Nelle pagine interne del Biellese c’è una rubrica sui libri più venduti che utilizza le rilevazioni fornite dal negozio Feltrinelli di via Italia. Venerdì scorso, per la seconda settimana di fila, stabilmente in vetta superando gente come James Ellroy, Sophie Kinsella e Grisham, c’era “Eroi per caso”, ultima fatica di Paolo La Bua, giornalista all’Eco di Biella.
Mi sembra sia una notizia: un oscuro autore biellese vende più dei bestsellers internazionali. Casualmente, la responsabile della Feltrinelli di Biella è sua moglie. Ma, ehi, è un caso.
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La moglie di chi, invece, gestisce la farmacia comunale??
#1, su quella faccenda presto ci arrivo, promesso.
su #1: l’equazione è quanto mai fuori luogo. A trasformare la Farmacia in Srl furono purtroppo gli amici del suddetto Assessore.
Non so se l’autore anonimo del post 1 ha letto i giornali locali, ma sempre gli amici del suddetto ex Assessore sono stati in queste settimane totalmente silenti sull’affaire Farmacia. Purtroppo, ribadisco io.
Comunque il ragionamento mi sfugge: cioè se ci lavora un parente di un politico allora non si possono far battaglie a favore di un presidio sanitario territoriale? Una scusa un pò bedole, e soprattutto un’argomentazione da bar per evitare accuratamente di entrare nel merito del problema.
Attendo fiducioso il futuro post di “popolino” per argomentare nel merito meglio la mia posizione, che è notoriamente a favore della municipalizzata e contro l’alienazione.
rp
Dannata Feltrinelli.
Fav1
po’ si scrive con l’apostrofo e non con l’accento….e da un maestro certi errori non dovrebbero pervenire.
comunque srl o no, è pazzesco che l’unica farmacia che abbia i conti in rosso sia a Biella e sia in parte gestita dal comune…..
Spiace che l’anonimo continui a stare al chiacchiericcio da bar piuttosto che alla dura logica dei numeri.
La “farmacia comunale di biella srl” non ha i conti in rosso. Ha un utile di circa 40 mila euro nel solo 2009. Sarebbe interessante poterlo spiegare a chi invece preferendo dilettarsi tra apostrofi e accenti, getta la pietra e nasconde la mano.
Comunque se vuole, il nostro anonimo, può sempre venire a prendere lezioni dall’amato preside domani in consiglio comunale, che come è noto, i compiti preferisce farseli fare da blasonati accademici piuttosto che da miseri maestri precari.
rp
per tornare a bomba… cioè alla Feltrinelli…. ditemi quand’è che è comparsa in quella tal farmacia la pubblicità della “raisepirina”….
Caro Popolino, incuriosita dal tuo post, ho acquistato il libro di La Bua. Incomincerei col dire che non a caso è stato inserito nella collana i sassi, perchè basta leggere mezza pagina per avere l’impressione di riceverne uno in piena fronte. Italiano pessimo e concetti confusi, ma siamo in un paese dove Moccia passa per letterato. Una domanda: circola voce che i proventi del libro siano devoluti per cause benefiche ma sul libro non ne ho trovato cenno, tu ne sai qualcosa? Fosse vero avremmo la spiegazione del perchè qualcuno, lui sì eroe per caso, s’è preso la briga di acquistarlo!
b.l.
una cosa vorrei dire a difesa del povero La Bua.
Se La Bua fosse andato a vivere a Piombino, avesse scritto un romanzo dal titolo, mettiamo, LANA, e fosse stato pubblicato da Mondadori con un lancio nazionale, ecco che La Bua sarebbe diventato un grande scrittore biellese osannato e ospitato nei Circoli in della città.
Invece Paolo ha il grave torto di essere rimasto a Biella e quivi avere osato scrivere libro per il quale non poteva sottrarsi alla caratteristica più evidente del carattere dei biellesi: la feroce invidia.
Sì, vabbè, la feroce invidia. Se il sopracitato avesse fatto una cosa del genere in un’altra città oggi si starebbe cercando un lavoro e non scriverebbe più una riga. Per piacere.