Se i candidati sostenuti dall’apparato ufficiale del Partito Democratico perdono le primarie perché i primi a non votarli, a trovarli poco convincenti e a non fidarsi sono proprio gli stessi elettori del Pd, forse quegli stessi elettori del Pd dovrebbero portare alle dovute conseguenze il ragionamento che sta dietro a questo loro comportamento.
E rendersi banalmente conto che se c’è uno, che in questo momento è espressione massima e definitiva dell’apparato del Pd, quello è il segretario nazionale, e il suo nome è Pierluigi Bersani.
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hmm non ho capito. Se i candidati del pd non piacciono agli elettori pd, ma il segretario nazionale è stato votato dagli elettori pd, il problema è il segretario (o solo il segretario) o non piuttosto diversi livelli intermedi che separano il segretario dagli elettori? Soprattutto le parti medio alte di questi livelli.
Il segretario è stato votato dagli elettori nel 2009, e da allora mi pare che quel collegamento sia diventato sempre più sottile, nel senso che è scarsa la capacità di leggere dall’alto le richieste provenienti dal basso (vedi molte primarie, ma anche i referendum, per esempio). Mentre al contrario quella interna al palazzo e alla classe dirigente è diventata l’unica logica in campo. Per scelta, intendiamoci: e però i risultati sono questi.
Beh, mi pare che stavolta abbia perso non ‘il candidato sostenuto dall’apparato ufficiale del Partito Democratico’, ma il candidato sostenuto dagli apparati ufficiali del centrosinistra. Quindi, semmai, sarebbero gli apparati ufficiali dei partiti di centrosinistra a non aver convinto.
Di questo centrosinistra, specificherei.
In linea di massima ti darei ragione, in (quasi) tutte le primarie svolte per selezionare il candidato ad una carica elettiva – sindaco o presidente di regione – l’apparato ha deciso di schierarsi, di averci un suo candidato, ed ha perso clamorosamente. E questo anche quando il PD di candidati ne aveva uno solo, come a Milano e a Cagliari. Poi però succede che nel Lazio facciamo le primarie interne per eleggere il segretario regionale, e i vari gruppi dirigenti che compongono l’apparato fanno l’accordone per sostenere Gasbarra. E questo vince in tutto il territorio con percentuali bulgare. Non lo so, ma ho l’impressione che questo strumento non sia ancora stato sufficientemente metabolizzato dalla nostra società politica per poter capire a fondo a quali stimoli – e come – risponde l’elettorato, che comunque sembra agire in modo diverso nelle primarie di coalizione, rispetto a quelle interne.
Fa specie che i candidati perdenti abbiano denunciato brogli. Ma proprio nel Pd?? Ma proprio a Palermo?? Ah, che istinto suicida, quel partito.
http://allegriadinubifragi.wordpress.com/
Signori, la maggioranza degli elettori voteranno per gli eroi dei fumetti, pur di non votare chi rappresenta la politica di oggi. Questo vale per tutti i partiti al governo e non.
Fausto Fabiano