4 MARZO 2009

Di quel che non si può parlare, si tace?

Essendo proprio all’inizio di questa faccenda bloggesca e riconoscendo in me stesso un talebano delle procedure, mi stavo chiedendo con quale criterio scegliere gli argomenti di cui scrivere. Non sono molto dell’idea di trattare i fatti miei, a meno che davero non ritenga che possano interessare qualcuno. E poiché al momento l’unico lettore del blog sono io, mi sembra inutile raccontarmi cose che conosco già
Allora, forse, potrei scrivere di quel che succede: la notizia interessante, la tendenza emergente, il video viral, il commento politico. Il problema è che sono blogger da dieci minuti, ma sono avido lettore di blog da ormai molti anni, e parlare di una cosa che già hanno trattato blogger più affermati di me mi sembra sbagliato, o inutile. Prendiamo alcune notizie, alcuni argomenti interessanti di questi giorni, e alcuni temi classici. Per dire, la tivù: difficile resistere alla tentazione di parlare di X-Factor, ma come ci si può confrontare con i puntuali flussi di coscienza di Sasaki (pubblicati anche suMacchianera, tra l’altro)? Politica americana? E come puoi superare Paferrobyday oCamillo? La crisi del Pd? Difficile fare meglio di Wittgenstein (di cui peraltro già ho approfittato per infestare gli sporadici commenti). Media, internet e affini? No, dico, avete mai visto i blog di EmmebiGiavasanMantellini e compagnia?
Che cacchio mi è venuto in mente…

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