Qualcuno dirà che i quesiti erano tirati per i capelli, e forse lo erano davvero. Molti costituzionalisti però la pensavano in modo diverso, segno del fatto che l’oggettività è un’illusione, anche sul più tecnico degli argomenti e nella più importante assise del nostro Paese.
Così, almeno finché i carabinieri non busseranno alla mia porta per trascinarmi via, sono libero di pensare che la decisione della Consulta sia stata più politica che tecnica. E che sia gravemente sbagliata. Che non c’è una sola istituzione sana, nemmeno a cercarla, in tutto il Paese, neppure nelle sue sedi più importanti. O almeno, non una che non sia condizionabile da interessi differenti da quelli dei semplici cittadini. Che davvero, non fregano a nessuno.
Lo dimostrano gli occhiolini e i messaggi di intesa che i leader di tutti i partiti – sì, anche del mio – si scambiano da un po’ di tempo in qua, ospiti di una stampa borghese e collusa felicissima di mettersi a disposizione. Con grande istinto di sopravvivenza, cercano l’accordo che li tenga tutti esattamente dove sono, per sempre, e soprattutto a prescindere. Parlano di ritorno al proporzionale e di superamento del bipolarismo, arrivando a sostenere che gli italiani in fondo non lo vogliono più: e loro lo sanno bene, cosa desidera l’italiano medio nel segreto inconfessabile del suo intimo e civico cuore, no? Beh, ci vuole una bella faccia tosta.
E tutto questo accade proprio in questo momento, mentre a guidare il Paese più che un Governo c’è un consiglio d’amministrazione, che a prescindere da quanto bene o male farà, evidentemente soddisfa un’ancor più grande necessità: quella di frenare con ogni mezzo qualsiasi possibilità di cambiamento, approfittando dell’alibi inattaccabile che la crisi finanziaria ha fornito con eccellente tempismo.
Sono solito pensare che viene un tempo per tutti, e ne sono convinto: attenti, perché prima o poi arriva, anche per voi. Ma a furia di aspettare sono diventato più vecchio, e più stanco.
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Non posso dire “te l’avevo detto”, perché…. l’avevi detto tu, che sarebbe andata a finire così, in tempi remoti, prima della raccolta delle firme.
«L’attacco di Berlusconi alla Consulta dimostra che non ha rispetto per le istituzioni, è letteralmente matto» (Antonio Di Pietro, 7/10/09)
Chiedo scusa, ma a me che cosa dovrebbe fregare, di preciso, di Di Pietro (per tacere di Berlusconi)?
hai ragione quando dici:
Sono solito pensare che viene un tempo per tutti, e ne sono convinto: attenti, perché prima o poi arriva, anche per voi. Ma a furia di aspettare sono diventato più vecchio, e più stanco.
ma attento a non scoraggiarti troppo…perchè probabilmente, anzi io credo sicuramente, è il loro scopo!
vivi il “momento” di stanchezza, lascialo agire è utile anch’esso…così riuscirai a non “invecchiare”
Odio dirlo: era prevedibile. Adesso da Quarto si deve uscire con una proposta fortissima per l’assemblea nazionale. Primarie PD in ogni collegio e nuova proposta di legge elettorale entro Pasqua!!!