Ho passato i primi e per ora unici tre anni della mia militanza nel Pd a sentirmi dire che per il fatto di voler mandare a casa questa classe dirigente dannosa e impunita ero un cafone, che non ho idee e comunque se pure ne ho sono sbagliate, che conta l’esperienza e che stare in Parlamento tutta la vita a prescindere dai risultati è normalissimo. Di questi tre, due anni li ho passati a sentirmi dare del rottamatore, anche quando non era poi tanto vero, e quando chiedevo al mio partito di sapere bazzecole tipo chi si candida, scelto come, per fare cosa, mi è stato risposto che non era il momento, che non capivo niente, poi senza soluzione di continuità mi è stato detto che dovevo farmi piacere questo cosiddetto governo tecnico, e anzi mi sono preso dell’irresponsabile quando ho avanzato perplessità che si sono poi in breve tempo verificate.
Da ultimo, ho scritto dal giorno uno di questo blog, che è coetaneo della mia militanza, che Grillo è certo un populista con la bava alla bocca, ma che non per questo certe istanze andavano sottovalutate, che effettivamente in politica girano troppi soldi, troppi privilegi, troppi sprechi, e che presto la gente sarebbe arrivata a far piazza pulita armata di forconi. L’ho scritto, l’ho detto da più di un palco, ovviamente nel mio piccolo, quando però non era ancora tanto di moda, ma sembrava non interessare.
Forse la politica mi ha cambiato mio malgrado, perché mi sento come se avessi passato gli ultimi anni della mia vita ad essere educato a mangiare la merda, a farmela piacere, a esser grato di poterla mangiare, e ad avere infine il dovere di spiegare ad altri che la merda, in fondo, non è così male. E mi sembra che, a forza di distinguo, quando esprimo un parere su qualcosa ci sia un altro che dall’interno della mia bocca risponde per me. Lo dico perché cerco di essere critico con me stesso, ma se posso dirmelo da solo mi pare di aver dimostrato anche una certa ostinazione, nel resistere. Ma non importa.
Poi, recentemente, qualcosa è cambiato di nuovo. E in un paio di occasioni mi sono sentito rivolgere dal primo che passava quel genere apprezzamenti pesanti che un io stesso sono solito rivolgere, per dire, a Massimo D’Alema: e quando ti dicono cose del genere, hai poco da spiegare chi sei, cosa pensi, cosa cerchi di fare, e ovviamente che hai più cose in comune con chiunque che con massimo D’Alema, perché di certo nessuno è disposto ad ascoltare, gli basta sapere che sei in un partito, vogliono sfogarsi col primo che capita, e lo fanno senza porsi troppe domande. Fa male, vi dirò, ed è una cosa piuttosto patetica: mi sono sentito come chi si mette in mezzo a una rissa fra ubriachi, e a un certo punto si trova a prendere sberle da entrambi. Però ho pensato: ehi, aspetta un cazzo di momento.
Ora, io capisco, davvero. Capisco che la gente è incazzata, è sul lastrico, non ne può più. Capisco che la tentazione di liquidare la faccenda dicendo a se stessi che quella merda di cui sopra è tutta la stessa merda è forte. Capisco, infine, che viene davvero voglia di votare Beppe Grillo.
Però, nel caso, mi vengono in mente solo due scenari.
Nel primo, un po’ più improbabile, Grillo diventa così forte da arrivare al Governo del Paese, da solo o – come successe nel rapporto tra Lega e Berlusconi – in appoggio a un altro progetto populista perfettamente complementare. A quel punto me ne starò a casa, ad aspettare, a guardarmi la Terza Repubblica nella versione di Casaleggio e Associati. Mi ci vorrà qualche anno, ma sono certo che poi ne riparleremo. Inizierò subito a metter da parte un po’ di monetine, così potrò tirarle in testa a quelli che le tiravano nel ’92, che le tirano oggi, che le tireranno tra altri 20 anni. Chissà che capiscano.
Nel secondo caso, leggermente più quotato dai bookmakers, che Grillo faccia il 5, il 10 o persino il 20 per cento – con buona pace di tutti quelli che si saranno puliti la coscienza esprimendo il famoso voto di protesta perché non avranno osato ammettere con se stessi che votare un pagliaccio è molto più facile e autoassolutorio che non cercare davvero di cambiare le cose difficili da cambiare – a governare resteranno quelli di sempre, quelli che ci hanno messo in questi casini, quelli che ci hanno guadagnato, quelli che stanno dove stanno perché campano sulla pelle di tutti, quelli dei grandi interessi, quelli dei salotti buoni, quelli come Passera. Che è pur sempre un banchiere, gente. Sostenuti, con le orecchie forse appena più basse, da Berlusconi, da Casini e da D’Alema, e dalla loro pro-pro-progenitura geneticamente sempre più tarata ma comunque ben nutrita e addomesticata dall’infinita capacità della politica di fornire loro vitto e alloggio garantiti: per l’eternità.
E questo succederà – ancora e ancora – perché quelli che invece volevano davvero cambiare le cose, quelli che cercavano di capire la protesta ma anche di darle un po’ più di prospettiva di una battuta lanciata da un palco, quelli che non avevano la bava alla bocca, quelli che facevano proposte senza inneggiare alla galera e per questo si sono anche sentiti chiamare ladri senza che ci fosse manco l’ombra di un motivo, insomma quelli che miravano a far fuori il potere vero, e non a coltivare un orticello, quelli che soprattutto erano liberi e senza padroni, sono stati lasciati soli.
E dopo un po’, giustamente, si sono rotti i coglioni.
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condivido ogni parola
Benvenuto nel club
due frasi che ho letto nel tuo post le ho pensate spesso. Quella che inizia con “Forse la politica mi ha cambiato mio malgrado, perché mi sento come se avessi passato gli ultimi anni della mia vita ad essere educato a mangiare la merda”…..e l’altra che inizia con ” E in un paio di occasioni mi sono sentito rivolgere dal primo che passava quel genere apprezzamenti pesanti che un io stesso sono solito rivolgere, per dire, a Massimo D’Alema”. E per questo, anche se non ti conosciamo, sappi che ti sono estremamente vicino.
Francesco, poiché non ti conosco e nel tuo profilo alla voce “lavoro” vedo “Direzione nazionale dei giovani democratici”, senza voler dare giudizi, ma mi sembra giusto chiederti, parafrasandomi: tu hai passato “gli anni della tua militanza nel Pd a sentirti dire che per il fatto di voler mandare a casa questa classe dirigente dannosa e impunita eri un cafone”, eccetera?
A differenza di Simona non condivido ogni parola; forse perché a Pavia la situazione è meno brutta che a Biella (ed eravamo in tanti a voler mandare a casa certa classe dirigente, e ci siamo pure riusciti, in parte almeno); forse perché abituato all’università italiana trovo il mondo politico tutto sommato pulito, trasparente e disposto a riconoscere il merito; però condivido in toto lo spirito. E la conclusione.
“forse perché abituato all’università italiana trovo il mondo politico tutto sommato pulito, trasparente e disposto a riconoscere il merito”—> ma in che università lavora lei??? O_____O
Scusa Paolo ma nel finale la prosa diventa sincopata e i concetti non sono troppo chiari. O forse sono io che ormai sono anziano. E’ il segno di una resa invincibile, come avrebbe detto il mio coetaneo Paz?
In una delle migliori università italiane, in un buon dipartimento, in cui ci sono molti stranieri; e nel mio settore conosco solo una che ha fatto carriera perché amante di e nessuno perché figlio di.
Ma ammetto che il peggio che ho visto in tre anni nel Pd a Pavia è stato un consigliere provinciale rinviato a giudizio per essersi … scordato … di mandare i vigili a bloccare una villa abusiva da sindaco. E siamo pure riuscito a convincerlo a dimettersi.
vabbè io mi riferivo alla politica nazionale, Pavia è un’ isola felice a quanto pare
Emilio, non mi capisci più. Forse dobbiamo frequentare altra gente. Non sei tu, sono io.
Io ho passato gli ultimi anni a sentirmi dire che ero un “portaborse del potere” solo perchè non ho condiviso alcuni passaggi della maggioranza, ho visto gettare il sale da parte dei miei compagni di partito ai ragazzi del nostro partito che facevano la campagna elettorale, ho difeso come hai fatto anche tu il nostro partito da tutti quelli che già tempo fa si buttavano nel dire “sono tutti uguali”. Io ho passato e passo gli anni della militanza a prendere insulti perchè cerco di difendere il nostro partito, come fai anche tu d’altronde, dicendo che deve cambiare, che ci sono cose che non vanno, nessuno d’altronde è perfetto ma che almeno secondo me, senza il pd non si va da nessuna parte.
Ok, chiedevo. Perché vedi, la mia posizione è che debbano andare a casa, più o meno tutti. Da lì discende il resto. Come club ha poche regole, ma ferree.
Nel club delle offese gratuite però come hai potuto constatare (almeno da quello che leggo) nessuno guarda a quelle che sono le ide.. Convieni su questo?
Non vorrei si pensasse che il mio è un pezzo in difesa del Pd dall’antipolitica: niente di più lontano dalle mie intenzioni. Quando la vox populi dice che questa classe dirigente deve andare a casa, ha ragione da vendere, il limite semmai è che a votare Grillo non si va da nessuna parte. E siccome io contro chi guida il Pd faccio un’opposizione feroce, sentirmi dare dello stronzo da entrambi i lati del tavolo mi pare come minimo ingeneroso.
Al di la di tutto sono convinto che se ci concentrassimo tutti a fare un po più opposizione “esterna” piuttosto che dedicare anima e corpo a quella interna, le cose sarebbero diverse.
Al di là di tutto sono convinto esattamente del contrario, perché il Pd è un disastro, e la sua classe dirigente una calamità: e se non si cambia questo è molto difficile pensare di cambiare il resto. E quando al partito mi fanno l’obiezione che mi fai tu – la fanno sempre, ma proprio sempre – automaticamente la mano mi corre alla pistola.
Ci sono tanti problemi nel PD come in tutti gli altri partiti (Anzi quelli dei vicini sono ben peggiori), nessuno lo nega anzi penso che ci voglia un approccio duro , però se piuttosto come alternativa credibile al PD ci ponessimo come alternativa credibile alla destra e poi di riflesso anche ad una parte del nostro partito ne avremo da riguadagnarci tutto e tutti.
E piano piano, Francesco, ti stai spostando a chilometri da quello che ho scritto e che penso. Prendiamone atto e finiamola qui, vuoi? Per tornare alla tua domanda iniziale, evidentemente stiamo in club molto diversi.
Io penso che sia lo stesso, sono diverse le strade che hanno portato a far parte dello stesso club. E per la cronaca, sono un precario della cultura nella vita. Buona notte.
E buona notte.
Concordo con lei signor Cosseddu. In quasi la totalità di questo post. Mai sopportato più di tanto Grillo ma per circa un anno ho frequentato le riunioni dei Meetup Grilliani della mia città. Sono gruppi trasversali in cui prima o poi le differenze emergono. Grillo è un gran furbo che a stare in seconda fila non ci sta anche perchè il suo comunque la mettiamo è un blog di e-commerce.
La parola anti-politica però mi smuove il nervoso. Non l’abbiamo usata per il più becero leghismo, non l’abbiamo usata per il cuffarismo-affarismo-casiniano, non l’abbiamo usata per Storace o Trota o la Minetti e la usiamo per il M5s? Mi pare ingeneroso (non mi rivolgo a lei quanto alla gran parte dei commentatori).
Se leggo i programmi o pseudo tali dei M5s ne condivido la gran parte senza condividerne metodi nè linguaggio da setta di quart’ordine. Ma come dice lei, alcune di queste istanze (parecchie) non vanno trascurate. E’ chiaro che se penso ad un Grillo over 50% alle prossime politiche mi prende un senso di inquietudine che nemmeno una damigiana di Bonomelli riesce a placare. Credo però che ci sia qualcosa di più che delle urla da un palco.
Quanto all’impegno per cambiare questo sporco mondo dall’interno di un partito politico come lei e i ProssimiItalici stanno cercando di fare (apprezzo e ho contribuito al movimento con ben 20 euro) mi rendo conto che è una cosa di una difficoltà unica. Marco Tardelli era un centrocampista meraviglioso con la sua falcata e il suo incedere a testa alta. Lo trovavi in difesa a dar via randellate e poi in attacco non di rado a segnare persino. A stare dentro un partito tocca “cantare e portare la croce”. Si può criticare ma fino a un certo punto o ti dicono “perchè cavolo ci stai se critichi e basta”. Se però ti appiattisci troppo ti danno del Dalema e credo che quello sia uno degli epiteti peggiori. Non tutti ci riescono a cantare portando la croce. Io ci ho provato ma ho dei limiti e la croce mi pesa troppo. Invece che cantare mi vien fuori un latrato che sembra un canto di cornacchia non ne ho la forza necessaria. Ma se voi ci riuscite avrete il mio appoggio e la mia stima. Con affetto. Marco T.
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Io ci ho anche provato a fare militanza nel PD. Ho scoperto innanzitutto che non mi potevo iscrivere dove volevo io, ma dove volevano loro, in base alla residenza. Poi ho ricevuto una telefonata per farmi sapere che avrei ricevuto la tessera, poi per un anno, dopo la campagna di adesione, lo zero assoluto.
Sono d’accordo con Popolino, ma con dei distinguo, e sono basito, ma non stupito, della reazione di Francesco (vorrei peraltro sapere cos’è un “precario della cultura”, che come definizione è un po’ vaga).
@Popolino: se si entra in un partito, si accetta di essere associato a quel che fa e che dice quel partito. Quindi se la gente ti insulta nel vedere in te D’Alema e altri sepolcri imbiancati, fa male ad insultarti, ma non ad associarti a quei dirigenti. Se Grillo dovesse vincere, sicuramente governerebbe malissimo (lui o chi per lui). Però intanto il PD perderebbe e sarebbe costretto a fare qualcosa. E se non facesse nulla, è la speranza, qualcuno di meglio prenderebbe il suo posto. La fedeltà elettorale è la morte della democrazia. E questo mi porta a discutere quanto dice Francesco.
@Francesco: “ho difeso [...] il nostro partito”. E qua stiamo già sbagliando. Se qualcuno nel partito è stato calunniato, per amor di verità lo si dice. Ma difendere il partito quando è l’impianto che non funziona (e non funziona, siamo d’accordo su questo?), vuol dire che il tuo primo pensiero è il partito, non le classi sociali e gli interessi che il partito rappresenta. A me non interessa un militante che difende il PD, mi interessa quello che difende gli Italiani. Il resto segue.
Non mi interessa sentire che negli altri partiti fanno anche peggio: “Siamo tignosi, ma gli altri hanno la lebbra”. No, non mi basta per votarvi.
Dalle tue parole traspare una militanza nel PD come appartenenza, come elemento identitario. Forse anche come un sentimento. Beh, io non voto un partito che chiede questo ai suoi militanti, perché è un partito che è già diventato fine, da mezzo che era. Gli altri, beninteso, sono identici, e questo è parte del problema. Io ho votato PD, forse la prossima volta voterò M5S o anche Casini, che potrebbe essere meno dannoso. Ma quando dico questo ad un piddino, vengo visto come un traditore, non come uno da convincere mostrando buona volontà, buone intenzioni, capacità ed onestà. Mi si oppone sempre il principio o qualche spauracchio (il “neoliberismo”). Beh, questo mi convince sempre di più a non votarvi.
anch’io condivido e mi iscrivo al club.
soprattutto le poche regole ma ferree.
ora però ci devi anche una risposta: si continua a mangiare merda mentre da dietro si prendono scoppole, o si comincia a fare i distinguo, a marcare le differenze, a tratteggiare i confini con chi ci delizia il palato così tanto amorevolmente?
Commento senza voler entrare in polemica. Però un commento mi scappa! Vedi Paolo, l’errore che commettono chi ti considera alla stregua di tutto il pd è identico a chi, come te, esprime un giudizio su grillo e non sui programmi di un movimento che va ben al di là della persona di grillo. Ti si potrebbe dire con certa facilità: un buffone in politica è meglio che una politica di buffoni! Ti si potrebbe dire che per qualcuno grillo è un intellettuale, come tanti commediografi che nella vita si occupano d’altro ma che avrebbero tante e grandi idee per gestire al meglio il paese. Ma non è questo il punto! Il punto, io credo, è che quando si sta dentro ad un gruppo in un certo qual modo lo si rappresenta tutto e gli elettori non sempre sono in dovere di fare distingui sofistificati. Io sono un semplice elettore, interessato e, lo dico senza volermi dare delle arie, piuttosto preparato, con una laurea in scienze politiche. E non sono contento nemmeno io quando vengo tacciato, solo perchè il movimento 5 stelle mi è simpatico, di essere un qualunquista. Il pd si presenta agli elettori come pd. Se poi le lotte intestine lo stanno modificando, se c’è qualcuno all’interno che giura di non condividere la linea del segretario, se vi sono idee nuove sulle rinnovabili, sull’acqua pubblica, sui finanziamenti ai partiti…bene. Gli elettori sono meno stupidi di quanto la classe politica pensi. Siamo disposti ad ascoltare e promuovere o bocciare a seconda di ciò che riteniamo più giusto. Se si vuole fare politica e mettersi in mostra, abbracciando una bandiera, bisogna tenere in considerazione anche le più spietate critiche, anche alla bandiera!
quindi anche alla bandiera di grillo, giusto?
Daniele, più di così… devo darmi fuoco come jan Palach?
intendevo dire: da dentro il PD si riesce ancora a sopportare il PD? E’ abbastanza dire, come fa anche il buon Civati, “noi l’avevamo detto?” perchè qualcuno continuerà a rispondervi “che però non vi hanno mai ascoltato”
Il problema è che ha senso stare dentro un partito se questo partito è scalabile, se la leadership è contendibile, se può esistere il ricambio…. io penso che valga la pena restare nel pd finchè ci sono i congressi, ci sono le primarie e bisogna lottare perchè questi strumenti di democrazia interna vengano usati sempre di più. Non aderirei mai a un partito “carismatico” o a un movimento “proprietario” proprio per questa impossibilità. Gli unici veri aspetti “antipolitici” del M5S mi sembrano questi: la mancanza di una struttura di democrazia interna (per come capisco vige l’anarchia, “ognuno vale uno”) e poi la pretesa di restare da soli, di non coalizzarsi con nessuno perchè, appunto, “sono tutti la stessa merda”: così non si va da nessuna parte
mi ricosco anch’io nel profilo di coloro che “brendono sberle da entrambi gli ubriachi”…
guardare pui avanti del proprio naso e dalla notte dei tempi che c’e qualcuno che si alza alle assemblee e ti puntava il dito perche si doveva fare secondo lui la rivoluzione e poi dopo anni li ritrovi allatua destra sempre che pontificano
forse i personaggi di cui parli alla fine dell’articolo, tra cui si evince chiaramente ci sei tu, dovrebbero infine rendersi conto che per cambiare le cose, per “far fuori il potere vero” senza “coltivare un orticello” per essere “liberi e senza padroni”, per non essere “lasciati soli”…
…beh, forse è il caso di USCIRE DAI PARTITI e costruire qualcosa di nuovo, dato che in tre anni, caro mio, mi dici a parte insulti da dentro il partito (rottamatore e via dicendo) e da fuori il partito, cosa cazzo avresti avresti risolto e quali prospettive di cambiamento vedi?
i partiti sono macchine ben rodate all’interno delle quali la selezione, lo dici tu stesso, è ferrea e pilotata. scordati di riuscire a cambiare mai qualcosa dal loro interno. D’Alema, caro mio, non te lo leverai mai da sopra. e quando non ci sarà più lui, non temere, avranno nel frattempo selezionato qualcun’altro da mandare al posto suo. naturalmente un bel clone che risponda a determinati requisiti.
stando li dentro sei TU che vuoi a tutti i costi esser lasciato solo.
Caro Maurizio, di tentativi di costruire “qualcosa di nuovo” ne vedo nascere uno al giorno, riempiono i muri delle affissioni elettorali e il web, e molti di questi per dimensioni starebbero larghi nel mio salotto. Contenti loro: quegli altri, intanto, continuano a governare indisturbati. Grazie, ma no, grazie.
Capisco perfettamente il tuo sfogo, e lo comprendo.
E quindi? Che si fa ora?
Grazie Paolo. Almeno i coglioni non me li rompo da solo.
ma certo giampi, anche alla bandiera di grillo ed a tutte le altre..dicevano i vecchi che il sindaco ed il prete in un paesello sono sempre criticati! Chi si espone, in politica, nel lavoro o in che so altro, si espone a critiche! Ma se io facessi parte di un azienda che produce armi di distruzione di massa…sarei un lavoratore onesto o un assassino? Chi come me ha visto nel pd un interlocutore serio a cui rivolgere attenzione e perchè no, voti, oggi fa un poco fatica a non nascondere una certa delusione! Poi affermare che tutti all’interno del pd come in altre formazioni siano ladri e farabutti o incapaci questa è una generalizzazione sciocca ci mancherebbe, ma i messaggi che giungono sono quelli del pd tuot court, mica di ogni singolo iscritto! E l’elettorato valuta quelle. Io poi no ce l’ho con nessuno in particolare ma se devo riflettere a chi sta aggregando nel paese i miei interessi faccio un pochino fatica a scoprirlo!
Non sei solo. Coraggio!
E poi, non puoi “romperti i coglioni” perche’ http://aforismi.meglio.it/aforisma.htm?id=755c e tu non lo sei…