Fosse stato per me, giuro che di questa storia non avrei parlato – credeteci o no – anche se ieri di sollecitazioni ne ho ricevute. Il fatto è che non mi sono mai piaciuti quelli che fanno un po’ gli gne gne, ecco, e non volevo passare per uno che.
Poi, però, è capitato che la cosa sia stata notata da Arianna Ciccone di Valigia Blu (e da Giovanna Cosenza, in seguito), e che il suo post sia stato linkato da Carmine Saviano su Repubblica, oltre che da Fabio Chiusi su Lettera 43, e che buoni ultimi se ne siano accorti anche su SkyTg24. E quindi eccoci qui.
E’ successo che ieri, mentre Matteo Renzi chiudeva la sua Leopolda spiegando con mio perplesso stupore che davvero non si sarebbe candidato, ha anche spiegato che cosa sarebbe successo dopo. Ha parlato di una cosa che ha chiamato WikiPd, ad esempio, e a quel punto sono iniziate le telefonate, perché proprio WikiPd è uno dei dominii che, con quello di Facedem, registrammo nel 2010, come ricorda Alessandro Campi sul suo blog, due siti che poi confluirono in Prossima Italia, ma di cui ancora siamo titolari. Più tardi, a dimostrazione del fatto che in questa materia nessuno inventa nulla, qualcuno ha ricordato che anche iMille avevano messo in piedi qualcosa di simile, e che di WikiPd aveva parlato addirittura Enrico Letta nelle primarie passate, anche se in rete non ne trovo tracce: ma sarà sicuramente vero.
Ma lasciamo perdere la primogenitura del termine WikiPd: il fatto è che, quando Matteo è arrivato al punto – nella terza parte del suo lungo discorso – sono saltato sulla sedia. Perché mi è sembrato di sentire me stesso, quando un anno fa avevo chiuso la prima Leopolda introducendo gli interventi di Matteo e di Pippo. Cento proposte dove all’epoca c’era l’idea del vocabolario, ma tutto comunque piuttosto uguale, a partire dall’idea di usare la rete come luogo della discussione politica e dell’organizzazione di un movimento. In modo strutturato, e inedito per questo Paese, sull’onda di una lezione che ci fece il fondatore di MoveOn, Trevor Fitzgibbon, quando venne a trovarci a Torino.
Un progetto molto ambizioso, che si realizzò poi nel sito ProssimaItalia.it: non come avremmo voluto, perché l’impresa si rivelò essere molto più complicata da gestire di quanto avessimo immaginato, e noi troppo privi di risorse per farla fruttare come avremmo voluto. Ma era quella roba lì: e, se posso citare un ricordo personale, fu presentata a Matteo nel suo ufficio di sindaco di Firenze, a Palazzo Vecchio, mentre lui beveva un latte caldo. Lo ricordo ancora, perché mi sembrò una cosa molto da lui. E lui ci disse che si trattava di un’ottima idea, salvo poi non farsi mai più vivo e disinteressarsene completamente, fatta eccezione quando, un paio di mesi dopo, ci accusò di voler costruire “una correntina, anzi uno spiffero”, a fronte di progetti suoi evidentemente più alti. Un giudizio molto duro, per una cosa che aveva approvato in prima persona.
Questo fino a ieri, evidentemente, quando l’idea deve essergli apparsa improvvisamente – nuovamente – ottima, specie per coprire l’imbarazzante assenza di una sua candidatura e la necessità di avere una pezza con cui coprire il periodo di tempo che passerà da qui fino al momento in cui le elezioni saranno sicure, e lui potrà finalmente fare il grande passo.
E voglio solo aggiungere che questo potrebbe sembrare il post di un amante tradito, ma non lo è: il tradimento non si è consumato ieri, e la rassegnazione era arrivata ormai da tempo. I video son lì da vedere, peraltro, e ognuno può verificare quel che ho scritto. La mia è solo un po’ di amarezza: per quello che era stato fatto, che aveva molto del miracolo, e che non aveva come quest’anno le spalle coperte da finanziatori importanti, gruppi d’interesse e produttori televisivi. Per la pochezza di questi comportamenti, anche, e per i problemi che ha generato a chi, come me, ha dovuto passare i mesi a giustificarsi per le cazzate di Matteo, quel genere di cazzate che spazzano via qualsiasi merito. Per tutte le volte che qualcuno ha chiesto cos’era successo, perché non aveva capito: ed era successo con buoni motivi, come vedete, e mai così buoni come quelli che finalmente posso spiegare ora.
Soprattutto, per l’occasione formidabile che è stata buttata via, con conseguenze devastanti. Un’occasione storica, collettiva e generazionale, questa sì completamente diversa da quella che Matteo ora ha deciso di costruire per se, solo. E questa davvero è un’enorme differenza.
Tanto dovevo.
debbo dire che anche io stamattina quel wikipd proprio non l’ho digerito http://eliseereclus.tumblr.com/post/12155312225/i-guastafeste-sono-altrove aspetto il tuo parere quando confronterai le 100 proposte con il vocabolario
I guastafeste sono altrove | elisee MAG
eliseereclus.tumblr.com
I guastafeste sono altrove Il mese di ottobre si chiude e con questo tre settimane di incontri tra persone e personaggi che dovrebbero rappresentare il futuro del movimento democratico. Scartando i…
Dai: wiki è un concetto, PD è un partito, di che stiamo parlando?
Vediamo se è possibile trovare punti di contatto con quanto elaborato finora e le 100 proposte, piuttosto.
Che quello di wiki sia un concetto lo scrivo pure io, ti pare? “A dimostrazione del fatto che in questa materia nessuno inventa nulla”, cito. Ciò detto, non ti sembra che la storiella che ho raccontato abbia un po’ un altro senso? Questa cosa doveva partire un anno fa, ma prima fu approvata e poi non fu giudicata interessante, fu abbandonata e stroncata a mezzo stampa. E però ora se la fa per i cacchi suoi. Una riflessione ci sta, ma magari sono io.
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Ripeto: guardiamo avanti. Questi sono argomenti per le memorie, tra 10 anni…
Filippo, per l’amor di Dio. Questa è una storia, peraltro personale. E potrò ben raccontare una storia personale sul mio blog personale, o no? Dopodiché, siccome io non pretendo di disporre delle cose tue, fammi il favore di non pretendere di disporre delle mie. E comunque, questa è anche la descrizione di un metodo. Cosa che dovrebbe valere anche un po’ di più. E far riflettere, magari.
Parole, parole, parole…… tutti parlano e tutti hanno un solo traguardo. La soluzione non è questo:
http://www.ilquotidianoitaliano.it/gallerie/2011/10/news/giappone-il-primo-ministro-si-taglia-lo-stipendio-121120.html/
serve molto di più (in meno) e molta più VERA passione per l‘Italia.
Fausto Fabiano
Intanto è venuto fuori chi è l’autore del pdf contenente le 100 proposte del Big Bang di Renzi: è Giorgio Gori, marito di Cristina Parodi, già direttore di Italia 1 e Canale 5, produttore televisivo della Magnolia che ha portato in Italia l’Isola dei Famosi:
http://www.termometropolitico.it/ecco-chi-e-lautore-delle-100-proposte-lanciate-da-renzi/
a questo punto tra le idee non proprio originale andrebbe segnalata anche questa
http://88.59.97.74/SebinaOpac/Opac?action=search&thTitSecBase=Cento+impegni+per+cambiare+l'Italia.+-&startat=0
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