Certo che abbiamo un tempismo. Avevamo appena fatto in tempo a far uscire questo libretto, Partito Digitale. Che voleva essere uno spunto di riflessione, ecco, su come la Rete sta cambiando, anzi, nei fatti ha già cambiato la politica in Italia, e su come anche il Pd potrebbe imparare a usarla meglio. E’ una raccolta di brevi saggi, di autori che sull’argomento ne sanno un tot (e poi c’è il mio, che abbassa il livello), a dimostrazione del fatto che – ebbene sì – anche in area Pd c’è gente che la Rete la conosce, la sa usare, soprattutto la sa spiegare. La riconosce come parte di un ambiente naturale che della realtà è un suo aspetto, non una cosa diversa da.
Il libretto è costato zero, tutti gli autori hanno partecipato pro bono ed è a disposizione del Partito, in prima battuta, ma anche di tutti coloro che si interessano di queste cose, o vorrebbero interessarsene: a patto che interessi, e a volte non sembra, purtroppo.
Infatti, rispetto a quello che Bersani ha detto ieri – tempismo, appunto – già altri hanno fatto notare che non ha molto senso chiedere a chi attacca il Pd stando in Rete di venire fuori, di venire qui a dircelo (anche perché, a esser precisi, a volte vengono davvero). Che non esistono fascisti del web e fascisti-fascisti, ma solo, al limite, fascisti, e che comunque che questa è gente che fuori dal web ci va eccome, almeno una volta di sicuro: quando va al seggio e vota qualcun altro, perché non trova nel Pd le risposte che cerca. E non le cerca solo su Wikipedia, per capirci, è proprio che quelle risposte non ci sono. Non ci sono fuori dal web, perché quando qualcuno rinfaccia al Pd di non avere una posizione chiara su tante questioni, o di aver pesanti responsabilità nei guai di questo Paese, dice una cosa che è vera su Facebook quanto lo è se detta al bar. E non ci sono nel web, perché ancora adesso, nel 2012, il Pd è un partito a cui non ci si può nemmeno iscrivere on line, che non ha mai affrontato il tema della partecipazione on line, e che soprattutto prometteva di votarsi alla modernità quando è nato, ma da allora non ha fatto altro che andare a ritroso.
Andrebbe anche dato il dovuto peso alla differenza tra una cosa scritta da un semplice commentatore o militante, e la posizione ufficiale di un leader politico, che poi è la differenza tra uno che passa di qui e insulta perché è incazzato, e quello che scrive Beppe Grillo sul suo so called blog: perché non è proprio la stessa cosa, e a dirla tutta sono stati soprattutto i media tradizionali – la tivù su tutte, nell’ultima campagna elettorale – a dar spazio a un sentimento che era evidentemente montante, e che quindi non riguardava solo un’inesistente nicchia di esclusivi frequentatori del web preclusi al mondo reale.
Dopodiché, è probabile che il fastidio nasca dall’incapacità di starci, in Rete, oltre che dai toni generali che tante discussioni assumono, ed è vero che spesso gli argomenti sono fasulli, i toni qualunquisti e il linguaggio offensivo. Ma questo è il bello e al tempo stesso il brutto del web, che è libero in modo assoluto, spiazzante, disturbante, ma almeno si gioca alla pari, e si può rispondere: se si è in grado. Qui ad esempio non ci si è mai spaventati per i toni forti, al contrario li si cercano insistentemente ed è anche per questo che si son fatti culi come capanni ai grillini, ai bei tempi in cui i più molesti eran soprattutto loro e non, come capita da un po’ di tempo in qua, i bersanoidi.
Ma è comprensibile che non a tutti piaccia il wrestling, lo capisco. Per i palati più fini, però, nel Pd ce ne sono, di personalità che sanno abitare la Rete, sanno argomentare, sanno rispondere a tono senza farsi tirar dentro la fanga, e alcuni lo fanno da anni e anni, senza che peraltro il Pd abbia mai pensato di valorizzarne le competenze; e ce ne sono altri che del Pd non sono, ma che forse guarderebbero con più fiducia alla politica del nostro partito, se non fosse che quando il Pd stesso si occupa di Rete riesce a dare il peggio di se, come accaduto in occasione delle nomine Agcom. Tutta gente cui la classe dirigente del Pd non riconosce la competenza e nemmeno l’esistenza, e di cui comunque diffida o che accusa di fighettismo antipopolare (mentre invece, i convegni e i tomi sulla socialdemocrazia prodotti dalle fondazioni Dem, quelli sì che vanno in prima serata).
Che poi è quello che un po’ sostengo nel mio contributo a Partito Digitale, quando parlo della difficoltà del centrodestra berlusconiano a rapportarsi con la Rete: che agli avversari sembrano proprio mancare le teste, le competenze più o meno d’area, per colpa – ma non solo – di un diverso rapporto con la loro leadership e della cultura più marcatamente televisiva che li ha caratterizzati sin qui. Quando invece, la cultura del dibattito che è propria del centrosinistra, e che è nativa nel Pd, almeno in teoria dovrebbe sentire la Rete come casa sua, a patto che ne accetti la sua natura frammentata, spesso conflittuale e comunque non centralizzabile. Dopotutto – semplificando – è molto più facile imbattersi in un blog di sinistra che in un blog di destra, e questo dovrebbe essere per il Pd un bene, a meno che, al contrario, chi lo guida non viva tutta questa libertà di discussione come una minaccia alla famosa linea politica, se non – nientemeno – alla pretesa di un’egemonia culturale molto ma molto più virtuale di qualsiasi social network.
E infatti mi sa tanto che il problema in fondo è tutto qui.
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”Corrono sulla rete dei linguaggi del tipo: siete zombie, cadaveri ambulanti, sono linguaggi fascisti e a noi non ci impressionano. Vengano a dircelo. Via dalla rete, uscite dalla rete e venite qui a dircelo”. Le dure parole del segretario Pierluigi Bersani sembrano riferirsi alla campagna delle rete ideata dai grillini e poi ripresa anche dall’Italia dei Valori che parlano di zombie per riferirsi all’attuale classe politica, nessun escluso, dai tecnici ai segretari di partito. Sulla questione però il segretario non vuole esporsi: “Non fatemi dire cose che non ho detto. Ho detto che si sta creando un linguaggio: non voglio fare nomi, dico solo che ci sono in rete questo tipo di linguaggi e dei personaggi politici che vogliono cavalcarli”.
Caro Popolino non mi interessa dire che hai ancora una volta torto. FAccio solo alcune notazioni di stile sul comportamento tuo e dei tuoi amici: sono mesi che su alcuni siti web e su alcuni prfili facebook si usa nei confronti del tuo Partito (presuno che sia il tuo PArtito, a volte ne dubito) un linguaggio non di critica ma mortifero ed insultante, fatto evidentemente da troll e fake organizzati. Un linguaggio che offende tutti noi e che di sinistra non ha niente, è un linguaggio plumbeo, tipico delle destra più fasciste che ci sono. NON C’E’ UN POST SUL TUO BLOG E SU QUELLO DEI TUOI AMICI CHE STIGMATIZZI QUESTA ROBA LURIDA. Salvo poi montare in cattedra quando Bersani si rompe il cazzo e chiama le cose con il loro nome. Più umiltà Popolino, più umiltà e tiavviso che fuori c’è la destra, c’è il capitalismo, ci sono tante cose brutte……
Sì, come vedi nel post ho linkato il video di Youdem, quindi ho sentito tutto il discorso direttamente da Bersani. E ovviamente ricordo la campagna “zombesca” citata. Secondo me c’è un problema nel considerare la rete e chi la frequenta. Parere personale, ovviamente. Marginalmente, se tu avessi letto il libro di cui parlo, sapresti che il mio scritto riguarda proprio l’uso del web da parte dei partiti di destra e berlusconiani in particolare.
La frase “fascisti del web”, per il materiale che ho visto io, Bersani non l’ha detta.
Che Di Pietro sia un gambalone di vecchia data come Grillo e che abbiano toni dal 1919, pure, mi sembra autoevidente. Ieri è cominciata la campagna elettorale, ed in campagna elettorale ci si difende.
la differenza tra me e te è che io non considero il web il regno delle libertà…………ti consiglio un bellissimo libro scritto dal professor Carlo Formeti intitolato Cybersoviet e che mette a nudo le debolezze della post democrazia cibernetica…….
Dire a chi fa il leone da tastiera sul web di venire dal vivo a toccare con mano ciò che è il PD (i volontari della festa ecc), per qualunque persona dotata di buon senso (e che del PD si sente parte) sarebbe fonte di orgoglio.
Ma allora il web non c’entra niente. Se il riferimento è a Di Pietro, intendo. Invece il riferimento di Bersani è quello. Ecco, secondo me c’è un problema.
Ma possono essere definiti “fascisti” anche i toni molto simili utilizzati da moltissimi esponenti Pd in rete (e popolino ne sa qualcosa) oppure sono “fascisti” come sempre solo quelli non allineati o che non votano Pd?
E’ normale che il Pd sia così indulgente con i fascisti quelli veri con cui dialoga e si accorda e si rivolti con tutta la rabbia che ha contro movimenti che se avesse avuto un minimo di lungimiranza avrebbe in gran parte assorbito al suo interno?
Si è già dimenticato Bersani di come veniva appellato (giustamente) Berlusconi sul web e non solo dai suoi dirigenti e dai suoi iscritti fino a ieri? Toni fascisti pure quelli degli iscritti Pd quindi?
Stanno sul web, parlano di cose che non conoscono dal vivo. C’entra eccome.
una cosa di certo e` vera, di quanto scritto: “a volte vengono davvero”… che posso dire… in diversi anni di militanza prima ds e poi pd ne ho incontrati diversi che venivano ai gazebo a insultarci…
Enzo Puro forse non legge questo blog con l’assiduità che dice, perchè di post in cui Popolino tratta Grillo e i suoi epigoni per quel che sono ce ne sono stati parecchi. Solo che un conto è definire i ciarlatani e i rivoluzionari “se lo dice Casaleggio o Beppe” per quel che sono, un conto è con parole poco pesate dare l’idea di bollare il web come il regno del male (in perfetto parallelo col rischio di trattarlo come il Regno della libertà pura e perfetta). Perchè purtroppo è difficilmente smentibile che nel partito, nei suoi vari livelli, ci sia un problema a gestire e a capire il web. Che non è certo alternativo alla politica concreta fatta di gazebo e porta a porta, ma è complementare e potenzialmente ne moltiplica l’effetto positivo. Manca però l’umiltà di ammettere che c’è un problema e cercare di risolverlo. Preferendo trollare quà e là insultando chi ti critica democraticamente e cerca di spiegarti che, forse, c’è un modo differente di agire.
paolo – l’ho già scritto nel blog di pippo civati – ma bersani non ha mai parlato di fascisti del web, né ha detto che il web è un posto pieno di fascisti, né ha attaccato il web (come tutti i blogger più à la page stanno scrivento), né è contro il web, né ha deciso di stare fuori dal web (visto che ha un suo sito personale). bersani ha semplicemente detto che alcuni personaggi usano nella rete dei toni fascisti contro di lui e contro il pd, e che se questi personaggi vogliono polemizzare con lui e con il partito dovrebbero avere il coraggio di farlo in un dibattito, invece di rifiutare il confronto pubblico. questo è il concetto espresso da bersani, lo capisce anche un bambino delle elementari (ma evidentemente non i blogger à la page).
se io dico che alcuni registi fanno dei film di merda non sto mica dicendo che il cinema è una merda, né che non andrò più al cinema, giusto?
per leggere nelle parole di bersani un attacco alla rete bisogna fare dei bei salti mortali, ed essere sufficientemente prevenuti.
Faccio mia la domanda di Ale. Saluti.
Fabian
Dopo la convertibilità dell’oro eccovi “le debolezze della post democrazia cibernetica”.
Che stoffa questo Enzo Puro, e per leggerlo non c’è nemmeno bisogno di andare sul suo blog.
E voi così Bersani che vai alla grande, che finalmente sto PD lo seppeliamo e facciamo un partito nuovo!
Carlo, abbiamo capito male almeno in due: io, e il biografo di Bersani, che incidentalmente dirige l’Unità: http://www.unita.it/italia/sputi-e-insulti-ecco-i-fascisti-del-web-di-grillo-1.440701
Condivido anche le virgole di quello che ha scritto Marco. Il PD non ha mai creduto nel web e mi spiace dirlo ma ciò si evince da numerose dichiarazione di Bersani e prima di lui D’Alema. Non muovo critica alle persone in se ma ad un andazzo generale che parte dall’alto (pessima gestione dei social network) e arriva come un fiume in piena nelle segreterie provinciali dove internet è una cosa oscura e poco chiara, quindi sicuramente di meno valore rispetto al gazebo o alla festa dell’unità. E il discorso è traslabile 1:1 alla parola “comunicazione”.
Pingback: Fascisti sono tutti quelli con cui è impossibile mettersi d’accordo | Popolino | Il blog di Paolo Cosseddu
dovete spiegarmi da dove, nelle parole di Bersani contro il linguaggio fascista dei grillofasci, si deduce che il PD non crede nel web e dove quelle parole sono un attacco alla rete (che comunque io non santificherei e leggerei l e cose che sul corpo elettronico ha scritto Stefano Rodotà)…….
Come ho scritto nel post, è tutto in quel quel “venite fuori”. Che non è questione di crederci, è questione di capirci.
tra l’altro il venite fuori a me sembra parimenti un linguaggio violento. sembra quasi un invito alla rissa.
e a me, da non violento, le risse non piacciono,
E’ un invito a non limitarsi ad informarsi sul web senza verificare (come fanno numerosi grillini, complottisti ed anticasta), ma a verificare dal vivo, a toccare con mano quel che è il PD. E’ un atto di amore verso il proprio partito ed i propri volontari, non ci vuole tanto a capirlo. Altro che rissa.
Perche la rete e reale? Tutti leoni dietro ad una tastiera …..ma poi sanno cosa significa stare in un gazebo al freddo fare volantinaggio nei mercati cucinare alle feste del pd …e siamo sicuri che chi si nasconde dietro ad uno schermo e chi dice di essere? Tanti fake con 20 / 30 amici….
Massimo, Sonia, io non penso proprio che il paragone con gli zombi fosse dedicato ai volontari e militanti, pure tra di loro ci sono tanti volontari, si alzano presto, fanno i banchetti al freddo eccetera, credo ce l’avessero con la classe dirigente. E almeno in qualche caso – dipende dai gusti, per carità – non hanno poi tutto questo torto.
Hanno parlato del PD. Il segretario del PD ha difeso il PD, che è anche (e soprattutto) i propri militanti. Questa dicotomia tra i dirigenti cattivi e la base buona (col volontario da friggitoria mitizzato a “buon selvaggio”) è fasulla e fuffosa.
Io non la trovo per niente fasulla, la differenza c’è eccome, e che ce l’avessero con il vertice e non con la base per me è chiaro come il sole.
Certo, non ce l’hanno affatto con quelli che chiamano così affettuosamente “piddini” e “militonti”.
Secondo me non è il caso di prenderla sul personale, ma capisco che forse per te è diverso.
Per me? Ah, giusto, dimenticavo, io sono un bersanoide, fors’anche dalemasessuale.
SI TENDE SEMPRE A ESAGERARE NEI LINGUAGGI. BISOGNEREBBE ENTRARE DI PIù SULLE IDEE E CONFRONTARSI ANCHE ASPRAMENTE SE è IL CASO SU QUELLE. GLI INSULTI LASCIANO IL TEMPO CHE TROVANO
Basta guelfi contro ghibellini vecchi contro giovani dirigenti contro volontari noi siamo il pd! Oggi Aldo Moro avrebbe novanta anni …neanche 100 dei rampanti quarantenni basterebbero x fare uno come lui…l eta nn e una categoria della politica si puo essere vecchi a 30anni e giovani a 60!
E cmq esiste uno statuto basta applicarlo!
Che si chieda proprio qui l’applicazione dello Statuto del Pd è davvero molto ironico.
Io sarei anche per cambiarlo, come d’altronde si farà.
MA IL WEB NON è FATTO SOLO DA INSULTI. CI SONO MODI DIVERSI DI SCRIVERE
Xche nn si puo chiedere?era solo x dire che i vostri discorsi sono inutili!
Scusa ma sei la reincarnazione di Jobs xche dovremmo leggere il tuo scritto?
Poi sono io che esagero quando parlo di bersanoidi, eh?
paolo provo a rispiegartelo. “fuori dal web” era rivolto a grillo, che usa prevalentemente il web per fare politica, e per attaccare il piddì. bersani gli dice: “esci dal tuo sito, renditi disponibile a un contraddittorio, accetta di confrontarti con me, in un dibattito pubblico”.
diosanto ma è così difficile da capire?
Guarda che bersani nn l ho neanche votato! Ero e resto della mozione marino e bersani e il mio segretario!
” si deduce che il PD non crede nel web” Enzo, potrei citarti innumerevoli interventi dove il segretario ha lasciato intendere ciò. Basta fare il giochetto delle tre carte…. Basta.
Vista la reazione “del web”, comincio a crederci poco anche io, in esso…:D
Poiché rilevo che tra molti sta passando una linea in base alla quale Bersani intendeva tutt’altro ed è quindi stato frainteso, mi pregio di segnalare che nello stesso fraintendimento è cascato, e ci è cascato in modo piuttosto deciso, anche il giornale diretto dal tizio che ha scritto la biografia di Bersani, forse avete presente quale, l’Unità: http://www.unita.it/italia/sputi-e-insulti-ecco-i-fascisti-del-web-di-grillo-1.440701
Cari Mirko PD Web, Enzo Puro, Irene Silvestri, ho dato uno sguardo a questa bacheca ed ho notato che la mia è 10 volte più frequentata:DD Questo signore è uno sconosciuto, i vostri commenti gli regalano notorietà..ignoratelo, non vale il tempo che ci scrivete:-)
Pina pero nn hai scaricato io suo libro…
Nuova strategia: commentare i miei post dicendo che non bisogna commentare i miei post. Applausi.
:DDD dai ammettilo che è vero:DD qui se non commentiamo noi ci sono tre commenti, uno dei quali è di tua madre:DDDD
è un’ottimo politico. seguitelo.
questa roba non c’entra nulla con le cose che ha detto Bersani. E’ una filippica che non ha una base reale, costruita su una interpretazione errata. Quindi ha unvalore pari a zero.
paolo, pina non può soffrire Renzi, Civati ecc. e quindi nemmeno te. per lei sei un nemico
a prescindre dalle tyue idee
popolino stai divagando
Ferruccio Gasparotto, sei ridotto a fare il delatore?:DD O santa patria:DD
io ? si . io conosco paolo meglio di te tutti quì
certo il clima che certe volte si respira leggendo alcuni post più che di fascismo mi sa di “processo di biscardi” e questo fa ancora più male alla credibilità del popolo del web.