Lui è peggio di me

Nella bambola totale che si è scatenata in questi giorni, ho colpevolmente scordato di tributare il meritato plauso a un vero eroe dell’assemblea di sabato, quella lucidissima coccia pelata in cima alla polo gialla che avete visto in tutti giornali fotografata e filmata mentre parla, dal basso verso l’alto, con Bersani. Un’immagine archetipica, altroché.
Lui è Moreno Minacci, piemontese come me, del Pd verbano da cui mi separano pochi chilometri. Ho imparato ad apprezzarlo sin dal congresso del 2009, quando per motivi intuibili ci siamo immediatamente trovati in sintonia, e sono felice che altri possano oggi scoprire le sue qualità non comuni: far politica con la schiena dritta, esser libero, ed essere un tostissimo combattente.
Meriti ai quali, da sabato, si aggiunge quello tutto nuovo e non secondario di aver realizzato il sogno di molti (di sicuro il mio), ovvero liquidare quattro a zero Nico Stumpo (al minuto 2,10). E’ tanto liberatorio, io me lo rivedo ogni volta che mi viene la malinconia, e mi passa subito.
La sintesi folgorante di quel momento, comunque, l’ha fatta Pippo: che fai, Minacci?