Spero – prosegue Gozi – che gli eventi pubblici di ottobre non siano concorsi di bellezza per Renzi, Civati e Serracchiani. Finora ognuno e’ andato per la sua strada, credo invece che possa e debba esserci una convergenza delle idee e delle proposte fondamentali per il futuro del nostro paese.
Diffidare sempre – sempre – di quelli che dicono “dovreste andare tutti d’accordo”. Non c’è qualunquismo peggiore, e può provenire solo da chi si può permettere di non capire come funzionano i rapporti tra le persone, o da chi è in malafede. Nessuno dei due è molto ultilizzabile, comunque, e resta un ragionamento da asilo Mariuccia, degno al massimo di una suora un po’ troppo piena di fallaci buoni propositi. Anche perché è da un pezzo, che nessuno dei citati porta più il grembiule col fiocco.
Infatti, molto, molto tempo prima che Miss Gozi venisse preso dall’ansia del liceale che vorrebbe essere abbastanza popolare da venire invitato a una festa, quella convergenza è stata lungamente tentata, in questi anni: e Miss Gozi lo sa, perché all’inizio c’era pure lui (do you remember Piombino?). Quindi non dice il vero, tanto per cominciare.
Poi le cose sono cambiate, semplicemente perché si è scoperto che – toh – non necessariamente persone più o meno giovani e coetanee la pensano tutte allo stesso modo sulle stesse cose: ed è un male, forse, ma se ci pensate è anche normale, sano. Io e un dalemiano possiamo anche avere la stessa età, ma la pensiamo molto diversamente su molte cose. E per fortuna, aggiungo: quindi finiamola, please, con questa stronzata della solidarietà generazionale, coi sarebbe bello ma, cresciamo tutti e prendiamo atto che quel ma non è aggirabile. Peraltro, alcuni lo hanno imparato a proprie spese, e non hanno intenzione di prendere ripetizioni. Al limite si abbia il coraggio di dire apertamente che si vuole un accordo sul potere da scalzare, mettendo da parte le differenze. Nel caso, si farebbe chiarezza, e almeno si capirebbe di cosa stiamo parlando, dopodiché starebbe alla coscienza di ognuno decidere da che parte stare, salvo poi litigare su tutto esattamente come quelli che da lungo tempo conosciamo: allora però teniamoci Max e Uolter, facciamo prima.
E’ un peccato, che questo auspicio da volemose bene non si realizzi? Può darsi, ma ridimensionerei drasticamente il punto di vista. Dopotutto, è pur sempre una roba tutta interna ai cazzi del Pd: sarà anche un male, che i giovani o presunti tali del Pd non riescano a mettersi d’accordo tra di loro, ma forse – forse – sarebbe un po’ più importante mettere d’accordo i nostri elettori, se non questo benedetto Paese. E allora basta, non perdiamo più tempo a creare faticosi e asmatici microclimi, confrontiamoci con l’aria aperta.
Quanto a Miss Gozi, lui in questi anni ha fatto il suo lavoro di parlamentare, come ha creduto, scegliendo di volta in volta – come è giusto che sia, ovviamente – se e come partecipare alle battaglie politiche che si tenevano dentro e fuori dal Pd. Lo stesso hanno fatto tutti: e questo marca una differenza, oggi. Matteo Renzi, ad esempio, è uno con cui si è condiviso un momento che poteva essere importante, ma che poi è andato ad Arcore quando magari non era il caso, e ha deciso – di nuovo, legittimamente – di far per conto suo, con idee sue, che non riteneva utile confrontare con quelle altrui. E oggi stava a Quelli che il calcio a commentare la partita della Fiorentina (che ha perso). Questione di scelte, e di gusti.
Prossima Italia organizza una grande manifestazione, il 22 e 23 ottobre a Bologna, con Pippo Civati e Debora Serracchiani: per chiedere, di nuovo, il cambiamento, e per presentare un po’ di proposte, proposte serie. Per dare spazio, tra le altre, alle voci della società civilissima, e per mettere insieme, finalmente, un centrosinistra largo e plurale, anche inedito, a cui stanno arrivando adesioni importanti, e provenienti da ogni dove.
Che ci sia o meno un tavolo di trenta-quarantenni e oltre del Pd, francamente, chissenefrega. Sia detto con rispetto, ma credo che nessuno si farà venire il magone, per questo.
Non condivido forma e sostanza del post. Se ci “sposassimo” solo con chi la pensa al 100% come noi, io dovrei divorziare da me stesso a mesi alterni. E andrei piano a parlar di malafede.
Alberto, nessuno parla di 100 per cento, tutto il contrario. Qui si dice semplicemente che, o ci si trova sulle cose da fare, o si fa retorica di bassa lega. Che alcune persone debbano trovarsi solo perché casualmente condividono un dato generazionale non ha senso, lo sai tu e lo capisce chiunque. E questi appelli buonisti mi hanno stufato, perché quando poi si tratta di sostenere un’idea la sua bontà passa spesso in secondo piano rispetto ad altri ragionamenti. Ad esempio, se conviene o no, e se il riferimento correntizio del momento è o meno d’accordo. Il termine malafede si riferisce a questo, e sai anche tu che nel nostro partito le cose vanno fin troppo spesso così. Bene, su questa linea c’è chi ha continuato a lavorare, negli anni. E so per certo, perché ero presente, che quando certe questioni sono state poste in Direzione nazionale sono state lasciate sole. Vuoi esempi? i referendum, le primarie di collegio, la difesa dello statuto: un silenzio assordante, del quale sarebbe troppo comodo non verificare i motivi. Fare appelli adesso che la legislatura arranca verso un possibile finale – e non mi riferisco solo a Gozi, in queste settimane ne arrivano di insospettabili – se permetti mi pare un po’ troppo comodo. E francamente anche poco interessante.
Paolo, senza cattiveria, dico una cosa. la frase “Che alcune persone debbano trovarsi solo perché casualmente condividono un dato generazionale non ha senso, lo sai tu e lo capisce chiunque” la trovo giustissima. solo, nel passato, magari si poteva evitare allora di fare un po’ di confusione su questo. visto come è andata a finire. perchè penso che, ad esempio, quello che pensava renzi su sindacati, alleanze fosse abbastanza chiaro dall’inizio. premesso che io la penso come lui ( a scanso di equivoci) allora forse voi avreste fatto meglio a non perdere tempo così. mi sbaglio?
Sui sindacati penso cose pessime (se ti è capitato di leggermi ne hai un’idea), ma penso anche che se un dirigente d’azienda – poniamo il caso, Marchionne – propone condizioni contrattuali peggiorative senza chiarire bene quale sia il suo piano industriale, è dovere mio e quello di chiunque stia in un partito che ambisce a governare valutare lo stato della proposta per quello che è, evitando di partire dall’assunto che si sta coi sindacati o con Marchionne per partito preso, senza se e senza ma. Vale per me e per tutti, per persone molto più di sinistra – tradizionalmente e culturalmente – di me, e per altre molto più moderate. Finché c’è stata questa volontà, e c’è stata la voglia di confrontarsi su questa e altre mille faccende, con Matteo è stato possibile parlare e costruire. Poi quella comunicazione è cessata, unilateralmente. E allora, anche se a malincuore, ognuno per la sua strada. Anche perchè, per fortuna, su questi temi – lo dicono le amministrative scorse e la frequentazione banalissima dell’attivismo politico – a livello di militanza e di base certe questioni tutti abbiamo imparato a risolvercele molto più francamente ed efficacemente, parlando fra noi.
Però è un dialogo che non si può aprire solo tra aspiranti leader di domani , e solo in vista dei congressi o delle elezioni, serve un po’ di considerazione per quel che succede fuori dalle stanze di partito e serve un po’ di generosità nel considerare le posizioni altrui per quel che sono, e questa generosità è mancata, in modo gravissimo, minando peraltro quel dato di fiducia che sarebbe fondamentale, per costruire quel che si propone. In definitiva, non rimpiango quel che si è provato a fare, e mi spiace che non sia riuscito. Ma sono passati i mesi, gli anni, e non possiamo sempre tornare all’anno zero: chi vuole esserci è benvenuto, ma oltre all’appello generico basato sulla carta d’identità faccia almeno lo sforzo di sbilanciarsi in due concetti in croce, altrimenti è semplicemente un film già visto.
1) A me il magone viene
2) Pensare che Marchionne venga a spiegare il suo piano industriale nei dettagli ad un sindacato o a un partito è un’idea che può attraversare solo Vendola. Soprattutto se non chiede un euro di finanziamenti pubblici
3) Tirem innanz e mi auguro a Bologna di vedere quella famosa proposta per le primarie di collegio che sta covando da prima di Albinea.
Filippini, se Marchionne sottopone un accordo ai lavoratori, il piano regolatore lo dovrebbe spiegare eccome. Quanto alle primarie, stai tranquillo. E’ tutto pronto.
Quanto al magone onestamente non so che dirti, qui stiamo organizzando una bella manifestazione e siamo piuttosto in palla, mi spiace per te.
Marchionne ha il suo piano, messo giù punto per punto, con i sacrifici che chiede ai lavoratori e la contropartita che dà.
Che poi Airaudo pretenda di vedere i piani industriali dei modelli futuri della FIAT è una domanda provocatoria, che solo un Airaudo può fare ed a cui solo un Vendola può far finta di abboccare.
A Bologna ci sarò. Forse per i due giorni, se riesco. Le primarie di collegio e la loro regolamentazione saranno tra i temi trattati?