9 FEBBRAIO 2012

De oratore

Nulla, a mio parere, è più insigne della capacità di avvincere con la parola l’attenzione degli uomini, guadagnarne il consenso, spingerli a piacimento dovunque e da dovunque a piacimento distoglierli: questa sola capacità, ha sempre avuto importanza ed è sempre prevalsa presso i popoli liberi e nelle comunità governate dalla pace e dall’ordine. Che cosa c’è, infatti, che desti altrettanta ammirazione del sorgere, in mezzo a una infinita moltitudine di uomini, di un individuo in grado di fare, lui solo o con pochissimi altri, ciò che per natura a tutti è concesso? Ovvero, tanto gradevole allo spirito e all’orecchio, quanto un discorso elegante e adorno di saggi pensieri e nobili parole? O, ancora, tanto possente e tanto splendido quanto il fatto che il discorso di un solo uomo riesca a modificare le passioni del popolo, gli scrupoli dei giudici, l’inflessibilità del senato? Che cosa ci può essere di più piacevole nel tempo libero o di più peculiare di una persona colta, di un conversare garbato ed elegante sotto tutti gli aspetti? Perchè proprio per questa ragione noi siamo incomparabilmente superiori alle bestie: in quanto discorriamo tra di noi e possiamo esprimere a parole i nostri pensieri. E allora, chi negherà la giusta ammirazione a questa capacità, chi dubiterà di dover riservare a essa il massimo sforzo, onde eccellere fra gli uomini stessi proprio in quella facoltà in virtù della quale principalmente l’umanità sopravvanza le bestie? E vengo al punto più importante: quale altra forza avrebbe potuto raccogliere in un solo luogo gli uomini sparsi qua e là, o condurli da una esistenza selvatica e agreste a questo vivere umano e civile o istituire leggi, tribunali, diritti, una volta formatesi le comunità civili? Ma per non cercare altri argomenti, che sono pressochè innumerevoli, sintetizzerò in breve: affermo che nella saggia guida di un oratore compiuto sta il fondamento non solo del suo prestigio personale, ma anche della salvezza di moltissimi cittadini e dell’intero stato.

Cicerone, Rhetorica – De oratore (Liber I-VIII)

  1. Non ho capito.

    Pimpa Rimba
  2. Ma l’avete visto il video? E’ come postare la foto di un gatto spiaccicato da un’auto e incollarci sotto una citazione dal Cantico delle creature.

    Dai però.

  3. “La stessa terra, 2000 e qualcosa anni dopo”

    Theodore
  4. Seconda puntata. Nel pd lazio c’è chi: “partecipate..per non far partecipare!” http://www.firmiamo.it/sospendere-le-primarie-del-pd-lazio.

  5. Pingback: Una lezione di altissima politica | RaffoBlog 2.1

  6. Grazie della citazione, bellissima.

    Mi chiedo però se, a duemila e più anni di distanza, parole così belle e nobili non restino alla radice di molte delle disgrazie in cui versa l’Italia.

    Marco Sparro