13 DICEMBRE 2012

La storia del tacchino

E’ vero, ci sono alcune buone ragioni nel pessimismo e nell’insoddisfazione che in queste ore alcuni – pochi, in realtà – stanno manifestando a proposito delle primarie per i parlamentari convocate dal Pd (e da Sel). Ed è sicuramente vero che, se ci avessero dato retta, ci sarebbe stato tutto il tempo di normare seriamente la materia, e di farle con tempi meno stretti, anche in caso di elezioni anticipate.
Ma alla maggior parte degli osservatori non può sfuggire la portata della decisione, e soprattutto valutandola in prospettiva molte obiezioni perdono un po’ di sostanza, anzi, a dirla tutta sembrano tentare disperatamente di ricreare e trascinare la contrapposizione orizzontale che abbiamo vissuto fino a due settimane fa, quando con le primarie dovevamo scegliere il candidato premier. Coi principali protagonisti a dissociarsi dalla zuffa, saggiamente.
La data, certamente non è felice. C’è ancora la possibilità che slitti dal 29 dicembre fino al 5 gennaio, ma di sicuro il 12 sarebbe stato meglio. E certo un po’ di gente sarà ai monti, ai laghi o al mare, per le feste, ma è anche vero che molti altri saranno a casa – la crisi, sapete – e venti minuti per fare un salto al seggio dopotutto potrebbero pure trovarli.
Che poi la platea elettorale si basi sull’albo degli elettori appena registrato mi pare normale, altrimenti non si capisce perché diavolo lo abbiamo fatto, questo cavolo di albo. Semmai il tema è quello di prevedere una nuova finestra per gli ultimi arrivati, anche se in tutta onestà mi viene da chiedermi in che buco può aver vissuto un elettore democratico, negli scorsi mesi, per aver trascurato un impulso a partecipare che oggi troverebbe improvvisamente irresistibile.
Infine, c’è il poco tempo a disposizione, poco tempo per fare tutto: presentare le firme, far campagna, votare: tutto in due settimane, forse meno. Cosa che, dicono i più, faciliterà i candidati già forti.
E può darsi, per carità, anzi è probabile. Anche perché dovremo poi ragionare con le regole davanti, per capire non tanto come funzionerà nei collegi, ma come i risultati nei collegi saranno posizionati nelle liste. Realisticamente, se una primaria su dieci finisse con un risultato imprevisto, penso che sarebbe già un risultato di cui esser contenti. Non completamente, perché con un percorso più strutturato le sorprese sarebbero forse state di più, ma l’alternativa era star seduti ad aspettare che da Roma mandassero i nomi, bullonati al foglio con tasselli da 12. Facendo una previsione grossolana, se il centrosinistra mandasse nel prossimo Parlamento 500 eletti, di cui una cinquantina outsider svincolati da dinamiche correntizie e poltronizie, beh, sarebbe comunque meglio di un calcio in bocca.
Quel che dovrebbe passare, in queste ore, è però uno sguardo un po’ più lungo, in cui cercare di far accettare il concetto che, ora che le abbiamo inaugurate, le primarie diverranno stabilmente il sistema con cui il Pd sceglierà i parlamentari da oggi in poi. Con il Porcellum, certo, ma anche nell’eventualità di un sistema maggioritario: perché, dopotutto, come diavolo dovrebbe sceglierli, il Pd, i suoi candidati in collegi uninominali, se non con le primarie?
Insomma, dopo tutto quello che abbiamo dovuto digerire in questi anni un po’ di smania è sacrosanta, ma l’impegno deve immediatamente rilanciarsi verso il futuro, e il punto è fare in modo che il Pd si doti di un regolamento serio, e di una prassi consolidata (oltre che di una legge elettorale comprensibile, ovviamente). E questo è sicuramente un argomento che metteremo in campo nel 2013, nel congresso del Pd.
Già mettendo in conto che si manifesteranno tutte le resistenze immaginabili, ma sapete come vanno queste cose: una volta che hai sbloccato il sistema, che hai incrinato la diga, che hai aperto alla partecipazione dei cittadini, per quanto un po’ frettolosamente, poi ti tocca farlo per sempre, perché l’opinione pubblica lo chiede, perché gli elettori lo danno per scontato, e perché indietro non si torna, i processi storici nei paesi democratici sono così. E questo è il motivo più importante per cui oggi esser cauti, ma anche contenti.
Per citare uno che di metafore se ne intende, il passerotto lo abbiamo acchiappato, ma anche il tacchino ha le ore contate. Basta solo avere un po’ di pazienza.

  1. c’è una sola cosa su cui non concordo:

    la finestra per le iscrizioni all’albo va aperta, assolutamente.

    Altrimenti i delusi del M5S come li recuperiamo?

    “Lasciate che i grillini vengano a noi, e non glielo impedite”…

    silbi
  2. Le regole prima di tutto, anche stavolta. Pero’ credo che 50/500 non sarebbero un buon risultato, in fin dei conti. 250/500 e’ la soglia che proporrei, per il mantenimento della decenza: 250 trafficoni/dinosauri ma capaci di vincere in un collegio uninominale contro onesti/giovani outsiders ci sono, purtroppo. 450 invece ritengo proprio di no, per cui se 450 fossero i trafficoni/dinosauri/piante di ficus che il csx arriverebbe a portare in parlamento, contro 50 onesti/giovani ousiders, vorrebbe dire che avremmo 200 candidati indigeribili, e sono oggettivamente troppi.

  3. Questo perché tu conti tutti i 450 come indigeribili. Se Pippo vince le primarie nel suo collegio, e credo proprio le vincerà, non credo sarebbe corretto considerarlo un outsider, e a me pare digeribilissimo.

  4. Non e’ un outsider, ma e’ certo onesto (onesto intellettualmente, non solo penalmente).

  5. Appunto. Non è che tra i parlamentari del Pd ci siano solo stronzi, eh.

  6. O Paolo, ma i parlamentari del PD al memento sono? 300?

  7. Più o meno. Io facevo un conto grossolano di tutto il csx.

  8. 308, ecco. Criteri per indigeribilita’:
    essere in politica dai tempi dei tempi
    essere degli intrallazzoni peraltro indagati
    aver saltato da dx a sx con nonchalance negli utlimi 20 anni
    essere nei fatti contrari ai principi fondanti del PD
    non aver fatto mai una sega fuori da un partito
    Son criteri bastanti per non ricandidarne per lo meno la meta’?

  9. No Francesco, stai esagerando, sono meno. Non facciamo caricature, per cortesia.

  10. Fammi capire: e’una sfida ad enumerarli?

  11. No, fammi capire tu. Siamo al bar? Vuoi che ti dica che rubano tutti? Perché io non te lo dico. Il Pd, tanto per cominciare, ha criteri di incadidabilità più restrittivi delle leggi dello Stato. Quelli con più di tre mandati devono presentare richiesta di ricandidarsi, e il numero di deroghe è limitato. ce ne saranno tanti lo stesso? Sì, può darsi, e sicuramente è una cosa da cambiare, noi peraltro il problema lo poniamo da anni, ma siccome l’alternativa era di ritrovarseli in lista senza nemmeno le primarie, secondo te sarebbe stato meglio?

  12. No, macche’ bar, suvvia… Le condizioni che mettevo in fila non devono mica verificarsi tutte insieme. Abbiamo onestissimi ed integerrimi deputati che non farebbero mai passare una legge che possa dare veri diritti ad una coppia gay, per esempio. Li ricandidiamo? Probabilmente si. Ecco io speravo (spero) che le primarie possano fare in modo che questi alla prova dei fatti non raccattino abbastanza voti democratici da far loro superare la concorrenza di candidati altrettanto integerrimi ed onesti ma piu’ aderenti ai principi fondativi del PD (l’uguaglianza, tanto per dire). Tu mi consideri una vittoria il fatto che di 10 di questi UNO non passi le primarie. Per me invece la vittoria sarebbe che almeno 5 non lo facciano. Son punti di vista.

  13. E’ vero che l’appetito vien mangiando… ma quando uno muore di fame, portare a casa un piatto d’insalata è vitale… poi i condimenti li cercherà dopo. Ma intanto, sopravvive.

  14. Vabbe’, allora accontentiamoci, che vi devo di’… E ancora dobbiamo vedere il regolamento…

  15. Francesco, le mie speranze sono le tue. Ma con questi tempi ristretti, e sapendo benissimo che di primarie poteva non essercene mezza, cerco di fare un ragionamento realistico, e di usarlo come base di un percorso, almeno quello.

  16. Che ne pensate della questione che pone andrea sarubbi? http://www.andreasarubbi.it/?p=8373

    A me pare una osservazione ragionevole della quale tenere conto.

    FaustoB
  17. “Non è questo il luogo opportuno per discutere di certi argomenti” (cit.) :)

  18. scusa, fammi capire, se a me la scelta del “candidato premier” (chiamiamolo così anche se nei fatti non lo è) era assolutamente indifferente ma non lo è quella dei parlamentari, ciononostante non potrei votare? qs perchè non ho manifestato un impulso a partecipare, cm tu lo definisci, non votando alle primarie per la scelta del candidato premier?

    oltretutto trascuri un dato non da poco. le primarie di novembre erano di coalizione. queste sarebbero primarie del pd.

     

    cham
  19. Va bene, stendiamo però un velo pietoso su come la partecipazione alle priamarie del 25 e del 2 sia stata limitata surrettiziamente. Avrebbero votato in 7 milioni, altrimenti, o quantomeno 5.

    Non sarà così, ed accontentiamoci, ma l’apertura a:

    1) tesserati del PD che non hanno votato

    2) i famosi 111 mila che fecero richiesta

    sarebbe la cosa migliore

  20. Una domanda sul voto aperto o ristretto: non pensate che, pur essendo elezioni politiche, proprio perché si parla da anni di recuperare quel legame “eletto-territorio” perso coi listini blindati del Porcellum, le primarie abbiano anche una forte valenza locale?
    Magari c’è chi non si è mosso per scegliere tra Bersani e Renzi, ma vorrebbe scegliere, tra una rosa di nomi, quale parlamentare verrà (forse) eletto dalla sua città o provincia: molto spesso, nei collegi, i candidati li si conosce. Quello che dice Paolo  (“mi chiedo in che buco può aver vissuto un elettore democratico, negli scorsi mesi, per aver trascurato un impulso a partecipare che oggi troverebbe improvvisamente irresistibile”) probabilmente non tiene conto dell’aspetto “localistico” della vicenda che, lo ripeto, è sempre stato promosso da tutti come un “bene da recuperare”, sia attraverso una legge elettorale decente (che non c’è) sia attraverso le primarie parlamentari che, a detta di tutti, servono anche per “raddrizzare” la piu’ evidente stortura del Porcellum.
    Buona giornata a tutti

    edoardo tagliani
  21. ribadisco (e vediamo se qualcuno mi si fila…): le iscrizioni all’albo vanno riaperte, almeno on-line, almeno per qualche giorno.

    Metti che a qualche ex stellino deluso venisse voglia di partecipare a primarie un po’ più “vere”…

    silbi
  22. Ho scritto “il tema è quello di prevedere una nuova finestra per gli ultimi arrivati”, quindi datevi tutti una calmata. Semplicemente, non penso che ci saranno folle di nuovi elettori, anche perché, ripeto, nel caso mi verrebbe da chiedermi perché diavolo non si fossero iscritti prima. Essendo stato ripetuto in tutte le salse che quell’albo avrebbe poi definito il bacino di riferimento, come dire, forse era il caso di registrarsi comunque: che è vero che erano primarie di coalizione, ma ora i parlamentari li scelgono Pd e Sel, ieri il premier lo sceglievano Pd e Sel… Ah, già, e i Marxisti per Tabacci.

    Il caso dei centomila iscritti tramite domenicavoto.it in questo senso è emblematico. Era un’idea pessima, come ho scritto e come si è poi visto, ed è proprio quel genere di stronzata pericolosa che spero non si ripeta, ma per fare un esempio nei collegi della Brianza fioccavano le richieste a firma Silvio Berlusconi: per dire della serietà dello strumento, e cosa bisognava fare, accettarle? Ma anche fosse, che io sappia, tre milioni più centomila non fa sette milioni. Filippini, con tutte le cagate e le previsioni sbagliate che hai fatto ancora parli? Un po’ di pudore, suvvia.

  23.  

    L’unico punto che vorrei evidenziare, è che non necessariamente chi non si è registrato era distratto. A qualcuno la competizione non piaceva e non trova rappresentanza nei candidati. Mentra magari può trovarla in quelle per il parlamento, che sono anche espressione di vicinanza e di territorio. Riaprirei le iscrizioni quindi, per qualche giorno, senza pensarci troppo.

  24. Noblesse oblige. Se questo è il viatico.

  25. @Filippini, Renzi ha perso, fattene una ragione. Candidati alle primarie, vincile, vinci le elezioni e cambia l’Italia tu, che Bersani da solo non ce la fa. :)

    Antonio Petiva
  26. Pingback: Quelli che le #primarieparlamentari « Andiamo a Berlino

  27. Filippini, ringrazia che puoi venire qui a commentare e fare gli screenshot per il tuo blog, altrimenti l’avresti già chiuso.

  28. @Antonio

    Come dire che di quel 40% che ha votato Renzi il PD non sa che farsene, ed e’ meglio che guardino altrove? Se questo e’ l’atteggiamento ‘sto partito non va molto lontano…

    Lorenzo M.
  29. Grazie Lorenzo ma lascia stare, ho le spalle robuste…

  30. No, come dire che non ci sono quattro milioni di elettori che sono rimasti a casa spaventati dalle regole cattive. Anche nelle stronzate servirebbe un pochino di misura.

  31. a quel 40% che ha votato Renzi una dedica sincera di stare tutti insieme appassionatamente!!

    https://www.youtube.com/watch?v=5zPMfwRTedE

     

    Antonio Petiva
  32. @Filippini dalle spalle robuste, ce li hai tutti nello zaino quegli appunti della commissione provinciale per l’ammissione al voto con email ?? pulipulipu…..

    Antonio Petiva
  33. Mi candido anch’io!! Nel collegio Hawaii-Seychelles!! VOTA ANTONIO VOTA ANTONIO!

     

    0

    Antonio Petiva
  34. Scusa Paolo se insisto, ma non mi hai ancora risposto…

    non credi, che, ragionevolmente, una parte dei simpatizzanti del M5S potrebbero aver voglia di partecipare alle primarie del pd, ora che hanno avuto un assaggio della democrazia interna del Movimento?

    non credi che dovremmo riaprire le registrazioni all’albo per accogliere questi elettori, che magari – pensa un po’ – un tempo erano NOSTRI elettori??

    La trovi un’ipotesi così strampalata?

    Se hai tempo di rispondermi, tra una polemca e l’altra, te ne sarei profondamente grata…

     

    silbi
  35. Ti ho già risposto, e con questa fanno tre: “il tema è quello di prevedere una nuova finestra per gli ultimi arrivati”

  36. ah, così, “gli ultimi arrivati”… pensavo dessi un po’ più importanza a quest’opportunità. si vede che la vedo solo io. Vabbè

    silbi
  37. No, magari hai ragione tu. Io credo che realisticamente la platea sia più o meno quella, almeno da qui a due settimane. Che poi col tempo ci si debba lavorare, per me è pacifico, da sempre. Del resto, tocca ripeterlo, io ero tra quelli che chiedevano regole diverse, e un percorso più ponderato per esaminarle, più condiviso.

  38. Mi raccomando però … che siano solo delusi dei 5 Stelle e non del PDL … perchè quelli l’altra volta abbiamo detto che non li volevamo, questi invece a quanto pare ci piacciono …

    Comincio a capire come funziona con le primarie del PD, come direbbe il compianto Professor Scoglio, regole “ad minchiam” di volta in volta … contenti voi …

    Matteo_M
  39. scusa, Matteo: io sono abbastanza convinta che qualche ex elettore del csx, passato al M5S per delusione, possa ora tornare sui suoi passi;  dubito fortemente, invece, che i delusi del pdl verrebbero a scegliere un candidato parlamentare del pd  (soparttutto ora che Renzi si è ritirato sull’Aventino fiorentino). In ogni caso, se ci sono elettori di cdx che hanno deciso in buona fede di cambiare parte, ben vengano anche loro, ovviamente

    @phil il problema è che la battaglia per riaprire le iscrizioni all’albo va fatta da qui a lunedì. La petizione può essere un ottimo strumento, Ma bisogna che qualcuno voglia usarlo, però

    silbi
  40. Guarda Silbi che hai confermato la mia obiezione: adesso che siamo “Tutti x Bersani!” i voti dei delusi del PDL vanno bene, mentre prima no … è un po’ come ammettere di aver vinto barando …

    Comunque non credo proprio che nessun deluso del PDL verrà a Febbraio votare PD alle elezioni nazionali dopo che li si è lasciati fuori, con infamie varie, a Novembre.

    E non è un problema da poco, credimi, perchè se non si vince in Lombardia, Veneto, Piemonte (roccaforti di leghisti e pidiellini, immagino un bel po’ delusi) si avrà una situazione di paralisi come quella dell’Unione nel 2006, con 2 maggioranze diverse per Camera e Senato. Ed allora paradossalmente Bersani il rosso dovrà imbarcare nella maggioranza di governo Casini, Montezemolo, Fini (!!) e ovviamente Monti con un ruolo marginale.

    Con tanti saluti alla socialdemocrazia …

    Matteo_M