Davvero non capisco la veemenza che sta precedendo il congresso del Partito Democratico. Insomma, cosa vuole questo Barack Obama? Ha già fatto un’ottima figura, adesso lasci che le cose vadano come devono andare, che vinca Hillary Clinton, che ha più esperienza e ha il partito dalla sua: vedrà che se tutto va bene avremo il primo vicepresidente nero della storia.
Continuare questa sterile competizione, invece, ci allontana sempre di più dal fare una vera opposizione a Bush e alla politica degli avversari: Obama farebbe bene a ritirarsi, per il bene dei democratici, e perché se insisterà farà solo dei danni. Una sua eventuale vittoria alle primarie non solo spaccherebbe il partito in due, ma di sicuro alle prossime elezioni consegnerebbe il Paese alla parte avversa.
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Mooolto fine. Troppo.
Barak Obama, perché buon interprete della maggioranza degli elettori, ha vinto al primo colpo, senza dubbi e senza sconti, ed è diventato il Presidente (non l’uomo) più potente del mondo.
Ignazio Marino perderà perché non è interprete della maggioranza dei soui compagni di partito.
Bell’esercizio retorico, il tuo, ma francamente non serve a un cazzo.
Primo colpo sto cazzo. Ci sono voluti sei-sette mesi di primarie, e ricordo che ancora a giugno c’erano analisti che non l’avevano capita, e Hillary stessa minacciava di piantare un casino al congresso. Sto cazzo anche la maggioranza degli elettori:la Clinton era avanti nel voto popolare, ma indietro nei delegati, e comunque Obama aveva il problema di non aver raggiunto la maggioranza più uno dei delegati; molti superdelegati non avevano dichiarato il loro voto, e avrebbero quindi potuto ribaltare quanto espresso dagli elettori; inoltre, la Clinton cercò fino all’ultimo di far in qualche modo contare i delegati di Florida e Michigan, in cui lei aveva fatto campagna e vinto malgrado il partito avesse annullato le consultazioni locali. Prima di sparare cazzate a caso sarebbe il caso di informarsi, consiglio un giro su Wikipedia.
Infine, che Marino non rappresenti la maggioranza del partito può darsi, ma ti ricordo che le primarie sono aperte a tutti, iscritti e non.
Consiglio all’incauto #2: fare le pulci a Popolino sulla politica americana, e in particolare su primarie ed elezioni 08 non è consigliabile. Se vuoi farti del male…
E vabbè, quando è troppo è troppo. Marino non è interprete della maggioranza nel partito? Poco ma sicuro. Perché il partito è composto al 90% da gente che ha paura di perdere il posto al caldo se un Marino qualsiasi dovesse catturare il consenso popolare. Perché di questo si parla: l’elettorato (non i tesserati) ne hanno le palle piene di questi soliti noti, questi parolai del cazzo che si barcamenano da anni tra false promesse e compromessi per restarsene lì ad aspettare la morte attaccati al cadreghino. Fanculo il Partito. Io non sono il Partito. Io sono un elettore, uno che ogni volta che va a votare deve ricacciare in gola il vomito sapendo che quella crocetta darà ancora da mangiare ai Rutelli, i Franceschini, i D’Alema, perdio… D’Alema!!! Basta! Qua non abbiamo un Obama, ma puttana eva, darei la mia preferenza anche ad un mazzo d’asparagi piuttosto che rivotare ‘sta ciurma di filibustieri. E penso che siano tanti, troppi a pensarla così, mentre ancora di più sono quelli che si sono arresi e a votare non ci vanno neanche più.
Fav1
Va bene, sono andato fuori tema. Però basta con ‘sto “tanto non cambia niente”, se no… non cambierà niente.
Fav1
si, direi che il punto 5 riassume efficacemente il mio stesso “sentiment” di pancia nell’avvicinarsi di qualsiasi ricorrenza elettorale;
fa sempre un brutto effetto leggere la disillusione fuori da sè, apposta non avevo commentato, però devo convenire che voterei lo stesso mazzo d’asparagi pur di evitare di darlo ad uno di questi eterni personaggi, fantocci o meno, con programmi che funzionano alla perfezione in sezione od in corrente, affatto nel mondo reale,
tutto sommato, alla fine, preferisco chi anche cadendo trovi la forza di rialzarsi che un’armata brancaleone che traballando perde consensi anno dopo anno, e, va da sè, le nuove anime belle che andando a lezione da questi vecchi figuri, si aspettano il voto di quelli come me, possono, fin da ora, pensare a cambiar mestiere
A.
popolino sarà un fenomeno sulle elezioni americane, ma sulla politica italiana ho i miei dubbi:
1) riassumo brevemente dicendo: Obama è un vincitore, Marino un perdente, quindi il paragone mi pare pretestuoso, mal fatto e tirato per i capelli.
2) Di cazzate a caso, ne spariamo tutti, chi più chi meno. A buon intenditor, poche parole.
3) Marino è accusato da fonti non certo coinvolte nella politica tricolore (universita USA) di aver fotocopiato fatture per avere rimborsi spese doppi. Secondo me è verosimile e persino vero. Che si espongano i suoi sostenitori: credete a lui o a Pittsburgh che, in tempi decisamente non sospetti, lo ha cacciato per “furto” (non è il reato formalmente corretto, ma lo è sostanzialmente: vattene perché sei un ladro e un imborglione)? Vedete un po’ voi.
per completezza:
http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=10a4425914fade5f
questo è il link che porta ai documenti integrali della vicenda, pubblicati da Il Foglio, documenti che, ne sono certo, non in molti hanno letto nella versione originale.
Uno dei passaggi fondamentali riguarda le scritte autografe sulle fotocopie delle ricevute: per l’ospitalità, resta la stessa fattura ma cambiano i nomi scritti a mano sotto la fotocopia. Fatevi due conti.
Ecco perché, in risposta ad A., esiste così tanta disillusione. Un mazzo di asparagi lo voterei anche io. Ma un mazzo di asparagi onesto.
Ah, ci siamo. La famosa nota spese. Un direttore dell’attività clinica e amministratore delegato di un centro trapianti da cento miliardi di lire, che gestisce un budget da milioni e milioni di euro all’anno, che firma appalti e forniture e contratti da altrettanti milioni, che sovrintende l’assunzione di personale, che si relaziona con la pubblica amministrazione, e che in ultima analisi sarà stato pagato belle cifre per fare tutto questo, viene contestato per irregolarità nella presentazione di note spese che, sommate, corrispondono alla cifra di cinquemila euro. Aggiungo: in Sicilia, non a Pittsburgh, due luoghi che si differenziano non solo per il clima. Il tutto denunciato dal Foglio, giornale papista e teocon che, viste le posizioni di Marino sui temi della laicità – vedi il testamento biologico – rappresenta quel potere in assoluto più preoccupato da un eventuale buon risultato di Marino stesso. Tutto qui? Ah, beh.
Guarda, pure io ho sbagliato note spese nella mia vita: quel Toblerone consumato in albergo e messo sul conto della ditta, quel chilometraggio fatto a stima perché non avevo azzerato il contachilometri: negli anni, si fa in fretta a far cifra, e pensa che io non ho neanche mai diretto un centro rapianti. In compenso, ho fatto tante telefonate col telefonino personale, migliaia di ore di straordinario non retribuito, perché magari ero all’estero e un appuntamento di lavoro si procrastinava fino a notte fonda, o perché mi portavo il lavoro a casa, ho usato quando necessario il mio mac, la mia carta, la mia elettricità, la mia macchina fotografica. Che posso dire: arrestatemi, oppure rendiamoci conto che in attività complesse – immagino che quella in esame lo sia – gli spiccioli si compensano, e solo motivazioni in totale malafede possono arrivare a sommarle per far cifra – ma sommarle solo a debito, senza contare il credito – per far cifra e per giustificare un allontanamento. Se qualcuno si è dovuto mettere a sommare tutti gli aperitivi messi in nota spese pur di trovare un motivo per far dimettere Marino, in una struttura ospitata in una regione che aveva appena eletto presidente un indagato per mafia, significa che avevano proprio bisogno di spedirlo, per potersi fare gli affari loro.
Il link che riporti tu è a un blog che parla di “dozzine di irregolarità”, e tu stesso parli di “firme”, “nomi scritti a mano” e “fotocopie”: ti sfido a trovare queste stesse parole nelle lettere dell’amministrazione mandate a Marino. La verità è che non ci sono, le hai aggiunte tu: niente firme, niente fotocopie, niente “dozzine”. Anche perché nessun ufficio risorse umane parlerebbe mai di “dozzine”, basta aver lavorato in un’azienda per saperlo: cosa che, sono certo, non è mai capitata agli altri due candidati segretari del Pd, politici di professione da sempre.
Non mi aspetto che tu capisca, non avendo neppure compreso il mio semplice post su Obama e la Clinton: lo vedo pure io che Marino non è Obama, ma se è per questo non vedo in giro neppure una Clinton, e a dirla tutta per come siamo messi andrebbe bene pure un Kucinic qualsiasi, anche se è un po’ matto e sostiene di aver visto gli ufo in giardino. Il punto però era un altro: che come metti in discussione una classe dirigente salta subito fuori uno che ti accusa di fare il gioco dell’avversario, che bisognerebbe pensare a stare uniti e fare opposizione, peccato però che quando parla di unità sottintende la propria leadership, che così si perpetua naturalmente secula seculorum.
Mentre scrivevo il commento precedente, combinazione:
http://www.repubblica.it/2009/07/sezioni/politica/partito-democratico-31/marino-contrattacco/marino-contrattacco.html
Cito:
“l’allora capo dell’Ismett di Palermo fu fatto fuori con un accordo fra gli americani e la Regione siciliana, perché si opponeva al rinnovo di una convenzione con troppi punti oscuri e clientele”.
e ancora:
“”Le discrepanze fui io stesso a segnalarle – si difende Marino – ma in ballo a Palermo c’era ben altro. Un accordo molto redditizio con la Regione, al cui vertice era nel frattempo arrivato Cuffaro. Con una gestione dell’Istituto che da un certo punto in poi non potevo più condividere. E lo dissi chiaramente”. Medici da assumere con un bando di concorso su misura, a prescindere dalle specifiche competenze sui trapianti. Pressioni per arruolare infermieri e portantini su input politici. Marino denuncia l’andazzo, in una lettera all’assessore al Bilancio Alessandro Pagano nel luglio 2002 si dice “molto preoccupato per la situazione all’Ismett, dove non riesco più a gestire il personale medico sui livelli di eccellenza che la struttura richiede”. Informa anche alcuni ministri del governo Berlusconi. Silenzio. Alla fine del braccio di ferro, nel settembre del 2002 lascia il suo posto.
“Glielo consigliai anch’io – conferma l’ex comandante dei carabinieri Roberto Jucci, all’epoca a Palermo come commissario per le acque – perché al centro trapianti stava per sbarcare personale non qualificato, e il professor Marino non poteva accettare un’imposizione del genere”.
le parole riportate dall’anonimo commentatore ci sono e sono tratte da questa traduzione pubblicata dal Foglio:
http://www.ilfoglio.it/soloqui/3001
Sui retroscena svelati da Repubblica, e’ interessante anche questo articolo del 2004 della Pittsburgh Tribune Review:
http://www.pittsburghlive.com/x/pittsburghtrib/news/specialreports/s_262446.html
abele
Abele, dl pezzo che citi tu:
Marino, 50, declined to talk about ISMETT, saying only that there needs to be more focus on the part of physicians to help people, whether in Sicily or elsewhere in the world.
“It’s not the hospital itself that is rewarding; it’s the idea of helping people that is rewarding,” Marino said in his office in Philadelphia, where he is now director of liver transplantation at Thomas Jefferson Medical College.
Those who fought hard for the creation of ISMETT, including former mayor Orlando, say Marino’s departure is a sign of impending doom for the hospital.
“When Marino left, the guarantee for high-quality health services also left,” he said.
A me sembra chiaro, non capisco di cosa stiamo parlando.
Replicavo alla tua risposta all’anonimo: “ti sfido a trovare queste stesse parole nelle lettere dell’amministrazione mandate a Marino”. Prese per buone le traduzioni pubblicate dal Foglio, quelle parole ci sono.
ciao
abele
Nel ringraziare Abele per aver avuto voglia di seguire il link proposto e di leggerlo con attenzione, aggiungo un dettaglio: ho letto in qualche forum che il foglio avrebbe pubblicato sulla versione cartacea anche la scansione della lettera originale, in inglese e su carta intestata, per prevenire polemiche sulla traduzione. Questo però non posso confermarlo perché io ho letto solo la versione on line.
Per Popolino, che cito testualmente:
“Il link che riporti tu è a un blog che parla di “dozzine di irregolarità”, e tu stesso parli di “firme”, “nomi scritti a mano” e “fotocopie”: ti sfido a trovare queste stesse parole nelle lettere dell’amministrazione mandate a Marino. La verità è che non ci sono, le hai aggiunte tu: niente firme, niente fotocopie, niente “dozzine”.
Ora, io sarò anche quello che spara cazzate a caso, ma prima di farlo cerco di documentarmi a dovere, al contrario di altri. Popolino, invece, fa i taglia e incolla dal sito di Marino, spacciandoli per fonte più attendibile di Ferrara. Essendo le due parti in causa, dovrebbero essere considerate tendeziose allo stesso modo, almeno.
In ultimo, consiglio Popolino di leggersi bene tutto ciò che può trovare sulla vicenda delle dimissioni siciliane: scoprirà che più di una persona (ben informata, in vista ed addentro le secrete cose) sbeffeggia Marino con argomenti decisamente più convincenti dei suoi. D’altronde, la stessa Università USA sconfessa le dichiarazioni di Marino riportate in questo blog per rispondermi, aggiugendo che la famosa firma mandata via fax è stata apposta su quello che per loro è il documento finale ed ufficiale della fine del rapporto professionale. Ponendo quella firma, Marino ha fatto una cosa precisa: ha accettato le accuse mosse e ha deciso di lasciar perdere (altro che querele) perché probabilmente sapeva bene (ma questa è una mia personale ipotesi) di essere nel torto.
Se Popolino vuole fare il fustigatore oggettivo, apra gli occhi e si renda conto che potrebbe aver commesso un grosso sbaglio (in buona fede come tanti altri) nell’appoggiare il chirurgo. Difenderlo a spada tratta proponendo argomenti deboli e soggettivi contro prove tangibili come firme, fax, fatture e lettere ufficiali di una istituzione universitaria estranea alle beghe del PD, è arrampicarsi sugli specchi e… scivolare.
Non mi sto arrampicando, non vedo specchi. Le fotocopie infatti le hai viste solo tu, ribadisco. Come ho già spiegato, e rispiego, se su milioni di euro che ballano, e su una posizione cruciale tra poteri molto forti, che stabiliscono flussi di denaro e assunzioni, in una regione come quella, con un neopresidente come quello, uno viene contestato e allontanato in base a tante note spese che devono essere sommate al centesimo per riuscire tirar fuori una somma comunque ridicola, allora a me, non so a te, viene il sospetto che si sia messo di traverso tra l’amministrazione pubblica e quella privata, che volevano fare affari senza disturbi. Dopodichè, puoi continuare a sottolineare sempre lo stesso dettaglio inconsistente senza tirare in ballo il contesto, fai pure.
L’entità del furto non conta, tratta che potrebbe trattarsi di furto (e poi sono circa 8.000 dollari per i soli 12 mesi controllati dall’audit: l’università USA aveva ll’epoca promesso controlli sull’intera contabilità relativa alle spese di Marino, ma ad oggi non si ha notizia se siano stati fatti o meno).
Quindi il dettaglio non è affatto irrilevante e il contesto non conta: uno ha rubato oppure no. La risposta la si ha solo dalle pezze giustificative: se è vero che sono state fotocopiate e poi sono stati aggiunti a mano nomi diversi sulle fotocopie, allora la frode c’è ed è bella grossa (indipendentemente dalla cifra), perché sarebbe automaticamente dimostrata la VOLONTA’ della frode stessa e non l’umano e comprensibile errore. Se si parla di morale o di “questione etica”, non si parla di contesto: si parla di prove concrete. Altrimenti è proprio arrampicarsi sugli specchi. Se non si ammette questo, si è parziali e in mala fede.
Concrete? La concretezza, a questo punto, la stabilisce un tribunale, non tu, che parli di documenti che non hai visto ma che ti limiti a riportare dandone una lettura che è tua. Per ora, l’unico reato accertato è la diffusione di carte confidenziali, di cui dovrà rispondere il Foglio, spiegando chi le ha trafugate e perché. Il resto a te sembreranno argomentazioni, ma sono illazioni, pensala come ti pare ma non venire qui a fare il giudice un tanto al chilo.
E giusto per far capire a chi legge che quando Popolino mi da del visionario (“le fotocopie le hai viste solo tu”), pregasi leggere lo stralcio della lettera a cui faccio chiaro riferimento prima di dire falsità:
Come Lei sa, nell’iter ordinario necessario a elaborare le Sue recenti richieste di rimborsi spese, l’UPMC ha scoperto che Lei ha presentato la richiesta di rimborso di determinate spese sia all’UPMC di Pittsburgh sia alla sua filiale italiana. Di conseguenza è stata intrapresa una completa verifica sulle sue richieste di rimborso spese e sui nostri esborsi nei Suoi confronti. Tale verifica è attualmente in corso. Alla data di oggi, riteniamo di aver scoperto una serie di richieste di rimborso spese deliberatamente e intenzionalmente doppia all’UPMC e alla filiale italiana. Fra le altre irregolarità, abbiamo scoperto dozzine di originali duplicati di ricevute con note scritte da Lei a mano. Sebbene le ricevute siano per gli stessi enti, i nomi degli ospiti scritti a mano sulle ricevute presentate a Pittsburgh non sono gli stessi di quelli presentati all’UPMC Italia. Avendo sinora completato soltanto una revisione parziale dell’ultimo anno fiscale, l’UPMC ha scoperto circa 8 mila dollari in richieste doppie di rimborsi spese. Tutte le richieste di rimborso spese doppie, a parte le più recenti, sono state pagate sia dall’UPMC sia dalla filiale.
Non esiste forse la parola fotocopie, ma “originali duplicati di ricevute” significa fatture fotocopiate: l’originale mandato negli USA e la copia a palermo, o viceversa.
Spero che nel prossimo post, Popolino eviti di dirmi che mi invento le cose e riconosca che la cantonata l’ha presa lui perché non ha voglia (o non gli conviene) leggersi i documenti relativi alla vicenda che, per altro, sono gli unici documenti ufficiali visto che Marino, sino ad ora, ha solo espresso pareri, opinioni e dichiarazioni, ma non ha mai tirato fuori uno straccio di foglio, mail o fax (per esempio per provare e confermare che fu lui – e non gli auditors – a segnalare le irregolarità amministrative)
Te lo dici anche da solo: nessuna “fotocopia”, ma “originali duplicati di ricevute”, che uno mi deve spiegare cosa cazzo sono: o sono originali o duplicati. Cartacei o elettronici? Consegnati brevi manu, via posta, via fax, via piccione viaggatore? E soprattutto: falsificabili? Certificati? E da chi? Mica bruscolini, ma roba su cui si imbastisce un processo. E comunque questo, vorrei ricordarlo, è un ex datore di lavoro che sostiene la SUA posizione contro un ex dipendente. Altro che dati oggettivi.
Breve lezione di rendicontazione finanziaria: si definisce “originale duplicato” un documento non falso ma duplicato dall’originale. Il fatto che sia cartaceo o digitale (es: scansione) è ininfluente se la stessa pezza giustificativa (fattura) viene rendicontata due volte allo stesso soggetto debitore o, ancor peggio, a soggetti debitori diversi per ottenere un doppio rimborso nella speranza che i due soggetti (o, meglio, le loro amministrazioni) non siano in grado di confrontare minuziosamente le relative contabilità.
Per inciso, è il più diffuso e redditizio sistema di “falso rendiconto” dall’età della pietra.
Trovo ben più degne di dubbio le affermazioni (fumose e non documentate di Marino) che un accusa per iscritto (o, se vuoi, un licenziamento in tronco) di una Università americana che sostiene di aver verificato il falso sulla base di un controllo amministrativo.
Mi sembra che parliamo la stessa lingua, quindi cerchiamo di capirci. Io NON CREDO che un importante dirigente sanitario e stimato chirurgo ben pagato si metta a fare “originali duplicati di ricevute” per ottenere da enti diversi rimborsi doppi, che sommati nel tempo, equivalgono a poche migliaia di euro, e che quindi avranno avuto la consistenza di poche centinaia per volta. NON TROVO CREDIBILE che chicchessia rischi così tanto per per ottenere così poco, e soprattutto, ripeto, QUESTA E’ LA POSIZIONE DEL DATORE DI LAVORO.
Un datore di lavoro che, come riportato in un articolo linkato un po’ di commenti fa, mesi prima delle dimissioni di Marino si scriveva (anche questi sono documenti ufficiali) con l’assessore regionale manifestando disponibilità a rinnovare il Cda dell’Ismett dando la maggioranza dei consiglieri alla regione. Chi si oppone? Chi viene fatto fuori per far spazio agli uomini di Cuffaro? Su chi viene costruito un castello strumentale a farlo dimettere?
Certo, è un po’ più sottile che sventolare la ricevuta di un minibar di un hotel, ma ci puoi arrivare pure tu.
Signor polemista, che ne dice di firmarsi?
Fav1
Per un evidente motivo: non ne ho nessuna intenzione. Il blog me lo lascia fare (altrimenti ci sarebbero commenti moderati o cancellazione dei post non firmati) e quindi lo faccio.
ciao ciao
Eh, comoda la vita! Ciao ciao!
Fav1
Confermo. Liberi tutti di firmarsi o meno, libero io di cassare se ritengo si sia passato un limite. Che stabilisco io, in quanto questa è casa mia, eccetera.
Il limite non è stato passato, e quindi no problem. Sui contenuti ho già detto.
Grazie a popolino per la precisazione e la coerenza.
Per Fav1: tu credi che io sappia chi sia Fav1? Guarda: non ne ho la minima idea e nemmanco mi frega di saperlo. Vuoi una sigla? Fav2. Se non ti piace, cambiala come vuoi, altrimenti considera tutti i miei post siglati così.
Inoltre, è fantastico sentirsi dare del “polemsita” su questo blog… perché voi (popolino e commentatori) cosa siete?
buona serata
A questo punto però mi preme segnalare che almeno una testata – Radio Radicale, ebbene sì proprio lei – ha condotto un approfondimento serio sulla questione tirata in ballo dall’anonimo nei commenti. Quel che ne esce è un pieno, e non a carico di Marino. Se riesco a fare l’embedding metterò il podcast anche qui.