Non vado matto all’idea di trovarmi d’accordo con chi per i passati otto anni – e per i prossimi ottocento – ha vestito i panni del difensore della dottrina Bush. Ma concordo che la volontà politica della nuova amministrazione Usa di aprire canali di comunicazione diplomatica anche con i nemici deve comunque essere subordinata a una posizione più che cristallina contro certe – chiamiamole così – diversità culturali.
Non mi piace l’idea di dialogare col Papa Kattivo, figuriamoci se ho voglia di parlare con i fustigatori di adolescenti.
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