capite che, se non sono in grado di capirsi due persone come voi, non andiamo da nessuna parte? Ecco, allargate lo schema a tutti quanti i democratici, e avrete il problema nella sua interezza.
Bravo paolo (mi riferisco al tuo commento delle 19.52). Siamo di fronte allo storico problema della sinistra trasferitosi paro paro nel PD.
evvabbè. Ne riparliamo domani sera, quando si sarà capito di che morte dovremo morire
Pingback: alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 05.02.13 | alcuni aneddoti dal mio futuro
Ha ragione l’Ottimista tutta la vita. L’Ottimista e Silbi nel PD non si devono incontrare a metà strada: è Silbi, così come Spagnolo o anche tu Paolo, già più dubbioso ma ancor troppo reticente, che dovete concedere qualcosa di più. Non è più tempo di una opzione di sinistra del PD (a sinistra del PD è rimasto un 2% di elettori duri e puri). Sono sacrosante le parole dell’Ottimista sul PD-PDS che il suo 25% lo prende sempre ma poi non si schioda da li: è esattamente quel che è successo.
In effetti a tirare in ballo Renzi si passa per ripetitivi ma l’argomento del contendere, specie dopo il risultato elettorale, è proprio quello. Non tanto per lui come politico e per le sue prospettive, ma per gli argomenti, al netto della rottamazione, che ha posto durante le primarie. Il tema in parole semplci, è quello di dare rappresentanza a chi lavora.
Silbi, Renzi ha chiaramente detto che ci vogliono nuove primarie per il candidato premier, quando sarà il momento. Non credo che Renzi correrà mai per la segreteria del PD, per inciso
Il PD è qualcosa di più della socialdemocrazia. La democrazia è un’ottima cosa, ma bisogna andare oltre lo schema rigidamente socialdemocratico. Il PD è nato per questo.
C’è un soffitto di vetro, il 35%, che né Berlinguer né Veltroni né Bersani potranno mai sfondare se non andando Oltre.
Cosseddu ha fatto un ottimo ragionamento.
Renzi, via congresso o primarie come lui stesso ha detto, è una persona adatta ad interpretare tutto questo.
Mi fa molta tristezza vedere persone come Silbi che stanno ancora lì a recriminare. Silbi, il PD in questo momento è il Titanic. Renzi, per quanto non ora, è una scialuppa, e tu non vuoi salire a bordo per via di quei cinque euro che vi siete giocati a settemmezzo tanti anni fa. Oh, poi se non la pensi come lui sei liberissima di non aderire al progetto, però almeno si possono evitare la diffidenza, la paura e la sfiducia continue.
Basta, per favore. Basta.
Ho appena sentito Civati fare un’apertura molto interessante a Renzi dalla Bignardi. Mi stavo commuovendo. Civati segretario e Renzi candidato premieri e poi vediamo. Scusate ma sono ancora commosso
vabbè, che vi devo dire, speriamo in bene.
Io so solo che il Pd che vorrei io è quello di Prossima Italia.
Nè liberale, alla Blair o alla Renzi delle primarie; nè socialdemocratico alla Bersani/Fassina. L’uno perde a sinistra (dove tutti dicono che gli elettori non ci sono più, perchè guardano ai risultati di Vendola o di RC; ma il punto è che quegli elettori ci sono, non son neanche pochi – solo che han votato M5S, secondo me); l’altro perde al centro, che peraltro – al momento – mi sembra un “luogo” politico piuttosto ridotto (che fine han fatto i famosi moderati? Tutti astenuti?)
E poi voglio un partito nè “bocciofila” o “ditta”, con le sue chiusure, i suoi sospetti verso chi viene da “fuori”; ma neanche comitato elettorale del Leader. Un partito cha sa dialogare con la società, i movimenti, le associazioni, inglobando ed indirizzando le energie che vengono da lì…
Ora, Bersani ha coraggiosamente deciso di andare a schiantarsi contro il M5S. Sa che deve morire e vuole farlo in battaglia, con dignità; penso sia giusto concederglielo, anche per il bene del Pd.
Ma tra poco deve esserci il Congresso, dove la lotta per il rinnovamento si farà sul serio. Se Renzi e Civati si ritroveranno, ben venga. L’atteggiamento elusivo ed ondivago di Renzi mi lascia un po’ perplessa; ma vedremo.
L’importante è che tutti si sia al servizio di un progetto condiviso, facendo squadra, lasciando indietro le ambizioni personali
Silbi, il M5S dove lo metti? Pesca a sinistra (poco, e solo tra i meno qualunquisti), pesca al centro, pesca a destra (in gran parte secondo me). Anche a ragionare con vecchissimi schemi, la geografia politica non è:
M5S – Ingroia – SEL – PD e costellazioni – Monti – PDL etc (da sinistra a dx).
La chiave è parlare ai cittadini, uno ad uno, contetto liberale se ce n’è uno.
Prossima Italia non è niente (nei temini che dici, di corrente o di weltanshauung o come cavolo si scrive), è tutto invece per come la penso io (una porta aperta, un pensatoio, uno strumento, un luogo d’incontro).
Qualche politico ageé direbbe che è il lievito. Terribile metafora nell’era del 2.0 ma provate a fare la pizza senza il lievito.