Se qualcosa è davvero cambiato, nella dinamica di queste primarie, lo dirà solo il tempo. L’impressione c’è, e la media tra tutti i sondaggi – per quel che valgono sondaggi che si propongono di misurare fenomeni nuovi in cui è persino difficile individuare gli effettivi interessati – sembra iniziare a sottolinearlo. Matteo Renzi ha sicuramente avuto il vento in poppa, sin qui, e si è portato molto vicino al suo principale competitor: cosa che, a scanso di equivoci, è davvero un miracolo. E’ un miracolo portarsi sotto l’apparato, raccogliere da soli e in così poco tempo così tanto potenziale. Solo che c’era da aspettarsi il botto, a questo punto, lo sfondamento, il sorpasso sullo slancio, e invece il botto non c’è. Forse è uno stallo, se non proprio una flessione o uno slittamento sempre più lontano dalla vetta. Ovviamente è tutta roba che domani potrebbe venire superata dagli eventi – e nel caso ammetterò l’errore – ma forse a questo punto si possono fare un po’ di osservazioni, il più possibile laiche.
1 – L’errore sulle regole: sono passate solo poche settimane da quando, uscendo dall’Assemblea Nazionale, Reggi si dichiarava soddisfatto per come era andata, mentre nello stesso momento la Bindi si dichiarava soddisfatta pure lei, ed è ovvio che le due condizioni non potevano sussistere contemporaneamente: una cantonata epica, per il responsabile politico della campagna di Renzi. Ancora prima, a luglio, Renzi aveva rinunciato a tenere il punto sulle regole, dichiarando “mi fido di Bersani”. Solo che in politica, sfortunatamente, non è questione di fiducia, di certo non a questo livello. Come invitato di diritto, e come personalità al centro della scena politica che al 16 di ottobre avrà poi raccolto l’adesione di 120 delegati su 950, Renzi doveva presidiare quelle sedi e cavalcare l’opinione pubblica in quel momento a lui molto favorevole per condizionare il dibattito. Quando si discute di regole, si leggono per bene i documenti, si fanno domande, e se non si è convinti si vota contro: non si esce soddisfatti da un’assise senza nemmeno sapere bene cosa è successo e cosa si è deliberato. Io sono tra gli otto – otto in tutto – che hanno votato contro quelle regole, e non ho nemmeno aderito alla sua candidatura: dov’erano i suoi 120 sottoscrittori? Se non è Renzi a difendere i suoi interessi, chi altro? Ora sono cavoli suoi, e sfortunatamente il tema è molto meno caldo di prima, ed è pure parecchio tardi.
2 – Endorsement deboli: per ciò che la campagna di Renzi ha sin qui prodotto in termini di hype, l’interesse di parti di società riconoscibili è stato pochino. Il solito Baricco, alcuni imprenditori di fama – altri con una brutta fama, però, e imbarazzanti, anche se forse strumentali, pezzi del centrodestra berlusconiano più becero – e poco altro. Certo, qualcuno dirà che c’è il complottone del partito di Repubblica – che però aveva pompato Renzi fino a tutto settembre – di Fazio, dello star system di sinistra, che schifa il Pd, figuriamoci la parte moderata del Pd. Ma persino Facchinetti si è dileguato, per dire. Bisogna sperare in Jovanotti, magari alla terza e ultima Leopolda, fra alcune settimane. Nel caso, quanti voti porta Jovanotti?
3 – Ripetitività del format: la ripetizione è un elemento chiave del marketing, lo sanno pure i bambini, è una legge universale. Ma è anche una legge molto vecchia. I tempi della comunicazione si sono fatti più corti, forse perché la comunicazione stessa è molta di più, e quel che è nuovo oggi è vecchio domani. In poco più di un mese, anche se continua a funzionare nelle tappe locali – ma stiamo pur sempre parlando di un potenziale candidato alla premiership, ci mancherebbe che non si riempissero le piazze di provincia, dopotutto le riempiva pure Veltroni – il format con cui Renzi fa campagna sin dal 2009, messo a regime da Gori, pare aver un po’ stufato i media, anche perché in effetti lo schema è ormai risaputo: il monologo, le battute, i tempi tecnici gestiti con precisione svizzera, ma anche con lo stesso grado di prevedibilità, il mix tra video buffi e toccanti. Non c’è una sorpresa, e i cronisti non hanno più motivi per tornarci sopra. E a Torino, domenica, dove sicuramente un certo interesse c’è stato, resta agli atti un pubblico di tremila persone a fronte dell’affitto di uno spazio da cinquemila. Che qualcosa non abbia funzionato, è evidente. Il prossimo picco sarà in casa, a Firenze, venerdì al PalaMandela, e poi a metà novembre, alla Leopolda. Che però sarà pure la terza in tre anni, sempre la stessa, e senza nemmeno un nuovo iPhone da presentare.
4 – Rottamazione no more: la rottamazione, come tema, è finito, ormai l’hanno detto tutti. Leggendo quel che scrivono i renziani in rete c’è chi insiste su D’Alema, e chi invece si affanna a parlare di contenuti. E’ un segno chiaro, nemmeno loro sanno a che punto è la campagna. Si è persa l’identità, ed evidentemente manca il piano alternativo. E’ un guaio grosso, perché i contenuti non bucano. E sono pure un po’ volatili: non è un mistero che la settimana scorsa, nell’incontro con gli economisti che ha preceduto quello molto discusso con i finanzieri, il programma di Renzi è stato fatto a tocchettini, a partire dalle approssimative cifre che metteva in fila. Già domenica, a Torino, il candidato ha iniziato a dire cose un po’ diverse da quelle che diceva una settimana prima. Non è quindi vero che Renzi non ha un programma, resta però da vedere quanto quel che dirà a fine campagna sarà diverso da quello che diceva all’inizio, ed è chiaro che in queste condizioni trovare un’idea tanto forte da rimpiazzare la rottamazione non è semplice. Nemmeno si può rimpiangere la strategia sin qui, perché senza rottamazione, Renzi probabilmente non sarebbe mai stato tanto competitivo, ma con la rottamazione si è raggiunto l’apice prima del tempo. Il problema sono i tempi, leggermente accelerati rispetto a quanto previsto, e il fatto che rottamazione e contenuti probabilmente si elidono a vicenda, se c’è la prima sotto i riflettori i secondi restano in ombra, così come in qualsiasi messaggio semplicità e complessità quasi mai sono conciliabili: se si opta per la prima si buca ma bisogna essere sicuri che basti, se si sceglie la seconda si ha più roba su cui lavorare ma quasi sempre non si viene capiti.
5 – Media planning squilibrato: non mi spingo ad affermare di avere sotto controllo un completo monitoraggio dei mass media. Ma da una decina di giorni registro molto meno Renzi di quanto non ce ne fosse prima, e molto meno positivo, malgrado un certo atteggiamento comunque favorevole di quelli che un socialdemocratico doc chiamerebbe “giornali borghesi”. Ma c’è un limite anche ai pezzi che Panorama può dedicare allo stesso fenomeno. Probabilmente, è un segno che prima ce n’è stata troppa, di esposizione, e troppo dipendente da media tradizionali che sfuggono al suo controllo. Mentre al contrario, per un candidato della sua età, la parte web è certo curata e di valore, ma poco brillante, poco relazionale, poco rivolta all’esterno, per nulla viralizzabile (è meno virale di Bersani che beve la birra, ed è tutto dire), sostenuta da una rete di influencer molto nervosa e parecchio vittimista, e tutto contribuisce a rendere l’impressione che stia macinando numeri non soddisfacenti.
6 – Timing precoce: ironico a dirsi, visto che quella sul tempismo è la discussione che ha monopolizzato il dibattito tra addetti ai lavori per tutto settembre. Ma forse la campagna è partita troppo presto. E tutto si lega: l’argomento principale si è esaurito, c’è stata troppa attenzione dei media, e ora non hanno più cose nuove da raccontare. E’ davvero il colmo.
7 – Giocano anche gli altri: certo non è irresistibile, la campagna di Bersani. A me non piace particolarmente, mi piace molto di più quella di Renzi, o per meglio dire “mi parla” di più. A dirla tutta, trovo azzeccata quella di Vendola. Ma io non faccio cifra, e Bersani parla a un suo pubblico: se il suo target gradisce il liscio alla fine dei comizi, non ci si può limitare a liquidarlo in base ai propri personali gusti pop. Quanto a Vendola, dato troppo presto per cadavere, in campagna elettorale è bravo, e si è sempre affidato a gente capace e originale, nella sua comunicazione, era stupido pensare che questa volta sarebbe andata diversamente. A Bersani, semplicemente, per vincere basta tenersi i voti che ha già, semmai è Renzi che avrebbe dovuto dire qualcosa anche agli amanti del liscio. Posto che fosse possibile.
8 – Cattive compagnie: mai farsi fotografare con un gangster, con un dittatore, o con uno che non paga le tasse nel tuo Paese. Queste sono le basi, ragazzi. Poi, che in Italia convivano col finanziamento pubblico le fondazioni e le raccolte fondi personali, senza trasparenza, da parte di tutti nessuno escluso, questo è verissimo. Ma è un errore da matita blu associarsi a certi personaggi, ancor più grave fatto da questa parte dal campo, intendo a sinistra: e il problema non è quanto bene rispondi, ma quanto male ti fai. E’ comprensibilissimo che Renzi ricordi a Bersani i tanti rapporti equivoci tra partito e finanza, ma due torti non fanno una ragione, e soprattutto la nostra non è gente che se ripensa a quando Fassino si faceva intercettare dicendo “abbiamo una banca” allora è portata a scusare Renzi, tutt’altro, ancora si vergogna e possibilmente vorrebbe evitare nuovi motivi di imbarazzo. A meno che tutta l’operazione non servisse proprio a lanciare un segnale a destra, ma in quel caso Renzi dovrebbe ricordarsi che oltre a convincere quelli che chiama “i delusi del centrodestra” deve tenersi “i convinti del centrosinistra”, altrimenti non va lontano. Aggiungiamoci la questione delle spese e dei finanziatori – nel senso che le prime non collimano con i secondi – ed ecco un clima di sospetto su una questione a proposito della quale in questo periodo è meglio non cazzeggiare.
9 – Squadra incompleta: non solo per come ha gestito la questione delle regole, ma anche per alcune infelici uscite che ha inanellato, la figura di Reggi è diventata addirittura imbarazzante per Renzi, che doveva ambire a qualcosa di meglio che non farsi in casa il suo personale Nico Stumpo. La dichiarazione sui cadaveri, se il termine di paragone sono gli Stati Uniti, è uno di quei passi falsi che portano alle dimissioni. E per quanto invece sembri funzionare molto bene la macchina organizzativa, efficiente e aziendale, probabilmente un modello per tutta la politica da qui in avanti, un buco di questo tipo è troppo grave. Renzi dice spesso “se vinco, vinciamo tutti, se perdo, perdo io”: è abbastanza vero, ma questo semmai è un problema, primo perché comunque questo non è un Paese che è saggio affidare a un uomo solo, lo dice l’esperienza, e poi perché non era pensabile che il candidato giocasse in tutti i ruoli. Che Renzi sia sempre solo sul palco, e che chi lo segue e precede ottenga più o meno l’attenzione dello sponsor prima delle grandi partite di calcio, alla lunga è diventato un limite oggettivo. Fossi in lui, mi preparerei ad evitare di dire, quando glielo chiederanno, che nella sua squadra di governo darà un ministero al tizio di Technogym. Perché non va bene, sia detto con tutto il rispetto.
10 – Manca la politica: l’errore probabilmente è stato quello di pensare che bastasse affidarsi a Reggi, appunto, e a una rete di amministratori, non tutti di primissimo piano, pensando che fosse sufficiente. Poi, che bastasse fare da inevitabile polo attrattore, ma senza particolari capacità di sintesi, tra le tante culture e personalità che, dopotutto, al cambiamento lavorano quanto lui: ma il magnete ha tirato meno del previsto, a conti fatti, senza particolare criterio, e di fatto non è un fronte unito e coerente, ricco, quello che a fatica si intravvede alle sue spalle. Come sarà possibile impastare quel melting pot disordinato, a primarie finite, non volendo occuparsene lui, è un grosso interrogativo, e difficilmente è un processo che andrà a buon fine per conto suo. Per questo, se Renzi vince, sarà stato un incredibile capolavoro ottenuto sostanzialmente in solitaria, ma se perde, come al momento è più probabile, senza la vittoria a impedirne la disgregazione, questo merito diventerà limite e tutto quel che c’è dietro andrà in gran parte sprecato. In tutto questo c’è forse stato un ragionamento in termini di campagna, più che di progetto. Lasciando fuori la politica, finendo per credere a quello stesso sentimento popolare che invece Renzi avrebbe dovuto usare strumentalmente. Perché la politica, al netto dello scetticismo attuale, è quella cosa che tiene insieme tutte le altre: che unisce le persone, anche nelle differenze, in base a similitudini più alte dell’uomo che le attira: che sono sofismi, un po’, ma solo fino al momento in cui ti ci trovi davvero, e tutto va a rotoli perché non hai dedicato abbastanza attenzione nel valutarli. La politica è anche quella cosa che usa la comunicazione per far passare concetti e proposte anche complesse, che mostra la sostanza dietro agli slogan. Non perché gli slogan non servano, ma perché non bisogna lasciargli la possibilità di prevaricare così brutalmente tutto il resto. “Comunicazione non è una parolaccia”, dice sempre Renzi, ed è vero. E’ una parola, ed è utilissima. Nel vocabolario ce ne sono molte altre, però.
Da “renziana” convinta condivido tutto quello che hai scritto, “senza se e senza ma”. Da giorni sentivo una sorta di malessere riguardo alla campagna che non riuscivo a spiegarmi e che tu hai sintetizzato in modo egregio.
La prima parte di campagna è ormai agli sgoccioli, vedremo cosa ci riserva l’ultimo mese.
Renzi non piace nemmeno più ai parroci…
Un bacio in fronte, Pà!
SON QUASI D’ACCORDO…..
Occhio che così mi danneggi, Enzo
insomma a Renzi manca un bel Civati in cabina di regia.
Riflessioni da vero analista! Sorprendente.
Colgo un velo di ironia.
Ora però servirebbero i 10 errori capitali di bersani, per mantenere quell’equidistanza che contaddistingue OccupyPrimarie
Perché non ci conosciamo, ma credimi che sono sincero! Sono di fretta e ho letto solo i primi 3 punti e ti giuro che fanno riflettere davvero,soprattutto la parte dove scrivi che non avendo partecipato all’assemblea,Renzi se l’e’ un po’ andata a cercare!! Quindi il mio era un complimento nei tuoi confronti,non un’ironia! Spero tu mi creda,ciao.
«Renzi dovrebbe ricordarsi che oltre a convincere quelli che chiama “i delusi del centrodestra” deve tenersi “i convinti del centrosinistra”, altrimenti non va lontano»
Frase in cui mi riconosco particolarmente. Renzi è tutto preso a parlare ai “delusi di berlusconi” e non prova neanche a parlare e convincere i “convinti del centrosinistra”, quelli che poi sarebbero i “nostalgici dell’Ulivo” prodiano.
(l’unico ulivista vero avrebbe potuto essere Civati)
è vero. ci sono errori seri, nella campagna (e nel progetto) di Renzi. li analizzi bene.
condivido soprattutto i punti ‘tecnici’, dall’1 al 6 (con l’esclusione forse del 2 sugli endorsement deboli: Renzi ne ha anche di più forti, che non citi, e mi pare che gli altri non stiano molto meglio, da Bersani – a parte quelli scontati, famosi ma d’apparato, che non fanno notizia – a Vendola a Puppato – non sarà Lella Costa a determinare l’esito del voto: un po’ di più Travaglio, lo ammetto a malincuore… e i tanti piccoli e non famosi amministratori locali contano pure loro, e sono opinion leader locali).
sugli altri, metto i candidati sullo stesso piano. sulla squadra, sui contenuti, e anche sulle cattive compagnie (vogliamo far girare le foto di Bersani al meeting o con Lusi o con Penati, e tanti altri? o la foto del palazzazzio con Vendola, che non saranno finanzieri ma hanno fatto danni giganteschi al paese e non portano da nessuna parte, con l’aggravante di non portare nemmeno voti e non influenzare quasi più nessuno?). ma non ne farei una colpa né a Bersani né ad altri. personalmente, penso che la polemica sull’incontro con Serra e la gente del settore sia stata stupida, e globalmente un autogol per tutto il PD, non solo rispetto agli ambienti economici. anche chi guadagna meno di un milione di euro e non ha società all’estero capisce che non si tratta del demonio (tranne alcuni dei nostri, naturalmente…)
concordo con i commenti di altri. aspettiamo il post sui 10 errori di Bersani (anche se ne hai parlato altrove). e quello autocritico sui 10 errori di Civati (che avrei votato alle primarie se ci fosse stato, che conosco, stimo, appoggio, e adesso vorrei governatore della Lombardia) e Cosseddu, sulle primarie. tra cui quello di attaccare Renzi troppo spesso, qualche volta con argomenti modesti, pur di marcare una diversità ‘da sinistra’: alle volte – è sembrato – solo per tenere il punto. senza cogliere che un suo buon risultato è un interesse anche di chi da tempo elabora progetti di riforma – non tutti fatti propri da Renzi, è vero – del PD e del paese. motivo per cui lo voterò anche io.
Nel mio piccolo, confermo che Renzi non fa più notizia. E, per dire, Laura Puppato si è beccata l’endorsement di Rumiz che da “on the nord” – ma non solo – non posso che apprezzare.
Sai come la penso su di te, Cosseddu. Trovo comunque l’analisi molto condivisibile: mi sembra onesto riconoscerlo.
1) secondo me il punto sulle regole Renzi non l’ha tenuto perchè gli conveniva così: ora ha un ottimo argomento sul quale polemizzare e, se perde, potrà sempre dire che è stata colpa delle regole troppo restrittive. Peraltro Renzi ha iniziato la sua campagna ben prima che le regole fossero definite; anzi, perfino prima che il partito avesse assunto nella sede corretta (l’assemblea) la scelta di “aprire” le primarie. Si è giustificato anche qui con un “mi fido di Bersani” del tutto insufficiente, perchè poteva anche accadere (e, a quanto pare, ci si è andati vicini) che l’assemblea contradddicesse l’impegno preso dal segretario; e nei partiti non proprietari funziona così, le scelte dell’assemblea prevalgono su quelle del segretario.
2) gli endorsement ricevuti, Renzi non ha saputo sfruttarli per innalzare il livello della competizione. Penso ad es. a quello di Fermareildeclino, che poteva dare vita ad un interessante dibattito sul tema economico e fiscale; lo stesso Ichino mi pare un po’ tenuto in secondo piano. Credo che la scelta sia dovuta alla necessità di non oscurare “Matteo” con figure più autorevoli di lui nei singoli settori; ancora una volta si conferma la sua scarsa propensione a “fare squadra”.
3) anche la ripetitività ossessiva del format sembra funzionale ad evitare di entrare nel dettaglio delle proposte. Da questo punto di vista Torino, pomposamente anticipato come “il Lingotto di Renzi”, si è rivelato una rifrittura delle stesse idee generiche (dare regole alla finanza… licenziare i professori mangiapane a tradimento… abbasso i cattivi…) il problema è che Renzi dovrebbe fare spazio ai suoi “esperti”, ma questo cozza con la sua strategia personalistica (vedi sopra)
4) vendere le felpe con la scritta “keep calm and rottama” è stato un errore, che inchioda Renzi al suo tema più famoso. Inutilmente i suoi spin doctors si affannano ad elaborare la “rottamazione delle idee”: non funge, e infatti pare che presto ricomincerà il tiro al piccione, stavolta su Bindi. Infine, la rottamazione come visione “futurista” che vuole eliminare ciò che è vecchio perchè ritenuto inutile e superato cozza però con la realtà demografica di un Paese sempre più anziano…
5) twitter è infestata da ritwittatori compulsivi e da troll renziani vittimisti e polemici che sicuramente nuociono alla causa di Matteo
6) Renzi ha giustiicato la partenza anticipata con la necessità di “forzare la mano” a Bersani. Ok, ha funzionato, ma bisognava misurare le energie x reggere la maratona e x non fermarsi dopo 200 metri. Governare l’Italia x 5 anni non è roba da scattisti…
7) anche la scelta di ignorare gli altri competitors è sbagliatissima. L’ineleganza verso Puppato potrebbe costargli cara
a dirla tutta, a me i messaggi fin troppo chiari lanciati alla destra fanno nascere qualche sospetto sulle future intenzioni di Matteo… ma forse mi lascio influenzare dai deliri dei troll renziani…
9) anche la mancanza di una squadra definita dàl’idea del volersi tenere le mani libere…
10) e alla fine, forse, la politica ce la metterà qualcun altro…
11) mio puntodivista:l’errore politico +grave di Renzi è il rifiuto di confrontarsi con Grillo, portatore di un’istanza di rinnovamento pari alla sua…
Per fortuna che la campagna è solo all’inizio, così hai individuato solo dieci errori dall’alto della tua imparzialità
La campagna va avanti da un mese e mezzo, anzi, tutto sommato anche da prima, e non ho mai preteso di essere imparziale, del resto il blog si chiama Popolino proprio perché non è dall’alto di un bel niente. E non innervosirti, Marco, altrimenti mi dai ragione.
Condivido l’analisi si Paolo e confesso che non capisco questa polemica contro le regole e soprattutto questo ricorso all’autorità della Privacy. La trovo una mossa stupida, più di quella della cena con la “finanza”.Comunque, una vittoria di Renzi era, ed è, oggettivamente quasi impossibile, anche se alcuni suoi errori rischiano di sgonfiarlo ancora prima del voto.
Leggo ora il commento di Stefano Allievi. Trovo un po’ fastidioso chi commenta per dire cosa pensa senza tenere in alcun conto ciò che sta commentando, ad esempio facendomi l’elenco dei rapporti spiacevoli di Bersani e Vendola – come se non sia stato sempre molto critico, e in tutte le direzioni – quando la mia è l’analisi di un danno che era meglio evitare, e che resta tale malgrado le magagne altrui: semplicemente, se ci si vuole distinguere, non ci si mette nella stessa criticabile posizione degli avversari, replicare “lo fanno anche gli altri” non è un argomento, e un autogol è un pallone nella propria porta, un punto per gli altri, non è “un autogol per tutto il Pd”. Chi già votava Bersani queste cose le sa già, ed evidentemente se ne è fatto una ragione. Uno che magari avrebbe votato l’alternativa, a questo punto ci pensa bene, e quindi il saldo è a zero da una parte, e in passivo dall’altra.
Idem dicasi per la lettura del mio parere sugli endorser: non dico che portano voti, anzi dico il contrario. Dico che non ci sono, o che sono modesti, e che questo è strano.
Inoltre, non è per nulla detto che un suo buon risultato sia “un interesse anche di chi da tempo elabora progetti di riforma”, anzi, la possibilità che la mancata riuscita di questa esperienza danneggi i successivi tentativi di cambiamento è concreta, e io ad esempio di certo non voglio sentirmi dire, tra due mesi, che questa generazione ha fallito perché ha fallito Renzi. Personalmente, non mi rappresenta, e trovo che sia importante che chi come me lo pensa e ha più o meno la mia età lo dica chiaramente.
Infine, i post a richiesta anche no, grazie. Non li pretendo da altri, nessuno li pretenda qui. Chi vuole, viene, visita, se gli gira commenta. Chi trova “modesto” ciò che scrivo cerchi pure altrove cose più affini al suo palato, senza rancore.
mmmah, e questo ricorso al Garante per la Privacy come lo vedi?
Mi sembra un segnale nella stessa direzione delle cose che scrivo.
vittimismo dei Renzoidi? o pentimento?
Difficoltà, credo.
analisi perfetta; se prima avevo seri dubbi che potesse vincere, dopo due autogol clamorosi come i finanzieri e il ricorso al garante direi che la fossa se l’è scavata da solo.
non sono tanto d’accordo su Vendola; perchè dici che sta facendo bene? solo perchè arriva in doppia cifra (a differenza del suo partito)?
ok, paolo. facciamo che è tutto vero: ricorso dovuto a difficoltà. ma TU cosa pensi di queste regole? a me fanno schifo a prescindere da chi favoriscono. perché chiunque favoriscano penalizzano la partecipazione. se il ricorso di renzi (dovuto solo a difficoltà, paura e tutto quello che vuoi) potrà servire a far venire a votare anche solo una persona in più per me sarà una buona notizia. “a prescindere”, come direbbe il principe de curtis
bè, marco, non è con quel ricorso che si aumenta la partecipazione, secondo me.
eliminando la registrazione doppia con avvitamento carpiato, casomai
se quel ricorso (ed eventuali altri) arriveranno a buon fine però sì
e per le registrazioni a chi ricorri? all’authority dei trasporti?
Campione, come fai a chiedere A ME cosa penso di queste regole? Io ho votato CONTRO, e i renziani A FAVORE, ok?
sei nell’ufficio di coalizione? le regole di cui parlo io sono state definite dalla coalizione
Le regole di cui parli tu erano già chiarissime, nel loro senso, dai documenti votati in assemblea. E se proprio vogliamo fare i democratici fuori tempo massimo, non ho sentito nessun renziano denunciare quanto fosse scandaloso far raccogliere 18mila firme di iscritti in nove giorni, tanto che non ci è riuscito nemmeno Renzi stesso. La democrazia viene violata solo quando si rompono le scatole al proprio candidato?
Manca la politica, appunto. Conclusione straordinaria
Paolo, o ipotizzi la buona fede del tuo interlocutore oppure è inutile discutere, non trovi? Io con Nico Stumpo, per dire, non ci discuto
Sì, vabbè, la buona fede. Auguri.
ecco appunto. ti ringrazio per l’attestato di stima.
Cioè, la buona fede, non ci posso credere. Bersani ce l’ha nel programma, “l’aggiustatina delle primarie”. Ma mica il programma di queste primarie, no, quello del 2009. Son tre anni che lo dice in tutte le lingue. Però la buona fede. Diosanto.
Critiche ben argomentate, ma che perdono tutta la credibilità perché fatte da uno che non ha nemmeno il coraggio di dire per chi Voterà in questa fase di rottura. E dire che il tuo Civati quattro anni fa era più conosciuto e aveva migliore stampa di Renzi.
Invece di criticare dovreste studiare.
Lucio, e una volta che te l’ho detto per te cosa cambia? Forse che quando leggi un pezzo su un blog o su un giornale ti chiedi per chi voterà l’autore? Quando Polito ha fatto quel famoso editoriale, te lo sei chiesto? Forse che io mi chiedo per chi voti tu? No, non me lo chiedo, non mi interessa, e secondo me lo so già. Altrimenti non ti roderebbe tanto. Ma te lo devi grattare, non c’è nessuna superiore autorità morale in base alla quale io avrei dovuto fare una scelta o l’altra, e lo stesso vale per Civati.
perché sia chiaro ti ripeto la domanda, paolo: se tu non pensi che quanto ti dico lo penserei anche se sostenessi vendola e non renzi come puoi pretendere che discuta con te? ma soprattutto, che te frega di discutere con uno del quale pensi che sia in mala fede?
Marco, ma siamo entrambi del Pd o sbaglio? Sappiamo entrambi di chi stiamo parlando o no? Questa battaglia ha a che fare con quei personaggi lì o con il principe Valiant? Io è da tre anni che a ogni assemblea ho a che fare con Stumpo, e anzi, guarda, ho qui sul mio cellulare un sms con cui – a fine giugno – consigliavo a una persona molto, molto vicina a Matteo di farsi valere nell’assemblea di luglio, per dire di quanto conosco la mala fede altrui e di quanto mi sta a cuore la democrazia. E lui mi rispondeva che non ne capiva il senso. Adesso che sta facendo ricorso lo capisce, il senso?
ma io non sono renzi, paolo. tu mi hai detto che sono contro queste regole perché danneggiano il mio candidato. io ti dico che sono contro perché fanno schifo. o tu credi a me oppure è inutile continuare a discutere.
e poi, perdonami, non è che se hai capito prima degli altri che le regole fanno schifo, poi quando si prov a cambiarle non partecipi alla battaglia
Ah, ma io partecipo. Però non accetto nemmeno che mi tiri la giacchetta chi fino a ieri ha fatto finta di niente.
legittimo, ma torniamo alla domanda iniziale: le regole fanno schifo? si. vogliamo provare a cambiarle? te ed io si. il ricorso può servire allo scopo? non credo, ma non è un buon motivo per avallare l’idea dei bersanos che è dettato solo da paura o altro
Perdonami, torniamo a quello che ho scritto nel post: le regole fanno schifo? Sì. Di chi è la colpa? Di chi le ha fatte, e di chi ha sottovalutato il problema. Non mio, io lo dico da un pezzo, che fanno schifo. Ora è tardi? Sì, secondo me sì. Ok?
Come cosa cambia? Tu non sei un giornalista/commentatore, sei un politico. Devi avere il coraggio di prendere posizione. Tu, e i civatiani, dovevate uscire due anni fa, e così gli altri “giovani” del PD.
Almeno secondo me. Secondo voi é meglio aspettare. Spero che per il 2014 ci diciate se Civati partecipa alle primarie lombarde o a quelle da segretario.
o non litigate! Paolo dice che Bersani non è in buona fede, non tu Marco…
E invece no, Lucio, io faccio le cose quando e come credo sia meglio, non quando e come pare meglio a te.
Forse Renzi avrebbe dovuto farsi sentire prima sulle regole, ma non sarebbe cambiata la sostanza. Lo,sai bene che l’assemblea é blindata e non contenibile. Le battaglie che fate li sono solo di rappresentanza. Per scalare il partito serve non basta la rottamazione, ci vuole il napalm
La tua analisi è molto condivisibile. Il ricorso al garante poi è stato un errore madornale, lo dice uno che di ricorsi alle commissioni di garanzia se ne intende, ma a quelle interne del partito e titolate PER STATUTO a decidere di determinate violazioni dei diritti degli iscritti. Specifico questa cosa perché ho saputo che qualche giovane piddino con poca dimestichezza con il rispetto delle regole statutarie ha paragonato questa vicenda a quella dei miei ricorsi che anche tu conosci!
Gianluca Ruggeri, non so chi sei, io dicevo a popolino w il ragionamento vale solo per chi fa politica. O sei uno dei suoi fake?
Renzi ci sta provando a scuotere il partito ed il paese…voi di prossima italia invece, pagliacciate tipo i cartonati di Bersani e D’Alema escluse, che fate????
Come dicevo, nervosi.
A chi lo dici. Quando offendi é meglio se fai i nomi, altrimenti penso che stai dicendo anche a me.
Libero, comunque, di non rispondere tu le critiche le,hai argomentate bene e so che le mie repliche non ti faranno cambiare idea, ormai la linea contro Renzi é decisa. Spero non attacchi anche Puppato…
Ma chi offende, ma quali critiche. Secondo me non hai capito bene, ma fa lo stesso.
il fatto che le regole facciano schifo e che tu lo dica da tempo Paolo, non cambia molto la sostanza della situazione. Renzi ha fatto bene a (fare finta di (?)) fidarsi di Bersani, e poi a ricorrere al garante dopo che Bersani ha dato dimostrazione della sua cattiva fede, elaborando regole su misura per sé. E’ Bersani che ha sbagliato e adesso subirà il verdetto del garante della privacy, che molto probabilmente, per quanto riguarda la regola sull’albo pubblico degli elettori verrà quantomeno sconsigliata.
Analisi molto buona e lucida, per cui da sostenitore di Renzi mi sento di ringraziarti, e che andrà sottoposta a persone più competenti e più addentro di me.
Sui singoli punti (alcuni un po’ stiracchiati per arrivare a 10) si può eccepire (più che gli endorsement secondo me manca moltissimo la comunicazione sugli endorsement; nel sito non manca l’interattività, ma ultimamente mi sembra molto rallentata proprio la produzione di contenuti; nella squadra non c’è solo Reggi, ma le tre ragazze – che secondo me la Moretti se la magnano – effettivamente escono poco…); ma il quadro complessivo che tracci è netto e compatto.
Sottotraccia, ti penso mentre ti mordi le mani per queste primarie; in bocca al lupo per la prossima occasione, che non mancherà
Ci sono cose che vanno sopra le convenienze di bottega, di partito, di corrente. Una di queste è (o dovrebbe essere) il rispetto della Costituzione e della Giurisdizione Vigente.
Provate a chiedere, durante un colloquio di lavoro, una sottoscrizione di valori “politici” ed andate al gabbio prima di passare dal via.
Qui si chiede non solo di sottoscrivere tale “carta” ma di renderla pubblica. Ipocritamente, perché il PD non ha nemmeno un decimo della forza e della organizzazione che servono per rendere pubblici i dati di 4-5 milioni di persone. Pubblici dove, poi? Si sta solo agitando una spauracchio per sfavorire una partecipazione massiccia al voto.
Renzi, con il ricorso al garante, fa un’operazione di difesa della legalità. Naturalmente inutile, perché sono già allo studio vari trucchetti da mettere in opera DOPO che Renzi avrà sottoscritto la liberatoria che vieta il ricorso ad arbitri esterni.
Tutto (con le debite proporzioni) assomiglia alla partita di calcio del film “Fuga per la Vittoria”, con arbitri nazisti, recinti e mitragliatrici allo stadio.
Chissà alla fine se avremo lo stesso risultato.
ciao Paolo, cari tutti, seguendo una nostra consuetudine, sono franco e diretto. Il tuo primo punto non è tanto leale né corrispondente al vero. Se rivedi il mio intervento fatto all’assemblea (per conto dei renziani) trovi documentato quello che credo tu sappia. L’accordo sugli odg era relativo ad una delle loro possibili interpretazioni. Abbiamo denunciato in assemblea la loro ambiguità ed anche, esplicitamente, i problemi legali a cui si sarebbe andati incontro se si fosse insistito con le richiesta di firmare un “appello pubblico”. Ci siamo “fidati di Bersani” e invece nel regolamento è passata l’interpretazione bulgara che sono certo non piaccia nemmeno a te. Chiarisco, a scanso di equivoci, che non ho partecipato alla decisione di presentare il ricorso e che quindi, a maggior ragione, non ne sono l’estensore. Qui sotto trovi però, in sintesi, in una mia nota per le agenzie di qualche giorno fa, le ragioni per cui il ricorso è a mio avviso fondato e quasi doveroso, per rispetto degli iscritti e degli elettori del PD. Ho poi visto che anche Makkox, che la esprime in maniera molto più efficace, ha un’opinione simile . S.
PRIMARIE: VASSALLO, REGOLE VERGOGNOSE, C’E’ TERRORE RISULTATO – Roma, 20 ott. – (Adnkronos) – “Il testo del regolamento per le primarie del centrosinistra trasuda in ogni dettaglio la volonta’ di respingere gli elettori meno identificati e fedeli. E’ vergognoso che sia stato approvato con il consenso del Presidente della Commissione nazionale di garanzia del Pd il quale avrebbe dovuto invece tutelare principi ancora oggi ben piantati nello Statuto del nostro partito, nonostante la controriforma voluta da Bersani nel 2010″. Lo afferma Salvatore Vassallo, deputato Pd. ”Quello che nello Statuto del Pd -aggiunge- è fissato come un ‘diritto’ degli iscritti e degli elettori, condizionato a pochi e precisi requisiti, viene ora ‘concesso’ dopo una analisi del sangue e una corsa ad ostacoli. Non sara’ possibile la registrazione online, al contrario di quanto e’ invece chiaramente previsto dallo statuto del Pd. Gli elettori dovrebbero farsi registrare, prima e in un luogo diverso da quello in cui si vota, e sottoscrivere, oltre alla carta di intenti e all’iscrizione all’Albo, un ‘pubblico appello’ verosimilmente destinato ad andare su internet. Una scelta due volte insensata: pone una condizione illegittima all’esercizio di un diritto gia’ garantito agli ‘iscritti ed elettori’ del Pd; aggira norme consolidate sul trattamento dei dati personali sensibili”. ”Per votare, oltre alla carta di identita’ e alla tessera elettorale del comune, bisognera’ esibire niente meno che un ‘certificato di elettore della coalizione di centro sinistra’. Per votare la domenica del secondo turno, chi non e’ andato al primo, avra’ solo due giorni a disposizione, forse feriali, per registrarsi, portando una giustificazione! Si tratta di marchingegni che non aggiungono niente alla correttezza del voto e che riflettono soltanto il terrore, giustificato dai sondaggi, sui possibili risultati della competizione, laddove partecipassero tutti quelli che hanno intenzione di farlo”, conclude.
>Tutto (con le debite proporzioni) assomiglia alla partita di calcio del film “Fuga per la Vittoria”, con arbitri nazisti, recinti e mitragliatrici allo stadio.
reductio ad nazistos ?
ho scritto “con le debite proporzioni”, comunque al limite reductio ad stallonem
et reductiamos
Renzi: “Se vinco io il PD al 40%, se vince Bersani PD al 25%”. Ho provato a cercare una spiegazione logica a questa previsione e l’unica che mi viene in mente è che, secondo Renzi, i sostenitori di Bersani voterebbero PD anche nel caso di vittoria di Renzi, mentre i sostenitori di Renzi non voterebbero PD in caso di vittoria di Bersani. Magari non proprio così al 100%, ma, insomma, la logica mi sembra questa. E questa cosa non sfugge ai “convinti del centrosinistra” (che dobbiamo supporre saranno la stragrande maggioranza dei partecipanti alle primarie).
Non saprei in quale dei dieci errori inserire questo particolare, ma di errore certamente si tratta. Forse ne serve un undicesimo?
Sei molto bravo nell’analisi e capisco il rancore verso chi le battaglie le fa solo quando conviene o si vede fregato. A parer mio il più grande errore di Renzi è stato quello di andare da solo contro tutti ma si è trovato a corto di fiato anche perchè da solo contro un’intera dirigenza non riesci a stare dietro tutto e ritrovarsi fregato è un’attimo. Ma se questi sono stati errori e lo sono oltre a quelli che individui tu credo che anche da parte vostra forse qualche ripensamento vado fatto. Se il PD deve essere plurale e tenere insieme molti fa specie che ogni volta ognuno di voi alla fine recinti sempre il proprio perimetro il proprio muro di tranqullità. A sinistra si professa a parole la comprensione la condivisione ma al netto di tutto ci si ritrova sempre a sottolineare le differenze e le individualità. Collettivi a parole e individualisti nella pratica.
ps. non essere sempre così astioso nelle risposte è un peccato hai troppo rancore sembra sempre che c’è l’hai col mondo. La piacevolezza dei post è poi sporcata dall’astio delle risposte, se ti rompono i commenti non publicarli. Te lo dice uno che ti/vi segue da sostenitore di Prossima Italia
Marco: Paolo è molto coerente, soprattutto su questo tema. Mi sembra eccessivo però chiedere agli altri di scegliere le battaglie che dedice Paolo. Il tempo è limitato ed uno, poi, avrebbe anche il Comune di Firenze a cui pensare, nel caso di Renzi.
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“… senza particolari capacità di sintesi”. Completamente d’accordo, però non sottovaluterei la possibilità che il gruppo che ha sostenuto Renzi possa avere un ruolo anche nel congresso (sebbene, in effetti, visto che Matteo non si vorrà occupare del partito non vedo figure che possano rappresentare interamente quest’area come candidati alla segreteria. A meni che non vogliano candidare Gori…).
Aggiungerei un punto 9-bis: attenzione a chi trovi in giro. Nel suo giro, arrivato a Novara, Renzi si è trovato sotto lo sportello del camper il sindaco, suo fan da tempo, ed un altro soggetto che è stato consigliere in ogni ente, capo di gabinetto in provincia, ora presidente di azienda trasporti.
Il commento più benevolo su facebook era “alla faccia del nuovo”…
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La conclusione è perfetta, il decimo punto di quest’elenco.
L’undicesimo errore di Matteo Renzi: http://wp.me/p2oV1d-zs
Analisi molto interessante e condivisibile, a cui aggiungerei solo che gli errori di Renzi sono cominciati ancora prima di partire (vedi dichiarazione su Marchionne e pranzo ad Arcore); ma anch’io come Marco, penso che quello più grave, (di cui non è ovviamente l’unico responsabile) sia stato il non essere riuscito a presentarsi con una proposta comune coi suoi colleghi “rinnovatori” (Pippo e Deborah), che avrebbe messo in crisi anche tanti che oggi votano Bersani e, questa sì, avrebbe potuto essere davvero vincente.
Rimane infine il fatto, che sarebbe sciocco non fermarsi a riflettere sulle considerazioni di Lucio che, secondo me, non sono campate per aria. Prossima Italia e Civati hanno indubbiamente raccolto in questi ultimi mesi e anni, tanto interesse ed energie, che però dovranno trovare “sfogo” prima o poi (dico Lombardia o al massimo Congresso 2013), pena la loro dispersione e l’ennesima (ulteriore) fine di una nuova speranza per il partito. E lo dico da militante il cui unico motivo di permanenza nel Pd, sono Pippo e il suo gruppo.
Marchionne ed Arcore… dai, basta essere puerili.
bel pezzo mi sono divertito a leggerlo. anche se poi alla fine tutti gli errori da uno a nove sono rimediabili. Ma al dieci non c’è rimedio. Il punto vero e deternminante che non mi farà mai votare Renzi è il suo vacum politico, la sua completa incapacità di costruire un progetto per il paese, in cui anche io posso sentirmi – non dico protagonista – ma almeno trovare uno spazio, una aspirazione, un esordio di prospettiva per la mia piccola. A volte lo vedo li sul palco e mi sembra crozza che fa brunetta…è vecchio!
Faccio i complimenti a Paolo. Tecnicamente ineccepibile, la sua analisi. E non c’ho visto astio, ma un approccio professionale alla comunicazione.
Vassallo mi sa che ha chiuso il discorso egregiamente. In più la calata di braghe generale del Comitato dei Garanti dopo l’annuncio delle primarie del PDL e del ricorso al Garante della Privacy fa pensare. Reggi non è simpatico ma ha capito che con gli squali si gioca da squali. Ed ha vinto. Io, fino a che ieri sulla mia pagina FB non ho avuto la certezza da parte del responsabile organizzazione regionale del PD E-R della vera interpretazione delle regole non avevo le tue certezze Paolo. Non ce le aveva nessuno nei territori e neanche nel comitato Renzi anche perchè, a livello locale soprattutto, non ci sono riunioni si sa tutto dopo che i bersaniani hanno parato tra di loro (come sempre, come tutto).
Non voglio fare il troll vittimista ma del programma dei candidati alle primarie non gliene frega niente a nessuno… altrimenti si farebbe un bel confronto alla americana con domande mirate non continuare a chiedere vicendevolmente a PG e Matteo che cosa pensano di D’Alema. E ignorare il compagno Bruno e la brava Puppato (che non può lamentarsi quando, lo hanno capito anche i muri, è un tentativo di candidatura di disturbo nel Veneto dove Matteo sembra avere un seguito imponente… lo hanno capito anche i muri). Ah già c’è anche #oppureAntani.
Sulla proposta politica rimando ai siti internet dei candidati e vi consiglio di leggere attentamente dove le differenze e il “fatti non pugnette” credo che sia il metro di giudizio migliore che si possa dare.
Dasvidania!
http://mygenomix.wordpress.com/2012/10/25/la-scienza-secondo-renzi-e-bersani/
‘nsomma a ‘sto renzi je manca civati.!
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