Sapessi com'è strano, trovarsi all'estero nel giorno in cui si festeggia l'unità d'Italia, un po' come uscire con un'altra la sera del compleanno della tua fidanzata. A me, poi, viene nostalgia di casa già sul pianerottolo: un sentimento che è più o meno inconsolabile, a seconda di dove mi trovo, perché un conto è stare a Rio de Janeiro, capitale mondiale della cura alla saudade, altro è trovarsi in una Spa (bellissima, per carità) a 40 chilometri da Mannheim, in mezzo all'equivalente renano della pianura padana. Difficile far peggio, in questo giorno simbolico: forse solo una villeggiatura nella tenuta Radetzky.
Non bastasse, all'aeroporto di Francoforte, all'arrivo, tutto ricorda l'amata lontana: a tradimento, manco fossi in un romanzaccio rosa. Tutti quei negozi di cibarie che vorrebbero dirsi italiani sembrano sbagliati, come in una caricatura. Come in un film hawaiano di Elvis Presley, in cui tutto è forzatamente esotico anche quando non ce ne sarebbe bisogno, e infatti un espresso costa 2 euro e 80.
Ma immagino sia il normale contrappasso, per noi italiani così pigramente abituati a guardare il mondo con gli occhiali dello stereotipo, venire ripagati con la stessa cortesia.
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Beh, a noi restano i negozi finti, a loro le automobili costruite all'estero, tutto il resto è PCR o made in China (ieri sera ho visto il film "cenci in Cina", una vera cazzata, ma….).
Mi preso un moto patriottico, vado ad esporre il tricolore!
Ciao italiani (anche padani).
Fausto Fabiano