Se chiedete a qualcuno di dirvi, tra i decenni che ha vissuto, quali ricorda con meno piacere, quasi tutti vi risponderanno gli anni Ottanta. Quelli che li hanno vissuti, ovviamente, rimpiangeranno i Sessanta, e qualcuno arriverà persino ad avere nostalgia dei Settanta, pericolosi ma idealisti.
Gli anni Ottanta, invece, immancabilmente, nessuno li rimpiange. Sarà che riportano a galla la dilagante affermazione di una cultura popolare di dubbia qualità, e di una politica dedita al malaffare più indecente, che collassò su se stessa nel '92 con Tangentopoli.
Ciò malgrado, tantissimi non si rendono conto che, dato Craxi per morto prima politicamente e poi in senso tecnico, più o meno tutti, anche per mancanza di alternative, hanno perpetuato gli anni Ottanta fino ai giorni nostri continuando a votare esattamente per la stessa classe dirigente di prima: quella, per usare un eufemismo, un po' meno visibile e talentuosa (e si è visto) che occupava le seconde e terze file, quella che magari si era formata nei Settanta, ma che negli Ottanta per la prima volta aveva avuto modo di prendere il contatto diretto col potere. E che da allora non ha più smesso.
Personaggi che, con l'unico merito di trovarsi al posto giusto nel momento giusto, e nello stupore loro oltre che nostro, da rimpiazzi che erano si son trovati a recitare da protagonisti del nuovo teatrino: quello del berlusconismo e dell'antiberlusconismo, che sembrava annunciare uno spettacolo completamente diverso, e abbiamo visto con che risultati. E questi eran quelli bravi, del mazzo: figuriamoci le comparse, o quelli che addirittura stavano dietro le quinte.
Sempre gli stessi, comunque, circondati di servi – quelli sì, sempre nuovi – ben lieti di guadagnarsi la pagnotta difendendo il posto al sole del capo. Ancora come fosse il primo giorno, anzi con rinnovato spirito, all'opera dopo tre decenni per garantirsi una comoda sopravvivenza anche nel quarto. Per assicurarsi che gli anni Ottanta non finiscano mai. I loro primi quarant'anni, per citare un'altra pietra miliare di quel decennio, e un'opzione già pronta per il mezzo secolo, perché no.
Roba che, se l'avessimo saputo prima, probabilmente, ci saremmo volentieri tenuti il Drive In, e rinunciato a tutto il resto. Né l'uno né l'altro, invece: Antonio Ricci è vivo (e lotta insieme a loro).
Ma, come diceva il mio saggio insegnante di religione dei tempi del liceo, nessuna opera dell'uomo è eterna. E per fortuna, aggiungo io. Certo, rispetto alla breve stagione che noi comuni mortali viviamo, oggi o domani fa poca differenza, mentre oggi o tra dieci anni fa una differenza enorme: ma ripeto, tutto crolla, prima o poi, e prima o poi verranno giù anche le piramidi.
A maggior ragione i fast food, e se Dio vuole non moriremo paninari.
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Io sono nato dopo gli anni 80, ma anche se non capisco tutti i riferimenti garantisco che questa storia mi mette i brividi.
Bisogna tenere presente che con i progressi della scienza medica la vita media si allungherà sempre più. Il mezzo secolo di gestione del potere mi sembra assolutamente fattibile.
Io sono nata ben prima degli anni 80 e quel periodo per me rappresenta il massimo fuglore della giovinezza, della libertà, della gioia di vivere di quando hai circa 20 anni e credi che tutto sia possibile. (Alcuni di) noi ragazzi di allora eravano già critci verso quel decennio mentre lo si stava vivendo: chi era pro e chi era contro i paninari, a chi piaceva e chi invece trovava stupido il Drive In, precursore di un peggio che si profilava all'orizzonte. Out of the blue and into the black. Da una parte c'erano i Duran Duran et similia, dall'altra c'erano Sprongsteen, il rock inglese e tanto altro che arrivava da pochi anniprima, anche se pareva un secolo… Insomma c'era tanta bella roba in giro, ma anche tanti preoccupanti segnali di ciò che sarebbe arrivato di lì a poco. Lo stesso in politica, immagino, anche se allora poco me ne curavo. Se ne erano curati troppo i nostri fratelli maggiori appena qualche anno prima e il disimpegno era la moda del momento. Così abbiamo lasciato che qualcuno ci pensasse per noi. Sono passati gli 80, i 90 e anche – come si dice – gli 00? Ed è vero che si sono perpetuati gli 80, anzi si sono potenziati e perfezionati, perchè i 60 e i 70 si sono fatti sempre più lontani e la loro onda lunga si è esaurita. Adesso potrebbe iniziare una nuova epoca. Io lo spero, sopratutto per i nostri figli, oggi ancora bambini o appena ragazzini. Noi ormai siamo prigionieri del passato, di cui ci rimane tanta bella musica (e tanta brutta). A meno che… Io ci spero ancora!… can't never die…
ha letto il post anche De Michelis. Fai la cortesia di togliere la parola malaffare, altrimenti quello ti querela. Dì che ti eri spiegato male, che era un refuso, minchiate così.
grazie mille
tuo
Silvano Larini
#4, sei deliziosamente perfido.