Papà, cos’è un matzugoro?

Se per caso foste, come lo sono io, un vecchio ragazzo cresciuto negli anni Ottanta, uno di quelli automaticamente nostalgici per tutto quel che rimanda – anche le peggio cagate – a quell’epoca di spensieratezza, che poi tanto spensierata non lo era (ma lo era per noi, la verità l’abbiamo scoperta solo dopo). Se per caso vi fosse giunta notizia dell’uscita, a dire il vero già un paio di anni fa, di un film con attori in carne e ossa e pesci in squame e lisca, su un altrettanto vecchio personaggio dei cartoni giapponesi che guardavate da piccoli, il simpatico ragazzino pescatore di nome Sanpei (Sampei con la emme nell’ortodossa traduzione italiana). E se per caso vi fosse venuta la voglia di procurarvi il film in questione per mostrarlo ai vostri figli, e per renderli partecipi dei passatempi privi di malizia e di effetti speciali che vi tenevano occupati ai tempi in cui avevate la loro età. Se insomma vi riconoscete in tutto questo, beh: preparatevi a spiegare al piccino che quello ritratto nella locandina, malgrado le subliminali apparenze, è davvero un pesce. Perché sì, rassegnatevi, vostro figlio è molto più sveglio e molto meno ingenuo di quanto lo eravate voi alla sua età.

- Papà, ma sembra proprio un…
- Mannò amore, c’è la pinna, la vedi la pinna? Eh, mica c’abbiamo la pinna noi, no? No!
- Io no, ma magari sul tuo, papà, la pinna c’è, magari è una cosa che viene ai grandi…
- Bello di papà guarda il film vuoi? Uh…! Guarda che bella canna da pes… No, aspè… Senti, questo film è brutto, metto su Cars, occhei? Cars! Brum brum, le macchinine parlanti, eh? Eh?