Allora.
Il Corriere pubblica una voce, la voce dice che Civati si ritira e sostiene Renzi.
Seguitemi.
Siccome Civati non si ritira e non sostiene Renzi, la voce non proviene da Civati o dai suoi.
E siccome non proviene da Civati o dai suoi allora può provenire solo da Renzi o dai renziani (sono gli unici altri coinvolti, dopotutto).
Bisogna quindi chiedersi: perché Renzi o i renziani dovrebbero avere interesse a mettere in giro una voce del genere? Perché non lo dicono di Cuperlo, che si ritira?
Risposta: perché forse preferiscono affrontare Cuperlo. E come mai? Vediamo: forse perché Civati è un avversario più temibile di Cuperlo, per Renzi e i renziani.
Un po’ lo sapevamo già, intendiamoci. Cuperlo ha D’Alema, per Renzi è una pacchia. Di Civati non può dirlo, è più tignoso, non c’ha nemmeno Franceschini, per dire. Renzi sì. È per Civati, che è una pacchia.
Ma perché Renzi e i renziani dovrebbero preoccuparsi di chi devono affrontare, se sono così forti, così sicuri? Forse perché non sono sicuri né forti, ci siamo detti.
Ma come, dirà qualcuno, il sondaggio citato nel pezzo dice che Renzi è al 78 per cento, giusto? Giusto, ma il sondaggio è riportato nello stesso articolo in cui si dice che Civati si ritira. Ma Civati non-si-ritira. Per cui…
Oh, è psicologia elementare, non ci vuole mica Axelrod.
Anzi, a dirla tutta Axelrod non avrebbe mai consigliato a Obama di far intendere al suo avversario che è preoccupato.
Anche perché, voglio dire, per noi è imbarazzante. Non sappiamo come sdebitarci. Pensavamo, domani diciamo che si ritira lui, e facciamo pari. Ma metti che poi si ritira davvero, ci siamo detti, dopotutto ancora non si è nemmeno candidato ufficialmente, si vede che non è sicuro, non è corretto metterlo così in difficoltà, potrebbe prendere una decisione affrettata e ritirarsi davvero.
E, nel caso, dove starebbe per noi il divertimento?