Stamani ho in programma un importante meeting alla Farnesina, a cui dovrebbero partecipare il Ministro degli Esteri, quello della Difesa e, se tutto va bene, il Presidente del Consiglio.
Vado a portar loro la mia modesta proposta per uscire da questo disastroso empasse della guerra in Libia: mi è venuta in mente sfogliando l'ultima edizione dell'International Herald Tribune, e riflettendo sulla diversa grafia con cui gli anglosassoni scrivono il nome del Rais libico.
Come successe con l'Irak, che ad un certo punto iniziammo tutti a chiamarlo Iraq, con la Q, e sembrava un po' avessimo invaso un altro posto.
- E adesso da dove salta fuori questo Iraq?
- Boh, sarà un nuovo Paese.
Insomma, l'idea è che, a partire da oggi, si userà il nome Gheddafi per riferirsi allo stimato leader panarabo da lungo tempo amico dell'Italia, della sua classe politica di ogni colore, prezioso partner commerciale e imprenditoriale.
Il sanguinoso dittatore, quello che malgré-nous oggi ci troviamo a bombardare, che spara ai suoi sudditi, quello è Qaddafi.
Tutto un altro ciulare.
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Mio caro Paolo, come puoi vedere, le bombe cadute fuori dal nostro orto, non interessano a nessuno, siamo per il federalismo domestico.
Fausto Fabiano
Sei ignorante come una zappa, scusa, con il dovuto rispetto, Iraq in italiano si è sempre è solo scritto correttamente con la Q.
Non è la grafia anglosassone, è la grafia corretta, fine. idem per Qaddafi, tra l’atro.
Mi scuso, nel mio commento precedente c’è un accento di troppo.
Esilarante.
no, non è affatto esilarante. anzi, è tracotante e anche un po’ vigliacco ridere di chi ti corregge trincerandoti dietro il consenso generale per una grafia sbagliata. L’ignoranza è confortevole e funziona da illusorio equalizzatore sociale. mal comune, mezzo gaudio. ma non è un punto di vista.
Fortunatamente, il consenso generale è per la Q.
Prima di tutto datevi una calmata. Ho davanti a me libri con più di 20 anni, e c’è scritto Irak con la “k”. E Gheddafi, non Qaddafi. Se poi il commento era per dire che ogni lingua trascrive a seconda della pronuncia i caratteri arabi, è esattamente quello che intendevo io, facendo notare che l’ingresso nel nostro flusso di news di fonti anglofone ha portato anche nuove grafie. E comunque era un post scherzoso, il tono offensivo l’ha usato qualcun’altro.
Se poi il commento era per dire che ogni lingua trascrive a seconda della pronuncia i caratteri arabi, è esattamente quello che intendevo io, facendo notare che l’ingresso nel nostro flusso di news di fonti anglofone ha portato anche nuove grafie.
A seconda delle pronunce? benissimo, quali pronunce? quelle della lingua d’origine (che ha lettere distinte, soprattutto foneticamente, per indicare k e q) o quella della lingua di arrivo?
E, nel caso della lingua di arrivo, l’italiano, discriminami foneticamente q e k, grazie.
roseau, per cortesia: notavo che i giornali inglesi tendono a scrivere “Iraq” e “Qaddafi”, mentre sui vecchi atlanti italiani (ne ho qui uno De Agostini) trovo Irak, e in Italia abbiamo sempre detto e tutt’ora lo chiamiamo Gheddafi. E. Comunque. Era. Una. Battuta. Ed esordire con “sei ignorante come una zappa” non è il massimo dell’educazione, malgrado il successivo “scusa, con il dovuto rispetto”.