E’ vero, viene da fregarsi le mani, a vedere Berlusconi in un così micidiale imbarazzo di fronte alle istituzioni europee e mondiali. E’ un riflesso pavloviano, una salivazione indotta, ma razionalmente mi corre un brivido, a pensare che il Governo – sfortunatamente ma pur sempre democraticamente – eletto dagli italiani venga deposto su pressione di organismi internazionali che non abbiamo scelto noi, che come viene spiegato in questo video hanno la loro abbondante parte di colpa in quel che sta succedendo, e le cui intenzioni, a partire da Francia e Germania, non è detto siano altruistiche quanto vorrebbero farci credere. Detto in parole più semplici: c’è poco da fidarsi, e nulla da festeggiare.
Primo, dovrebbe far suonare un campanello d’allarme (tutto un campanile, in realtà) l’accostamento tra la situazione italiana e quella greca, che va benissimo se il livello è quello del commento da bar, ma che per chiunque vada su Wikipedia e si faccia un minimo di basi non sta in piedi e non c’è verso di farcelo stare. Quelli son numeri, mica opinioni.
Secondo, allo stesso modo dovrebbe insospettire, e parecchio, che quasi nessuno tra questi sedicenti salvatori dell’area Euro dedichi poco più di un passaggio alla tassazione dei patrimoni, oltre che ai sacrifici e ai licenziamenti: facendo credere che per salvare l’Italia, al momento, la cosa più urgente da fare sia licenziare i lavoratori, mica colpire le rendite. E non mi pare, ecco, anche se certo non sono un economista, io. Di certo, in una situazione di crisi, di democrazia e di giustizia sociale ne vorrei di più, non di meno, né vorrei che mentre in preda al panico ce la diamo a gambe scappando dal nostro stesso buon senso calpestassimo proprio questi due concetti costituenti che dopotutto potrebbero ancora servirci, e molto.
Sfortunatamente, però, nessun economista, tra i pochi che in questi giorni si stanno affannando per cercare di spiegare concetti tanto semplici, ottiene il minimo ascolto. Da quegli altri, intanto, il messaggio giunge uniforme anche perché, sarà un caso, molti fra loro sono in lizza per un posto in un prossimo Governo tecnico. Un Governo che poi, molto più prosaicamente, dovrà abbassare il suo altissimo profilo per andare in Parlamento a chiedere i voti a gente come Scilipoti o, nel migliore dei casi – si fa per dire – come Scajola. Posto che tra i due tipi passi una misurabile differenza, cosa che è tutta da dimostrare.
E quindi, insomma, nel caso ci tenevo a dirlo: non in mio nome.
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Dopo questo proclama attendo pianificazione emergenza rivoluzionaria.stop.
Caro Fabio, come vedi anche quelli che dal tuo punto di vista sono troppo moderati, ogni tanto, nel loro piccolo…
più della BCE potè Scillipoti.