Riflessione del tutto marginale sul percorso di Matteo Renzi da qui in poi, prendetelo per un mero esercizio, dedicato a quelli davvero fissati con questo genere di cose (che tra i lettori di Popolino non sono pochi, peraltro).
Renzi dice da tempo che se perde le primarie non andrà a Roma a fare il parlamentare schiacciatasti - non ricordo l’espressione precisa, ma il senso è quello – né il capocorrente, preferendo restare a Firenze a fare il Sindaco. Senza voler insinuare che si tratti di una scelta di comodo, e senza scandalizzarsi per la sua concezione del parlamentare medio (pure secondo me è meglio fare il sindaco di Firenze, per inciso), la cosa è interessante perché apre alcuni scenari.
Renzi, infatti, non può candidarsi al Parlamento quando gli pare. In quanto sindaco, se leggo bene, deve dimettersi da primo cittadino di Firenze 180 giorni prima delle elezioni politiche. E in linea di massima, stante la coincidenza tra la fine di questa legislatura con la fine del mandato di Napolitano, è presumibile che non si voterà molto tardi, poiché il nuovo Parlamento deve essere in carica in tempo per eleggere il nuovo Presidente della Repubblica quando decade quello vecchio: insomma, è presumibile che le politiche si svolgano entro aprile, non più in là, magari prima (senza considerare le voci di elezioni anticipate, ovviamente).
180 giorni son sei mesi, che diventano quasi sette considerando che le funzioni di sindaco cessano una ventina di giorni dopo le sue dimissioni. Da quello che dice Bersani, che sta procrastinando il più possibile all’autunno le regole e la data stessa delle primarie, il candidato premier del centrosinistra non sarà scelto fino a novembre, inizio dicembre. Per entrare in Parlamento, quindi, Renzi dovrebbe dimettersi da sindaco di Firenze entro ottobre, ovvero prima delle primarie e soprattutto prima di sapere se le vincerà o no. Ma, appunto, non lo farà.
Ne consegue che Renzi parteciperà a queste primarie da Sindaco in carica. Lasciando perdere i giudizi sull’opportunità della scelta, ci sono alcune possibilità che questa scelta comporta.
Se perde le primarie, che poi è l’ipotesi al momento più probabile, tornerà a fare il sindaco a tempo pieno (anche se sarà quantomeno atipico avere in Parlamento un tot di eletti – diciamo - renziani, con Renzi fuori). E fin qui tutto bene.
Se invece le primarie le vince, lascerà il posto di sindaco (sarebbe dura fare tutta la campagna elettorale dividendosi tra le piazze italiane e Palazzo Vecchio), ma sarà troppo tardi per potersi mettere in lista al Senato o alla Camera. Se poi dovesse vincere le elezioni, quindi, diventerà Presidente del Consiglio anche senza esser parlamentare. Inconsueto, ma non così tanto: nemmeno Monti lo era quando è diventato premier, con la differenza che Renzi è un po’ troppo giovane per esser nominato Senatore a vita.
Poi però c’è la terza ipotesi. Improbabile, ma come dicevo, è tanto per. Premettendo che credo che il centrosinistra possa vincere le prossime elezioni, sia che il suo candidato sia Bersani, sia che il leader sia Renzi. Penso che il centrosinistra vincerà e che esprimerà il prossimo Presidente del Consiglio.
Ma. Se Renzi vincesse le primarie, fosse candidato a premier, e poi invece le elezioni le perdesse? O se, più banalmente – e purtroppo, realisticamente – il centrosinistra non arrivasse al fatidico 50 più uno dei seggi, e in nome della governabilità e delle larghe intese spuntasse un Monti bis o pasticci simili? Non è poi così assurdo, con buona pace del volonteroso “tocca a noi” di Bersani. Nel caso, il centrosinistra passerebbe la prossima legislatura con il suo leader fuori dal Parlamento, e sostanzialmente privo di cariche pubbliche – per non dire disoccupato – perché non sarebbe più nemmeno sindaco. Ammetterete che suona strano, o quantomeno complicato. Anche se temo che a quel punto il nostro Paese avrà problemi ben più grossi di questi.
Però, ripeto: non capita. Ma se capita?
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A me sembra che con la nuova legge elettorale che hanno in mente le primarie vengano affossate o quantomeno non avrebbero più senso.
Nel merito a questo giro salto le primarie Bersani spiace dirlo non ha le qualità del leader ed è troppo ancorato all’apparato.
Renzi sicuramente più dinamico con idee innovative ma per i miei gusti troppo sbruffone e come ha detto qualcuno gioca da solo e non sa fare squadra.
(“diventerà Presidente del Consiglio anche [senza] esser parlamentare”)
oddio Carlo, speriamo di no
Segnalavo solo la mancanza del “senza” nella frase
Grazie, ho corretto.
Condivisibili perplessità, ma tutto sto’ casino (e la domanda è seria) vale anche per Vendola?
Onestamente non lo so se c’è una norma simile a quella per i sindaci (e per i presidenti di provincia, pure) per i presidenti di regione: a rigor di logica dovrebbe, ma non si sa mai, io comunque non l’ho trovata. Mi pare però che Vendola si dimetterà in ogni caso, le voci dicono che c’è anche già più o meno un accordo Pd-Sel per candidare Emiliano come suo successore al governo della Puglia, oltre che un posto per Vendola nel prossimo governo di centrosinistra.
Walter Veltroni era sindaco a Febbraio e ad Aprile è stato eletto in parlamento.
Sta cosa dei 6 mesi è una patacca.
Rettifico! (ho letto meglio) SE ci sarà lo scioglimento naturale sono 180 giorni. Ma se verrà sciolto in anticipo, anche un giorno, potrà essere eletto. Evidentemente lo da per scontato.
E’ chiaro che se Renzi vincesse le primarie Napolitano convocherà i comizi elettorali per l’ultima di marzo.
(scusate, è l’ora, intendevo le elezioni)
Grazie Paolo, nn entusiasmante come scenario
E se facesse il segretario del Pd? E/O con Monti e le larghe intese riconfermati da Napolitano a febbraio? Che bello sarebbe, non vedo l’ora… (sempre che a quel punto ci sia ancora il Pd…)
ogni tanto scrivi delle cose intelligenti……non ci avevo pensato……….
Ammesso e non concesso che l’unica cosa che ho apprezzato di Renzi in questi anni è vederlo domenica con la maglia viola saltare felice per il gol di jovetic le domande che mi sorgono spontane sono :” Chi votare a queste primarie ?” ” Perchè votarlo ?”
Io sono uno che sta fuori dal partito e che questa volta si turerà il naso e in cabina elettorale ( Ammesso che Casini non sia in coalizione) voterà PD però continuo a non capire cosa cambierà davvero se negli intenti dell’apparato certe cose non sono la priorità…. Vedi abolire le maialate fatte da questo governo che il PD prontamente ha votato.
Le scorse primarie non nascondo che io avrei votato Ignazio Marino ma mi sembrava di fare il guastatore e non mi sono presentato alle prossime vorrei votare VENDOLA ma davvero riesci a pensare che sia davvero il premier il problema e non piuttosto un programma fumoso che non prende delle vere posizioni di SINISTRA ? Il 45% degli elettori non vota più pensate davvero sia il leader che le tiene lontano o forse è il fatto che le soluzioni offerte non sono soluzioni ma solo toppe ??
Andrea, ha sempre detto che fare il segretario non gli interessa, non c’è pericolo. Enzo, lo vedi che ti stai debersanoidizzando? Marco, sono abbastanza d’accordo, più o meno su tutto. Mi pare pure che si capisca, dalle cose che scrivo.
Una piccola correzione: se non ricordo male Monti fu comunque fatto senatore a vita SUBITO PRIMA di essere nominato Presidente del Consiglio
Giusto.
Scusa Paolo, ma Monti non fu fatto senatore a vita proprio pochi giorni prima di essere incaricato di formare il governo?
E dunque era parlamentare al momento dell’affidamento dell’incarico.
Per cui sarebbe un’anomalia storica, quella di Renzi.
A meno che non si dimetta entro ottobre, ovvio.
I governatori di regione sono al contempo presidenti della giunta e membri del consiglio regionale. Per Vendola credo quindi valga la norma che stabilisce l’incompatibilità tra consigliere regionale e parlamentare nazionale. L’istituto dell’ incompatibilità viene in essere solo quando il soggetto ricopre contemporaneamente entrambe le cariche, Vendola potrebbe quindi candidarsi e poi una volta eletto scegliere da quale delle due cariche dimettersi. Credo anche che la legge stabilisca un limite di tempo massimo entro cui esercitare l’opzione, superato il quale c’è il rischio di decadere sia da consigliere che da deputato.
La cosa divertente è che l’incompatibilità deve essere “rilevata”, e cioè uno potrebbe pure tenersi entrambe le cariche per la durata di tutto il mandato, se a nessuno viene in mente di sollevare il problema alle autorità competenti. E questo vale pure per l’ineleggibilità dei sindaci.
Per dire che il modo di aggirare le norme si trova, eh.
Cristiano, l’ha scritto Luca due commenti prima del tuo, e gli avevo già dato ragione.
oopss, non avevo letto Luca Pioli.
io ho un’altra obiezione, paolo.
tu dici, nell’ipotesi che si facciano le primarie e che le vinca renzi, che sarebbe assurdo che in parlamento sedessero dei “renziani” senza di lui.
ecco, io non sono così sicuro che, anche vincendo le primarie, renzi possa mettere naso nelle liste elettorali (che, pare, salvo smentite, saranno come da porcellum oppure come da mezzo porcellum).
mica è il segretario del partito.
nè credo che questa dirigenza si possa fare dei gran problemi etici facendo le liste.
quindi un altro scenario possibile è: renzi vince le primarie ma non ha un candidato parlamentare che sia uno a sostenerlo.
o peggio, renzi vince le secondarie e fa il premier da separato in casa con tutti i parlamentari del suo partito.
sono perfido?
Ciampi nel 1993 non era parlamentare, ma fece il Pres del Cons un anno intero
No, è realistico. O meglio, non credo che il criterio sarà proporzionale ai risultati delle primarie: sarebbe difficile ignorarlo del tutto, ma non penso che se farà il 30 per cento potrà nominare un terzo dei candidati. Che poi ci sarebbe da discutere sulla faccenda della cooptazione, in quel caso.
ecco, allora bisognerebbe anche discutere dell’affermazione che viene attribuita a Matteo, “se vinciamo noi vanno tutti a casa” nel PD.
per mandare a casa tutti (magari eh, sia chiaro!) bisogna vincere il congresso, queste non sono primarie di partito, mi sa che si alimenta solo confusione così.
Non sarà un congresso questo, ma se Renzi dovesse davvero farcela di fronte al segretario del suo partito sarebbe l’ennesimo sbertucciamento che la base, mix di iscritti, simpatizzanti, sostenitori ed elettori, rende alle scelte strategiche dei suoi vertici. Quel “tutti a casa” non è poi così campato per aria ( unica cosa che me lo rende personalmente sostenibile ).
Non vorrei dire una sciocchezza, ma per Rutelli non fu fatta una legge ad hoc che gli permise di rimanere sindaco di Roma fino alla chiusura del Giubileo?
Comunque storicamente ci sono stati tre Presidenti del Consiglio non parlamentari: Ciampi, Dini, Amato.
io penso che Renzi stia lavorando su due piani, uno di breve periodo e uno di lungo periodo. Uguale i Giovani Turchi di Fassina. Serracchiani e Civati sul lunghissimo periodo. Gli unici che guardano al presente e al passato sono gli anziani e i bersanoidi. La rottamazione non partirà solo dalla ala renziana… mi sfrego già le mani per il congresso.