C’è un detto, in America:
Se mi freghi una volta è colpa tua, se mi freghi due volte è colpa mia.
Nel momento in cui l’articolo di The Week è andato on line, ovunque sui social network i link si sono moltiplicati come cellule tumorali. Sono partite retromarce frettolose, sono arrivati quelli che volevo ben dire io. Buoni ultimi, sono arrivati i Giovani Democratici confermati nelle loro più paranoiche teorie del complotto. E non voglio dar lezioni, stavo per linkarlo pure io.
Ma la verità è che The Week ha scritto una cazzata. E’ vero, come ho scritto, ha fatto molta ricerca per ritrovare le foto di cui Martina si è appropriata. Ma poi ha titolato “Martina Alice de Carli non esiste”: e questo è falso. Perché pubblicare foto false sul proprio profilo Facebook può avere mille motivazioni: ma non vuol dire che quella persona non esiste. E se ci fai un pezzo, e se lo scrivi, beh, è un problema.
Ciò nonostante, The Week l’ha scritto lo stesso. E allora, mi sono detto, vale tutto: chiunque può alzarsi e dire “Martina sono io”. Io l’ho fatto, ovviamente. E, altrettanto ovviamente, la cosa ha suscitato un certo dibattito. Simpatico, all’inizio, e decisamente troppo lusinghiero. Poi sono arrivati anche altri, quelli che prima stavano ingranando la retromarcia, e hanno inchiodato per fare quindi a me quello che fino all’altro giorno stavano facendo a Martina. E se gli insulti che ho privatamente ricevuto in tre ore sono solo un assaggio, non invidio Martina. Tre ore così sono sufficienti, per quel che mi riguarda. Poi è stata la volta dei giornalisti, che hanno sentito l’odore del sangue.
Ora, io non ho davvero scritto niente, per provare che io sia Martina. Controllate, controllate. Eppure, a parte alcuni, specie quelli che in qualche modo la seguivano da più tempo, quasi nessuno si è chiesto, banalmente, se fosse vero. Insomma, come cazzo fosse possibile. Anche solo per il fatto che quel profilo Facebook esisteva da molto tempo, e il mio racconto era naturalmente lacunoso. Se lo è invece chiesto il direttore di The Week, che però è anche l’autore dell’errore da cui è nato tutto questo: e a quel punto era un po’ tardi.
E adesso lo so cosa succede, lo so che si ricomincia. Sono pronto, credo. Agli amici che ci hanno creduto, posso solo dire di non prendersela. Ci sarei cascato pure io, non sono diverso, non sono più accorto o più furbo. A quelli che sono partiti in tromba con gli insulti, chiederei di riflettere: perché forse c’è qualcosa che non funziona, che non torna, nel modo che abbiamo di credere e di reagire alle cose, no? Che poi, era quello che avevo scritto in fondo al mio post. E mica per caso.
Martina, lei non la conosco. Sono tra quelli che ha avuto modo di parlarle al telefono, e mi spiace averla usata come esempio. Sono abbastanza convinto che esista, però.
questo è molto più divertente che se il profilo lo avessi creato tu.
mi piace immaginarli così, i GD, che ricevono il “contrordine compagni!” su tutti i social e sia avventano come un sol uomo contro il nuovo nemico del popolo….;-)
ribadisco: 1.genio, 2. “cambia qualcosa?”
Paolo Cosseddu non è Tony Clifton http://andykaufman.jvlnet.com/zmutom.jpg
grandissimo, due volte grandissimo
perchè? perchè, maledetto? perchè NON VUOI essere tu?
Ammettilo, è per ovviare alla noia di ieri sera, vero?
sarebbe stato sicuramente meno noioso se si fosse discusso, ieri sera…^^
Non mi riferivo all’assemblea Paolo, era una battuta generica.
ah ok^^ no perché io pensavo a ieri sera in effetti, e speravo in maggior dibattito…
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Questi post sono uno sbaglio dietro l’altro.
Spero sarai lautamente ricompensato per l’onere.
S., e tu ti sei lanciata in auspici requisitori molto severi senza sapere nulla di quel che stavi leggendo. Vinci tu, e a mani basse.
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Ti hanno detto di scrivere che sei Martina De Carli e l’hai fatto. Poi di ritrattare, e l’hai fatto.
Certo che vinco io. Io non mi metterei mai in una situazione del genere.
S., anche a me è piaciuto, Il Rapporto Pelikan. Ma questa è la realtà, nessuno mi ha detto niente, non ci sono complotti. L’idea è un po’ ridicola, perdonami.
A giudicare dall’immagine e dal titolo del tuo post l’amante dei grandi thriller americani non sono io.
Ok, vedo che non ci capiamo. Cordialità.
S. cara, questa volta hai vinto.
Che tristezza immane, caro paolocoss che ti fingi il fake del fake del fake del fake. Ti auguro davvero che ne sia valsa la pena.
http://www.francesconicodemo.it/2012/04/cosa-ci-insegna-martina-alice-de-carli-la-lezione-di-malcom-mclaren/
Ciao Popolino,
Io avrei una domanda, molto semplice ed efficace. Perchè tutto questo? Credo che tu sia una persona abbastanza intelligente, mediocramente furba e allora non capisco il motivo di tutto questo???Fingersi di essere una donna per poter meglio attaccare dei “ragazzini” e poi ritrattare il tutto…Spero che tu ti sia divertito nel farlo, perchè sai la cosa importante è proprio quella!!
Grazie in anticipo per la risposta.
Keyser Söze
Non è che non ci capiamo, è che tu sminuisci e ridicolizzi le mie supposizioni (non solo mie tra parentesi).
Francesco Niccodemo, la morale della favola non è (solo) quella.
Ok, i comunicatori social qualcosa non l’avevano sgamata (e poracci perchè certe fotoscioppate erano robe ridicole da inesperti e deficienti del mezzo), ma il punto è: perchè era lì? Cosa ci faceva? Chi ce l’ha messa? (e molto altro)
Scopriamolo.
Dai MADC sono io.
E sono anche S.
Ahahahahahah.
Aspe che mi rispondo.
Patetico il finto coming out per cavalcare un’onda e patetica l’ammissione tesa a voler rigirare la frittata. State bene nel 2.0.
Ma che schifo ragazzi. Cioè, quando si perculava d’Alema cadeva il mondo, e mo’ uno pseudonimo sfotte i degni di figli di cotanto velista. Embè? Io un casino o la caccia alla donna non l’ho percepito, sarà nella testa dei dalemasessuali- Boh.
Chiunque sia ‘sta De Carli, è di sicuro una ragazza moderna…
Mah
Sei tu, non sei tu. Boh. Non avevo mai sentito di questa tipa prima della denuncia da parte di Civati dell’ostilità con cui era stato accolto un suo articolo.
In ogni caso tutta questa cosa sembra gratuita, inutile e scomposta.
Geniale, decisamente geniale. Stima per te, chiunque tu sia!
Caro Popolino, per un attimo anche io ho tremato pensando che fossi davvero tu…
Il gioco è bello finché dura poco, ma abbastanza per dimostrare che la mamma degli (omissis) è sempre incinta.
E comunque resterà una vera perla: “ho scelto il nome perché le iniziali MADC suonavano come Maddechè”. Questo vale più di un goal di tacco in una finale dei mondiali (di calcetto )
Grande Paolo
Il problema è che c’è gente che prende troppo sul serio internet, ci passa troppo tempo e non per guardare gatti o porni.
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Beh, che sia tu o meno il polverone deontologico o di indignati che si sta sollevando mi lascia indifferente. Spero solo che chiunque sia questa fastidiosa MAdC (che soddisfazione quando ho smesso di seguirla perché aveva esultato alla vittoria del Chelsea sul “mio” Napoli; gliel’avevo pure detto – “e con questo smetto di seguirti!”) abbia provveduto ad avvisare della manfrina la dolce ragazza islandese, perché se succedesse a me mi girerebbero non poco i cabbasisi se venissi a scoprirlo (per citare il mio amato Montalbano).
se sei tu lo sapremo presto. se parte un’indagine non c’è alcun modo di cancellare le tracce monumentali che avresti lasciato in 7 anni. non te lo auguro, perché vedo molti illeciti in ballo.
in bocca al lupo
E vai di velata minaccia di risolvere tutto col metodo vudcocc, già metodo bocassini, già metodo Di Pietro…
Caro Cosseddu, io sono dell’altra sponda ma ammiro la tua lucidità in tutti i post che hai scritto su sto blog (che ho scoperto grazie al tuo scherzone di ieri).
Cosa ci fa una persona intelligente, elegante e lucida come te in un partito di sinistra?
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Tu sei veramente un cazzo di genio… e quella foto che hai messo lì, all’inizio del tuo post, quando sei arrivato a leggere in fondo non si vede più… però ti risale nella mente, con suo passo claudicante, per fissarsi con inquietante precisioni appena leggi l’ultima lettera!
Ciao!
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