16 OTTOBRE 2012

L’inerzia nel basket e nelle primarie

Certo si affastellano versioni contraddittorie, in queste ore, e andranno avanti per un po’: numi tutelari che annunciano il ritiro, poi smentiscono, poi confermano, poi seguono appelli a ripensarci più o meno pilotati. Ma è un processo inevitabile, come scrivevo quest’estate, storico, ed è indubbiamente partito, così come a volte la Storia parte senza guardare in faccia nessuno. Da lì in poi non si torna indietro.
Tutto è iniziato con alcune dichiarazioni a mezza bocca, come quella di Livia Turco che riportavo giorni fa, ed è proseguito con il clamoroso annuncio di Veltroni, domenica, mentre su L’Unità alcune centinaia di sconsolati firmavano con mirabile mancanza di tempismo un appello perché D’Alema fosse della partita. Con D’Alema che, non potendo essere da meno del suo opposto, ha quindi risposto come si usa fare, nel partito, da sempre: dicendo che si ricandida se glielo chiedono. Costringendo inevitabilmente Bersani, poco fa, a dire in diretta su Repubblica che lui non glielo chiede, che se vuole accedere alla deroga deve presentare domanda in Direzione Nazionale, come da regolamento. Che poi era l’oggetto di uno dei tre odg che presentammo a luglio, in Assemblea Nazionale: e che fu precluso, come gli altri.
Nel frattempo, compromessi i due tappi più ostinati, hanno iniziato a succedersi alla spicciolata gli annunci di divinità democratiche minori, quelle abbastanza sagge da accettare il buen retiro almeno un minuto prima di esservi costrette. Tutte tranne la Bindi, che uscirà a mani alzate dal canneto in cui guata l’ombra di se stessa, moschetto in mano, solo in presenza di un ordine firmato dall’imperatore Hirohito. Ma a quel punto, si sa, la guerra sarà finita da un pezzo.
Congedati i generali, bisognerà pensare agli eserciti. Che poi è il motivo di un’altra nostra battaglia ormai antica, oggetto di un altro degli odg preclusi: le truppe di parlamentari – soldati semplici – da togliere alla nomina dei capicorrente per essere restituiti a un più sereno giudizio dei nostri elettori, con le primarie. Un tema di cui nessuno dei candidati in campo sta parlando, ma che da qui alla fine di questa storia dopotutto potrebbe anche – chissà – spuntare a sorpresa, e su cui oggi comunque Bersani ha fatto un rapido passaggio.
Ecco, queste sono le leve del cambiamento. Sembravano inamovibili, e c’è voluta qualche martellata (altre ne serviranno, di sicuro), ma si stanno muovendo, perché è così che vanno le cose.
Che parte ha avuto, in tutto questo, la rottamazione di Matteo Renzi? Una parte fondamentale, che però rischia anche di diventare il suo limite più grande, molto velocemente.
Non perché Renzi non abbia altre cose da dire, ma perché la rottamazione si è trasformata, da gancio con cui attirare l’attenzione, a perno fondamentale di una comunicazione di massa che ormai lo identifica, volente o nolente, e su cui, una volta trasformata in vox populi, è impossibile per chiunque avere il controllo. L’ho ascoltato, sere fa, parlare di contenuti da Fazio, e pur non condividendo molte cose l’ho trovato molto preparato, persino impressionante nello snocciolare cifre e dati. Solo che, sfortunatamente, senza poter infilare battutine su Veltroni e D’Alema, l’insieme risulta molto meno interessante – meno divertente, se capite cosa intendo – e non così tanto più brillante rispetto a quanto potrebbe dire chiunque altro, Bersani compreso.
Semplificando, se Renzi non può rinfacciare all’avversario Veltroni e D’Alema, anzi, se la rottamazione di Veltroni e D’Alema non può più far parte della piattaforma di Renzi, perché sono già comunque rottamati, se burlarsi di Fassina non basta (ed è cosa comprensibile, ma davvero non basta), resta un candidato che parla di spesa pubblica e fondi europei, esattamente come il suo avversario. In modo molto moderno, certo, anche nuovo, ma a rischio di vedersi sottoporre argomenti come l’esperienza e la competenza, su cui Renzi di certo non è più forte di Bersani.
Per questo, sono molto curioso di vedere come si evolverà la campagna del sindaco di Firenze da qui alla fine, anche in base alla semplice constatazione che da alcuni giorni – curiosamente, da quando è candidato a tutti gli effetti – Renzi è molto ma molto meno presente sui media di quanto fosse prima. Sono ansioso di capire se riuscirà a suscitare lo stesso interesse spasmodico che è stato bravissimo a montare sulla rottamazione, ora che la rottamazione si appresta a diventare un tema politicamente superato, e che se continua così lo sarà sempre più ogni giorno che passa. Oppure se insisterà su quella, fingendo che l’argomento sia ancora valido: opzione possibile, comunque, ma dovrà rassegnarsi a vederla sistematicamente smontare, sarà costretto a concentrarsi sulle proposte concrete, e su quelle cercare di mantenere l’hype che lo ha spinto sin qui. Impresa non facilissima, se il tema è l’uso dei fondi europei: che non dovrebbero, ma per qualche motivo sembrano affascinare media ed elettori molto meno dello scontro generazionale.
Col senno di poi, forse della rottamazione se ne è parlato troppo presto – sarebbe molto ironico – col risultato che ormai se ne parla da troppo tempo (ridendo e scherzando son due anni che la parola è entrata nel vocabolario politico) e oggi l’argomento è superato. E forse ci sarebbe stato tempo prima, per concentrarsi su alcune battaglie simboliche, da affiancare alla rottamazione. O forse non è stato possibile, perché sappiamo bene che far emergere i contenuti è sempre complicato, ma di certo i temi politici di Matteo Renzi sono stati troppo a lungo, e forse lo sono ancora, una nota a margine del claim rottamatorio e un cantiere aperto, dalla prima alla seconda Leopolda e dalla seconda a oggi (qualcuno ricorderà le famose 100 idee, in molti casi parecchio diverse da quelle di cui Renzi parla al momento).
Fin qui, la rottamazione ha permesso a Renzi di partire dallo svantaggio certo di pochi mesi fa per risalire fino a quello che la gran parte dei sondaggi oggi indicano come un risultato aperto. Impressionante, ma che funzioni fino alla fine, beh, è da vedersi.
Come nel basket, infatti, uno schema riuscito e ben eseguito fa funzionare tutto, i passaggi vanno veloci a destinazione, i giocatori si muovono da una posizione all’altra con precisione millimetrica, i tiri entrano, accumuli vantaggio, l’altra squadra va in bambola, il pubblico impazzisce. Insomma porti dalla tua l’inerzia della partita, come la chiamano nella pallacanestro, che poi è quella cosa che gli americani, in politica, chiamano momentum. E va tutto benissimo, ma non devi mai dimenticarti che in campo c’è pure l’avversario, e che è molto rischioso limitarsi a sperare che non ne venga a capo fino al fischio finale, perché se nell’ultimo quarto inizia a rubar palla, a intercettarti, a leggere il tuo schema ancor prima che venga eseguito, l’inerzia cambia, e cambia molto velocemente. A quel punto dovresti avere pronto uno schema di riserva, da eseguire bene e in fretta, qualcosa di lungamente provato in allenamento. Perché se l’alternativa non ce l’hai, è un guaio. Continuerai ottusamente a eseguire ciò che hai fatto fino a quel momento, senza nemmeno capire perché diavolo non funziona più: i passaggi diverranno imprecisi, i tiri si schianteranno sul tabellone, gli altri prenderanno a macinare gioco e punti. Non importa quanto vantaggio hai accumulato, finisce che perdi, e perdi male.
E ora scusate, ma l’arbitro ha appena fischiato l’inizio dell’ultimo quarto.

  1. ho appena scritto su Linkiesta la sintesi di quanto sopra.

    Sotto la rottamazione, il programma di Renzi fa acqua da tutte le parti. In caso di confronto all’americana, non so chi  uscirebbe vincitore.Temo che il confronto sia penoso.

    Il rammarico è che noi staremo a guardare e il silenzio della rinuncia. Io non mi sposto.

    Perchè a questo punto so già come va a finire.

     

  2. L’altro tema che i renzoidi hanno cominciato a frequentare è il vittimismo per le regole (obiettivamente oscene) delle primarie, che penalizzano Renzi. (In realtà hanno penalizzato molto più pesantemente gli altri possibili candidati “minori”, ma questo ai renzoidi non interessa: il loro mondo inizia e finisce nell’aura di “Matteo”)

    I contenuti di Renzi non emergono anche perchè sono oggettivamente scarsi ed imprecisi. Un conto, come dice la Ventura, è semplificare un messaggio complesso per farlo arrivare a tutti; un conto è avere solo un messaggio semplice, appena abbozzato, un po’ di perepè-quaqua-quaqua-perepè col quale fingere di rispondere alle pseudo-domande dello pseudo-giornalista di turno…

    Fossi in voi, presidierei attentamente le battaglie di Prossima Italia. Perchè prima o poi qualcuno verrà a scipparvele, per guadagnarsi consenso e poi abbandonarle appena intascato il risultato….

    silbi
  3. Bell’analisi, molto lucida.

    Io credo che i temi da esporre Renzi ce li abbia eccome. Solo che finora ha preferito puntare sulla “rottamazione” perchè fa molto più presa sulle persone dei contenuti veri. Senza contare che quando parla male di D’Alema finisce su tutti i TG mentre quando parla di cose concrete non se lo fila nessuno.

    Filippo Casini
  4. Due precisazoni, da ingegnere, ex giocatore di basket ed appassonato di telecronache americane in lingua originale. Momentum in fisica è la quantità di moto, cioè l’inerzia. E l’altra precisazione, mannaggia a me, me la sono dimenticata

  5. E io cosa ho scritto?

  6. Che la chiamano in politica momentum, ma non solo in politica. E’ l’inerzia tout court. A parte questo piccolo dettaglio ininfluente, analisi acuta. Ma non sono preoccupato.

  7. Sì, è una parola con quel significato lì, che viene usata in politica. Eddai che si capisce.

  8. Scommetto che tu facevi il centrone, Filippo.

  9. Curioso che in inglese, nel parlare corrente, momentum ha un valore positivo (nel nostro senso di “”slancio”), mente in italiano inerzia ha per lo piu’un connotato negativo…

  10. Ala pivot, avevo due o tre mattonelle, sempre oltre il 50% di tiro (all’epoca non c’era il tiro da 3) liberi sul 90%, 3-4 assist a partita (dal pick and roll tipicamente).
    Ho giocato in prima squadra 1 sola volta (ero nelle giovanili) per epidemia di influenza, 3 tiri 3 canestri in 2 minuti (media di 40 punti praticamente). Tolto dall’allenatore prima che mi ammazzassero di falli. Poi è iniziata ingegneria ed ho dovuto mollare.

  11. In realtà Francsco è “Keep Momentum” cioè “mantieni l’inerzia” non si tratta di slancio.

  12. si ma la parola stessa, momentum, e’in genere connotata positivamente, cosi’ come per noi lo e’la parola slancio. E’solo una cosa curiosa.

  13. Comunque Popolino aveva previsto tutto: Bersani l’ha presa larga ma se li leva tutti di torno ;)

  14. comunque contano anche quali sono i giocatori… e nel basket i cambi sono permessi ad ogni palla ferma, nella politica … mica tanto  e i giocatori si usurano ed arrivano al momento decisivo stanchi e senza energie

  15. forse non è cool citarlo, forse non ti è capitato di leggerlo, ma la sintonia odierna tra te e Adriano Sofri mi ha rallegrato. (triplice sintonia, tra l’altro) (e non dire che la vedo solo io…)http://www.facebook.com/#!/permalink.php?story_fbid=10151063292991879&id=86556801878

  16. tolta la rottamazione, a renzi rimane solo la app I-chino.
    auguri… ;)

  17. Sofri come sempre fa analisi molto lucide. Veltroni, di cui non condivido molte idee, ha dimostrato più coraggio di altri e, sicuramente più lungimiranza politica con le dimissioni. Certo che a Renzi se altri personaggi illustri si dimettono, gli si smonta il giocattolo principale Qual’è il programma economico di uno che un giorno osanna Marchione e il giorno dopo lo critica. Ha qualche idea sua o la costruisce attorno al sondaggio quotidiano?

  18. ho giocato a basket tanti anni.

    ne ho anche scritto sul giornale locale della valsusa per 6 stagioni.

    paolo, hai ragione renzi. gioca con pick ‘n roll da due anni, e gli ha sempre detto bene.

    il punto è che i nostri big si limitano al box and one! uno a marcare il portatore e gli altri schierati a zona 2-2. occupano spazi senza possederli.

    è lo schema che si usa quando si perde, sperando di fare qualcosa o in contropiede o da fuori.

    ma come dici tu, è appena iniziato il quarto quarto.

  19. e cmq sei una brutta persona che nn mi posti i tuoi capolavori letterari/politici su Fb…

    la prossima volta che ti vedo giochiamo a basket sul serio e ti faccio nero :)

  20. A parte il passaggio su Fassina (di cui ho un giudizio meno negativo) condivido totalmente.

    Per restare a metafore sportive mi chiedo se non possa corispondere anche quella del ciclista che in una volata è partito troppo lungo. Con il momentum nel basket ha una differenza sostanziale: non ammette alcuna possibilità di rilancio: quando ti accorgi di essere partito lungo oramai non hai alternative, puoi solo continuare così sperando che gli avversari siano semplicemente più deboli di te.

    Vedremo. Ma io da Renzi mi aspetto qualche mossa da effetti speciali sull’onda del motto “Benvenuti nel mio ego!” (come da imitazione a “Quelli che…”) laddove Bersani usa il motto “Benvenuti nella nostra squadra”.  Non so se ne avrà la forza, ma certo non smetterà di pedalare.

    E da D’Alema mi aspetto l’impegno a non chiedere la deroga se vincerà Bersani. (A proposito di quest’ultimo: davvero ottima la risposta a D’Alema).

    E la Bindi? Zitta, confidando ragionevolmente sul fatto che essendo Presidente dell’assemblea nazionale alla fine la deroga per lei ci sarà.

    FaustoB
  21. Non ho capito una cosa : con tutto questo cosa c’entra l’Italia?

  22. Hai visto quanti baskettari qua su Popolino?

  23. Se avete tempo e voglia di leggete questo papiro

    e scoprirete perchè molte persone come me, di sinistra, contrarie alla demonizzazione delle persone e della politica, tifano Matteo Renzi. E forse anche perchè la sua non è solo una bolla mediatica. Certo se non avesse attaccato D’Alema&CO non se lo sarebbe filato nessuno all’inizio. Ma ora credo sia ben diverso. Sta riportando il PD alle origini, al punto in cui mi aveva convinto a votarlo e dal quale oggi appare distante anni luce

    http://www.pietroichino.it/?p=23501

    Riccardo
  24. Il problema di Bersani è che dietro ha solo impresentabili a partire dalla vicesindaca. Gli manca la squadra e non è capasce di fare scelte chiare a partire dal manifesto per le primarie della coalizione e dalla coalizione stessa.

    Non è che lo si sopravvaluta?

    marco
  25. Condivido tutto anche le virgole. “a quel punto dovresti avere pronto uno schema di riserva” tu dici. Impossibile, Renzi e’ di centro, Bersani di centro sinistra. Per battere Bersani ci voleva un Renzi di sinistra che non usasse il dato anagrafico come arma.Ma una critica alla miopia di questa classe dirigente che non ha saputo usare l’occasione dei governi di centro sinistra per  cambiare le politiche economiche che ci hanno portato in questo vicolo cieco.                      ”Ora pare  che i derogabili si ritirino un po’ per volta,al loro posto chi ci mettiamo?” Pippo Civati.    Interessante quesito.D.

    Doriano
  26.  

    L’uscita di Reggi conferma tutto.

  27. La commissione Giustizia del Senato ha approvato il disegno di legge sulla diffamazione, dando all’unanimità mandato al relatore per la presentazione in Aula. Le multe restano da 5 mila a 100 mila euro, ma è stato approvato un emendamento secondo cui sono commisurate alla gravità dell’offesa e alla diffusione della testata. Il ddl, nato dopo la condanna a 14 mesi di reclusione per Alessandro Sallusti, abolisce la pena del carcere per i giornalisti, prevedendo invece pene pecuniarie. Il relatore Filippo Berselli del Pdl ha riferito, al termine della riunione, di aver proposto una rimodulazione dell’entità delle pene portando il massimo della multa da 100 mila a 50 mila euro, ma la maggioranza della Commissione ha bocciato la modifica lasciando il tetto massimo a 100 mila euro. Prevista in caso di recidiva la sospensione dalla professione e dall’attività fino a sei mesi e poi come ulteriore aggravante, fino a tre anni. È stata approvata inoltre un’ulteriore ipotesi di aggravante in caso di coinvolgimento dell’editore nella diffamazione dolosa. La disciplina viene estesa non ai blog, ma solo alle testate giornalistiche diffuse anche per via telematica. Non è infatti passato l’emendamento presentato da Vita e D’Ambrosio (Pd) che chiedeva la non applicazione della normativa ad internet. Cancellata inoltre la riparazione come pena accessoria. Ritirato infine l’emendamento Caliendo, battezzato `anti Gabanelli´, che prevedeva la nullità delle clausole contrattuali che lasciavano solo in capo all’editore gli oneri derivanti da una condanna per diffamazione.