Oggi si è discusso molto di cifre, tra noi democratici. Ventimila, no, diecimila, a proposito delle firme che servirebbero per candidarsi alle primarie. Oppure 15 per cento, anzi, 25 per cento, in questo caso dell’assemblea nazionale.
Che chi si è candidato prima si fa le regole un po’ come gli pare l’ho già scritto l’altro giorno, quindi non ci torno. E’ risaputo che i due candidati principali si stanno parlando tra loro, attraverso i loro garzoni di bottega, ed è evidente che il loro compito è quello di mediare una soluzione buona per entrambi, che permetta loro di candidarsi senza troppe difficoltà ma lo renda difficile a tutti gli altri.
E’ un calcolo probabilistico, perché in realtà, se l’ordine di grandezza è davvero questo, secondo me è meno selettivo di quanto credano, e mi viene in mente almeno uno degli interessati che oggi avrà pensato, beh, che poteva andare peggio, e che tutto sommato si può fare. Certo, ci sarebbe da dire qualcosa sul metodo, ad esempio che fa schifo. Ma da un certo punto di vista è anche un bene che i cattivi facciano i cattivi come prevede il loro ruolo, così il pubblico capisce che film sta vedendo, e il lavoro per tutti gli altri ne risulta molto facilitato: è una gran bella comodità, se non hai soldi da spendere in pubblicità e grandi eventi, poter contare sulle stronzate degli avversari.
Almeno in questa fase, comunque, queste ipotesi di paletti e di astrusi passaggi assembleari non sembrano scoraggiare nuove candidature, anzi, domani saremo tutti a leggere Concita dividendoci in tre reazioni fondamentali: alcuni che trovano questo nuovo nome molto interessante, quelli che ce ne sono troppi, quelli che assumendo espressione preoccupata chiederanno di non dividersi.
Personalmente penso di sapere di chi si tratti, e di averlo scritto da tempo, e cercherò di fingermi sinceramente interessato per non esprimere con troppa mancanza di rispetto la mia personale indifferenza. Credo che sarò in minoranza, ma secondo me il punto è davvero un po’ un altro, e dirò di più, non escludo affatto che dopo quello di domani i candidati possano aumentare ulteriormente. Al momento, candidarsi è la cosa più facile del mondo, e regala subito il famoso quarto d’ora di cui parlava Andy Warhol. Che va benissimo, se quello è lo scopo, ma finisce lì.
In caso contrario, il difficile viene dopo.
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sarebbe interessante che i candidati, oltre ad essere sostenuti da un congruo numero di firme ,raccolte su buona parte del territorio nazionale, presentassero anche un programma articolato su 3 temi:
-come ridurre il debito nazionale e con quali denari;
-come rilanciare l’economia e con quali denari;
-sui diritti civili e le libertà individuali .
Sarebbe una bella regolata e un modo di essere seri.
spero che ” un altro” candidato sia Civati…
Tanto Concita il posto in parlamento, al prossimo giro, ce l’ha assicurato, come buonuscita per la sua cacciata dall’Unità.
Non penso che Concita abbia intenzione di entrare in politica
Bindi?
O Gozi?
Sono curioso di sapere chi sara’!
Le primarie in realtà sono la strategia pubblicitaria di Repubblica.
Non per mancare di rispetto a qualcuno ma direi anche “chi se ne frega” del sesto/settimo candidato. Il quadro di base è delimitato, ora è il momento di definire le regole (anche se andavano fatte all’inverso queste cose…) e nel giro di una settimana sapremo quali saranno i veri candidati.
Sì, il lavoro per gli altri è facilitato se il “pubblico” segue i retroscena delle primarie almeno come li stiamo seguendo noi. Cosa che è tutt’altro che automatica, secondo me. Ci vuole un sangue freddo bestiale. Anche perché, a mio avviso, questo discorso è valido praticamente solo per chi non è già schierato con Renzi o con Bersani, cioè per quelli a cui (per la maggior parte) queste primarie stanno provocando un esaurimento nervoso… quelli che, se le cose rimarranno così, andranno a votare alle primarie per sfinimento. Se ci andranno, poi.
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