Uno che ha permesso a un dittatore arabo di piantar tenda, improvvisare harem e far correre cavalli berberi nel centro di Roma dovrebbe esser l'ultimo a lanciare allarmi a proposito di fantomatiche invasioni islamiche. E fin qui.
Poi però mi sono improvvisamente ricordato di alcuni rapporti che, nel corso degli anni, il personaggio ha coltivato non solo come Presidente del Consiglio, ma anche come uomo d'affari, associandosi ai miliardari Tarak Ben Ammar e Al Waleed. Roba che, se l'avesse ritenuta una cosa redditizia, la famosa moschea l'avrebbe già fatta costruire nel bel mezzo del parco di Villa San Martino, anche a costo di far demolire il suo personale Pantheon arcoriano.
Evidentemente, non tutte le islamizzazioni vengono per nuocere (specie quando portano tanti dollaroni).
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Non dimentichiamo che si è scopato la nipote di Mubarak…. si sarà messo il profilattico per difendersi dalle terribili malattie africane, che infetteranno Milano?
Fausto Fabiano