Nel giorno in cui la maggioranza finisce in minoranza per ben cinque volte, ma potrebbero essere cinquantacinque, perché è proprio aria, una brutta aria.
Nel giorno in cui la maggioranza – prima, però, prima – aveva forzato la calendarizzazione di una discussione delicatissima come quella sul testamento biologico.
Nel giorno in cui la maggioranza puntava a discutere di testamento biologico non perché gli freghi qualcosa dei pazienti, della gente che sta male, ma col solo fine di utilizzare poi quel voto per fini disgustosamente elettorali, in vista dei ballottaggi, perché certa gente lo sappiamo, c'ha un pelo così.
Nel giorno in cui invece, dopo – dopo – tutto quel patatrac che l'ha travolta due giorni fa, la maggioranza fa un precipitoso dietrofront e cambia idea.
Nel giorno in cui, dopo esser finita sotto cinque volte come già detto, ma è il caso di ripeterlo, una maggioranza in evidente difficoltà si rende conto che no, non potrà usare il testamento biologico come strumento elettorale, specie se perde una sesta volta.
Nel giorno in cui tra l'altro siamo ancora tutti di ottimo umore, dopo la sbronza allegra delle amministrative, e di certo non ci capita spesso.
Nel giorno in cui, senza dirlo, ci guardiamo e ridiamo complici, ben sapendo che se domenica è andata così bene è anche perché per l'occasione, fortunatamente, i dirigenti nazionali del Pd hanno fatto la sola cosa che sanno fare senza causare danni, ovvero un cazzo di niente, e va benissimo così, peraltro.
Nel giorno in cui ci guardiamo negli occhi e pensiamo "minchia", ricordandoci che qualcuno aveva avuto tanta lungimiranza e delicatezza da chiedere una verifica di cazzi interni al Pd proprio a due settimane dal voto, tanto per dare un pensiero in più a chi si stava smazzando la campagna elettorale.
Nel giorno in cui tutto questo succede, in questo giorno maledetto che per chi ci crede il Signore evidentemente – evidentemente – ha mandato in Terra per punirci per crimini evidentemente – evidentemente – orribili che abbiamo commesso, non importa se non ce li ricordiamo, proprio in questo giorno qui, in cui è chiaro come il sole a mezzogiorno che la maggioranza non ci vuole arrivare, a questo voto, e Cicchitto – no, dico, Cicchitto, ok? – ha appena dichiarato che è meglio rinviare, chissà poi perché, ebbene dall'altra parte dell'emiciclo, si alza Walter Veltroni che, gente, non ci crederete ma era proprio il tizio lungimirante di prima, quello che aveva chiesto una verifica di cazzi del Pd a due settimane dal voto, insomma Veltroni, proprio lui, la cosa più lontana dal concetto di tempismo che vi verrà mai in mente, Veltroni che come se fosse ospite da Fabio Fazio in un qualsiasi altro giorno tranne questo, come se fosse ibernato in un eterno Lingotto, un Lingotto di ghiaccio in cui è sempre il momento giusto per citare De Gregori, Pasolini e Martin Luther King, anche quando si ordina un caffè nel foyer, come se fosse un leone affamato che di fronte alla gazzella ormai sfiancata dalla fuga e chiusa in un angolo si mette a dire "certo ti mangerei, ma parliamone, tu cosa ne pensi?", e poi la gazzella scappa e il leone muore di fame, come, tutto sommato e più banalmente, se un politico si facesse sfuggire il momento in cui l'avversario ha l'occasione di stenderlo, che è molto diverso dal giorno in cui con l'avversario devi dialogare ed è ancora molto diverso da quello in cui puoi permetterti di giocare allo statista, e se fai quel mestiere e soprattutto pensi di essere uno statista dovresti capire la differenza enorme, cazzo, enorme, tra un giorno e quell'altro, e potrei continuare all'infinito ma per finirla qui in questo giorno maledetto Veltroni si alza, si alza e dice:
«Ok».
Nel giorno in cui, quando questo giorno, finalmente, finisce, pensi: ma perché, porca di quella troia, perché!?!
A questi dobbiamo proprio stargli sui coglioni, non ci fanno stare tranquilli un attimo.
Era dai tempi de Il cuore rivelatore di Poe che una lettura non mi metteva tanta ansia, lo dico in senso positivo…
vabbè, dai… povero Walter… doveva correre all'Esselunga, prima che finissero le figurine della nuova raccolta.
Vi scongiuro! Almeno per 15 giorni, rinchiudete da qualche parte D'Alema e Veltroni. Non lasciateli liberi di fare danni!