Dovrei controllare, ma è tardi, non c’ho voglia e accetto l’azzardo, nel caso verrò cazziato.
Sono abbastanza certo che nelle famose e in questi giorni molto citate primarie precedenti le-cui-regole-non-si-cambiano-in-corsa, tutte incluse, non ci fossero 18mila firme di iscritti al partito – qualunque fosse il partito all’epoca – da raccogliere in 9 (nove) giorni per candidarsi alle primarie. Che non sono le firme, e non sono i giorni: è il combinato disposto delle due cose, che non è proprio nel senso di quell’ampia partecipazione che bla bla bla (Valdo Spini però è nel gruppo misto, non le dovrà raccogliere, gli basterà presentarsi e dire “Ciao raga, come butta?”: casomai foste in pensiero).
Per tutti gli altri, se del Pd (i partiti immaginari valgono, e secondo me fate prima, consiglio personale), sono 18mila firme in 9 giorni, ovvero 1,38 firme al minuto (comprese le notti). Si formeranno code più lunghe che per comprare l’iPhone 5, immagino, e decisamente più scorrevoli. Poi, allo scoccare dell’ora X, frotte di babbi natali fotonici alla guida di slitte trainate da renne a velocità transluminale sfrecceranno verso la sede Nazionale del Pd, dove un’apposita commissione dovrà pronunciarsi sull’autenticità delle sottoscrizioni in 24 (ventiquattro) ore, valutando 12,5 firme al minuto nel caso il candidato che le raccolga sia solo uno (Bersani è esentato in quanto segretario, va bene accettare la sfida ma fesso no). Se i candidati saranno più numerosi (ovvero 18mila moltiplicato enne), sono pronte torme di scimmie transgeniche addestrate in lunghi turni della domenica mattina alle casse della Coop, quando ai pensionati ansiosi di tornare a casa per non perdersi MelaVerde si aggiungono i single col carrello pieno zeppo di 4 Salti in padella: assistite, le scimmie, da paramedici specializzati in disastri naturali, in caso di tunnel carpali fulminanti. Ma non si cambiano le regole in corsa, no no. Si corre e basta.
A meno che, ipotesi B, nessun candidato voglia cimentarsi nel più grande flash mob di stenografia di massa della storia, e non rinunci a raccogliere le adesioni dei cittadini elettori cuore pulsante della democrazia diretta per volgersi – specie se era avvisato per tempo e ha già iniziato da qualche giorno a portarsi avanti, occhiolino – alla ricerca dei ben più tristi 95 delegati necessari, quelli eletti un’era geologica politica fa con gli odiati meccanismi del partito/apparato e della cooptazione. Ricordarsi solo: prima chiedere la firma, poi sputargli addosso per la loro indegna natura di uomini di partito, mai fare l’inverso o, chissà perché, ‘sti bastardi non firmano.
Io sono proprio uno di quei tristi figuri e, lo dico a scanso di equivoci, ho votato a favore delle prime due modifiche, ma sono anche tra gli otto che hanno votato contro questa straordinaria regolamentazione democratica (nella foto, l’estensore esprime il suo profondo rispetto per quella bellissima arena della partecipazione che sono le primarie). Non per altro, è che sono un fumatore, e se corro tossisco, fosse anche per consegnare moduli importantissimi. Ho votato contro anche perché sono tra quelli – pochi, ricordati nei comuni di montagna, con una sobria lapide – che le regole le avevano chieste a luglio (e pure prima, a dire il vero). E quindi me lo potevo permettere.
Ripensandoci però è vero, che non c’era nessuna fretta. Fino a oggi.
DISCLAIMER
Caro sostenitore di questo o di quello, il testo che vedi qui sopra è complicato, davvero, e di difficile comprensione. Ti sconsiglio vigorosamente di leggerlo.
Bersani ha effettuato una straordinaria apertura democratica. O vedi, nel caso, se preferisci: il vecchio apparato cattivo vuole impedire a Matteo Renzi di candidarsi.
Vai sereno, la tua bacheca Facebook ti aspetta. Mi raccomando: tono indignato e punti esclamativi, sotto i tre punti esclamativi non è vero attivismo. Democratico, si intende.
Ma forse qualcuno, più uguale degli altri, confidando nel segretario, le firme già ce l’ha. Basta mettere la data. Vuoi mettere? Questa è l’organizzazione, bellezza!
Caro Paolo
Perché non metti su Prossima Italia ció che si vede in rete di OccupyPrimarie?
E’ domenica e si legge cosa succederà sabato.
Ciao, buon lavoro
Il problema IMHO è che avete confidato nel fatto che l’idea (giusta) che le regole servisse stabilirle prima bastasse per indurre la direzione a riunirsi e deliberare. Come si è visto plasticamente ieri, è stato necessario trascinarli con la forza, e una buona parte non avrebbe neanche voluto farle le primarie. Bisognava agire per forzare la mano al partito, per fortuna Renzi l’ha fatto a suo modo. Poteva andare meglio, ma molta gente in dirigenza probabilmente vede la sopravvivenza della propria corrente politica come equivalente alla sopravvivenza del partito, e le idee di altre correnti (prossima italia, adesso) come proposte di pericolosi sovversivi che manco dovrebbero starci, nel partito. Difficile che si riunissero di loro spontanea volontà.
C’è da dire, e la cosa mi fa ben sperare, che lo stesso Bersani sembra non poterne più di certi atteggiamenti da reduce incallito.
tutti venduti a Bersani i 500 e oltre che han votato a favore?
Certo pero’ che 95 delegati = 18000 firme di iscritti in 9 giorni e’ un po’ offensivo per gli iscritti…
quante minchiate che si scrivono nei blog……
Peccato che lo statuto del PD art 20 comma 4 abbia una asticella molto più alta,per le primarie di coalizione ovvero il 35 % dei delegati dell’assemblea corrispondente (nel caso sarebbe quella nazionale quindi si parlerebbe di più di 400 delegati, o del 20% degli iscritti sul territorio (in questo caso quello nazionale) . Ora ho sempre pensato che il deficit delle primarie fosse la difficoltà dell’accesso, ma mi sembra che in questo caso, si sia fatto un bello sconto. Bastava essere meno brillanti e il PD di candidati ne avrebbe avuto uno solo. Quello che a norma di statuto non aveva bisogno di firme…
Vico, ma l’hai letto il post? Il problema non è il numero, ma il numero combinato al tempo disponibile.
Io sono d’accordissimo. 18mila firme sono pure poche. Ma la tempistica è sbagliata.
Certo , Paolo, l’ho letto, E non mi mi ha convinto, E ti spiego. Il giorno che decidessi di correre delle primarie magari nazionali, sapendolo magari con alcuni mesi di anticipo, cercherei di avere qualche referente su ogni territorio, specie se sono un politico conosciuto,E probabilmente ne avrei qualcuno in ogni città. Ora , mi basterebbe avere una persona che lo fa in ogni capoluogo di provincia, perchè le firme in nove giorni diventino solo 170 a persona, ovvero 20 firme al giorno. Duro ma non impossibile, anzi tutt’altro, direi. E, del resto, se un candidato non è in grado di essere rappresentato sul territorio, ha senso che corra?
Vico, invece secondo me non ti sei mai occupato di organizzazione politica a livello nazionale, e non sai di cosa stai parlando. Tra un po’ di giorni – ormai sono otto, e non più nove – ci ritroviamo e vediamo se chi è partito già due anni fa le ha raccolte, 18mila firme.
Verissimo, Paolo. Non mi sono mai occupato di politica nazionale, e neanche locale. … Mi occupavo, e mi occupo di marketing e comunicazione. E anche con un discreto successo. ;Ma se bastano 17.000 firme in 9 giorni, a mettere in crisi uno che per vincere dovrebbe raccogliere 2 milioni di voti, in un weekend parafrasando Clemenceau,mi sento di poter dire che la politica è una cosa troppo seria per farla fare a voi politici nazionali.
Ps quello che si prepara da 2 anni 95 delegati ce li ha…
Ciao Paolo.
Pur non intervenendo da tempo, leggo sempre con attenzione quanto scrivi e seguo piuttosto assiduamente prossimaitalia e occupyprimarie.
Vorrei oggi proporre uno “zoom out” rispetto al contesto attuale. Una delle tematiche usate (abusate?) rispetto all’azione politica di Civati è la seguente: davvero si puo’ fare la rivoluzione dall’interno? Davvero si possono “rottamare” i vertici giocando con le loro regole?
La vostra risposta è sempre stata affermativa. E avete lavorato (molto e con impegno lodevole) in questo senso.
Il risultato, oggi, è che siete minoranza assoluta nel partito, che le primarie se le giocano Renzi e Bersani e che tu stesso (come affermi in un commento di qualche post addietro) se i candidati restano quelli attuali, non voterai alle primarie.
Questa, allora, la mia domanda diretta: ne è valsa la pena? Credete ancora di poter fare la rivoluzione dall’interno mentre gente come Grillo sfiora il 20%? Che sarà di voi nel dopo primarie? Se affermi di non voler votare (probabilmente) nessuno dei due candidati, voterai ancora PD e resterai ancora nel PD? Con quale prospettiva? Quella di appoggiare i loschi figuri che da oltre 3 anni ti affanni a combattere con ogni mezzo a tua disposizione, attendendo paziente per anni la prossima chance di “scalata al partito” (e nel mentre votando da bravo soldatino ogni proposta sociale della Bindi)?
In sintesi: come coniugate, voi civatiani, i vostri (a mio parere giusti) principi con la realtà politica attuale? Ve ne andrete o continuerete a fare la rivoluzione dall’interno? Perché piu’ passa il tempo e piu’ questa storia della “rivoluzione dall’interno” sembra davvero tutta fuffa.
Grazie per l’accoglienza.
edo tagliani
Tagliani, senza offesa, ma la tua analisi è banale, è uguale a quella di tanti altri che in questo momento si agitano per un motivo o per l’altro, mentre io francamente tutta questa frenesia non ce l’ho. Milito in un partito da tre anni e tre mesi, non ho mai pensato che le cose sarebbero cambiate facilmente. Io non credo affatto che quello che succederà ora cambierà le cose in meglio. Ho anche qualche buon motivo, e qualche esperienza personale per poterlo dire. Ne ho sentite dire tante, in questi anni, e non ho mai perso di vista i semplicissimi motivi che mi muovono. In un modo o nell’altro, siamo a un cambio di scenario, alla fine di una stagione: ma un modo o l’altro fa una grandissima differenza, almeno per me, anche se vedo che, ovviamente, non per tutti, ma pure questo era ampiamente nelle cose. Quindi, per risponderti, io non vado da nessuna parte, se non nella direzione che spero mi porti dalla parte che ritengo giusta, quando questo succederà. Il resto è decisamente roboante, ma personalmente non mi interessa.
Ah, un’altra cosa. Io alla Bindi gli faccio la guerra termonucleare, dove ho titolo per farla, altro che soldatino. E ti porgo una notizia: è lei che la sta perdendo.
Però il tempo stringe, per il paese intendo, Paolo. Ed una bella scorciatoia aprirebbe la strada a tutti.
Ma visto questo casino che si sta facendo su queste primarie di coalizione, non sarebbe il caso di modificare lo Statuto in maniera definitiva facendo in modo che le primarie di partito e quindi il Congresso si svolgano anche prima dell’elezioni politiche? Non sarebbe un buon modo per andare verso il bipolarismo? Una vittoria di Renzi come si rifletterebbe sulla linea politica del partito? I candidati al parlamento come verranno scelti? Renzi dice che tra i primi ad essere rottamati ci sarà D’Alema ma se il Partito decide di ricandidarlo? C’è più di qualcosa in tutta questa storia che non funziona. Il segretario PD deve essere anche il candidato premier nelle primarie di coalizione oppure, stravolgendo un bel pò di cose, il segretario non deve poter candidarsi!
Questa modifica temporanea, giusta o meno che sia, non risolve il problema generale che va affrontato prima o poi altrimenti tra 5 anni ci ritroveremo in una situazione analoga, sempre che esista ancora il PD!
@VICO nel tuo primo commento scrivi “Peccato che lo statuto del PD art 20 comma 4 abbia una asticella molto più alta,per le primarie di coalizione ovvero il 35 % dei delegati dell’assemblea”. Ora, l’art. 20 dello statuto nazionale PD (scaricato ora dal sito) dice: “Articolo 20. (Codice etico) 1. Non possono aderire al Partito Democratico come elettori o come iscritti, non possono essere candidate a cariche interne del Partito o essere candidate dal Partito a cariche istituzionali le persone che risultino escluse sulla base del Codice etico.”
C’è qualcosa che non torna ………….. D’altra parte come avrebbe potuto lo statuto prevedere nel caso di primarie di coalizione contemporaneamente che il candidato unico è il segretario ma anche la modalità per altre candidature?
Fausto, non capisco il rapporto tra i due articoli. Se me lo riformuli, te ne sono grato.
Per quanto riguarda la norma che cito io, è riferita alle primarie di coalizione in genere. Ora, se si toglie dallo statuto che c’è una candidatura unica per quelle nazionali, tale norma andrebbe applicata, salvo appunto diversa delibera.
Vico – La cosa si fa interessante o magari c’è soltanto un banale disguido (o mio o tuo). Il fatto è che nella copia dello statuto nazionale del PD che ho scaricato dal sito nazionale la norma che tu citi (il 35%) io proprio non la trovo…… L’articolo 20 che tu citi a questo proposito parla di tutt’altra cosa. Ora, ricordandoci le origini veltroniane del PD potrebbe essere che il PD ha uno statuto, ma anche un’altro statuto. La mia è pura e semplice curiosità.
A meno che tu ti riferisca al secondo comma dell’art. 18 che però, a mio avviso, è da intendersi riferito a sindaco, persidente di provincia o regione. “Ma anche” questa è una interpretazione…….
Avviso ai commentanti, occhio che in rete gira ancora lo Statuto precedente alle ultime modifiche intercorse (quelle del 2010, addirittura). Bisogna sempre prenderlo dal sito PD, per sicurezza.
hai ragione ho citato, a memoria l’articolo sbagliato. è il 18 comma 3.E concordo con te che era stato pensato per sindaci, ecc. Ma il punto è che senza una variazione specifica, si sarebbe dovuto applicare quello. In realtà hanno scelto una formula vicina,e Paolo può confermarlo, al 10 % dei membri dell’assemblea e al 3% degli iscritti, che è quella delle primarie di partito.
Indubbiamente i termini sono stretti, ma è anche vero che sono stretti i tempi stessi per l’organizzazione di queste primarie . Per altro, a mio modesto parere, candidature a “sinistra” di Bersani avrebbero favorito il segretario, o cmq sarebbero state ininfluenti. Non riesco, quindi, a vederci operazione volte ad impedire candidature alternative.
Però Pop, vediamola così: quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare…
Tra un candidato sedicente rottamatore che si candida portando le firme di 95 delegati dell’assemblea e un candidato outsider che trova 18000 firme di elettori in una settimana, chi è che ci fa la figura migliore?