Ci vuole Costanza, in tutti i sensi

Lo so, lo so, ero stato proprio io a scrivere, nel luglio del 2011, candidiamoci tutti, candidiamoci dappertutto. Ma ho passato gli ultimi due anni molto più in giro per l’Italia che a casa, e quindi, interrogatomi per tempo, già da un po’ avevo deciso che non avrebbe avuto senso, e quindi non mi sono candidato a questo giro (ma, ehi, ho apprezzato molto chi comunque me lo ha chiesto, davvero). Ho avuto il privilegio di poter essere al servizio di un progetto, e di una rete di persone fantastiche, in questi anni – qui trovate l’elenco completo dei nomi che questo movimento esprimerà e sosterrà in queste primarie – e ciò che più desidero per il momento è semplicemente continuare a esserlo, per ognuno di loro e per Pippo Civati, ovviamente, in particolare, perché senza di lui tutto questo non sarebbe stato possibile.

In quella lista, sparpagliata per tutta Italia, ci sono tanti amici, tante persone che stimo e per cui tifo smodatamente, e c’è anche la candidata che voterò domani qui a Biella. E sono particolarmente contento di poter votare Costanza Mottino, che ha 27 anni, è avvocato ed è consigliere comunale del Pd al suo secondo mandato qui in città. Costanza fa parte di quel genere di persone che la politica spesso perde, ma che invece dovrebbe imparare a tenere ben strette. Una persona con la schiena dritta e inderogabili principi morali, che si divide tra professione, politica e volontariato, ma che soprattutto sa lavorare in squadra, sa guardare ben oltre i confini culturali in cui la politica spesso si divide, e sa applicarsi sulle cose che – per ora, solo per ora – non conosce. Ne abbiamo avute di occasioni, perdendole, cantava il poeta, e per questo sono davvero convinto che sia il momento di provare qualcosa di nuovo, fermo restando tutto il rispetto possibile per chi ci ha portato sin qui. Senza inscenare conflitti generazionali, che davvero non se ne può più, ma piuttosto facendo una scommessa sui prossimi cinque anni, investendo in qualcuno di genuinamente democratico, come lei è, e che fondamentalmente non si candida a fare il parlamentare a titolo personale, ma come espressione di un progetto condiviso, collettivo, trasversale, e con uno sguardo lungo verso un futuro che la sua generazione – la sua, non la mia e nemmeno quelle precedenti – inevitabilmente dovrà affrontare. Ci sentiamo tutti coinvolti, in questa cosa, e non avremmo potuto fare scelta migliore.

Aggiungo che, potendo esprimere due preferenze, ho deciso di votare anche Andrea Stroscio. Dio solo sa quanto io e Andrea, da punti diversi del Pd biellese, ci siamo presi per i capelli in questi anni. Tanto. La sua preparazione non è in dubbio, e questo mi consente di votarlo serenamente, quanto invece alle questioni legate al brutto carattere, facciamo che il suo vale il mio e siamo pari, non se ne parli più. Infatti, credo sia tempo, per questa città, di fare spazio a una nuova classe dirigente, e di provare a mettere da parte le differenze per costruire un Pd migliore, meno conflittuale, postbellico. O almeno, ci si prova.

Poi però devo aggiungere un’ultima cosa, giacché tra i lettori di Popolino, in Piemonte, ve ne sono numerosi che votano Sel. Nel caso, date retta a me, scegliete Roberto Pietrobon. Lo conosco da quando era un pischello, e si merita questa possibilità. In mezzo a quella faccia da bambino brillano due occhi di intelligenza vera, e al netto di quanto sa essere rompicoglioni a volte – ma di nuovo, lo stesso vale per me – è un lavoratore instancabile, ed è una tra le persone con cui ho collaborato di più e con più frutto, qui in città, a dimostrazione che gli steccati sono esili e che forse, spero presto, potremmo finalmente provare a buttarli giù.