22 APRILE 2009

Violazioni virtuali

consumer_destiny_logoEcco un bello spunto su come si evolvono le cose del mondo: la Taser International ha fatto causa a quelli di Second Life, accusandoli di vendere nel loro mondo virtuale copie virtuali di loro prodotti reali.
La Taser, come suggerisce il nome stesso, è l’azienda che ha inventato gli storditori elettrici, molto diffusi come armi di libera vendita (ma non in Italia) per la difesa personale, noti anche come scioccastronzi.
Come difesa della proprietà intellettuale  può sembrare stravagante: il prodotto non è stato materialmente copiato, dopotutto, nè Second Life opera in concorrenza (ovvero sul mercato reale) contro Taser.
Va anche detto che, contrariamente a quanto immaginavo, i Taser all’ultima moda hanno un valore aggiunto in fatto di design che non avrei mai sospettato, e non mi stupirei di vederne uno firmato da Dolce & Gabbana, in un prossimo futuro (e… no, quello in foto non è un depilatore, o almeno non ne consiglio l’uso in tal senso).
Credo che sia stato passato un certo confine per il fatto che la presenza su Second Life degli storditori, seppure immaginari, è stata usata a scopo di lucro. Come precedente giuridico è potenzialmente devastante, e potrebbe scatenare le rivendicazioni più bizzarre.
Ad esempio, se passa il concetto, in futuro la Israel Military Industries potrebbe citare in giudizio tutti i film, i fumetti e i videogiochi in cui viene usata una pistola Desert Eagle, visto che comunque è presente all’interno di opere che generano profitti: a meno che non sia già successo (non sono un esperto di diritto), o che già non esistano accordi di routine che consentono a disegnatori, registi e artisti vari di usare la tal vettura, il tal computer, il prodotto di marca e riconoscibile. Può essere, ma mi pare strano: certo sarebbe un bel ribaltamento rispetto alla pratica del product placement.
Ma la domanda in realtà è un’altra: a cosa cavolo serve, uno scioccastronzi, su Second Life?

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