Alla luce della trentina di persone – nell’ora di punta – che poco fa hanno partecipato alla riunione aperta indetta dal Pd di Biella, improvvisamente mi sento di rivalutare in positivo la dozzina che venerdì scorso ha risposto alla serata che abbiamo organizzato in segreteria per una prima presentazione della candidatura di Ignazio Marino. E anche stasera, tra i convenuti, eravamo ben rappresentati, quasi una maggioranza relativa.
Nel caso che a qualcuno interessi, mi toccava di illustrare le linee generali della mozione ai presenti, e ad altri due è toccato di parlare della loro. Ho passato davvero un mucchio di tempo a pensare cosa dire, soprattutto al tono da usare, e ho tirato giù tanti di quegli appunti che se – come mi capita nell’altra mia vita, quella principale, quella lavorativa – me li avessero pagati a cartella, ora starei facendo le valigie per le Canarie.
Poi, quando è toccato a me, non ho letto quello che avevo così lungamente limato, ma almeno questo calvario preparatorio mi è servito a chiarirmi le idee su cosa avrei dovuto dire.
Sono stato un po’ attivo nei movimenti studenteschi, e mi sono trovato a parlare a centinaia, e in un qualche caso a migliaia di persone. Da allora ho fatto altro, e sono passati circa 15 anni, quindi ero comprensibilmente preoccupato che la ruggine avesse irrimediabilmente fottuto la macchina.
Lascio ad altri il compito di giudicare se sono stato o meno convincente, però un pao di cose le voglio dire. La prima è che in seguito a un paio di interruzioni mi sono incazzato, e di brutto. E non dovevo: avrei sperato che almeno sul mio caratteraccio la ruggine di cui sopra avesse corroso un po’, ma invece mi toccherà lavorarci.
La seconda è che – non me ne vogliano gli altri relatori – le altre due mozioni sono fuffa pura: ero sinceramente curioso di sentire cosa avevano da dire, ma a prescindere da quello che può essere stato il mio risultato mi conforta molto sapere che le altri parti in causa non esprimono un’idea che sia una su cosa il Pd dovrebbe dire e fare come partito, e su cosa ha in mente per l’Italia. Anzi, secondo loro l’elezione del segretario dovrebbe riguardare solo il partito in quanto organizzazione, e non i suoi scopi. Questo rappresenta, per chi sta lavorando per Marino, un vantaggio incalcolabile: finche gli avversari vedranno il partito come fine, e non come mezzo, i nostri argomenti saranno sempre più forti.
Infatti, pur nel mio approccio ignorante – mi sono scappate anche un paio di imprecisioni tecniche – ho deciso di concentrarmi sui temi che ci interessano tutti e su cui il partito è tragicamente assente: il conflitto di interessi, il precariato, i diritti civili, l’immigrazione, l’ambiente, e ovviamente anche la laicità, che ci tenevo però non fosse considerato l’unico argomento a nostra disposizione. Volevo far capire che il nostro scopo primario è dare quelle risposte chiare – e democratiche – che fino a oggi sono disastrosamente mancate.
Improvvisamente, tra il pubblico, ho visto più d’uno ridestarsi e mormorare: “finalmente, cazzo”.
E tanto basta, per ora.
-
- aprile 2014
- marzo 2014
- febbraio 2014
- dicembre 2013
- ottobre 2013
- settembre 2013
- agosto 2013
- luglio 2013
- giugno 2013
- maggio 2013
- aprile 2013
- marzo 2013
- febbraio 2013
- gennaio 2013
- dicembre 2012
- novembre 2012
- ottobre 2012
- settembre 2012
- agosto 2012
- luglio 2012
- giugno 2012
- maggio 2012
- aprile 2012
- marzo 2012
- febbraio 2012
- gennaio 2012
- dicembre 2011
- novembre 2011
- ottobre 2011
- settembre 2011
- agosto 2011
- luglio 2011
- giugno 2011
- maggio 2011
- aprile 2011
- marzo 2011
- febbraio 2011
- gennaio 2011
- dicembre 2010
- novembre 2010
- ottobre 2010
- settembre 2010
- agosto 2010
- luglio 2010
- giugno 2010
- maggio 2010
- aprile 2010
- marzo 2010
- febbraio 2010
- gennaio 2010
- dicembre 2009
- novembre 2009
- ottobre 2009
- settembre 2009
- agosto 2009
- luglio 2009
- giugno 2009
- maggio 2009
- aprile 2009
- marzo 2009
Forse come titolo avrei scelto “Battezzato”, ma se un provocatore, per cui…
Una pagina di commenti praticamente INTONSA dopo quasi 48 ore su questo blog e’ una provocazione troppo forte e non resisto e, premettendo che non sono in grado di fare post caustici e ricchi di dietrologie e di sottofondi amministrativi ecc.. (perche’ non saprei cosa dire), scrivo fuori dalle righe, non me ne vorra’ il webmaster.
Quindi visto che mercoledi’ sera c’ero dico due cose. Mi associo al titolo sobrio del post per confermare anche il mio passaggio (Bersani ha detto la scorsa settimana che non e’ una mutazione antropologica…) da elettore a iscritto e di diritto entrare in un percorso che credo paolocoss stia documentando a modo. Non mi piace partecipare ad una specie di “grande fratello” digitale, dove sbirciamo nelle stanze fino ad ora chiuse, ma comunque, visto che queste stanze sono di per se’ momenti di partecipazione per migliorare la baracca, credo che sia cosa che male non puo’ fare, poi Popolino mi aiuta ad avere qualche informazione in piu’ sulla vita politica e sociale della nostra landa, e tanto basta.
Tralascio dal mio quadernetto di appunti della serata le note iniziali sulle regole di elezione e rappresentanza per i congressi autunnali, ho bisogno di qualcuno che mi aiuti a tradurle, e poi ho una pessima calligrafia….
Non direi che le altre due mozioni sono fuffa (…anche il sottoscritto ha firmato per Marino): grazie al podcast di radioradicale ho sentito per il congresso interventi di Franceschini e Bersani e mi convinco sempre di piu’ che nel piccolo sono piu’ le emozioni (i rapporti, gli scazzi, i limiti e i successi personali) che le idee a dividere: forse l’altra sera la mozione Bersani ha volato alto, e quando e’ planata si e’ avvitata sulla “forma partito da coltivare e correggere rispetto al passato”, che e’ la parola chiave (un po’ poco per chi il passato se lo e’ girato e rigirato per anni); e la mozione Franceschini non era tanto pronta e ha improvvisato quello che io non sono capace a fare (i “ragionamenti politici”) per finire anche li’ sulla parola chiave (l’altra) dei “destinatari (leggi alleanze) della proposta politica del PD” (mica vogliamo fare un partito di sinistra?…).
Sicuramente la mozione Marino ha introdotto uno stile diverso, non so se una volta si chiamasse “autocritica”, e tu hai accennato alle questioni indicate sopra per richiamare la necessita’ di un si’-si’, no-no (la posizione prevalente…) nel trattare le questioni.
Ora, visto che pare che il PD locale, cioe’ noi, voglia trattare seriamente il tema della comunicazione, (sento che si fara’ una riunione) comunichiamo! Dove? Ma anche qui!
Rispetto ad un percorso congressuale quali saranno qui nel Biellese gli strumenti per tematizzare a livello territoriale il dibattito? Per evidenziare differenze e punti in comune, e farli capire a tutti (in primis a chi e’ iscritto) per raccogliere i contributi (non per fare una passerella di soliti noti o ignoti) e renderli disponibili, con la consapevolezza che tra tre mesi non sara’ auspicabile raccogliere solo lacrime e sangue (perche’ qualcuno vince e qualcuno perde) ma rappresentare una realta’ che elabora. E’ chiaro che se i “luoghi comunicativi” scarseggiano uno prende quel che passa il convento, ma poi non bisogna lamentarsi.
Enrico Zegna
Considerato lo sforzo prodotto da Enrico direi che è giusto rispondere.
- Questione fuffa: se anche fosse una competizione leale (e non lo è, vedi i coltelli che volano in questi giorni nella nostra direzione), spero non mi si voglia negare l’uso di un po’ di vis polemica, specie qui, e specie se motivata. Fuffa una volta perché lo vedo pure io che su alcuni temi – ma solo alcuni – c’è meno distanza di quanto non sembrerebbe. Ma questo a chiacchiere, e io le chiacchiere dagli altri due le ho già sentite, e non mi fido più. Fuffa due volte perché, con gran goduria mia, chi è intervenuto prima di me è stato ancora più vago di quei contenuti già un po’ eterei.
- questione “tra tre mesi non sara’ auspicabile raccogliere solo lacrime e sangue”: sì, ma per piacere non parliamone ora. Cerchiamo di essere come il Mahatma: sereni, ma irremovibili; che qui come tendi una mano può sembrare che vuoi la pastetta. Cosa che non è, qui si vuole il cambiamento, non l’accordicchio.
- questione della comunicazione: guarda Enrico che magari non tutti, ma so per certi che ci sono dirigenti del Pd locale che qui ci vengono e leggono. Se non partecipano è perché non vogliono, e se vogliono comunicare solo a certe condizioni varranno le loro come valgono le nostre. Noi siamo disponibili e pronti da un pezzo, sono loro che pettinano le bambole.
Infine una nota di metodo: dico “noi” perché parlo di me, ma ovviamente anche di te, e di altri.
“Dalla concezione dell’ahimsa derivano in modo diretto anche le virtù che Gandhi ascrive all’autentico satyagrahi, il combattente per la causa della Verità. Innanzitutto egli non deve essere mosso dall’ira e dall’odio per l’avversario, anzi deve, in quanto essere umano, amarlo, pur sempre continuando con forza la lotta contro l’errore che egli commette:
« Il mio obiettivo è l’amicizia con il mondo intero, e io posso conciliare il massimo amore con la più severa opposizione all’ingiustizia. » Mahatma Gandhi …”
Non dico rivoltarsi nella tomba, mi sembra eccessivo, anche per il fatto che le sue ceneri sono state disperse in giro per il mondo, ma almeno un piccolo starnuto virtuale il Nostro deve averlo fatto dopo il tuo commento…
A parte le battute:
- sulla fuffa sarebbe utile che nel momento in cui i territori devono esprimere il massimo di pensiero e autonomia sui contenuti si diano gli strumenti per farlo, per ora all’orizzonte di strumenti non ne vedo, se non i rituali (riunioni di presentazione – leggi club senza interlocutori – e assemblee di struttura), e quindi si naviga con le orecchie tese al vento nazionale con il rischio di limitare la possibilita’ di ragionare tra iscritti, dove magari adesso si vive un po’ meno di tifo…
- sul “tra tre mesi” in effetti credo che li’ stia il nodo, ma devi capire che per me il Gandhi aveva ragione (sai che aveva rimandato tante volte azioni perche’ i suoi non erano pronti? – pensa il congresso quando lo si dovrebbe fare! – c’e’ chi lo sostiene oggi…), se vuoi attivare prassi nuove (o antiche come le montagne) non devi avere fretta, certo devi rompere.
- effettivamente il tema comunicazione e’ quello che mi ha piu’ sconcertato in questo inizio di mutazione da elettore a iscritto: mercoledi’ sera ho sentito che “noi lavoriamo sette o otto ore al giorno e per la comunicazione abbiamo fatto quello che potevamo”, micidiale, neanche quando ero adolescente avevano usato questa tesi per farmi il mazzo. Piu’ che una questione questa mi sembra LA QUESTIONE. Alla prossima
EZ