18 FEBBRAIO 2013

Un russo, due russi, tre russi

Sabato sono stato tra quelli che, convenuti dalle regioni limitrofe, si sono suddivisi nella cinquantina circa di località lombarde per fare #lanostraparte nell’Operazione Ohio, una giornata di campagna nella regione che a detta di quasi tutti sarà decisiva per il risultato di queste elezioni.
Dell’accerchiamento veneto-piemontese-emiliano-romagnolo riporto un’impressione positiva, piena di speranza, e mi viene in mente quel vecchio manifesto della propaganda sovietica: un russo da solo si ubriaca, due si menano, tre fanno la rivoluzione. Fatti i debiti distinguo, certo, ma ci siamo capiti.
E in particolare, ci tengo a citare Fausto, che ci guida per le stradine di Arcore, proprio Arcore, mentre davanti a Villa Borromeo è giorno di carnevale, ad appena un chilometro da quella villa nota per simili eppure diverse mascherate. Fausto conosce tutti, tutti si fermano a parlargli, lui parla con tutti, conosce tutti. “Quello votava Lega, ma stavolta sceglie noi”, “Quell’altro è incazzato, dice che vota Grillo, ma entro la settimana lo convinco”.
Fausto è candidato al Senato, in quarantunesima posizione, e non c’è davvero nessuna possibilità che venga eletto. Ma fa campagna come se fosse capolista, e a noi ha fatto piacere, per un giorno, farla con lui: un russo, due russi, tre russi.