Molto presto, si troveranno spaventosamente a corto di opzioni, intendo anche più di quanto lo sono ora, e secondo i miei calcoli la telefonata mi arriverà giovedì nel tardo pomeriggio, appena dopo aver incassato il rifiuto di Tyrion Lannister, il nano puttaniere di Game of Thrones, e subito prima di provarci con Rolf VIII, il pro-pro-pro-pro-pro-pro-pro-pro-nipote del pastore tedesco preferito di Hitler.
Purtroppo, anch’io dovrò declinare, lo dico con dispiacere: non potrò accettare il posto da ministro nel governo Renzi. Un po’ perché giovedì cucino il brasato, ma soprattutto perché fra noi non c’è la necessaria sintonia programmatica, e presto ci troveremmo in un inevitabile conflitto.
Infatti, la mia concezione di riforma dello Stato è persino più radicale di quella del nuovo presidente del Consiglio: perché limitarsi ad abolire il Senato? In un sistema tripolare come quello attuale, potremmo trasformare entrambe le Camere in sale bingo e abolire direttamente le elezioni, sostituendole con il sorteggio di un singolo cittadino italiano, un fortunato che potrebbe quindi scegliere fra tre buste: in una il governo tecnico, nella seconda le larghe intese, e la busta misteriosa, che in genere contiene un buono Groupon per l’epilazione dei glutei con luce pulsata.
E’ un’idea che ho preso da un vecchio quiz televisivo, e dallo stesso background pop ho preso la mia personale ricetta per le riforme istituzionali, una ricetta rivoluzionaria. Mi sono ispirato a quel personaggio di Tutti pazzi per Mary, avete presente, quello che per far concorrenza al celeberrimo sistema di allenamento Addominali in 8 minuti aveva avuto l’alzata d’ingegno, la genialata, e si era inventato Addominali in 7 minuti.
E quindi, ho pensato, perché limitarsi a una riforma al mese? Riforme in 21 giorni, ecco la mia proposta. Come dite? Qualcuno a questo punto potrebbe scavalcarmi e proporre Riforme in 15 giorni? Ma in 15 giorni non si riesce nemmeno a terminare la prima lettura alla Camera… Cerchiamo di non essere populisti, per favore. Che qui è in ballo il destino del Paese, mica cazzate.
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